IL MITO
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La
filosofia nasce come affrancamento del logos dal mito, i sofisti fecero uso funzionale del mito ma Socrate condanna sia la negazione sia l’usare male
il mito proponendo un procedimento dialettico
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Platone
dapprima condivide la posizione socratica, poi se ne distanzia (da Gorgia in
poi lo usa costantemente)
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Nel
1800 Hegel
vide nel mito platonico un’immaturità, un’involuzione della filosofia
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Nel
1900 la Scuola
di Heidegger invece vede nel mito la più autentica espressione del
messaggio platonico (il logos coglie l’essere ma non la vita, e il
mito è in aiuto per spiegarla)
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Platone
rivaluta il mito perché rivaluta le tesi dell’Orfismo, con la sua tendenza
mistica e la componente religiosa
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Mito » è
espressione di fede e di religiosità, una forma di fede ragionata, non
di fantasia
» il logos ha
completamento nel mito, il mito nel logos
» quando il logos arriva
agli estremi delle sue possibilità, il mito supera intuitivamente
i limiti, il logos
nello stesso tempo spoglia il mito dalla componente fantastica
» non si deve né cancellare il
mito, né preporlo al logos
“Certamente sostenere che le cose siano veramente così
come io le ho esposte, non si conviene ad un uomo che abbia buon senso; ma
sostenere che o questo o qualcosa di simile a questo debba accadere delle
nostre anime e delle loro dimore, dal momento che è risultato che l’anima è immortale:
ebbene, questo mi pare che si convenga e che metta conto di arrischiarsi a
crederlo, perché il rischio è bello! E bisogna che, con queste credenze, noi
facciamo l’incantesimo a noi medesimi: ed è per questo che io da un pezzo
protraggo il mio mito” (citazione di
Platone, dallo scritto Fedone)
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