L’arrivo di Tonio e Gervasio, venuti per saldare il conto che il primo aveva con il curato, interrompe la lettura serale di don Abbondio. Mentre questa scrive loro la ricevuta, entrano furtivamente nella stanza Renzo e Lucia; il primo riesce a pronunciare la formula del matrimonio, mentre la sposa viene interrotta dalla reazione del curato che, intuito l’imbroglio, le butta addosso il tappeto del tavolino e si rifugia in una stanza vicina. Da lì chiama in aiuto Perpetua, che però era impegnata in pettegolezzi insieme ad Agnese per le strade del paesello; viene udito però dal campanaro Ambrogio che, suonando le campane d’allarme, risveglia tutto il paese e crea una gran folla di compaesani che si avventurano nella piazza della chiesa per scoprire la causa di tanto fracasso.
Intanto i bravi, guidati dal Griso, si intrufolano nella casa di Agnese per rapire Lucia, quando sopraggiunge Menico, mandato da padre Cristoforo per avvisare le due donne dell’imminente attacco dei malviventi. All’improvviso il suono delle campane arriva anche a loro, proprio mentre trovano i letti degli interessati vuoti, e i bravi, preoccupati che qualcuno li abbia scoperti, sarebbero fuggiti se il Griso non li avesse radunati e ordinati.
Anche Perpetua e Agnese sentono i rumori allarmanti, così la prima accorre in aiuto del curato mentre l’altra, dopo alcuni tentativi falliti di fermarla, si precipita a casa all’udir le grida del bambino per salvarlo dallo stesso pericolo che agita in quel momento la folla in piazza. Qui tutti, dopo aver formulato varie ipotesi su ciò che possa esser accaduto, decidono di fidarsi dei suggerimenti di alcune voci dalla folla che li portano a dirigersi prima a casa di don Abbondio, poi verso quella di Agnese; infine si ritirano nelle proprie dimore dopo esser stati rassicurati dall’ennesima voce sulla salute delle due donne.
Intanto gli sposi fuggiaschi con i loro compagni incontrano a metà strada dalla casa Agnese e Menico e insieme decidono di dirgersi in fretta verso l’unico luogo sicuro per loro: il convento di padre Cristoforo dove vengono accolti. Cristoforo aveva già preparato loro un piano di fuga: Lucia e Agnese sarebbero andate con una lettera nel convento sorvegliato da un frate a lui caro, mentre Renzo avrebbe dovuto portare una lettera all’amico padre Bonaventura di Milano attraverso un viaggio già tutto programmato. Dopo qualche momento di preghiera nel quale padre Cristoforo affida la spedizione nelle mani di Dio, tutto è pronto e i fuggiaschi salgono su una barca e in seguito su di un carro che li avrebbe portati a destinazione. Nel viaggio Lucia dà il suo addio ai cari monti con la vista dei quali lei era cresciuta.
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