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mercoledì 21 novembre 2012

PROEMIO ILIADE


PROEMIO DELL’ILIADE

INTRODUZIONE

Μνιν ἄειδε θε | Πηληιάδεω Ἀχιλως
οὐλομένην, | ἥ μυρί’ Ἀχαιοῖς | λγε’ ἔθηκε,
πολλὰς δ’ φθίμους ψυχς | Ἄιδι προίαψεν
ρωων, | αὐτοὺς δὲ ἐλώρια | τεῦχε κύνεσσιν
οἰωνοῖσί τε πσι, Δις δ’ἐτελείετο βουλή,
ξ οὗ δ τὰ πρτα | διαστήτην ἐρίσαντε
τρείδης τε ἄναξ ἀνδρν | καὶ δος Ἀχιλλεύς.

Accenti metrici
Cesure pentemimere
Dieresi bucolica
Tritemimere
Eftemimere

DIVISIONE IN PIEDI

Μῆνιν ἄ|ειδε θε|ὰ Πη|ληιάδε|ω Ἀχι|λῆως
οὐλομέ|νην, ἥ| μυρί· Ἀ|χαιοῖς| ἄλγε’ ἔ|θηκε,
πολλὰς| δ’ ἰφθί|μους ψυ|χὰς Ἄιδ|ι προί|αψεν
ἡρω|ων, αὐ|τοὺς δὲ ἐ|λώρια| τεῦχε κύ|νεσσιν
οἰω|νοῖσί τε| πᾶσι, Δι|ὸς δ’ἐτε|λείετο| βουλή,
ἐξ οὗ| δὴ τὰ| πρῶτα δι|αστή|την ἐρί|σαντε
Ἀτρεί|δης τε ἄ|ναξ ἀν|δρῶν καὶ| δῖος Ἀ|χιλλεύς.

ANALISI

Μῆνιν ἄειδε θεὰ Πηληιάδεω Ἀχιλῆως
οὐλομένην, ἥ μυρί· Ἀχαιοῖς ἄλγε’ ἔθηκε,
πολλὰς δ’ ἰφθίμους ψυχὰς Ἄιδι προίαψεν
ἡρωων, αὐτοὺς δὲ ἐλώρια τεῦχε κύνεσσιν
οἰωνοῖσί τε πᾶσι, Διὸς δ’ἐτελείετο βουλή,
ἐξ οὗ δὴ τὰ πρῶτα διαστήτην ἐρίσαντε
Ἀτρείδης τε ἄναξ ἀνδρῶν καὶ δῖος Ἀχιλλεύς.

-          μῆνιν » è un’anastrofe (= figura retorica che cambia la disposizione normale delle parole per
                   evidenziarne una importante), mette in chiaro che l’ “ira” sarà la tematica principale
                » deriva dalla radice μην-/μαν- da cui derivano anche μανία, indica quindi un
                   sentimento ossessivo, insistente, tenace, placabile solo con la vendetta
                » questa è la caratteristica principale attribuita ad Achille (che sta alla fine del verso)
                   Solo a lui, e in alcuni momenti agli dei, gli viene attribuito un tale sentimento
                » con questa posizione enfatica Omero ci indica che l’ira costituirà il principio
                   unitario di tutto il poema da cui si dirameranno poi le altre tematiche secondarie
                » l’innovazione sta, infatti, nell’organizzare un poema secondo una traccia narrativa
-          ἄειδε » è il primo verbo dell’Iliade “canta
                      » è un presente imperativo attivo, una forma poetica non contratta secondo la regola
                         del dialetto ionico (lo ι non si sottoscrive mai in Omero)

-          θεά » l’invocazione alla musa è una caratteristica principale che ricorre nei poemi epici
             » significa conferire il compito di raccontare i fatti con la loro verità ad un altro, al dio
             » in questo modo il poeta diventa portavoce del dio, mezzo per cui gli altri possono
                conoscerlo (compito simile a quello dei sacerdoti)
             » esistevano nove muse nei miti, ciascuna presiede un diverso ambito delle scienze
1.      Calliope = poesia epica
2.      Clio = storiografia
3.      Erato = poesia amorosa
4.      Euterpe = canto lirico
5.      Melpomene = poesia tragica
6.      Polinnia = poesia religiosa
7.      Talia = poesia bucolica
8.      Tersicore = danza
9.      Urannia = astronomia
             » l’ispirazione della musa inoltre consentirà al poeta il ricordo
             » questo è anche un modo per costruire l’anticipazione, metodo letterario che invoglia
                ancora di più il lettore nella lettura per scoprire se quanto è stato predetto si avvererà
-          Πηληιάδεω » patronimico riferito ad Achille (= aggettivo che indica la paternità)
                          » Achille era figlio di Peleo, re di Ftia, in Tessaglia
-          Ἀχιλῆως » è una forma senza metatesi
                     » non ha doppio λ per questioni metriche
-          οὐλομένην » participio aoristo medio (tematico) di ὄλλυμι (attributivo riferito a μῆνιν)
                         » collocazione così separata dal termine a cui si riferisce è enfatica
                         » ha l’allungamento in ου- all’inizio per la prima legge di Shulze (o legge del
                            proceleusmatico = una vocale breve seguita da altre due vocali brevi si allunga)
-          Ἀχαιοῖς » sono propriamente gli “abitanti dell’Acacia” (Pelopponeso)
                    » in realtà in Omero con questo termine vengono indicati tutti i greci
-          ἄλγε’ » è una forma elisa e non contratta
-          ψυχὰς » non ha il significato di “anima” ma indica il “soffio vitale”
                 » per metonimia indica la vita stessa, poiché è “ciò che tiene in vita”
-          Ἄιδι » è un dativo di moto a luogo (indica sia il dio Ade che gli inferi, suo regno)
-          προίαψεν » aoristo sigmatico di προιάπτω
                      » il preverbio προ- può avere significato temporale (“prematuramente”), di modo 
                         (“a capofitto”) o di luogo (“lontano”)
-          ἡρωων » è un elemento di enjambement perché si riferisce a ἰφθίμους, ma è nel verso dopo
                  » in Omero ha significato di “valoroso” non di “semidio”
-          τεῦχε » imperfetto che è sprovvisto di aumento (può capitare anche con gli aoristi)
-          κύνεσσιν » forma eolica del dativo plurale di κύων, corrispondente all’attico κυσίν
-          οἰωνοῖσί » dativo plurale con terminazione ionica -οισι = -οισ
                     » per gli antichi la mancanza di sepoltura condannava l’anima del defunto a vagare
                        in eterno tra il mondo dei vivi e quello dei morti con la pena del ricordo della vita
                        vissuta, tanto desiderabile e irraggiungibile
-          Διός » è genitivo di Ζεύς, dio supremo
-          ἐτελείετο » imperfetto di τελέω con allungamento metrico (-ει)
                      » esprime l’irruzione del divino nella storia umana
-          διαστήτην » aoristo tematico senza allungamento, III duale di διίστημι
-          ἐρίσαντε » participio aoristo sigmatico duale di ἐρίζω (valore causale-temporale)
-          Ἀτρείδης » patronimico del re di Micene Agamennone, figlio di Atreo
-          τε » l’ –ε non si elide perché il termine ἄναξ iniziava per digamma
-          ἄναξ ἀνδρῶν » epiteto formulare di Agamennone che era il capo politico
-          δῖος » epiteto formulare di Achille che significa “divino” (dalla stessa radice di Ζεύς)

TRADUZIONE

Canta, o dea, l’ira rovinosa del pelide Achille, che inflisse infiniti dolori agli Achei, gettò prematuramente nell’Ade molte anime di valorosi, li rese prede dei cani e di tutti gli uccelli, così si compiva la volontà di Zeus, da quando prima l’Atride, signore degli eroi, ed il divino Achille si divisero contendendosi.

20 commenti:

  1. Grazie per il grande aiuto. La pace familiare è salva.
    ( una mamma )

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  2. Grazie mille, é sempre una piacevole sorpresa aprire il tuo blog! (Una studentessa del 3 anno di liceo classico)

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  3. hai salvato una studentessa dall oblio grazie mille!!

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  4. Una cosa fantastica questo sito: davvero un grazie all'autrice ed ai collaboratori. Dove trovo il proemio dell'Odissea con relativa traduzione ed ed analisi?

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  5. Salve! L'analisi del proemio Non c'è?

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  6. Ricontrolla le pause dei versi 3 (eftemimere), 4 (tritemimere+dieresi bucolica) e 7 (eftemimere).

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  7. traducendo puoi anche fare l'analisi logica? (studente Liceo Linguistico)

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  8. grazei, bravissima. ma dove posso trovare la stessa cosa per il Libro VI dell'Iliade versi 405 - 439?

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  9. quella li e sbagliata e questa quella giusta: Canta o dea l'ira di Achille Pelide, rovinosa che infiniti dolori inflisse agli achei. Gettò in preda all'Ade molte vite gagliarde d'eroi ne fece il bottino di cani e di tutti gli uccelli, consiglio di Zeus si compiva. Da quando prima si divisero contendendo l'Atride signore d'eroi e Achille glorioso. Ma chi fra gli dei gli fece lottare in contesa? Il figlio di Zeus e Latona egli irato col re ma la peste fè nascer nel campo la gente moriva perché Crise l'Atride tratto malamente il sacerdote; costui venne alle navi rapide agli achei per liberare la figlia, con riscatto infinito, avendo tra mano le bende d'Apollo che lunghi saetta, intorno allo scettro d'oro, e pregava tutti gli achei ma sopra tutto i due Atridi, ordinatori d'eserciti.

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