AUTORE
|
Thornton Wilder
|
ANNO DI PUBBLICAZIONE
|
1955
|
PERSONAGGI
|
·
FRATE GINEPRO: frate dai capelli rossi, nativo dell’Italia
settentrionale trasferitosi in Perù per convertire gli indiani. È stato
testimone della caduta del ponte e, essendo convinto che la teologia fosse
una tra le scienze esatte, inizia a investigare sulla vita delle cinque
vittime del disastro con l’intento di svelare scientificamente il motivo
della loro morte, il Disegno che il Signore voleva compiere sacrificando le
cinque vite. Tutto il libro racchiude la sua indagine e le sue ricerche e ne
è quindi il narratore.
·
DOŇA MARIA: è la duchessa di Montemayor, figlia di un
negoziante di stoffe. La sua vita infelice poiché estremamente solitaria e
sfibrata da un amore esagerato e non corrisposto verso la figlia. Fu una
delle vittime della caduta del ponte.
·
DOŇA CLARA: figlia di doňa
Maria, sposata con un nobile spagnolo, una donna fredda e celebrale che ha
sempre rifiutato l’amore della madre, considerandolo soffocante e
sconsiderato.
·
PEPITA: giovane orfana che,
prima di vivere accanto a doňa Maria, risiedeva nel convento di Madre Maria d
Pilar. Quando la badessa la condusse con se per educarla e trasmetterle
l’arte dell’apprezzare le cose a cui essa attribuiva valore, la ragazza si
affezionò molto alla vecchia. Morì con la caduta del ponte mentre lo stava
attraversando con doňa Maria per andare a Lima.
·
VICENTE D’ABUIRRE: genero di Doňa Maria, marito di Clara de Montemayor, uomo importante in
Spagna erede del viceré, in buoni rapporti con Maria con la quale aveva una
grande pazienza.
·
MADRE MARIA DE PILAR: badessa del convento di Lima che accudì i
gemelli Esteban e Manuel, abbandonati da piccini.
·
ESTEBAN: fratello gemello di
Manuel, cresciuto in un convento. Ha vissuto tutta la sua vita col fratello,
soffrendo enormemente alla sua morte prematura, tanto da volersi uccidere,
finché non cadde insieme al ponte di San Luis Rey.
·
MANUEL: inseparabile fratello
gemello di Esteban. Con lui visse l’infanzia e l’adolescenza, lavorò, rise,
pianse, si innamorò come lui dell’affascinante attrice, la Perichole, finché
un giorno si ferì al ginocchio urtando contro una punta di metallo. Passò le
sue ultime notti in compagnia di Esteban e di incubi terribili stimolati
dalla febbre poi morì lasciando il gemello da solo.
·
ALVARADO: capitano di una nave,
ha passato la maggior parte della sua vita in mare tra peripezie ed
avventure, commerciando tra le coste dell’Oceano Atlantico. Si narra che i
suoi spostamenti siano dovuti alla ricerca della figlia morta la cui voce si
presenta in luoghi che sono la meta dei suoi viaggi. In uno dei quali vuole
coinvolgere Esteban, che, tormentato dal dolore per la perdita del fratello,
accetta di partire da Lima, la città a cui era tanto affezionato.
·
ZIO PIO: figlio illegittimo di
una buona casata di Castiglia, fuggito a dieci anni a Madrid, giovane
sveglio, creativo e con tutti gli attributi dell’avventuriero. Dopo una
svariatissima serie di lavori, viaggi, avventure, istruisce arduamente Micaela
Villegas diventando il tutore e creatore dell’attrice più brava che sia mai
esistita in quel periodo: Camila Perichole. Muore con la caduta del ponte
dopo che la donna abbandonò il mondo dello spettacolo e lui.
·
MICAELA VILLEGAS: vero nome di
Camila Perichole, l’attrice più abile, appassionante e commuovente di quei
tempi. Lavorava già a dodici anni come cantante nei bar quando fu comprata
dallo zio Pio che la allevò, istruì, plasmò e con molto lavoro la fece
diventare famosa ma mai superba.
·
DON ANDRéS DE RIBERA: viceré del
Perù da dieci anni in esilio dal quale aveva tratto solo solitudine e noia.
Divenne amante della Prichole inserendola nel mondo dell’aristocrazia, delle
buone maniere e facendola diventare sempre più insofferente del teatro,
finché lo lasciò per diventare una gentildonna.
·
DON JAIME: figlio di Camila e
Don Andrés dal quale aveva ereditato le convulsioni che lo fecero un bambino
esile e malato. Un giorno decise partire e unirsi allo Zio Pio che gli
avrebbe fatto da maestro a Lima per un anno. Partirono, ma attraversando il
ponte, questo li trascinò nel buio.
|
RIASSUNTO
|
Questo libro è la raccolta minuziosa delle vite di cinque
uomini, le cinque persone che il 20 luglio 1714 il ponte più importante del
Perù, quello di San Luis Rey che si trovava sulla strada tra Lima e Cuzco,
precipitò nell’angusto torrente sottostante, causando la loro morte. Perché
proprio Doňa Maria, Pepita, Esteban, Zio Pio, Don Jaime sono morti per la
caduta di un ponte che resisteva fin dai tempi degli Incas che l’hanno
costruito? Quale Disegno del Signore è nascosto dietro a questa tragedia?
Sono queste le domande a cui frate Ginepro, un francescano missionario
dall’Italia settentrionale, cerca di dare risposta indagando sulle loro vite,
passioni, desideri, ruoli nella società, sperando così di rivelare in modo
inequivocabile e scientifico al mondo il volere del Signore e in tal modo
vuole convincere tutto il mondo alla fede dandogli prove irrevocabili. Quando
il libro cadde sotto gli occhi di alcuni giudici fu dichiarato eretico, venne
dato l’ordine di bruciarlo insieme al suo autore, che morì tra le fiamme.
Così si presenta il libro di frate Ginepro dentro al libro
di Wilder, la prima vita presentata è quella della Marquesa de Montemayor, figlia
di un negoziante di stoffe, visse una vita infelice: un’infanzia solitaria a
causa della sua bruttezza e la sua balbuzie che la madre non smetteva mai di
prendere in giro con sarcasmo. Rimase nubile lottando contro i pregiudizi di
quel tempo finchè la madre non la obbligò a sposarsi a ventisei anni con un
nobile spagnolo sprezzante e rovinato. Visse da sola finché non le nacque una
bambina a cui si aggrappò con idolatrico amore, ma Clara era fredda come il
padre e non accolse mai lo smisurato amore della madre poiché doňa Maria
amava sua figlia non per la figlia stessa ma per sé, questo amore la portò
alla follia. Partì di casa sposando un importante nobile spagnolo, la Marquesa
cercò di mantenere il rapporto scrivendole lettere con l’intenzione di
attirare la sua attenzione, in questo modo scrisse dei testi letterali di una
bellezza estrema e costituendo un patrimonio culturale per l’arte. Dopo continui
rifiuti e l’avvicinarsi della vecchiaia, sente il bisogno di trasferire tutto
quello che ha scoperto, tutta l’esperienza della vita nel palazzo, voleva
dare alle donne del Perù una dignità che andasse oltre i loro due principali
problemi esistenziali: l’essere affascinante e trovare un uomo che le
mantenesse. Vuole educare pepita a questo. Così a dodici anni, l’orfanella
diventa la dama di compagnia di doňa Maria, la sua giovinezza fu impregnata
dalla solitudine e dalla sofferenza poiché, non avendo compagne coetanee, si
attaccò a doňa Maria che non sempre si interessava della sua esistenza.
Pepita mandò una lettera alla Marquesa con l’intenzione di ritornare in
convento, poi cambiò idea e questa fece generare nella vecchia il desiderio
di scrivere la prima lettera coraggiosa, non forzata, generosa, liberale alla
figlia. Il giorno dopo, partendo per Lima, attraversarono per l’ultima volta
il ponte di san Luis Rey. La terza vittima della catastrofe è Esteban,
fratello gemello di Manuel, con il quale condivise tutta la sua vita,
felicità, lavoro, tristezza e anche l’amore che entrambi provavano per Camila
Perichole, la quale chiedeva loro di scrivere delle lettere per lei, dato che
erano stati istruiti nel convento di Madre Maria de Pilar fino all’adolescenza.
Fu proprio Camila ad infrangere quel legame stretto, di telepatia, di
simbiosi che si era formato tra i due, ma non poté cancellare quel bisogno
immenso che l’uno nutriva per l’altro. Un giorno Manuel, urtando contro una
punta di metallo, si ferì il ginocchio che, infettandosi lo portò alla morte
dopo notti in compagnia del fratello e di spaventosi incubi. Prima di morire
i due fratelli si riconciliarono con la promessa di entrambi che il loro
amore per l’attrice era definitivamente finito. Perso il fratello per Esteban
era andato perso anche il significato della vita, si fece passare per Manuel
nel disperato tentativo di farlo rivivere in quel modo. Incontra il capitano
Alvarado, uno dei più esperti capitani di navi commerciali, che gli propone
di venire in un viaggio con lui. Esteban accetta a malincuore, poiché era
affezionato a Lima, ma ha un cedimento e tenta il suicidio prontamente
fermato dal capitano. Il giorno successivo partono insieme ma attraversando
il ponte questo mette fine alla vita del povero Esteban. La quarta vittima è
lo Zio Pio, figlio illegittimo di una buona casata di Castiglia, fuggito a
dieci anni a Madrid, giovane, sveglio, creativo e con tutti gli attributi
dell’avventuriero. Dopo una svariatissima serie di lavori, viaggi, avventure,
istruisce arduamente Micaela Villegas, una dodicenne che guadagnava cantando
nei bar, la compra e diventa il suo tutore creando così l’attrice più brava,
appassionante e commuovente che sia mai esistita in quel periodo: Camila
Perichole. La ragazza non smette mai di lavorare arduamente senza mai
diventare superba e sprezzante, finché non si innamorò di don Andrés, il
viceré del Perù in esilio da dieci anni, dal quale viene inserita nel mondo
dell’aristocrazie, delle buone maniere, affinando così la sua capacità di
attrice, ma nello stesso tempo facendo crescere sempre di più un senso di
insofferenza per il mondo della spettacolo e dall’altra parte un desiderio
appassionante di trovare la felicità diventando una gentildonna. A trent’anni
lasciò il teatro e lo Zio Pio e generò un figlio con Don Andrés dal quale
ereditò una malattia e forti convulsioni, così il piccolo don Jaime crebbe
esile e abbandonato ai domestici ma
con il desiderio di imparare, desiderio soddisfatto dalla proposta di Zio Pio
di portarlo a Lima per un anno ed educarlo, visto che la madre, ora ammalata
di vaiolo e convinta che senza bellezza non avrebbe più potuto avere un
rapporto umano, non lo considerava. Il piccolo colse l’occasione, ma durante
il viaggio il ponte si prese lui e il suo futuro maestro.
Frate Ginepro infine non ha completamente fallito nel suo
tentativo, infatti grazie alla testimonianza di queste esperienze noi
possiamo capire che non sono importanti le testimonianze in sé, ricordare chi
fossero queste persone, ma il fatto che tutte le accomuna: un amore infinito
che deve essere vissuto non come chiusura al resto ma come significato del
mondo, come sopravvivenza, come se fosse il ponte tra il mondo dei morti e
quello dei vivi.
|
SCENE-SVOLTA
|
·
(pag 128-131) MICAELA IN
CONVENTO: Micaela Villegas capisce che se la sua vita era stata così difficile
e dura non era un caso: la sua malattia, quella del figlio e poi la perdita
di Jaime; nello stesso momento si sente esclusa, sola, inutile. Disperata si
presenta a madre Maria De Pilar alla quale confida tutte le sue paure, la sua
disperazione che l’aveva accompagnata fin dall’infanzia e che ora trovava
riposo nell’abbraccio della badessa. Si trasferisce in convento convinta che
ora serviva a qualcosa.
·
(pag 131-134) DOŇA CLARA IN
CONVENTO: la figlia della Marquesa de Montemayor va da Madre Maria de Pilar e
le fa leggere l’ultima lettera di doňa Maria, facendo cambiare idea alla
badessa sulla vecchia folle, forse ora la fredda Condesa d’Abuirre
riconosceva la grandezza di sua madre e
guardava sotto una luce diversa il suo infinito amore.
Secondo me sono solo questi due i passaggi che hanno dato
una svolta nella storia del libro perché sono questi i cambiamenti che la
caduta del ponte ha provocato, e quindi ciò che è cambiato dallo stato
iniziale delle cose racchiuso nelle esperienze di ciascuno.
|
DOMANDE
|
Non ho capito come il capitano Alvarado sia riuscito a
sfuggire alla morte, se sia caduto e poi sopravvissuto o meno, visto che lui
stava accompagnando Esteban. Come mai il ragazzo è morto mentre lui no?
|
PASSAGGI CHE HANNO COLPITO
|
Questo libro non mi ha entusiasmata particolarmente,
poiché preferisco libri avventurosi e pieni di suspense, ma il passaggio
finale mi ha colpita molto. Al termine del libro il narratore ci fa
intravedere il Disegno che è sfuggito a frate Ginepro, ovvero ci rivela come
sono cambiate le vite delle persone che erano legate alle vittime, ci fa
capire che frate Ginepro stava cercando il significato della tragedia nel
posto sbagliato, ovvero nel passato, nel fatto in sé, mentre la svolta conseguita
da un cambiamento sta nel presente, sta nel cambiamento delle persone di
fronte a quel fatto accaduto, sta in qualcosa al di fuori del fatto stesso.
Mi hanno colpita anche i versi finali, quando spiega che l’importante non è
la memoria di questi personaggi ma il fatto che tutti e cinque sono
testimonianza dell’amore umano che apre alla vita, il ponte tra il mondo e il
significato.
|
domenica 29 aprile 2012
IL PONTE DI SAN LUIS REY
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento