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domenica 19 maggio 2013

LO STOICISMO - etica


ETICA
-          Il vivere secondo natura
» lo scopo del vivere è il raggiungimento della felicità, raggiungibile “vivendo secondo natura”
» l’essere vivente è caratterizzato dalla tendenza a conservarsi, a conciliarsi con se stesso e con le
   cose a lui corrispondenti, ad evitare quelle opposte = oikèiosis (“appropriazione, attrazione”)
» nelle piante e negli animali questa tendenza, questo primario istinto è inconsapevole
» ciò che distingue l’uomo è la consapevolezza dell’oikeiosis e l’intervento della ragione
» vivere secondo natura è vivere realizzando l’oikeiosis, conciliandosi con il proprio essere razionale
-          Il bene e il male
» il piacere e il dolore non sono un prius come per Epicuro, ma un posterius, una conseguenza
» bene = ciò che incrementa e conserva il nostro essere e quindi l’oikeiosis = ciò che è utile e giova
» male = ciò che diminuisce e danneggia il nostro essere, la nostra natura = il nocivo
» all’istinto, principio primo, è legato il concetto di scelta e di giudizio della realtà
» le cose sono giudicate buone/cattive in riferimento al concetto di bene o di male, quindi all’istinto
» visto che l’uomo ha il privilegio che il logos si manifesta in lui allora il principio di scelta varia a
   seconda che si prenda in considerazione la natura razionale o biologica dell’uomo
» ciò che giova all’una o all’altra sono tra loro molto diversi » ha più importanza la natura razionale
» il vero bene, quello che incrementa e conserva il logos (la virtù); il vero male è il vizio
» si nega al bene e il male corporei la qualifica di bene o male » il bene fisico rimane come positivo
» il bene o il male del corpo è considerato moralmente indifferente (adiàphora)
» sono indifferenti quindi la bellezza/bruttezza, vita/morte, salute/malattia, ricchezza/povertà...
» bene o male deriva solamente dal proprio io (etica che mette al riparo dalle condizioni storiche)
» la felicità è conseguibile in modo indipendente dagli eventi esterni
» come Epicuro affermano che si possa essere felici anche in mezzo a tormenti fisici
» il bene biologico (salute, vita, forza…) è positivo secondo natura (chiamato “valore”)
» il male biologico è negativo (chiamato “assenza di valore” o “mancanza di stima”)
» ciò che è intermedio tra il male e il bene è indifferente moralmente, ma dal punto di vista fisico
   diventano “valori”, che sono oggetto di preferenza, e “disvalori”, oggetto di avversione
-          Le azioni perfette e i doveri (kathekon)
» azioni moralmente perfette = azioni umane compiute secondo il logos (contrario: azioni viziose)
» tra le azioni perfette e quelle errate moralmente c’è una fascia di azioni indifferenti
» se le azioni indifferenti sono compiute secondo la natura razionale si chiamano convenienti/doveri
» i filosofi possono compiere azioni perfette, grazie alla loro conoscenza del logos, perché le virtù
   sono perfezionamento della ragione, quindi scienza (come Socrate)
» le leggi umane sono espressioni della Legge eterna che proviene dal Logos, e sono doveri
» nel saggio le leggi umane diventano azioni morali perfette grazie al passaggio della conoscenza
» nell’uomo normale sono solo azioni convenienti (es: non è conveniente uccidere qualcuno)
» i Romani lo renderanno con il termine “officium” » concetto che è rimasto uguale anche adesso
» il concetto di dovere è diventato una categoria di pensiero morale occidentale
-          L’uomo: animale comunitario
» l’uomo è spinto dalla natura ad amare se stesso, ma l’istinto di conservazione non è finalizzato solo
   all’individuo stesso » natura impone di amare ciò che abbiamo generato, chi ci ha generati e tutti
» l’ideale etico di Epicuro “vivi nascosto”» qui l’uomo torna ad essere un “animale comunitario”
» ideale cosmopolitico = l’uomo è fatto per vivere tra gli altri uomini, per amare gli altri e sé
-          Superamento della schiavitù
» tutti i popoli sono chiamati a giungere alla virtù
» l’uomo viene proclamato strutturalmente libero (nessun uomo è per natura schiavo)
» il vero libero è il saggio, il vero schiavo è lo stolto, la vera nobiltà è “scoria dell’uguaglianza”
» il criterio dell’uguaglianza dell’uomo è il logos
-          L’apatia stoica
» le passioni sono errori della ragione da cui dipende l’infelicità dell’uomo
» non ha senso il moderare le passioni, ma devono essere distrutte, estirpate (come per Epicuro)
» il saggio, curandosi del logos, non le farà neanche nascere nel suo cuore
» apatia = assenza di ogni emozione » la felicità è apatia, assenza di sentimenti, impassibilità
» anche pietà, compassione e misericordia sono passioni che vanno estirpate » apatia inumana
» il saggio si muove tra i suoi simili con un atteggiamento totalmente distaccato
» ideale dell’uomo è estraniarsi dalla vita stessa » non si deve amare la vita (Epicuro la ama)

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