Ora non è così difficile rendere ragione a parole
Di quale causa abbia divulgato per le grandi
moltitudini
I numi degli dei/le idee degli dei, e abbia riempito
le città di altari,
E abbia fatto iniziare solenni riti sacri,
Riti che ora fioriscono in grandi opere e luoghi,
Donde anche oggi è inculcato il terrore ai mortali
Il quale fa costruire nuovi templi degli dei in tutto
il mondo
E costringe a celebrarvi nei giorni di festa,
Infatti senza dubbio già allora gli uomini con animo
vigile/spirito desto
Vedevano le sembianze straordinarie degli dei,
E ancora di più mirandoli nel sonno con un
accrescimento del corpo.
Dunque attribuivano loro una sensibilità proprio
perché
Sembravano muovere gli arti ed emettere voci
Superbe, in proporzione con il loro aspetto
straordinario e con le loro forze spropositate.
E assegnavano loro una vita eterna, perché il loro
aspetto
Era sempre rinnovato (giovane) e la forma rimaneva
uguale,
E poi ritenevano che non potevano assolutamente
essere vinti facilmente
da alcuna forza poiché dotati di grandi forze.
E perciò ritenevano che eccellessero per sorte
Perché il timore della morte non tormentava nessuno
di loro
E nello stesso modo perché in sogno li vedevano fare
molte
e strabilianti cose, e vedevano che nessuna
stanchezza li affliggeva.
Inoltre riconoscevano che i movimenti del cielo e i
vari
Tempi dell'anno erano mossi ciclicamente da un
criterio stabilito,
E non potevano conoscere per quali cause accadesse
ciò.
Dunque si erano procurati una soluzione/via d'uscita
a questi misteri
Affidando tutto agli dei, facendo che ogni cosa fosse
piegata a un cenno degli dei.
E posero in cielo le sedi e i templi degli dei,
Poiché sembra che la notte e la luna si volgano in
cielo,
La luna, il giorno e la notte, i severi segni della
notte,
Le torce del cielo che vagano nella notte, le
fiammelle volanti,
Le nuvole, il sole, le piogge, la neve, i venti, i
fulmini, la grandine
I rapidi fremiti e i grandi mormorii minacciosi.
O infelice stirpe degli uomini, quando hai attribuito
Tali fatti agli dei e hai aggiunto ire superbe!
Allora quanti lamenti a se stessa! E quante ferite
A noi, quali lacrime hanno generato per i nostri
discendenti!
Versi 1161- motivo
dell'origine della religione, è una diversa prospettiva rispetto a
Crizia ed Euripide, la causa della fede
degli dei ha motivazione gnoseologica fondata, la seconda causa che
attribuiva l'esistenza degli dei al controllo dei fenomeni astronomici e
atmosferici è assolutamente confutata, non è da attribuire ad un controllo
divino dei fenomeni astrologici e metereologici, un errore che va abbattuto.
Due cause, una vera che conduce a vera concezione degli dei l'altra fondata su
errore. In precedenza ha affrontato natura e propagazione dei 646-651 libro II
tutto ciò che ha natura divina deve godere di un tempo senza morte e in un
luogo lontano....vallo a vedere. Versi 646 e 651. Quadro nel proemio del III
libro quando si parla dei meriti dei Epicuro la concezione liberatrice che
introduce presso gli uomini concezione della maestà degli dei nelle sedi
serene, gli dei vivono in uno stato perennemente costante. La pace dell'anima
non diminuisce mai perenne stato omogeneo di serenità che non viene scalfito
dal flusso atomico. V libro 146-145 si parla del mancato interessamento degli
dei nelle cose umane non si trovano nei mondi ma tra i mondi. Natura degli dei
sottile tenuis. Motivo della tenuità è
difficilmente colta dagli uomini che lo posso no cogliere in parte in sonno
perché i simulacri che si staccano dagli dei arrivano alla percezione degli
uomini con grandissima difficoltà. È ammessa la percezione sensoriale delle immagini
degli dei da parte degli uomini. Epicuro diceva che la conoscenza degli dei e
qualcosa di evidente.
Insiste sul motivo del senso del sacro che c'è tuttora non dice che c'è
momento di agnosticismo e ateismo
→ qualcosa di
attuale che spinge a far sorgere nuovi templi, ma più probabilmente si riferisce al proliferare di nuovi
culti
con riferimento ai culti stranieri che
in questo periodo avevano successo a Roma
- Culto di Cibele (anche Carmen 63 Catullo)
- Culto di Iside: si diffonde a Roma già nel I secolo a.C. Il primo tipo nel 43 a.C.
- Culto di Dioniso-Bacco: ha molto sviluppo sotto Cesare dopo la soppressione dei baccanali
- Sacra (vv.1164): con a breve → avviene col nesso muta + liquida poi capita la stessa → a Lucrezio piace giocare su questo diverso trattamento sillabico delle parole (vedi: Sebastiano Timpanaro online)
→
epanalessi di sacra
- Rebus (vv.1164): alcuni lo hanno inteso come "in solenni occasioni", altri come riferimento alla civiltà più evoluta della contemporaneità di Lucrezio, che sono in condizione di così progredita civiltà
- Horror (vv.1165): indica la superstizione
Dedica molto spazio
alle cause della nascita della religione:
- Causa 1: versi 1169-1182 (causa vera): si legava alla concezione atomica e gnoseologica della percezione dei simulacri → li uomini percepivano gli dei da svegli e ancor più nel sonno
- Causa 2: versi 1183-1193 (causa falsa)
Causa 1
- Tum divom (vv.1169): omoteleuto → di solito in poesia si evita, ma Lucrezio lo usa per insistere sul fatto che queste cose erano percepite già allora
- Auctu (vv.1171): rimanda ad egregias (vv.1170, "staccarsi dal gregge"), propriamente indica l'accrescimento lo sviluppo, il fenomeno di progressione e sviluppo del corpo. Qui è una straordinaria grandezza e dimensione del corpo perché per gli epicurei le forme erano stabili, la loro eternità è legata alla stabilità della loro compagine atomica, quindi non possono crescere nel corpo. Anche loro sono sottoposti al flusso atomico ma lascia perpetuamente stabile la loro quantità e qualità come un fiume nel flusso rimane sempre uguale pur nel movimento degli elementi, anche una cascata. Auctu indica progresso che in realtà non c'è
→
gli uomini non vedevano solo immagini
statiche ma immagino che si muovevano e parlavano, il loro aspetto
era meraviglioso: nella concezione
popolare giusta gli dei erano antropomorfi e si muovevano e parlavano
→
la loro immagine si rinnovava di atomi e la loro forma rimaneva uguale non
diminuivano ne incrementavano
- Et tamen = "e inoltre", introduce la seconda motivazione, non significa contrapposizione
Versi 1170-1178: motivo della visione degli dei nel sonno
→ nel sono gli dei
sembrano realizzare cose che gli uomini non possono fare, le immagini dei sogni
non sono pure fatto
psicologico ma deriva da cause esterne
dunque hanno valore oggettivo, quello che gli uomini vedono fare nel sonno sono
vere perché derivano da veli atomici.
Seconda causa
credenza degli dei e legato alla contemplazione dell'ordine cosmico e la
credenza errata.
Inoltre vedevano che
i ritmi del cielo qualcosa che avviene secondo un ordine certo si attribuisce a
una ratio, a una causa, si volgevano, ritornavano con l'ordine fisso così come
i vari tempi dell'anno.
- Verti (vv.1184): idea dei movimento regolare dei corpi celesti → come le stagioni dell'anno che ritornano in maniera fissa, in tempi stabiliti secondo una ratio
→
capivano che c'era una ratio ma non
sapevano attribuirlo a una causa scientifica
→
la causa di questi movimenti celesti
sono da attribuire in realtà alla scienza
- Perfugium (vv.1186): hanno come rifugio per se quello di affidare tutto agli dei, il perfugium è la scappatoia intellettuale, perché non sapendo la causa si nascondono dietro a credenza religiosa: Lucrezio rileva che spesso una insicurezza, una incertezza porta gli uomini a ripararsi dietro a ragione errata
→
si rifugiavano nella concezione degli dei come spiegazione dei fenomeni.
- Nutu (vv.1187): termine religioso, indica l'assenso del dio, l'approvazione di una attività umana o di un'altra attività divina → i fenomeni naturali vengono ricondotti alla approvazione e quindi alla volontà degli dei
Causa 2: legata ai fenomeni naturali (astronomici e sismici)
→ la regolarità dei fenomeni astronomici era
attribuita ad una pronoia
Lo studio delle origini delle religioni prima
di Epicuro era stata studiata da Democrito
→ è una
testimonianza con sigla A75
→ indagò lo sviluppo
della concezione dell'esistenza degli dei negli uomini primitivi che
attribuivano agli dei
l'avvenimento di terremoti ecc → è
probabile che Lucrezio avesse presente Democrito in questo passo
- Templa (vv.1187): non sono i templi degli dei ma è spazio celeste, termine derivato dal linguaggio augurale da temno "tagliare" → dove volo degli uccelli era contemplato quindi c'è un'endiade
- Versi 1190-1191: epanalessi con chiasmo di luna e nox
→
Lambinus pensava che in luogo di nox si
dovesse mettere sol, sottolineando così
l'importanza del sole che poi
è presa nel verso successivo → ma qui
l'attenzione di Lucrezio è rivolta alla
notte in cui chiaramente la paura
aumenta:
i movimenti degli astri incutono terrore più dei movimenti del sole di giorno
→
Lachman: propone lux
→
tutte queste proposte sono state scartate: in questo passo continua a
riprendere nox anche nei composti
- Signa severa (vv.1191): sefinizione come severi severa silenti noctis nel libro IV
→
la vista delle stelle quasi evoca
l'idea di severità, austerità e soggezione dell'uomo ignorante davanti a questi
fenomeni
maestosi
- Dies (vv. 1191): Si è pensato di correggere dies ma in realtà riferimento al sole è necessario è opportuno perché anche movimenti del sole stupivano i primitivi non possiamo cambiarlo solo perché sta parlando della notte.
- Verso 1191: astri notturni, le stelle definite in maniera pleonastica
→
composto enniano: nocivagae
→
flammeque volantes: si riferisce
probabilmente alle stelle cadenti o alle meteore, qualcosa di inspiegabile che
colpiva i primitivi
- Versi celebrati 1192: molti elementi accostati in una carrellata che rende l'idea del l'intensità di questi fenomeni come nel loro complesso costituiscono una fonte di terrore per i primitivi
- Rapidi fremitus (vv. 1193): ultimo verso dedicato ai terremoti, si è pensato anche che qui ci si riferisse ai tuoni e la grandine, che si legasse al tuono che particolarmente spaventava gli uomini primitivi
→
vv.1236-1240: si parla tra le cause della credenza religiosa viene addotta come
ulta la paura davanti ai
terremoti, minacce alle città di crollare
Versi 1194-1199: dopo questa elencazione di
fenomeni atmosferici c'è un intervento
commiserativo del poeta per questi uomini che davanti ai fenomeni hanno
pensato agli dei
→ così gli uomini sono diventati tristi: vivono nel
terrore dell'azione divina che ammorbava le coscienze umane
→ questo rivolgersi all'umanità commiserandola
ha un che di epico empedocleo
- frammento di Empedocle (καθαρμοι 124 B raccolta di Scranz): "ahimè me o infelice genere degli uomini da quali contese e da quali lamenti siete stati generati"
- Lucrezio: "o felicità degli uomini e attribuire questi fatti all'ira divina" → è diversa da Empedocle
→ è un trauma per
uomini di tutte le età: passato presente e futuro
→ tono alto: uso dell'anafora, (nobis-nostri)
segna infelicità dell'umanità (è un male comune di tutte le popolazioni)
Commento di Carlo Giussani: c'è una disordine nel presentare gli argomenti
→ c'è commiserazione
dell'umanità per l'errata attribuzione agli dei della spiegazione dei fenomeni
→ poi si parla della
pietas, quella vera, data da una
contemplazione serena dei fenomeni naturali e quindi degli dei
→ poi dal 1204:
quando vediamo fenomeni atmosferici ci sembra che tutto sia gestito dagli dei:
il nam ritorna alle
cause delle credenze divine dopo aver
parlato della vera pietas dice che è qualcosa di naturale attribuire agli dei
Spesso Lucrezio sottintende le cose:
qui sottintende che è molto difficile
avere questa pietas,
perché l'uomo naturalmente è portato a ricollegare i fenomeni atmosferici agli
dei
Qualcuno propone di
espungere da nec a tueri (Giussani la considera interpolata)
→ in realtà sono
versi autenticamente lucreziani, c'è incongruità nel passaggio logico ma
sottintendendo il concetto
che vi ho detto tutto procede
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