MARZO 1821
- Metro » 10 strofe di otto decasillabi =
verso che ha l’ultima tonica sulla nona sillaba » molto usato nell’800
» schema delle rime: ABBCADDC per
la prima strofa, ABBCDEEC
» quarto e l’ottavo verso sono
tronchi » le parole tronche riassumono tutto il significato della poesia
» è un ritmo marziale, adatto al contenuto
civile perché rende bene un testo che vuole essere
d’effetto, che vuole spronare ad
imbracciare le armi per combattere per formare insieme la patria,
che chiama alla rivolta, che incita
all’essere italiani e al sentimento di appartenenza alla patria
» ritmo nuovo per la lingua italiana (non è un
ritmo naturale ma costruito)
- Dedica » scrive la poesia dedicandola a
un poeta soldato, il tedesco Teodoro Korner (1791-1813), morto
combattendo contro Napoleone
» costruisce così un parallelo tra la santa e giusta guerra di difesa
dei tedeschi contro i
francesi e quella degli italiani contro gli invasori austriaci
» compare il nome patria
» è una poesia che vuole costruire una coscienza nazionale (ode civile)
ALLA ILLUSTRE MEMORIA
DI TEODORO KORNER
POETA E SOLDATO
DELLA INDIPENDENZA GERMANICA
MORTO SUL CAMPO DI LIPSIA
IL GIORNO XVIII D’OTTOBRE MDCCCXIII
NOME CARO A TUTTI I POPOLI
CHE COMBATTONO PER DIFENDERE
O PER RICONQUISTARE
UNA PATRIA
- La poesia nasce non da un fatto storico,
ma da un’illusione » fatto unico nella sua produzione artistica
»
la poesia dà per avvenuta la liberazione della Lombardia dagli austriaci
»
la simpatia con cui Carlo Alberto aveva guardato ai moti carbonari della
primavera del 1821 (a Torino)
aveva fatto sperare in un suo intervento a
fianco degli insorti di Milano » speranze smentite
»
il poeta immagina che l’esercito piemontese abbia varcato il fiume Ticino e sia
giunto il Lombardia
» è
l’unico testo di Manzoni che parte da un’illusione e non da una realtà storica
- Contenuti moderni ma ripresa delle forme
classiche
- Manzoni ci presenta qui le ragioni per
cui quella degli italiani è una guerra giusta
»
dà ragioni storiche e religiose riprendendo degli episodi della Bibbia
»
ragion ideale = ci sono cose per cui vale la pena morire
»
uno non è un uomo vero se non ha un grande ideale (romanticismo)
»
indica come modello l’uomo (poeta) soldato
» il
motivo civile e politico che anima il patriottico si incrocia anche quello
religioso, che legittima le lotte
per il Risorgimento italiano » la guerra per
liberare la patria da una dominazione straniera ha una
giustificazione morale perché il diritto
dell’autodeterminazione dei popoli è voluto da Dio
»
il cristianesimo è fondato sul rispetto dell’individuo e sui suoi diritti
inalienabili: è religione di
uguaglianza, fraternità, libertà, giustizia »
per sua natura è contro alla tirannide » questo legittima la lotta
»
Dio è dalla parte di tutti gli oppressi, contro gli oppressori » la liberazione
d’Italia è voluta da Dio!
-
Stile
»
usa brevi frasi incisive e d’impatto forte
»
uso frequente anche delle interrogazioni retoriche: tutte caratteristiche dello
stile epico-civile
» uso delle apostrofi (agli stranieri, all’Italia, ai
compatrioti…)
» per risvegliare negli italiani la consapevolezza dei
loro diritti e incitarli all’azione
» per convincere gli oppressori dei loro errori
» metafore e similitudini sono attinte dalla Bibbia e
dalla natura
TESTO
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PARAFRASI
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ANALISI
|
Soffermàti sull' arida
sponda,
volti i guardi al varcato
Ticino,
tutti assorti nel nuovo
destino,
certi in cor dell'antica
virtù,
han giurato: Non
fia che quest'onda
scorra più tra
due rive straniere;
non fia loco
ove sorgan barriere
tra l' Italia e l' Italia
mai più!
L' han giurato:
altri forti a quel giuro
rispondean da fraterne
contrade,
affilando nell'
ombra le spade
che or levate scintillano
al sol.
Già le
destre hanno stretto le destre;
già le sacre
parole son porte:
o compagni sul letto di
morte,
o fratelli sul libero suol.
Chi potrà
della gemina Dora,
della Bormida al
Tanaro sposa,
del Ticino e
dell’Orba selvosa
scerner l’onde
confuse nel Po;
chi stornargli del rapido
Mella
e dell’Oglio le miste
correnti,
chi ritorgliergli i mille
torrenti
che la foce dell’Adda
versò,
quello ancora
una gente risorta
potrà scindere
in volghi spregiati,
e a ritroso degli anni e
dei fati,
risospingerla
ai prischi dolor;
una gente che libera tutta
o fia serva
tra l’Alpe ed il mare;
una d’arme, di lingua,
d’altare,
di memorie, di sangue e di
cor.
Con quel
volto sfidato e dimesso,
con quel
guardo atterrato ed incerto
con che stassi un
mendico sofferto
per mercede nel suolo
stranier,
star doveva in sua terra il
Lombardo:
l’altrui voglia era
legge per lui;
il suo fato un segreto
d’altrui;
la sua parte servire e
tacer.
O stranieri, nel
proprio retaggio
torna Italia, e il suo
suolo riprende;
o stranieri, strappate
le tende
da una terra che madre
non v' è.
Non vedete che tutta si
scote,
dal Cenisio alla balza
di Scilla?
non sentite
che infìda vacilla
sotto il peso dé barbari
piè ?
O stranieri! sui vostri
stendardi
sta l' obbrobrio d'un
giuro tradito;
un giudizio da voi
proferito
v' accompagna
all' iniqua tenzon;
voi che a
stormo gridaste in quei giorni:
Dio rigetta la forza
straniera:
ogni gente sia libera,
e pera
della spada l' iniqua
ragion.
Se la terra ove oppressi
gemeste
preme i corpi dé
vostri oppressori,
se la faccia d' estranei
signori
tanto amara vi parve in
quei dì;
chi và detto
che sterile, eterno
sarìa il lutto dell' itale
genti ?
chi và detto che ai nostri
lamenti
sarìa sordo quel Dio che v'
udì ?
sì, quel Dio che nell'onda
vermiglia
chiuse il rio che inseguiva
Israele,
quel che in pugno
alla maschia Giaele
pose il maglio, ed il
colpo guidò;
quel che è Padre di tutte
le genti,
che non disse
al Germano giammai:
va, raccogli ove arato non
hai;
spiega l'ugne, l'Italia ti
do.
Cara Italia! dovunque il
dolente
grido uscì del tuo
lungo servaggio;
dove ancora dell' umano
linguaggio
ogni speme deserta non è;
dove già libertade è
fiorita,
dove ancor nel
segreto matura,
dove ha
lacrime un'alta sventura
non c' è cor che non batta
per te.
Quante volte sull' Alpe
spiasti
l'apparir d'un amico
stendardo!
quante volte intendesti lo
sguardo
né deserti
del duplice mar!
ecco alfin dal tuo
seno sboccati,
stretti intorno à
tuoi santi colori,
forti, armati dé
propri dolori,
i tuoi figli son sorti a
pugnar.
Oggi, o forti, sui
volti baleni
il furor delle menti
segrete:
per l'Italia si pugna,
vincete!
Il suo fato
sui brandi vi sta.
O risorta per
voi la vedremo
al convito dé popoli
assisa,
o più serva, più vil, più
derisa,
sotto l' orrida
verga starà.
Oh giornate del nostro
riscatto!
oh dolente per
sempre colui
che da lunge dal labbro d'
altrui,
come un uomo straniero, le
udrà!
Che à suoi figli narrandole
un giorno
dovrà dir sospirando:
io no c' era;
che la santa vittrice
bandiera
salutata quel dì non avrà.
|
Fermi sulla sponda arida,
volti gli sguardi al Ticino appena oltrepassato, tutti concentrati sul nuovo
futuro, certi nei loro animi di aver rinnovato la virtù ereditata, hanno
fatto un giuramento: non accadrà più che questo fiume scorra tra due sponde
di diversa nazionalità; non ci sarà più un luogo in cui sono segnati confini
cge dividono l’Italia!
Lo hanno giurato: altri
valorosi (patrioti) risponderanno da paesi fratelli a quel giuramento,
affilando di nascosto le spade che ora, levate in alto, scintillano al sole.
Già si sono stretti la mano; già sono state dette le parole sacre: o compagni
di morte o fratelli su una terra liberata.
Soltanto chi potrà separare
le acque confluite nel Po delle doppie Dore (Riparia e Baltea), della
Boramida che si getta nel Tanaro, del Ticino e dell’Orba che scorre tra
boschi; chi potrà togliere (al Po) le acque unite del vorticoso Mella e
dell’Oglio, chi potrà separargli i mille torrenti che vi fece affluire la
foce dell’Adda,
solo costui potrà dividere
anche un popolo unito in masse discordi e, contro il corso della storia e del
destino, farlo tornare alle sofferenze precedenti; un popolo che o sarà tutto
libero, o tutto schiavo dalle Alpi al mare; unico per esercito, lingua,
religione, storia, stirpe e sentimento nazionale.
Con quel volto sfiduciato e
trascurato, con quello sguardo rivolto a terra ed incerto con cui sta un
mendicante sopportato solo per grazia in una terra straniera, doveva stare
anche il Lombardo nella sua terra: il volere altrui era per lui legge; il suo
destino un segreto di altri; il suo dovere era servire e stare zitto.
O stranieri, l’Italia torna
nel possesso dei propri diritti, e si riprende la sua terra; o stranieri
levate le tende da una terra in cui non siete nati. Non vedete che si ribella
tutta dal Piemonte alla Sicilia? Non sentite che il suolo italiano vacilla
sotto il peso dei piedi stranieri?
O stranieri! Sulle vostre
insegne sta la vergogna di un giuramento tradito; una condanna da voi
pronunciata vi accompagna in questa guerra ingiusta; voi che in quei giorni
gridaste a gran voce: Dio rifiuta la prepotenza dello straniero: ogni popolo
sia libero, e perisca l’ingiusta ragione delle armi più forti.
Se se la terra dove avete
sofferto gementi copre ora il corpo dei vostri oppressori, se in quei giorni la
faccia dei dominatori stranieri fu per voi amara; chi vi ha detto che il
dolore degli italiani sarebbe stato senza frutto ed eterno? Chi vi ha detto
che quel Dio che vi ha ascoltato sarebbe stato sordo alle nostre sofferenze?
Sì, quel Dio che sommerse nel
Mar Rosso l’esercito malvagio che inseguiva il popolo d’Istraele, quel Dio
che mise in mano alla coraggiosa Giaele il martello e guidò il suo colpo;
quello che è Padre di tutti i popoli, che non disse mai al tedesco: va,
raccogli dove non hai arato; allunga gli artigli, ti do l’Italia.
Cara Italia! Dovunque si è
levato il doloroso grido della tua lunga schiavitù; dove ancora non è
abbandonata ogni speranza del genere umano; dove la libertà si è già
affermata, dove ancora matura di nascosto, dove si piange per una grave
sventura, non c’è un cuore che non batta per te.
Quante volte hai sperato di
veder apparire una bandiera amica! Quante volte hai allungato lo sguardo
sulle distese desertiche dei due mari italiani! Ecco infine, stretti intorno
al santo tricolore, forti, armati dei propri dolori, i tuoi figli si sono
alzati per combattere.
Oggi, o forti, sui vostri
volti risplenda la passione delle menti fin’ora nascoste: si combatte per l’Italia,
vincete! Il suo destino sta sulle vostre spade. O la vedremo risorta al consesso
dei popoli liberi, oppure la vedremo più schiava, più vergognosa, più derisa,
sarà sottomessa all’odioso bastone.
Oh giornate del nostro
riscatto! Oh infelice per sempre colui che da lontano dalla voce di un altro le
sentirà come un uomo straniero!
colui che un giorno, quando
lo narrerà ai suoi figli, dovrà dire sospirando: io non c’ero; colui che quel
giorno non aveva salutato la bandiera vincitrice.
|
- soggetto sottinteso:
soldati dell’esercito piemontese
- arida: sinestesia
perché la sponda del fiume non può essere arida » si riferisce all’aridità
del cuore degli uomini che abitano la sponda Lombarda del Ticino
- antica virtù: si sente
riecheggiare l’antica profezia di Petrarca e di Machiavelli
- il giuramento è un gesto
molto importante per la sensibilità romantica: tutti i gesti forti sono
considerati come vivo porti dell’io
- ci si sta preparando alla
rivolta
- o compagni sul letto di morte,
o fratelli sul libero
suol: slogan dei moti
risorgimentali per cui o si fa l’Italia o si muore
- l’Italia unità è qualcosa
per cui dare la vita
- elenca i confluenti del
Po: sono tutti fiumi diversi ma che si uniscono tutti in un unico fiume, come
dovrebbe essere l’Italia » la sua è una geografia reale ed ideale insieme
- idea di nazione per il
risorgimento: unità che abbraccia tutti i campi dell’esperienza umana » per
questo merita di essere sacrificata la vita
- similitudine tra un mendicante
in terra straniera e il lombardo nella sua patria; il tertium comparationis è
lo sguardo (nota il realismo di Manzoni)
- retaggio: eredità
degli avi
- gli austriaci avevano
promesso la libertà in cambio dell’aiuto militare contro Napoleone
- in quei giorni :
alla viglia della battaglia di Lispia, quando le potenze europee dichiararono
il valore della libertà dei popoli, giorni in cui l’Italia era sotto il
dominio straniero
- dà le ragioni bibliche
della bontà della rivolta contro lo straniero: anche nella Bibbia c’è una
ragione giusta alla violenza
- Esodo: fuga degli ebrei
dall’Egitto verso la libertà e la terra promessa
- libro dei Giudici: Giaele
fracassa il cranio del tiranno Sisara che opprimeva il popolo
- lignaggio:
adattamento ai suoni francesi
- l’Italia ha aspettato per
tanto tempo aiuti dall’esterno ma alla fine ha trovato aiuto nel suo stesso
popolo, all’interno
- duplice mar: Adriatico
e Tirreno
- È un invito ad esser
protagonisti della storia, un invito ad ognuno di fare la sua parte in modo
che nel futuro, quando verranno racc0ontate queste gesta, potrà dire che vi
aveva partecipato attivamente
- Non solo immagina che sia
partito il moto, che gli italiani abbiano vinto
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BANANA
RispondiEliminaPAPERELLA
EliminaACIDO FULVICO
EliminaPRECIPITEVOLISSIMEVOLMENTE
Eliminabel sito, cotto e fontina okereke
Eliminabrava,è fatta molto bene!!!
RispondiEliminaComplimenti!
RispondiEliminalo spirito del comunismo d'israele si aggira in questa pagina
RispondiEliminasperimo che non moro
RispondiEliminaOvqamaronna
EliminaVersa nel mio conto sono Iban il terribile...
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