Nato a Santo
Stefano Belbo (Asti), nel 1908, si è suicidato a Torino nel 1950.
Arrestato nel
1935 perché contrario al fascismo andò al confino a Reggio Calabria.
Nel 1946 si
iscrive al partito comunista.
Pochi mesi prima
di morire scrisse “Contemplo la mia impotenza, me la sento nelle ossa, mi sono
impegnato nella mia responsabilità politica che mi schiaccia.”
Temi frequenti
nelle sue opere sono le Langhe, gli amici, una grande delusione per
l’esistenza, una ricerca tormentosa di comunicazione e di rapporto umano, la
solitudine.
Tutta l’opera di
Pavese dice che l’uomo non può vivere se non trova e accetta un centro
affettivo che dia un senso alla vita.
Le poesie di
Pavese hanno un ritmo prosastico (da prosa); i versi sono lunghi, le poesie
sono narrative e descrittive: descrivono i paesaggi e le situazioni
oggettivamente.
Tra le sue opere
ricordiamo:
“La luna e il
falò”
“Lavorare
stanca” (1936) raccolta di poesie.
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