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domenica 29 aprile 2012

POESIE DI UNGARETTI


DANNAZIONE
Chiuso fra cose mortali
( anche il cielo stellato finirà )
Perché bramo Dio?


DESTINO
Volti al travaglio
come una qualsiasi
fibra mortale
perché ci lamentiamo noi?


VEGLIA (cima 4 23/12/1915)
Un’intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d’amore.

Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita.












SAN MARTINO DEL CARSO (Valloncello dell’albero isolato)
Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro.

Di tanti
che  mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto.

E’ il mio cuore
il paese più straziato.


SOLDATI (Bosco di Canton Luglio 1918)
Si sta come
d’autunno
sugli alberi
le foglie.


MATTINA
M’illumino
d’immenso.


FRATELLI
Di che reggimento siete
fratelli?

Parola tremante
nella notte

foglia appena nata

dell’aria spasimante
involontaria rivolta
dell’uomo presente alla sua
fragilità

fratelli.



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