ETICA
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Il vivere secondo natura
»
lo scopo del vivere è il raggiungimento della felicità, raggiungibile “vivendo
secondo natura”
» l’essere
vivente è caratterizzato dalla tendenza a conservarsi, a conciliarsi con
se stesso e con le
cose a lui corrispondenti, ad evitare quelle
opposte = oikèiosis (“appropriazione, attrazione”)
» nelle
piante e negli animali questa tendenza, questo primario istinto è
inconsapevole
» ciò
che distingue l’uomo è la consapevolezza dell’oikeiosis e l’intervento
della ragione
»
vivere secondo natura è vivere realizzando l’oikeiosis, conciliandosi
con il proprio essere razionale
-
Il bene e il male
» il
piacere e il dolore non sono un prius come per Epicuro, ma un posterius,
una conseguenza
» bene
= ciò che incrementa e conserva il nostro essere e quindi l’oikeiosis = ciò
che è utile e giova
» male
= ciò che diminuisce e danneggia il nostro essere, la nostra natura = il
nocivo
» all’istinto,
principio primo, è legato il concetto di scelta e di giudizio della realtà
»
le cose sono giudicate buone/cattive in riferimento al concetto di bene o di
male, quindi all’istinto
»
visto che l’uomo ha il privilegio che il logos si manifesta in lui allora il principio
di scelta varia a
seconda che si prenda in
considerazione la natura razionale o biologica dell’uomo
»
ciò che giova all’una o all’altra sono tra loro molto diversi » ha più
importanza la natura razionale
» il
vero bene, quello che incrementa e conserva il logos (la virtù);
il vero male è il vizio
» si
nega al bene e il male corporei la qualifica di bene o male » il bene fisico
rimane come positivo
»
il bene o il male del corpo è considerato moralmente indifferente
(adiàphora)
»
sono indifferenti quindi la bellezza/bruttezza, vita/morte, salute/malattia,
ricchezza/povertà...
» bene
o male deriva solamente dal proprio io (etica che mette al riparo dalle
condizioni storiche)
»
la felicità è conseguibile in modo indipendente dagli eventi esterni
»
come Epicuro affermano che si possa essere felici anche in mezzo a tormenti
fisici
»
il bene biologico (salute, vita, forza…) è positivo secondo natura (chiamato “valore”)
»
il male biologico è negativo (chiamato “assenza di valore” o “mancanza di stima”)
»
ciò che è intermedio tra il male e il bene è indifferente moralmente, ma dal
punto di vista fisico
diventano “valori”, che sono oggetto di
preferenza, e “disvalori”, oggetto di avversione
-
Le azioni perfette e i doveri (kathekon)
» azioni
moralmente perfette = azioni umane compiute secondo il logos (contrario:
azioni viziose)
»
tra le azioni perfette e quelle errate moralmente c’è una fascia di azioni
indifferenti
»
se le azioni indifferenti sono compiute secondo la natura razionale si
chiamano convenienti/doveri
»
i filosofi possono compiere azioni perfette, grazie alla loro conoscenza del
logos, perché le virtù
sono perfezionamento della ragione, quindi
scienza (come Socrate)
» le
leggi umane sono espressioni della Legge eterna che proviene dal
Logos, e sono doveri
»
nel saggio le leggi umane diventano azioni morali perfette grazie al passaggio
della conoscenza
»
nell’uomo normale sono solo azioni convenienti (es: non è conveniente uccidere
qualcuno)
»
i Romani lo renderanno con il termine “officium” » concetto che è
rimasto uguale anche adesso
»
il concetto di dovere è diventato una categoria di pensiero morale occidentale
-
L’uomo: animale comunitario
»
l’uomo è spinto dalla natura ad amare se stesso, ma l’istinto di
conservazione non è finalizzato solo
all’individuo stesso » natura impone
di amare ciò che abbiamo generato, chi ci ha generati e tutti
»
l’ideale etico di Epicuro “vivi nascosto”» qui l’uomo torna ad essere un “animale
comunitario”
» ideale
cosmopolitico = l’uomo è fatto per vivere tra gli altri uomini, per
amare gli altri e sé
-
Superamento della schiavitù
» tutti
i popoli sono chiamati a giungere alla virtù
» l’uomo
viene proclamato strutturalmente libero (nessun uomo è per natura
schiavo)
»
il vero libero è il saggio, il vero schiavo è lo stolto, la vera
nobiltà è “scoria dell’uguaglianza”
»
il criterio dell’uguaglianza dell’uomo è il logos
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L’apatia stoica
» le
passioni sono errori della ragione da cui dipende
l’infelicità dell’uomo
»
non ha senso il moderare le passioni, ma devono essere distrutte, estirpate (come
per Epicuro)
» il
saggio, curandosi del logos, non le farà neanche nascere nel suo cuore
» apatia
= assenza di ogni emozione » la felicità è apatia, assenza
di sentimenti, impassibilità
»
anche pietà, compassione e misericordia sono passioni che vanno estirpate »
apatia inumana
» il
saggio si muove tra i suoi simili con un atteggiamento totalmente distaccato
»
ideale dell’uomo è estraniarsi dalla vita stessa » non si deve amare la
vita (Epicuro la ama)
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