L’ORATORIA DEL V SECOLO
LE ORIGINI
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Storia » 490- 489
a.C. prima guerra persiana
» 480- 479 a.C. seconda guerra persiana
» 431- 404 a.C. guerra del Peloponneso
» 371 a.C. battaglia di Leuttra (passaggio
dall’egemonia spartana a quella tebana)
-
Λέγειν » era il
“parlare”, in cui i Greci vedono sintetizzati i più grandi valori del vivere
(confronto,
sfida, esibizione,
vittoria leale, capacità di emergere grazie alla propria bravura)
»
era una disciplina della mente
» collante
sociale » implica una collettività divisa nelle idee, ma unita in principi
comuni
»
già nell’Iliade c’era l’idea che l’uomo compiuto doveva essere abile nell’agire
e nel parlare
» veicolo
di elaborazione e di diffusione delle idee » acquista rilievo nelle società
dinamiche
dove le decisioni vengono prese
nell’assemblea, davanti a tutti (il più abile trionfa)
»
nasce l’idea che per persuadere gli altri non bastano talento naturale ed
istinto, ma
occorrono regole precise di trattazione
teorica
» Atene
» diventa una democrazia stabile, marcata da caratteristiche introdotte
dall’idea di
uguaglianza (ἰσεγορία “diritto di parlare in
pubblico” » da ἰσ “uguaglianza” + ἀγορά »
ἀγορεύω “parlare in pubblico”)
-
Orazione = discorso
giudiziario ma che rientra nella retorica politica
»
ci sono due occasioni in cui si può pronunciare un’orazione
1. attività dei processi
2. attività politica
» a
diverse occasioni corrispondono tre generi diversi (divisi da Aristotele)
»
vengono aperte scuole di oratoria dedite all’insegnamento di ciascun genere
specifico
1. genere politico o deliberativo
»
appartiene all’attività politica che veniva tenuta nelle assemblee
»
vertevano su questioni politiche, militari, amministrative, sui
comportamenti della città
» qualunque
cittadino maschio poteva fare proposte politiche (a differenza di Roma, in
cui solo
i magistrati avevano questo potere, e del
giorni d’oggi) » c’è una sollecitazione a
prender parte della vita pubblica,
che non è solo un permesso generico, ma consigliato
»
davanti ad un’assemblea si deve mantenere un comportamento decoroso, sicuro,
non
spaventarsi della folla né distrarsi
perdendo il filo del discorso, parlare con voce forte, decisa
2. genere epidittico o dimostrativo
»
i lògoi epidittici erano tenuti in occasione delle feste e ricorrenze
»
erano aperti, cioè rivolti a tutta la comunità, o, idealmente, a tutta
la nazione greca
»
è il genere paragonabile all’odierna conferenza per cui non c’era la tensione
all’accontentare
tutti, come nelle assemblee, per non creare
disordini » si poteva fare un discorso più lineare
» l’oratore
sollecitava approvazione o biasimo per eventi storici, personaggi,
luoghi comuni…
» le
argomentazioni potevano spaziare toccando il mito, la teoretica,
l’attualità, il paradosso…
»
non sono sempre destinati alla recitazione, ma vengono usati anche come
esercizi preparatori
per i generi
più rilevanti dell’oratoria politica e giudiziaria
»
in età classica aveva meno peso, nel tempo, soprattutto coi latini, prevarrà
sugli altri generi
3. genere giudiziario
»
nell’Atene del V sec, e nella Grecia in generale, non esistevano magistrati,
ma i reati di
qualunque genere, civili o penali o contro
la pòlis , venivano giudicati dai privati
» solamente
i delitti di sangue venivano trattati da un tribunale specifico, l’Areopago
» Eliea
= tribunale popolare di cui erano abilitati a far parte, a turno, seimila
cittadini al di
sopra dei sessant’anni, i cui membri si
distribuivano in dieci corti, le cui attività erano
remunerate con un gettone di presenza
(poteva capitare chi conosceva le leggi e chi no)
-
processo » il
dibattito durava al massimo un giorno
»
accusatore ed accusato avevano il diritto di tenere un discorso di circa
mezz’ora
»
a cui entrambi potevano aggiungere una breve replica
» ascoltati,
i giudici non si riunivano per discutere ma passavano direttamente
alla
sentenza usando come tessere di voto
delle placche di metallo
»
se il verdetto era di condanna, dopo si passava a stabilire l’entità della pena
»
un accusatore che non avesse ricevuto almeno 1/5 dei voti veniva multato
» serviva
come freno al fomentare una pubblica litigiosità, inconsistente e
presuntuosa, già
fertile per la grande presenza di sofisti,
di gran numero in quel periodo
-
logografi » non
esisteva al tempo la figura dell’avvocato perché era impensabile
che uno non si
difenda e non
accusi da sé, che sia rappresentato da un altro (differenza tra Roma e
oggi)
» questo
voleva evitare che i ricchi fossero avvantaggiati perché potevano
permettersi di
comprare l’avvocato più abile, aumentando le
possibilità di vincere il processo
»
in ogni caso il ricco poteva permettersi di andare a scuola di retorica,
oppure poteva
pagare un logografo che gli scrivesse un
discorso (va però contro la stessa ἰσεγορία, che
durante il periodo ellenistico verrà meno
completamente)
»
= scrittori di discorsi politici e
giudiziari (etimologia λόγος +
γράφο “scrittore di prosa”)
» la
parola indica sia gli storici che precedono Erodoto, sia gli scrittori di
discorsi
» non
è un mestiere segreto o proibito, bensì pregevole e saputo, perché sfruttato
da tutti
»
lo scopo del loro discorso è la vittoria del processo o attirare
il consenso della folla
politica » necessaria conoscenza dei fatti,
della storia, delle leggi, del processo
»
deve conoscere il suo cliente, istruirlo, insegnargli a parlare,
memorizzare il discorso,
scandire con voce decisa, gesticolare, fare
le pause adeguate e le espressioni giuste
»
deve adattare il discorso all’indole del cliente, così che non
gli metta in bocca parole
inadeguate a lui, e che il discorso possa
essere percepito come spontaneo, improvvisato,
non estraneo a sé: solo così può essere
credibile perché sentito come generato dal cuore
»
per fare questo c’è bisogno di una vasta conoscenza di linguaggio e di stile
»
deve adattare il discorso alla situazione con l’intento di attirate il favore
della giuria
facendo leva sui sentimenti e sull’immedesimazione
attraverso l’accentuazione di
particolari aspetti del carattere del
cliente in una ricreazione di un personaggio
»
la maggior parte delle volte la giuria era composta da gente del popolo, che non
conosceva le leggi e che giudicava
secondo corrispondenza, sentimento, logica semplice
» si
evitano quindi tecnicismi per il livello culturale medio-basso
della giuria mentre si
prediligono luoghi comuni, argomentazioni
superficiali ma di effetto
»
sono due gli elementi ricercati » ἀφέλεια (afèleia “semplicità”), è lo stile
semplice
» χάρις (chàris “grazia”) è lo stile che attrae, che convince
attraverso la bellezza delle parole senza annoiare
-
etopea » adattamento
dell’orazione al cliente, capacità di ricreazione di un carattere per
persuadere
-
canone » Cecilio
di Calate (città siciliana che significa “bella spiaggia”), autore che
vive in età
augustea, elenca in un canone
i 10 oratori attici dal V al VI sec modello degli altri
» ci
sono pervenuti solo questi dieci autori, forse perché si è deciso di
trascrivere solo loro
»
in ordine cronologico sono questi:
1. Antifonte
2. Andocide
3. Lisia
4. Isocrate
5. Iseo
6. Licurgo
7. Demostene
8. Eschine
9. Iperide
10. Dinarco
-
Trasmissione dei testi
» diretta
= trasmissione avvenuta per trascrizioni successive nei secoli grazie ai
copisti
» indiretta
= trasmissione avvenuta per citazioni inserite in altri testi di altri
autori
-
Strumenti scrittori
» inizialmente
era il papiro, di derivazione egizia
»
in età ellenistica nascono rivalità tra Regno di Pergamo ed Egitto,
quest’ultimo chiude
l’esportazione di papiro » Pergamo inventa
un nuovo materiale, la pergamena
»
pergamena = foglio ricavato dalla pelle conciata delle pecore
» più resistente, cancellabile,
ma costava molto di più per l’elaborazione maggiore
-
Forma dei testi
(appartengono alla sola trascrizione diretta)
» ostraco
(dal greco òstracon “coccio, frammento”) » è il materiale più antico
»
le massaie greche tenevano i pezzi dei vasi che gli schiavi rompevano
occasionalmente, e venivano
usati per fare i conti, per votare
nelle assemblee, per scrivere il nome di chi si voleva mandare in
esilio per motivi educativi, per far esercitare
i bambini alla scrittura (alcuni contengono testi
letterali trascritti come esercizi
scolastici; ci è arrivata solo in questo modo una poesia di Saffo)
» rotolo
fino al I secolo d.C., poi nasce il codice (da codex
latino, che significava “tronco, ceppo”
indica l’insieme delle leggi che venivano
scritte su tavolette, il cui insieme sembrava un ceppo)
»
il codice è l’equivalente del libro, più pratico e maggiormente maneggevole (il
papiro bisognava
srotolarlo e riarrotolarlo, inoltre un unico
testo doveva essere suddiviso in più papiri, qui no)
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