ΚΑΤΑ ΑΓΟΡΑΤΟΥ ΑΝΔ ΕΙΞΕΩΣ
CONTRO AGORATO, SULLA DELAZIONE
TESTO GRECO
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TRADUZIONE
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Προσήκει μέν, ὦ ἄνδρες δικασταί, πᾶσιν ὑμῖν τιμωρεῖν ὑπὲρ
τῶν ἀνδρῶν οἳ ἀπέθανον εὖνοι ὄντες τῷ πλήθει τῷ ὑμετέρῳ, προσήκει δὲ
κἀμοὶ οὐχ ἥκιστα: κηδεστὴς γάρ μοι ἦν Διονυσόδωρος καὶ ἀνεψιός.
τυγχάνει οὖν ἐμοὶ ἡ αὐτὴ ἔχθρα πρὸς Ἀγόρατον τουτονὶ καὶ τῷ
πλήθει τῷ ὑμετέρῳ ὑπάρχουσα: ἔπραξε γὰρ οὗτος τοιαῦτα, δι' ἃ ὑπ' ἐμοῦ
νυνὶ εἰκότως μισεῖται, ὑπό τε ὑμῶν, ἐὰν θεὸς θέλῃ, δικαίως
τιμωρηθήσεται. Διονυσόδωρον γὰρ τὸν κηδεστὴν τὸν ἐμὸν καὶ ἑτέρους
πολλούς, ὧν δὴ τὰ ὀνόματα ἀκούσεσθε, ἄνδρας ὄντας ἀγαθοὺς περὶ τὸ πλῆθος
τὸ ὑμέτερον, ἐπὶ τῶν τριάκοντα ἀπέκτεινε, μηνυτὴς κατ'
ἐκείνων γενόμενος. ποιήσας δὲ ταῦτα ἐμὲ μὲν ἰδίᾳ καὶ ἕκαστον τῶν
προσηκόντων μεγάλα ἐζημίωσε, τὴν δὲ πόλιν κοινῇ πᾶσαν τοιούτων ἀνδρῶν
ἀποστερήσας οὐ μικρά, ὡς ἐγὼ νομίζω, ἔβλαψεν. ἐγὼ οὖν, <ὦ>
ἄνδρες δικασταί, δίκαιον καὶ ὅσιον ἡγοῦμαι εἶναι καὶ ἐμοὶ καὶ ὑμῖν
ἅπασι τιμωρεῖσθαι καθ' ὅσον ἕκαστος δύναται: καὶ ποιοῦσι ταῦτα
νομίζω ἡμῖν καὶ παρὰ θεῶν καὶ παρ' ἀνθρώπων ἄμεινον ἂν γίγνεσθαι. δεῖ
δ' ὑμᾶς, ὦ ἄνδρες Ἀθηναῖοι, ἐξ ἀρχῆς τῶν πραγμάτων ἁπάντων ἀκοῦ σαι, ἵν' εἰδῆτε
πρῶτον μὲν ᾧ τρόπῳ ὑμῖν ἡ δημοκρατία κατελύθη καὶ ὑφ' ὅτου, ἔπειτα
ᾧ τρόπῳ οἱ ἄνδρες ὑπ' Ἀγοράτου ἀπέθανον, καὶ ὅ τι ἀποθνῄσκειν μέλλοντες ἐπέσκηψαν:
ἅπαντα γὰρ ταῦτα ἀκριβῶς ἂν μαθόντες ἥδιον καὶ ὁσιώτερον
Ἀγοράτου τουτουὶ καταψηφίζοισθε. ὅθεν οὖν ἡμεῖς τε ῥᾷστα
διδάξομεν καὶ ὑμεῖς μαθήσεσθε, ἐντεῦθεν ὑμῖν ἄρξομαι διηγεῖσθαι.
Ἐπειδὴ γὰρ αἱ νῆες αἱ ὑμέτεραι διεφθάρησαν καὶ τὰ πράγματα <τὰ> ἐν τῇ πόλει ἀσθενέστερα ἐγεγένητο, οὐ πολλῷ χρόνῳ ὕστερον αἵ τε νῆες αἱ Λακεδαιμονίων ἐπὶ τὸν Πειραιᾶ ἀφικνοῦνται, καὶ ἅμα λόγοι πρὸς Λακεδαι μονίους περὶ τῆς εἰρήνης ἐγίγνοντο. ἐν δὲ τῷ χρόνῳ τούτῳ οἱ βουλόμενοι νεώτερα πράγματα ἐν τῇ πόλει γίγνεσθαι ἐπεβούλευον, νομίζοντες κάλλιστον καιρὸν εἰληφέναι καὶ μάλιστ' ἂν ἐν τῷ τότε χρόνῳ τὰ πράγματα, ὡς αὐτοὶ ἐβούλοντο, καταστήσασθαι. ἡγοῦντο δὲ οὐδὲν ἄλλο σφίσιν ἐμποδὼν εἶναι ἢ τοὺς τοῦ δήμου προεστηκότας καὶ τοὺς στρατηγοῦντας καὶ ταξιαρχοῦντας. τούτους οὖν ἐβούλοντο ἁμῶς γέ πως ἐκποδὼν ποιήσασθαι, ἵνα ῥᾳδίως ἃ βούλοιντο διαπράττοιντο.
[…]
Θηραμένης δὲ ὕστερον ἀφικνεῖται
ἐκ Λακεδαίμονος. προσιόντες δ' αὐτῷ τῶν τε στρατηγῶν τινες καὶ τῶν ταξιάρχων,
ὧν ἦν Στρομβικίδης καὶ Διονυσόδωρος, καὶ ἄλλοι τινὲς τῶν πολιτῶν εὐνοοῦντες
ὑμῖν, ὥς γ' ἐδήλωσεν ὕστερον, ἠγανάκτουν σφόδρα. ἦλθε γὰρ φέρων εἰρήνην
τοιαύτην, ἣν ἡμεῖς ἔργῳ μαθόντες ἔγνωμεν: πολλοὺς γὰρ τῶν πολιτῶν καὶ ἀγαθοὺς
ἀπωλέσαμεν, καὶ αὐτοὶ ὑπὸ τῶν τριάκοντα ἐξηλάθημεν. ἐνῆν γὰρ ἀντὶ μὲν
τοῦ ἐπὶ δέκα στάδια τῶν μακρῶν τειχῶν διελεῖν ὅλα τὰ μακρὰ τείχη
διασκάψαι, ἀντὶ δὲ τοῦ ἄλλο τι ἀγαθὸν τῇ πόλει εὑρέσθαι τάς τε ναῦς
παραδοῦναι Λακεδαιμονίοις καὶ τὸ περὶ τὸν Πειραιᾶ τεῖχος περιελεῖν. ὁρῶντες
δὲ οὗτοι οἱ ἄνδρες ὀνόματι μὲν εἰρήνην λεγομένην, τῷ δ' ἔργῳ τὴν
δημοκρατίαν καταλυομένην, οὐκ ἔφασαν ἐπιτρέψειν ταῦτα γενέσθαι, οὐκ ἐλεοῦντες,
ὦ ἄνδρες Ἀθηναῖοι, τὰ τείχη, εἰ πεσεῖται, οὐδὲ κηδόμενοι τῶν νεῶν, εἰ
Λακεδαιμονίοις παραδοθήσονται (οὐδὲν γὰρ αὐτοῖς τούτων πλέον ἢ ὑμῶν ἑκάστῳ
προσῆκεν), ἀλλ' αἰσθόμενοι ἐκ τοῦ τρόπου τούτου τὸ ὑμέτερον πλῆθος
καταλυθησόμενον,
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Conviene a tutti voi, o
giudici, fare giustizia a favore degli uomini che sono morti essendo benevoli
verso il vostro popolo e conviene anche a me in modo non piccolo; infatti
Dionisodoro era mio cognato e cugino. Dunque io ho forse lo stesso odio verso questo
Agorato qui che ha il vostro popolo, infatti costui ha compiuto tali cose per
cui da me ora è odiato naturalmente e da voi, qualora dio voglia, sarò punito
giustamente. Uccise sotto i trenta, avendo fatto la spia contro quelli, mio
cognato Dionisodoro e molti altri di cui udrete i nomi, uomini buoni verso il
vostro popolo. Facendo questo danneggiò gravemente me in privato e ciascuno
dei parenti, e rovinò non poco, come io penso, tutta la città in comune
privandola di tali uomini. Io dunque, o giudici, ritengo che sia giusto sia
per me sia per tutti voi vendicarci per come ciascuno può, e penso che se noi
facessimo questo ci andrebbero meglio le cose sia da parte degli dei sia da
parte degli uomini. Bisogna che voi, o Ateniesi, ascoltiate dall’inizio tutti
i fatti perché sappiate anzitutto in che modo la vostra democrazia è stata
abbattuta e da chi, poi in che modo gli uomini morirono per colpa di Agorato
e che cosa dichiararono in punto di morte. Infatti se imparereste
accuratamente tutte queste cose, condannereste questo Agorato qui più
volentieri e più piamente. Dunque comincerò a raccontarvi dal punto da cui
noi spiegheremo più facilmente e voi imparerete più facilmente.
Quando le vostre navi
furono distrutte e la situazione della città era diventata più debole, non
molto tempo dopo arrivano al Pireo le navi degli spartani, e insieme
avvenivano discorsi con gli Spartani sulla pace. In quel tempo, quelli che
volevano che avvenisse nella città un cambiamento, congiuravano pensando di
avere una bellissima occasione, e di poter, soprattutto in quel tempo,
organizzare la situazione come volevano loro. Ritenevano che nient’altro
fosse a loro di ostacolo se non i capi del popolo e gli strateghi e i
tassiarchi. Dunque volevano liberarsene in qualche modo per ottenere
facilmente ciò che volevano.
[…]
In seguito arriva da Sparta
Teramene. Andatigli incontro alcuni degli strateghi e dei tassiarchi tra cui
c’era Strambiccide e Dionisodoro ed alcuni altri tra i cittadini, benevoli
verso di voi, come apparve dopo, si arrabbiarono molto. Giunse infatti
portando una pace tale che noi conosciamola avendola imparata dai fatti;
infatti abbiamo perduto molti buoni cittadini e noi stessi siamo stati
esiliati dai trenta. Infatti c’era invece di abbattere dieci stadi delle
lunghe mura, buttar giù tutte le lunghe mura, invece di ottenere
qualcos’altro di buono per la città, c’era da consegnare le navi agli
spartani e demolire il muro del Pireo. Questi uomini vedendo che di nome si
parlava di pace, ma di fatto veniva abbattuta la democrazia, rifiutarono di
permettere che queste cose, o Ateniesi, non perché avessero pietà delle mura
ateniesi, se dovevano cadere, né perché avessero dolore per le navi se
dovevano essere consegnate agli Spartani (infatti non li riguardava per nulla
più che a ciascuno di voi), ma perche si erano accorti che in questo modo il
vostro popolo sarebbe stato rovesciato,
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- Titolo » mostra già che è un discorso d’accusa grazie al
complemento κατά + genitivo che, nell’ambito
giudiziario è il complemento
d’accusa, spesso seguito da un altro genitivo indicante la colpa
- La struttura
è quella tipica dell’orazione
1. exordium
2. partitio
3. narratio
4. argomentatio
5. peroratio
- La giuria era popolare,
l’oratore doveva quindi coinvolgerla emotivamente, far loro partecipare
dell’odio per il colpevole, far suscitare compassione per la vittima
EXORDIUM
- Paragrafo 1 » μέν e δέ non contrappongono ma mettono su un piano
di continuità, come in un elenco
» usa
la seconda persona plurale per creare una corrispondenza amichevole tra “io” e
“voi”
» ὑπέρ
ha valore di “a favore di”
» τῷ
ὐμετέρῳ è una posizione attributiva del secondo tipo (ripetizione
dell’articolo)
»
κἀμοὶ è una crasi di καὶ + ἐμοί
» ἥκιστα
è un superlativo
»
κηδεστής indica una parentela acquisita
»
Διονυσόδωρος è una delle vittime, parente dell’oratore
» ἀνεψιός
indica un legame di sangue
» ἐμοὶ
ἡ αὐτὴ è dativo di possesso
» τουτονὶ
è un pronome deittico (si accompagna nel momento della recitazione con un
gesto)
rafforzato da –νι che significa “qui”, in
totale la traduzione è “questa qui”
» ὑπάρχουσα
è il soggetto di τυγχάνει » la frase si apre e chiude con due termini legati
tra loro
» ὑπάρχω
è un composto di ὑπό + ἄρχω, originariamente significa “cominciare sotto”
» ὑπ’ἐμοῦ
è complemento d’agente + avverbio + verbo (struttura che si ripete subito dopo)
»
θεός, il richiamo al dio è sempre presente all’inizio di un discorso o di una
composizione
»
i due avverbi coordinate dal τε esprimono le ragioni per cui i giurati
dovrebbero odiare
insieme a lui Agorato, espongono le sue
colpe e quindi le ragioni di biasimo
»
δικαίως “secondo la legge”, il biasimo ha quindi caratteristiche legali
- Paragrafo 2 » in positio principis troviamo il nome della
vittima, Dionisodro perché vuole mettere in risalto
più chi è stato
ucciso, non l’assassino » nasce un problema: tenere l’ordine della frase
portandola però al
passivo, oppure cambiare l’ordine e mantenere l’attivo
» ὑμέτερον
evidenzia ancora una volta il coinvolgimento della giuria nella causa
»
al giorno d’oggi si cerca una giuria asettica, sganciata dalla causa, qui si
insiste nella sua
partecipazione alla causa, in quanto hanno
il potere di portare a compimento l’odio
dell’accusatore nella dichiarazione della
colpa e la conseguente pena
»
usa πλῆθος, che indica l’insieme delle persone, non δήμος, che lo definisce in
quanto
strutturato politicamente, per cui si può
tradurre anche “democrazia”
»
περὶ + accusativo qui ha valore di “nei confronti di” essendo moto a luogo
figurato
»
κατὰ + genitivo, nel linguaggio giuridico significa “contro”
» ἐπὶ
+ genitivo “sotto, al tempo di” indica una circostanza temporale
» ἀπέκτεινε
è aoristo perché non indica una serie di morti, ma un’unica. Il suo soggetto è
Agorato (sottinteso) anche se non lo ha
ucciso lui materialmente, ma sua è la colpa
» ἐκείνων
si riferisca ai trenta tiranni; il pronome dimostrativo ἐκείνος si riferisce,
nelle
orazioni, a personaggi che non sono presenti
oppure a vittime
» μὲν
costituisce un legame tra l’oratore, che ha subìto il danno, e la collettività,
evidenziando
il rapporto di corrispondenza tra il singolo
e l’intera città, caposaldo della mentalità greca
- Paragrafo 3 » μεγάλα e οὐ μικρά; ἐζημιόσε e ἔβλαψεν sono
sinonimi
» ὦ
può essere caduta perché di solito ci si rivolgeva ai giudici in vocativo
» δίκαιον
appartiene alla legge, ὅσιον al diritto divino e significa “devoto, pio, santo,
religiosamente corretto” » giustificazione
della vendetta da entrambi i punti di vista
»
nella mentalità greco-romana la vendetta è lecita e doverosa, ma non si
affronta a cuor
leggero, da questo deriva la necessità di
esplicitare la sua legittimità
»
τιμωρέω significa all’attivo “punire”, al medio “dedicarsi”
» καθ'
ὅσον ha valore distributivo
» ποιοῦσι
è participio attivo al dativo plurale
» ἂν
introduce un periodo ipotetico potenziale (non ha l’ottativo perché è
un’infinitiva)
»
δεῖ è sempre impersonale, al medio è “aver bisogno, all’attivo regge sempre una
soggettiva”
- Paragrafo 4 » ὑμῖν è dativo etico (di svantaggio)
» ὅτου è genitivo di ὂστις
alla forma secondaria (o + articolo corrispondente)
» ἐπέσκηψαν
deriva da ἐπισκέπτω e significa “dichiarare solennemente”, è il verbo che
indica
le parole del condannato a morte
» ἂν
introduce un periodo ipotetico del III tipo con protasi al participio e apodosi
all’ottativo
» ἥδιον
e ὁσιώτερον sono comparativi neutri
» ὁσιώτερον
allunga la terzultima vocale secondo la legge del proceleusmatico
» καταψηφίζοισθε
è un verbo tecnico proprio della condanna della giuria “votare contro”
» ὅθεν
introduce una prolessi ed è un avverbio di moto da luogo insieme ad ἐντεῦθεν
» ὑμῖν
è un pluralis maiestatis
»
con διηγεῖσθαι finisce il proemio e prepara alla narratio
NARRATIO
- Paragrafo 5 » γάρ ha il particolare uso di introdurre un
racconto, non va tradotto
»
la giuria è ancora fortemente chiamata i causa dal “voi” di ὑμέτεραι
» <τὰ>
l’integrazione o meno dell’articolo cambia il senso della frase: se realmente
fa parte del
testo, allora πόλει è attributivo,
altrimenti predicativo
»
dopo che le navi ateniesi, alla fine della guerra del Peloponneso, furono
distrutte e le navi
degli spartani arrivano al porto del Pireo,
la situazione della città si indebolisce e ci sono
numerosi discorsi sugli spartani e sulla
pace. La questione verte su come contenere
l’evidente perdita in termini politici e
tecnici
» πολλῷ
χρόνῳ è un dativo di misura che si trova con il comparativo e con il dativo (in
latino
la stessa costruzione la si trova
all’ablativo, che viene quindi chiamato ablativo di misura)
» Λακεδαιμονίων
è in posizione attributiva rispetto al termine da cui dipende (struttura
libera)
»
la forte correlazione tra i due fatti è rafforzata anche da ἅμα
- Paragrafo 6
» la lingua greca ha tre modi per indicare quello che in latino è res ed
in italiano è cosa
1. πράγμα da πράσσω “ciò che si fa”
2. κτήμα da κτάομαι “ciò che si ha”
3. ασδ
» τούτῳ
è in posizione predicativa perché l’aggettivo dimostrativo τοῦτο lo è sempre
» νεώτερα
“nuovo” per la mentalità greco-romana la novità porta sempre ad un cambiamento
in negativo, perché visto come corruzione
della tradizione, portatrice di valori perfetti, stabili
» πράγματα
qui ha un significato politico che indica una rivoluzione, un cambio di governo
» εἰληφέναι
è il perfetto di λαμβάνω che si traduce “ho”, risultato di “ho preso”, che si
differenzia da ἔχω, che è invece l’avere
stabile, immutabile, non risultato di un’azione
» τότε
è un avverbio temporale che significa “allora”, in posizione attributiva
diventa aggettivo
- Paragrafo 7 » σφίσιν è III persona plurale “a loro”
» ἤ
» introduce il secondo termine di paragone (quam latino)
» è congiunzione avversativa (aut o vel
latino)
» introduce il secondo termiine di
un’interrogativa disgiuntiva (an lativo)
» è l’equivalente del secondo termine di
paragone di uguaglianza/disuguaglianza
» προεστηκότας
è participio perfetto da ἵστημι che traduciamo con un sostantivo “i capi”,
come anche στρατηγοῦντας “capo militare”;
entrambi all’accusativo perché soggetti di εἰναί
» ταξιαρχοῦντας
è la guida di un settore dell’esercito (sono i centurioni latini)
» ἁμῶς
γέ πως va tradotto insieme “in qualche modo”
» ἐκποδὼν
è ἐκ + πόδον significa “fuori dai piedi” (ἐνποδόν è invece “tra i piedi”)
» ἵνα
introduce una finale con verbo all’ottativo obliquo
-
Paragrafo 8-9-10-11-12
»
presenta un esempio attaccando uno di questi capi di nome Cleofonte
»
presenta Teramene, un privato cittadino che chiede il permesso di andare a
Sparta e trattare la pace
»
gli viene concesso per le sue capacità nei discorsi, e tutti si aspettano che
torni con una pace onorevole
»
torna invece con una pace assolutamente svantaggiosa per gli ateniesi,
addirittura rovinosa politicamente
- Paragrafo 13 » ἀφικνεῖται è un presente storico
» τινὲς
è il soggetto
» ἐδήλωσεν
da δελόω che al singolare è intransitivo con il significato “apparire”, al
transitivo ha invece significato “mostrare”;
la terminazione –σαν è quella tramandata
»
si capisce dal testo che il cliente di Lisia non era presente al momento
dell’orazione
» ἔγνωμεν
è aoristo indicativo atematico
- Paragrafo 14 » διελεῖν, διά indica tutto il percorso delle mura,
“attraverso”; περιελεῖν, indica “intorno”
» il
τε…καὶ uniscono i due soggetti di ἐνῆν
» ἀντὶ
regge il genitivo di un infinito
»
le clausole sono connesse dal τε καὶ ed hanno come conseguenza l’abbattere
Atene in
quanto forza naval, infatti la sua massima
fortuna era stata la flotta
- Paragrafo 15 » ὁρῶντες regge il complemento predicativo, in questo
caso dell’oggetto
» ὀνόματι
μὲν è contrapposto a τῷ δ' ἔργῳ
» οὐκ
ἔφασαν non viene tradotto “non dire”, ma “dire di no”
» εἰ
è seguito da futuri, si traduce aggiungendo il verbo “dovere”
» ἐλεοῦντες
è transitivo, regge τείχη; è un verbo di sensazione, quindi regge il participio
predicativo, in questo caso dell’oggetto
- Paragrafo 16 » αἰσθόμενοι è un verbo di sensazione, regge quindi
il participio predicativo
» Lisia punta sulla
sopravvivenza della democrazia; afferma che la questione centrale, vero
obiettivo degli
spartani, è abbattere la democrazia ateniese, attraverso la demolizione della
sua potenza (mura e
flotta)
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