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Le più antiche testimonianze della presenza dell’uomo in
Calabria risalgono all’età della pietra, infatti reperti di questo periodo sono
stati ritrovati nella zona di Catanzaro.
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Sin dall’antichità la Calabria, grazie alla sua posizione,
tenne contatti commerciali con gli altri popoli del Mediterraneo: i suoi
abitanti scambiavano merci con i Micenei e con gli abitanti delle isole Eolie.
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A partire dal settimo secolo a.C. sul territorio calabro
comparvero i primi insediamenti greci, fra qui Reggio, che venne costruita in
un luogo facilmente raggiungibile dalle navi che commerciavano nel Mediterraneo
e che dominava lo stretto di Messina. Altre colonie furono fondate sulla costa
ionica: Sibari, Crotone e Metaponto, tutte situate vicino al mare. Col passare
del tempo tra questi centri nacquero profonde rivalità che fecero scoppiare
dure guerre.
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Durante le lotte tra le colonie greche, i Lucani e i
Bruzi, due popoli che provenivano dall’Italia centromeridionale, si insediarono
sulle alture della regione e costruirono città fortificate. Lo scontro con le
città greche fu inevitabile: da quel momento iniziò per la Calabria un periodo
di lotte sanguinose.
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I greci chiesero aiuto a Roma contro popolazioni italiche
che vennero sconfitte. In seguito i Romani combatterono i Cartaginesi che
provenivano dall’Africa. Durante questi lunghi conflitti la gente abbandonò il
proprio lavoro per andare in guerra e molte città furono distrutte.
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Cominciò così un periodo di decadenza e le invasioni
barbariche non aiutarono la situazione. In Calabria arrivarono per primi i
Visigoti e poi i Longobardi che trasformarono ancora la regione in un campo di
battaglia lottando contro i Bizantini che
dominavano ciò che rimaneva dell’impero romano.
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Dopo le popolazioni barbariche, giunsero i Normanni che
imposero l’organizzazione feudale, la Calabria si arricchì di castelli, chiese
e monasteri. Dopo i Normanni fu la volta di altre popolazioni e tra gli ultimi
gli Aragonesi e i Borboni, la regione entrò a far parte del Regno delle due
Sicilie e infine quando Garibaldi la liberò dai Borboni, entrò a far parte del
Regno d’Italia.
LE CITTA'
Catanzaro sorge
su una cresta collinare incisa da profonde vallate che si estendono fino a
qualche chilometro dal mar Ionio. Venne fondata dai Bizantini che la costruirono in posizione elevata per
difenderla da eventuali attacchi nemici.
Lo
sviluppo cittadino ha fatto allargare l’abitato soprattutto verso il mare, dove
si trova Catanzaro Marina, un centro balneare di origine recente che si sta
ampliando velocemente.
Il capoluogo
della Calabria è soprattutto un centro di commercio dei prodotti agricoli, ma
conta la presenza di alcune piccole industrie.
Cosenza si trova vicino alla confluenza di
due fiumi, il Busento e il Crati, al centro di una delle valli più fertili
della regione. Questa posizione fa di Cosenza uno dei maggiori centri agricoli
calabresi. Secondo la leggenda qui morì Alarico, re dei Visigoti.
Oggi la
parte più vecchia di origine medievale sorge su di una collina, mentre i
quartieri moderni si estendono in pianura.
Crotone si affaccia sulla costa ionica,
ed è, con Vibo Valentia la provincia più recente della regione. Al tempo della
Magna Grecia era un importantissimo centro commerciale e colturale, ma col
passar dei secoli perse questo suo ruolo di protagonista.
Attualmente
è il centro più industrializzato della Calabria grazie alle diverse aziende
chimiche e meccaniche.
Reggio Calabria si trova alle pendici
dell’Aspromonte, di fronte allo stretto di Messina. Per la posizione naturale,
Reggio Calabria ha intrecciato nel corso dei secoli intensi rapporti
commerciali con la Sicilia tanto che oggi, economicamente, è molto più legata a
questa regione che non la Calabria stessa.
La sua
economia si basa soprattutto sulle attività del porto, ma nella provincia si
trovano anche centri agricoli, piccole industrie alimentari e piccoli centri
balneari. Essendo la città più popolosa della regione, fino al 1972 era anche
capoluogo di regione prima di Catanzaro.
Vibo Valentia a Vibo si possono ammirare diversi
edifici greci, romani e medioevali, che ne fanno anche una meta turistica. Lo
sviluppo recente di Vibo Valentia è stato favorito soprattutto dalla
collocazione naturale.
I BRONZI DI RIACE:
Nel 1972,
ha avuto luogo, nelle acque prospicienti la cittadina di Riace, uno dei più
importanti ritrovamenti archeologici di questo secolo. Due magnifiche statue di
bronzo del V secolo a.C. e provenienti dalla Grecia furono avvistate sul
fondale da un turista in vacanza, appassionato subacqueo.
Alte
circa due metri, le statue raffigurano due atleti, uno con l’elmo, l’altro con
una ricca chioma:entrambe sono opera di un grande scultore sconosciuto vissuto
intorno al V secolo a.C.
I bronzi
di Riace furono riportati alla luce dopo un sonno di duemilacinquecento anni.
Dopo un delicato intervento di restauro durato sei anni,i due guerrieri sono
ora esposti al museo nazionale di Reggio Calabria.
IL
TESORO DI ALARICO:
Secondo una leggenda, appena giunto in Calabria, Alarico, re dei
Visigoti, morì nei pressi di Cosenza. Per impedire che la sua tomba venisse
profanata, i suoi uomini decisero di seppellirlo sotto il fiume Busento. Così
deviarono il corso del fiume, scavarono una grande fossa e vi calarono il corpo
del re, armato di tutto punto, assieme al cavallo e al suo immenso tesoro. Poi
coprirono la tomba e riportarono il fiume a scorrere nel suo letto. Per secoli
la gente cercò di recuperare le ricchezze del sovrano, ma nessuno ci riuscì.
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