a) La politica sociale
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Crisi economica = lo Stato interviene nell’economia costruendo opere pubbliche con lo scopo sia di dotare il Paese di infrastrutture adeguate sia di dare il lavoro ai disoccupati (“stile littorio” si ispirava ai modelli classici dell’antica Roma).
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Interviene anche nel campo agricolo:
-il fascismo contro l’urbanesimo (i contadini, una volta in città, avrebbero abbandonato i campi: l’agricoltura avrebbe fallito)
-esaltazione della figura del contadino (con motivazione + lavoro)
-battaglia del grano in particolare nelle terre bonificate (Tavoliere di Puglia e Agro Pontino)
-nuove città bonificate (Littoria, Sabaudia, Pomezia, Aprilia, Ardea) che vennero attribuite ai reduci di guerra (dava loro un posto speciale per ricordare loro che si erano battuti per un grande patria -> accresce il nazionalismo).
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Queste riforme molto simili nel 1934 istituiscono le corporazioni che
a quelle di Roosevelt, nasce una → raggruppavano gli operai sia i datori di lavoro
nuova dottrina: il corporativismo. E che avrebbero dovuto tutelare gli interessi dei
lavoratori e organizzare la produzione.
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Innovazioni: assistenza alla maternità; pensioni per gli operai; colonie marine e montane per i figli dei lavoratori; la tredicesima mensilità; assistenza ai lavoratori per infortuni e malattie; settimana lavorativa di 40 ore; assegni famigliari per famiglie numerose.
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Il regime voleva incrementare per fronteggiare crisi regime crea enti
la natalità e incoraggiare la famiglia al economici: l’IMI, per finanziare le imprese
punto da istituire un’imposta illiberale → in difficoltà, e l’IRI, istituzione che acquista
su chi rimaneva scapolo: la tassa sul azioni di grandi aziende che altrimenti
celibato. andrebbero in rovina, licenziando dipendenti.
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L’autarchia fu un’altra scelta di
Politica economica: il governo sosteneva L’IRI, dopo aver risanato le aziende,
che il paese doveva raggiungere ← le avrebbe dovute restituire ai proprietari;
l’autosufficienza invece lo Stato se ne impossessò.
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No merce di scambio straniere e quindi ricatti e oppressioni
b) La conquista dell’Etiopia. Gli “anni del consenso”
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Mussolini voleva intraprendere una grande impresa coloniale per accrescere il prestigio dell’Italia: il suo obbiettivo era l’Etiopia che Crispi non era riuscito a conquistare.
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Il fascismo si ripresentava come la fine del Risorgimento e di realizzare il progetto di Mazzini: creare la “nuova Italia” concretizzando il passaggio su Roma che era fascista (mito della romanità: necessità di un impero italiano fascista).
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Politica estera:
-buoni rapporti con Francia e Inghilterra e aveva contrastato;
-nel 1934 le pretese tedesche sull’Austria;
-1935 accordi di Stresa con cui condannava il riarmo tedesco ricevendo in cambio dalla Francia il consenso di un eventuale attacco in Etiopia.
-ottobre 1935 invasione in Etiopia, ma la Società delle Nazioni condannò l’aggressione a uno stato indipendente, anche se gli italiani protestarono in quanto l’Etiopia fosse uno stato feudale (era ancora in vigore la schiavitù).
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Per punire l’Italia sanzioni economiche nel frattempo l’assalto andava avanti: nel 1936
(non vennero applicate dagli Stati Uniti → Mussolini proclamò l’Impero.
e dalla Germania perché Mussolini aveva ↓
buoni rapporti con loro). Mussolini diventa il “duce”, Vittorio
Emanuele III diventa l’Imperatore.
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Dopo la conquista seguì un’opera di colonizzazione con feroci oppressioni locali ma anche con costruzioni di grandi opere pubbliche come in Eritrea e in Libia -> impronta duratura.
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Conquista Etiopia = culmine del consenso del fascismo dovuto al controllo dei mezzi di comunicazione di massa, la radio e i giornali, e alle repressioni delle opposizioni, ma anche da alcuni risultati raggiunti:
-ordine pubblico e sicurezza della città assicurati (inasprimento delle pene)
-mafia era stata debellata
-i treni arrivavano in orario
-il prestigio internazionale dell’Italia era cresciuto e gli italiani erano rispettati
-favori ai lavoratori
-conflitto con la Chiesa sanato
-territori bonificati
-adua vendicata
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PERDITA DELLE LIBERTA’ POLITICHE (opposizione da parte degli italiani)
c) L’alleanza con Hitler, le leggi razzali
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Nel 1936 Mussolini stipula un’alleanza con Hitler detta “Asse Roma-Berlino” cause:
1. ostilità in comune contro Francia e Inghilterra.
2. preferiva avere Hitler come amico che come nemico (lo temeva)
3. sperava, utilizzando la potenza della Germania come minaccia, di ingrandire i suoi territori sulla Francia e sull’Inghilterra
4. entrambi erano usciti dalla Pace di Parigi insoddisfatti.
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Nel 1938 legislazione raziale che → non era come in Germania che venivano
discriminava gli israeliti: LE LEGGI RAZIALI ammazzati, ma diventavano cittadini
di serie B
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Non potevano prestare servizio militare, frequentare scuole pubbliche o insegnarvi, non potevano assumere domestiche: il primo grande distacco tra il fascismo e il popolo; nel paese cresceva il dissenso e la preoccupazione di una guerra che sembrava sempre più vicina
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