AUTORE
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Italo Calvino
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ANNO DI PUBBLICAZIONE
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Gennaio del 1986
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PERSONAGGI
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MEDARDO DI TERRALBA: visconte
della cittadina di Terralba, zio del narratore e protagonista della storia.
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CURZIO: scudiero che ha
accompagnato il visconte durante la guerra in Boemia. È un personaggio di
scarsa importanza.
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SEBASTIANA: è la vecchia balia
della famiglia Terralba, ha allevato Medardo come un figlio e non smette di
amare anche la sua parte cattiva, pilastro che sosteneva tutta la famiglia.
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AIOLFO: il vecchio padre del
visconte Medardo con una grande passione per gli uccelli, morto durante la
vicenda per malattia, o forse per il dispiacere di esser stato respinto dal
figlio.
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FIORFIERO: capo di una banda
di briganti, il primo condannato a morte dal visconte.
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DOTTOR TRELAWNEY: inglese
arrivato a Terralba dopo un naufragio e diventato il medico della città anche
se inizialmente non gli interessavano i casi umani, ma solo i strani casi
della natura come i fuochi fatui e sassi-fossili.
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MASTRO PIETROCHIODO: bastaio e
carpentiere di Terralba che, sotto comando della metà oscura del visconte,
progetta e costruisce macchine terribili per uccidere e torturare grazie alla
sua grande abilità di artigiano e alla sua creatività.
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GALATEO: lebbroso di
Pratofungo, che ogni mattina, preceduto dagli squilli di una tromba, passava
per la città a raccogliere le elemosine e i doni che i cittadini gli
offrivano.
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EZECHIELE: capo di una
famiglia di ugonotti che abitava a Col Gerbido, famiglia di instancabili
lavoratori e religiosi che nascondevano la loro eresia ai cristiani con molta
cautela e attenzione.
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ESAU’: il figlio minore di
Ezechiele, per nulla religioso, anzi, un poco di buono scansafatiche che
pensava solo al proprio conto e al proprio divertimento con alcolici e
tabacco.
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PAMELA: pastorella figlia di
agricoltori, una ragazza sempliciotta che aveva come amiche una pecorella e
un’anatra e che pensava tutto il giorno a rotolarsi nell’erba e ad annusare i
fiori, è la ragazza dei sogni di entrambe le metà del visconte.
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NARRATORE: questo libro è un’autobiografia,
l’autore ci racconta della sua fanciullezza e della sua adolescenza
fortemente segnata dalla presenza di suo zio Medardo.
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RIASSUNTO
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Il vecchio visconte di Terralba Aiolfo ha un figlio, Medardo che
durante la sua prima battaglia, quella tra turchi e austriaci per i quali il
giovane combatteva, viene ferito gravemente da una palla di cannone che
dimezza per il lungo il suo corpo in due metà, ciascuna delle quali viene curata
e rimessa in vita, ciascuna rappresenta una singola identità. Da questa
esperienza però anche l’anima di Medardo risulta divisa tra il bene e il
male, il primo personificato nel lato destro, il secondo in quello sinistro.
La prima delle due metà a raggiungere il castello di Terralba fu quella
malvagia, che, dopo la morte del vecchio Aiolfo, brutalmente rifiutato dal
figlio, eredita tutta la cittadella avendo la possibilità così di sprigionare
tutta la sua cattiveria dimezzando animali, devastando gli averi agricoli di
poveri lavoratori, usufruendo del genio di Mastro Pietrochiodo, l’artigiano
di Terralba e persino facendo ammalare di lebbra la balia Sebastiana che lo
aveva allattato e accudito e costringendola così a passare il resto dei suoi
giorni a Pratofungo, una città abitata interamente da lebbrosi che attendono
nella spensieratezza e nell’oblio dell’alcool e dei piaceri la loro fine. In
realtà la vecchia balia si era curata di nascosto dalla lebbra con uno dei
suoi favolosi rimedi segreti, facendo credere a tutti però il contrario.
Medardo cerca anche di uccidere suo nipote, il narratore che sta passando la
sua adolescenza cercando di catturare fuochi fatui, sassi-fossili, e andando
a caccia di ogni tipo di fenomeno della natura insieme al dottor Trelawney,
un inglese sbarcato dopo un naufragio sulle coste di Terralba di cui era
diventato il medico, anche se, inizialmente, non si interessava dei casi
umani ma solo dei fenomeni naturali.
La cittadella è quindi in preda alla più pura malvagità, quando
improvvisamente iniziano a verificarsi casi contrastanti di bontà e carità
inspiegabilmente sincera, era arrivata a Terralba la metà destra, quella
buona. La prima ad accorgersene fu Pamela, una pastorella figlia di
agricoltori, una ragazza sempliciotta che aveva come amiche una pecorella e
un’anatra e che pensava tutto il giorno a rotolarsi nell’erba e ad annusare i
fiori e che, scappata nel bosco dalle insidie dell’amore malvagio di Medardo
e dai suoi genitori che volevano usarla per avere servigi dal visconte. Lì
incontra il Buono, che anch’egli si innamora di lei, e intuisce la reale
situazione. La città sembra essersi stabilita in un equilibrio tra la carità
del Buono e le cattiverie del Gramo, ma presto, attraverso diversi episodi
contrastanti, ci si accorge che una bontà disumana non è migliore di una
cattiveria pari ad essa, così Pamela decide di darsi in sposa ad entrambi. Al
matrimonio le due metà si incontrano per la prima volta e decidono che chi
dei due vincerà un duello a spade prenderà in sposa la pastorella; così,
grazie ad una gamba artificiale inventata
da Pietrochiodo, i duellanti riescono a mantenere l’equilibrio e, dopo
affondi e parate mozzafiato, l’incontro finisce in parità ma nel sangue. Le
metà, entrambe ferite lungo il taglio del loro corpo, vengono portate da
Trelawney, che nel frattempo aveva iniziato a interessarsi della medicina e a
studiare l’anatomia umana, il quale riesce attraverso un intervento molto
difficile, a ricongiungere le due parti in un unico uomo e così anche l’anima
di Medardo ne esce riconciliata e un po’ buona e un po’ cattiva come l’anima
di ogni uomo. Infine il libro si conclude con un ultimo contrasto tra la
felicità delle nozze del visconte e di Pamela e la triste partenza per il
narratore di Trelawney, senza il quale si ritrova da solo ad affrontare un
mondo pieno di responsabilità, il mondo degli adulti.
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SCENE-SVOLTA
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(pag 28-30) MEDARDO FERITO: il
dimezzamento visconte è l’inizio di tutte le vicende e peripezie per la
cittadella di Terralba.
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(pag 32-33) IL RITORNO DI
MEDARDO: dopo l’intervento, la parte cattiva del visconte torna nel suo
castello e, dopo averlo ereditato insieme al controllo della città, iniziano
le disgrazie per cittadini e animali del luogo.
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(pag 54-57) INCONTRO CON GLI
UGONOTTI: il narratore, dopo esser stato deluso dal dottor Trelawney che era
scappato davanti a un lebbroso bisognoso di cure, arriva a Col Gerbido dove
incontra la famiglia degli ugonotti e conosce Esaù, il figlio minore e il più
cattivo e poco di buono. Non si affeziona a questa famiglia ma capisce che
non può andare a caccia di fuochi fatui per tutta la vita e cerca di aprire i
suoi orizzonti, di aprirsi, sta iniziando a crescere.
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(pag 65) PAMELA: il Gramo si
innamora della pastorella Pamela e cerca di farla venire nel suo castello,
non convinta scappa nel bosco da lui e dai suoi genitori che la vogliono
vendere al visconte. Qui i crea la situazione che darà inizio alla fase
finale delle vicende.
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(pag 83-86) PAMELA E IL BUONO:
nel bosco la pastorella incontra la metà buona del visconte e si accorge
della situazione reale: a Terralba c’erano due metà, una buona e una cattiva
ed entrambe operavano secondo la propria metà di anima, grazie a Pamela anche
per il lettore diventa chiaro l’origine delle vicende contrastanti che si
stavano verificando in città. Nello stesso momento anche il Buono si innamora
della ragazza e da questo momento la preparazione per la vicenda finale i è
conclusa.
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(pag 100-101) L’INSTABILITA’
DI TERRALBA: con qualche episodio e un commento conclusivo il narratore
introduce la morale del libro, ovvero ci spiega che la città non era in
equilibrio anche con l’arrivo della metà buona era anzi perduta tra malvagità
e virtù ugualmente disumane. Ci spiega quindi che l’esagerazione, anche di
ciò che è buono porta allo scontento. Solo la moderazione porta alla pace.
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(pag 103-105) IL TRANELLO DI
PAMELA: Pamela decide di ingannare le due metà che continuavano a torturarla
con il loro amore e con i tranelli dell’uno e la smisurata bontà dell’altro.
Dice ad entrambi che sarebbe stata la sua moglie con lo scopo di far
incontrare il Gramo e il Buono e sperando che si riconcilino. Qui ha inizio
la vicenda conclusiva.
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(pag 106-109) IL MATRIMONIO e
IL DUELLO: le due parti di Medardo si incontrano e decidono di duellare per
decidere a chi andrà la bella Pamela, lo scontro tra il bene e il male inizia
e finisce presto con una parità, entrambi si sono feriti riaprendo le vene dimezzate
lungo il loro corpo. Qui l’autore ci fa capire che non è vero che vince
sempre il bene se anche quello è senza limiti.
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(pag 110) UN UOMO NUOVO: le
due metà vengono ricucite insieme dal dottor Trelawney e da questa
riconciliazione l’anima del nuovo Medardo ne esce un po’ buona e un po’
cattiva, ovvero un’anima di una persona qualunque. La vicenda si conclude per
il visconte e la città ritorna anch’essa alla normalità. Tutto si è
sistemato.
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(pag 111-112) LA PARTENZA: il
dottor Trelawney salpa a bordo della nave inglese da cui era naufragato. Il
narratore subisce una grossa perdita, il suo compagno di avventure se ne va e
lui rimane da solo davanti alle responsabilità della vita che prima ofuscava
col gioco e col divertimento. Per il narratore non si è concluso niente, anzi
si apre per lui la nuova avventura che è la vita.
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DOMANDE
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La lettura di questo libro è stata molto chiara per me e per questa
ragione non ho trovato nessuna domanda e nessun passaggio incompreso.
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PASSAGGI CHE HANNO COLPITO
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Il finale del libro è ciò che più mi ha colpita di tra tutte le
vicende, ovvero quella che riguarda la crescita del narratore, che sta
entrando nell’adolescenza e deve ancora
abbracciare tutta l’ampiezza di orizzonte che ti offre la vita. Mi è
piaciuta l’idea dell’autore di terminare il racconto con il desiderio di
crescere del narratore, con la sfida ancora aperta che è la crescita di una
persona, questo finale infatti rimanda a qualcosa che va oltre alla duplice
morale, pur sempre bella, che suggerisce di primo impatto questo libro
(ovvero la prima è quella che ogni cosa per essere buona e favorevole alla
felicità deve essere moderata, deve avere dei limiti; la seconda ci ricorda
che ogni uomo è fatto sia di virtù sia di malvagità).
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domenica 29 aprile 2012
IL VISCONTE DIMEZZATO
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