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giovedì 31 gennaio 2013

PLATONE - la concezione dell'uomo


LA CONCEZIONE DELL’UOMO
-          Anima e corpo » sono contrapposti tra di loro, come suggerisce l’influsso religioso dell’Orfismo
                                      » il corpo è materia, corruttibile, negativo; l’anima è più vicina alle Idee, quindi
                                         positiva, più perfetta, nobile, la vera natura dell’uomo (ha stessa materia delle idee)
                                      » il corpo è tomba, luogo di espiazione, carcere dell’anima, che se ne serve come uno
                                         strumento (riprende in questo concetto Socrate) e a cui dà vita e capacità
                                       » la vita del corpo è mortificazione dell’anima, cioè nostra morte (perché noi
                                         siamo principalmente anima), la morte del corpo è la vera vita, così l’anima è libera
                                       » corpo è radice di ogni male, fonte di tutti gli istinti che mortificano l’anima
                                       » corpo = ente sensibile; anima = ente intellegibile (concezione dualistica dell’uomo)
-          Fuga dal corpo » l’anima deve cercare di fuggire il più possibile dal corpo anche nella vita sensibile
                                » il vero filosofo desidera la morte, la vera filosofia è “esercizio di morte
                                » la morte del corpo non danneggia l’anima ma le dà beneficio, dandole la vera vita
                                » paradosso: si può dire anche il contrario, il filosofo è colui che desidera la vera vita,
                                   a filosofia è “esercizio di vera vita” nella dimensione spirituale
                               » fuga del corpo è il ritrovamento dello spirito (questa concezione c’è nel Fedone)
                               » lo scopo della vita è quindi prepararsi alla morte (ha significato positivo), chi vive
                                  male non vorrebbe morire perché troppo attaccato alle cose materiali e false
                               » la vita assume aspetto positivo di utilità (non vivo bene = non contemplerò le idee)
                               » la felicità però non è in vita, perché è conoscenza e si acquista contemplando le idee
                               » la natura dell’uomo spinge verso l’Iperuranio, per cui ci dobbiamo preparare
-          Fuga dal mondo » (concezione presente nel Teeteto) fuggire dal mondo significa essere virtuosi e
                                     cercare di assomigliare a dio (= spogliarsi della materia che è male)
                                  » il male non può perire perché deve esserci qualcosa di opposto al Bene, non sta
                                     fra gli dei, essendo perfetti, il male risiede sulla terra, intorno alla natura mortale
                                 » assomigliare a dio: acquistare giustizia, sapienza e santità nei limiti umani
-          Purificazione dell’anima
       » ribadisce il concetto di Socrate: la cura dell’anima è il supremo compito morale dell’uomo,
          precisando che la cura sta nella sua purificazione (= andare oltre la materia = conversione)
       » quando l’anima, trascendente dei sensi, si impossessa del mondo intellegibile congiungendosi ad
           esso come a ciò che le è connaturale (l’anima torna nel posto per cui è fatta, di cui è fatta)
       » è il processo di elevazione alla suprema conoscenza intellegibile, non è contemplazione astatica,
          ma duro sforzo di ricerca e progressiva conoscenza razionale
       » la purificazione passa attraverso il processo di conoscenza delle Idee, questa è la virtù umana
       » la conoscenza passa attraverso la dialettica, che è la liberazione dal sensibile, dal materiale
       » la conversione è dal divenire sensibile, all’essere intellegibile (tutti hanno questo concetto)
-          Immortalità dell’anima
       » è necessario, per i concetti prima esplicitati da Platone, che l’anima sia immortale
       » Fedone » l’anima è capace di conosce la realtà tutta, ma per poter coglierle, deve essere immortale
                       » non riuscirebbe a conoscere le verità immutabili ed eterne quali sono le idee, se non                     
                          fosse costituita in maniera affine ad esse, che sono eterne (simile conosce simile)
                      » quindi l’anima è immutabile ed eterna, come le Idee
       » Timeo » le anime sono state generate dal Demiurgo con la stessa sostanza con cui è fatta l’anima
                         del mondo (composta di essenza, identità, diversità)
                      » le anime nascono ma non periscono mai (come tutte le cose prodotte dal Demiurgo)
                      » l’anima è la parte intellegibile, incorruttibile, positiva dell’uomo

lunedì 28 gennaio 2013

UMBERTO SABA - A mia moglie


-          Umberto Saba » dedica alla moglie una poesia in cui la descrive utilizzando lo stile comico-realistico
-          Struttura » sei strofe totale, le cui prime cinque paragonano la donna con la femmina di un animale
                     » con l’ultima strofa si ritorna come nella realtà quotidiana, riprende nello stesso momento
                        degli elementi della prima strofa dando alla poesia una carattere circolare
                     » con la ripetizioni dei versi iniziali alla fine viene indicato il punto focale della poesia,        
                        dove il poeta esprime ciò che gli sta più a cuore, il messaggio ultimo
                     » la poesia è dominata da similitudini continue
1.      nella prima strofa la donna viene paragonata ad una gallina, delineando un carattere signorile, deciso, forte, regale; poi la similitudine diventa più malinconica, triste, caratterizzando i lamenti che assomigliano ai versi soliti nei pollai
2.      nella seconda strofa viene paragonata ad una mucca per la fertilità, il poeta si offre di far tacere le sue tristezze come fa l’erba tacere i lamenti delle giovenche
3.      il paragone nella terza strofa è con una cagna, dagli occhi dolci ma dal cuore feroce, gelosa e intrattabile come questa razza, che appena viene avvicinata da qualcuno, scopre i denti
4.      con la quarta strofa il poeta fa emergere tutto il carattere più recessivo della moglie, quello che tende a rinchiudersi nel proprio dolore, nelle proprie sofferenze, come si nasconde il coniglio nell’oscurità della sua gabbia
5.      come la rondine anche la moglie torna sempre, ma a differenza dell’animale, non se ne va mai via quando scende il freddo dell’inverno e delle difficoltà. Qui c’è il primo elemento di discrepanza con il ritmo uguale costruito con le altre strofe, che introduce ai versi conclusivi della poesia. Come la rondine, anche la donna si muove leggera e annuncia la primavera
6.      la sesta strofa, quella conclusiva, che l’accosta ad una formica, laboriosa, umile e rinomata. La conclusione contiene una promessa di eterno amore, unico, saldato dal legame con Dio.
-           
Tu sei come una giovane
una bianca pollastra.
Le si arruffano al vento
le piume, il collo china
per bere, e in terra raspa;
ma, nell'andare, ha il lento
tuo passo di regina,
ed incede sull'erba
pettoruta e superba.
È migliore del maschio.
È come sono tutte
le femmine di tutti
i sereni animali
che avvicinano a Dio,
Così, se l'occhio, se il giudizio mio
non m'inganna, fra queste hai le tue uguali,
e in nessun'altra donna.
Quando la sera assonna
le gallinelle,
mettono voci che ricordan quelle,
dolcissime, onde a volte dei tuoi mali
ti quereli, e non sai
che la tua voce ha la soave e triste
musica dei pollai.

Tu sei come una gravida
giovenca;
libera ancora e senza
gravezza, anzi festosa;
che, se la lisci, il collo
volge, ove tinge un rosa
tenero la tua carne.
se l'incontri e muggire
l'odi, tanto è quel suono
lamentoso, che l'erba
strappi, per farle un dono.
È così che il mio dono
t'offro quando sei triste.

Tu sei come una lunga
cagna, che sempre tanta
dolcezza ha negli occhi,
e ferocia nel cuore.
Ai tuoi piedi una santa
sembra, che d'un fervore
indomabile arda,
e così ti riguarda
come il suo Dio e Signore.
Quando in casa o per via
segue, a chi solo tenti
avvicinarsi, i denti
candidissimi scopre.
Ed il suo amore soffre
di gelosia.
Tu sei come la pavida
coniglia. Entro l'angusta
gabbia ritta al vederti
s'alza,
e verso te gli orecchi
alti protende e fermi;
che la crusca e i radicchi
tu le porti, di cui
priva in sé si rannicchia,
cerca gli angoli bui.
Chi potrebbe quel cibo
ritoglierle? chi il pelo
che si strappa di dosso,
per aggiungerlo al nido
dove poi partorire?
Chi mai farti soffrire?

Tu sei come la rondine
che torna in primavera.
Ma in autunno riparte;
e tu non hai quest'arte.
Tu questo hai della rondine:
le movenze leggere:
questo che a me, che mi sentiva ed era
vecchio, annunciavi un'altra primavera.

Tu sei come la provvida
formica. Di lei, quando
escono alla campagna,
parla al bimbo la nonna
che l'accompagna.
E così nella pecchia
ti ritrovo, ed in tutte
le femmine di tutti
i sereni animali
che avvicinano a Dio;
e in nessun'altra donna.

DI GIUGNO - Folgore da San Gimignano

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LA MIA MALINCONIA E' TANTA E TALE - Cecco Angiolieri

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S'I' FOSSE FUOCO, ARDEREI 'L MONDO - Cecco Angiolieri

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LA POESIA COMICO-REALISTICA - letteratura italiana

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domenica 27 gennaio 2013

giovedì 24 gennaio 2013

LESSICO UNIT 6 - inglese


Crowded = affollato ; aggettivo
Tense = teso ; agg
My nerves are on edge = i miei nervi sono tesi ; espr
Handbook = libro tascabile ; nome
Seldom = raramente ; avv
Bother = infastidire, disturbare; verbo
Tend = protendere, tendere; verbo
Bond = legame; nome
Check = registrarsi (in un hotel); verbo
Go over = superare; verbo
Take in = capire; verbo
To burts into tears = scoppiare in lacrime; espr
Press = stampa; nome
Deal with = affrontare ; verbo
Behave = comportarsi; verbo
Fairly = abbastanza; avv
Pick = spizzicare; verbo
Guilt = colpa; nome
Cope = affrontare, gestire; verbo
Make it clear = mettere in chiaro; espr
Point put = evidenziare, mostrare; verbo
Pros and cons = pro e contro; espr
Tabloid newspaper = giornale scandalistico ; nome
Recurring = periodico, costante, incessante; agg
Bloke = tipo, modello; nome
Turn upside down = capovolgere ; verbo
Gain = guadagnare ; verbo
Convertible = decapottabile (auto); nome
Fat = grande; agg
Top of the range = il top della gamma; espr
Masseur = massaggiatore; nome
Entirely = interamente, comletamente; avv
Sailing = vela; nome
Skilled = abile ; agg
Spot = luogo, punto; nome
Sort out = risolvere; verbo
Massive = imponente; agg
Chance = scelta; nome
Frankly = francamente; avv
Upwards = in su; avv
Live off sth = vivere di qualcosa; verbo
Develope = svilupparsi; verbo
Bountifully = generosamente; avv

martedì 22 gennaio 2013

UNIT 6 - lessico testo


UNIT 6 – lessico testo
Quote = citazione
Seldom = raramente
Bother = darsi il disturbo
Tend = tendere, propendere
Hold = tenere, contenere
Bond = legame
Check = controllo, assegno
Burst = scoppio
Press = stampa
Fairly = abbastanza
Pick = scegliere / cogliere / cercare / togliere / stuzzicare / pulire
Cope = gestire, fronteggiare
Confidence = fiducia
Point out = indicare, evidenziare, precisare
Pros and cons = pro e contro
Go over = superare
Chances = possibilità
Relations = parenti / relazioni
Tabloid = giornale scandalistico
Such = del genere
Otherwise = altrimenti
Leak out = trapelare
Recurring = periodico
Bloke = tipo
Turn upside down = capovolgere
Gain = guadagnare

UNIT 6 - testo


UNIT 6 - QUOTE

Di solito arrivo a trovare circa otto adulti seduti ad aspettare, più molti bambini. È sempre una stanza affollata e l’atmosfera è piuttosto tesa. Anche i miei nervi sono tesi. La prima cosa che dico è “Posso togliermi la giacca?” e loro dicono sempre “Gradirebbe una tazza di tè?”

Poi li lascio, avendo dato loro un piccolo libro tascabile che noi abbiamo preparato chiamato “All’improvviso-sei tu!”. Raramente si danno il disturbo di leggerlo ma tendono a sentire che tenendolo hanno stabilito una sorta di legame con noi – l’intera faccenda diventa per loro più reale perché hanno veramente qualcosa nelle loro mani.
Faccio l’assegno in un hotel locale, lasciandoli a parlare tra di loro, poi ritorno dopo di sera. In questa seconda visita di solito devo attraversare tutti gli stessi punti che ho fatto a riguardo. Sembra che non riescano a capire a causa dello shock.

I vincitori di solito scoppiano in lacrime quando la stampa chiama. Se sono ancora nella casa, vado sempre verso la porta e affronto i reporter. In tanti modi, le conseguenze di una vincita improvvisa è simile a quella di una morte improvvisa nella famiglia. Immediatamente, tutto nelle loro vite cambia. C’è confusione, ansia, panico emozionale – loro non sanno cosa fare dopo, cosa conterrà il futuro, come comportarsi o dove andare.
Il comportamento dei vincitori al jackpot della prima settimana è abbastanza comune. Non saranno capaci di dormire, spizzicheranno il loro cibo. Curiosamente ci può anche essere un senso di colpa. A volte diranno “Non volevo vincerne così tanti, sai com’è. Se ne avessi vinti di meno, sarei stato più felice. Perché è successo a me?”

La maggior parte delle persone compra biglietti della lotteria per il piacere di farlo, non si aspettano mai di vincere davvero. Se vincono tanti soldi, loro non sanno come gestirli. Così è vitale per me di prendere il mio tempo, andare piano, ripetere tutto. Se appaio di essere controllato, ciò dà loro più fiducia.
La questione più importante che mi viene chiesta dai vincitori è “Quando riceveremo i soldi?” di solito sono sorpresi quando rispondo loro “Domani!” ma è vero. Se portano i loro biglietti agli uffici regionali di Camelot di lunedì, prenderanno i soldi, immediatamente.

Faccio sì che sia chiaro a loro che deve essere decisione completamente loro. Io cerco solo di far notare loro i pro e i contro. Supero le possibilità per loro di tenere la loro vincita segreta. Chiedo a quanti amici e parenti lo hanno già raccontato – che di solito sono tanti- e loro dicono “Ma se  a qualcuno dei nostri amici viene chiesto di dare informazioni, non parleranno.” A loro non piace quando suggerisco il contrario. Una volta, due giornali scandalistici hanno offerto 10,000 dollari per informazioni del genere. Ci sono davvero poche persone che riescono a resistere a questo tipo di tentazione, amici o no.
Parlando personalmente, se vincessi il jackpot lo direi pubblicamente. Con fortuna, riesci a controllare la pubblicità. Altrimenti, eventualmente trapelerà e non avrai il controllo. Uno dei miei vincitori è riuscito a mantenerlo segreto per molto, ma mentalmente è in uno stato terribile. È paranoico – pensa che le persone lo stiano seguendo, è sospettoso di tutti, non riesce a dormire per constanti incubi. Ha paura di comprarsi una macchina nuova nel caso in cui la gente incominci a fargli domande. Il tipo di vita modesto è stato capovolto e lui non ci ha ricavato nulla, a parte i soldi nella banca, ovviamente.

domenica 20 gennaio 2013

DONNA DE PARADISO - Iacopone da Todi

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I COMMERCI - Basso medioevo


I COMMERCI
Basso Medioevo

-          Maggiore circolazione degli individui rispetto all’alto Medioevo
       » oltre che i pellegrini, i soldati e i vagabondi, si muovono facilmente anche i mercanti
       » nascita di una fitta rete di locande per soddisfare questo nuovo movimento
       » ripresa del commercio a largo raggio (nell’alto medioevo si era ridotto)
       » nascita di gruppi di consumatori di merci pregiate (spezie orientali, tessuti pregiati)
       » nascita di reti di scambio che si consolidano sempre di più
       » soluzione degli approvvigionamenti alimentari e delle domande di materia prima
       » ascesa sociale del ceto mercantile
-          Contratti » sono forme di associazione tra detentore del capitale e mercante
                     » il proprietario terriero si assumeva la responsabilità delle possibili perdite e otteneva dalla
                        metà ai tre quarti del profitto (possibilità di investimenti redditizi e a breve termine)
                     » l’intraprendente ma senza mezzi rischia la vita ed ottiene la quota rimanente
                     » in genere si chiamavano commenda o societas mari
-          Vie marittime » Mediterraneo orientale dominato da Venezia, Pisa, Genova,controllavano
                                gli scambi dall’Estremo Oriente al Mar Nero, il Golfo Persico, il Mar Rosso
                             » Baltico e Mare del Nord prima dominate da città fiamminghe, poi tedesche
                                (controllavano scambi tra Russia e Scandinavia, Inghilterra e Fiandra)
-          Via terra » si intensificano gli scambi a lunga distanza
                           » valico del Brennero che collega Venezia con la Germania
                           » via che collega Genova e Germania attraverso le Alpi e Milano
                           » via che collega Marsiglia al nord Europa attraverso la valle del Rodano
-          Fiere della Champagne = punto d’incontro per gli scambi tra area mediterranea e baltica
                                            » si tenevano in località diverse e duravano circa sei settimane
                                            » si teneva sempre lungo la valle del Rodano
-          Moneta » c’è la necessità di valute più pregiate delle monete d’argento dell’alto medioevo,
                      così (andava bene per piccoli traffici locali, non per quelli ad ampio raggio)
                   » città, sovrani, grandi feudatari coniano nuove monete d’argento, i “grossi
                   » dal XIII sec si riprende a coniare monete d’oro e diventano le valute più accreditate
                   » augustale (per volontà di Federico II), fiorino aureo, ducato d’oro (veneziano)
-          Attività bancarie » c’è un forte sviluppo connesso al conio delle monete
                                  » lettera di cambio: poteva trasferire i fondi dei clienti da una città all’altra
                                  » depositi bancari: usati per offrire prestiti a interesse o per investimenti
                                  » dal XII sec i banchieri italiani domineranno questo settore in tutta Europa

INFERNO - CANTO VII - riassunto


CANTO VII

SOMMARIO
-          Virgilio e Dante si trovano dinanzi al guardiano del quarto cerchio: Pluto, che li “accoglie” con parole sgradevoli (lingua inventata da Dante), ma Virgilio fa tacere malamente
-          Se scendono nel cerchio e vedono i dannati che lì scontano la loro pena: gli vari e i prodighi, che per l’eternità dovranno girare per due cerchi che si scontreranno in un punto, trasportando grossi macigni che raffigurano il peso del denaro, del loro peccato.
-          Dante si chiede se sono tutti chierici (uomini di chiesa) perché hanno i capelli rasati con la chierica. Lui gli risponde che sono gli avari e i prodighi, coloro che in vita non hanno saputo avere un rapporto sano con i beni materiali e con i soldi.
-          Dante vorrebbe individuarne alcuni, ma non può perché dato che loro non sono stati riconoscenti in vita delle cose belle donate da Dio, non verranno mai riconosciuti. Questa è la vera pena.
-          Dante si domanda allora cos’è la fortuna, che amministra i beni materiali e che ha fatto impazzire questi peccatori. Virgilio gli risponde descrivendogli come Dio ha creato i cieli con gli angeli che lo amministravano. Tra questi angeli c’è anche la fortuna, una creatura beata che governa l’oscillare dei beni materiali, senza sentire le proteste degli uomini che, nel momento in cui gli viene tolto qualcosa, la maledice, ma non la ringrazia quando riceve i suoi doni.
-          Scendono poi nel quinto cerchio, dove si trova una fonte di fango sporco, puzzolente, scuro (lo Stige), nel quale delle anime lottano fra di loro, picchiandosi e squartandosi a vicenda.
-          Virgilio spiega che quelli sono gli iracondi, fa notare a Dante altri peccatori che sono completamente immersi nella melma del fiume, individuabili solo per le bolle che, con il loro parlare sotto il fango, fanno salire in superficie. Questi sono gli accidiosi, coloro che in vita non hanno saputo neanche vedere la luce del sole, ora rimarranno per sempre immersi nel fango della loro tristezza.
-          Aggirano dunque il pantano e si ritrovano ai piedi di una torre.

INFERNO - CANTI VII - analisi


CANTO VII

-          Si differenzia dagli altri cani perché non è monotematico, ma presenta quattro argomenti eterogenei » non era mai successo che in un unico canto si descrivessero due cerchi infernali
      » il canto si svolge in tre tempi con tre diversi tipi di linguaggio
      » in un solo canto si presenta una pluralità di stili attuabile sono in una commedia, secondo le regole
         della retorica classica (il linguaggio poetico riflette la complessità dell’animo umano)
      » spezza lo schema che faceva coincidere un canto con un ambiente e un determinato cerchio
      » previene la monotonia che poteva derivarne preannunciando alla fine di questo canto e anche del
         IX, l’ambiente e i rispettivi peccatori, facendo desiderare al lettore di saperne di più
      » in questo canto la cosa che accomuna tutti i peccatori è essere stati cechi di fronte alla realtà
1.      avarizia-prodigalità (gli avari sono soprattutto uomini di chiesa » rimando al periodo storico)
       » avari e prodighi sono coloro che, con modi opposti, hanno un rapporto con le cose materiali
          che esclude Dio, non hanno saputo esserne riconoscenti, non ne hanno riconosciuto il valore
       » sono quindi uomini ciechi, che si sono affannati tanto per scopi futili (così è la loro pena)
       » hanno usato il denaro in dismisura: gli avari”mal tengono”, i prodighi “mal danno”
       » pena = non venire riconosciuti da nessuno, essere come una massa informe
       » devono spingere per l’eternità enormi macigni, girando intorno ad un cerchio, si incontrano a
          due poli opposti, dove si rivolgono la parola (“perché tieni?” e “perché burli?” )
       » non hanno più un’identità: nella loro vita non sono stati riconoscenti dei doni di Dio, ora non
          possono venire riconosciuti, avanzano così grottescamente, come danzando la ridda
       » come agli ignavi, dedica loro poco spazio, perché non sono degni, e non incontra nessuno
       » obnubilazione dell’io = cancellazione dell’identità personale
       » vengono introdotti con l’immagine simbolica di Cariddi, turbine d’acqua presso lo stretto di
          Messina, di fronte a Scilla, causato dall’incontro dei due mari 8elemento mitologico)
       » Dante si sofferma soprattutto sugli avari perché sente che questo peccato è quello che sta
          portando alla rovina il mondo in cui vive (c’era una crisi della chiesa, corrotta dal denaro)
       » è una colpa che corrompe la convivenza civile dell’uomo, oltre che a corrompere se stesso
       » la personale amara esperienza politica e la situazione in cui vive lo porta a descrivere la lupa
          del I canto, che personifica l’avarizia, come ostacolo insormontabile (origine del male umano)
       » neanche tutto l’oro del mondo (“che sta sotto la luna”) non potrebbe farli fermare, questo
          significa che la pace, la lietezza del cuore non si compra (te la può dare solo Dio)
2.      fortuna
       » la sua figura di dea bendata, crudele proviene dalla letteratura classica, nata in ambito pagano
       » Dante opera una revisione cristiana su questa figura, secondo l’idea di provvidenza divina, un
          angelo inviato da Dio per ricordare all’uomo che le cose non sono sue ma per lui
       » il suo compito è di amministrare, far passare dall’uno all’altro i beni materiali per la nostra
          educazione, per farci capire che tutto ci è stato donato in grazia divina, dipende quindi da Dio
       » è una figura beata, non ode quindi gli insulti ingiusti e le disgrazie che le vengono attribuite
          dall’uomo che non vede nella privazione un disegno di Dio, che è cieco alle circostanze
       » non ascolta per indifferenza ma perché è cosciente di agire per il bene dell’uomo
       » la fortuna cura i beni materiali mentre la provvidenza cura il disegno di Dio sulla storia
3.      accidia
       » è la scelta di non mettersi in azione, è una debolezza affettiva, è il non voler rischiare (= vivere)
       » è rifiutarsi di farsi colpire dalla realtà, cioè da Dio e di conseguenza non vedere nulla
       » pena = nella vita ci si è rotolati nel malumore, ora ci si rotola nel fango
                   = nella vita non si è stati cechi di fronte alla realtà perché immersi nella tristezza che ha
                      oscurato tutto, nell’inferno non si vedrà nulla, perché sommersi nel fango
4.      iracondia
      » pena = nella vita hanno voluto fare del male alle persone, nell’inferno continueranno a cedere
                      all’impetuosità della rabbia pestandosi, graffiandosi e strappandosi i corpi tra loro
                  = la rabbia è così forte che non si accorgono di mangiarsi anche da soli, acceca l’uomo
-          Paesaggio nuovo = palude dello Stige che si trova nel quinto cerchio infernale
-          Lingua 1. Dante sperimenta un livello molto basso della lingua, aspro, duro (linguaggio realistico)
                   » le rime sono quasi tutte composte da consonanti doppie, dure, difficili a pronunciare,secche
                   » -eppe; -occia; -abbia; -acca; -iddi; -oppa (rime petrose usate solo in questo cerchio)
                   2. contrasta il primo perché deve descrivere un oggetto opposto, di origine pura, divina
                   » l’argomento della fortuna viene sviluppato con un linguaggio teologico (raro nell’inferno)
                   3. è quello medio utilizzato anche nel VI canto con l’aggiunta delle rime petrose
                   » delinea quindi un ritorno al livello “medio” e alla realtà del viaggio
-          Plutone » descritto come massimo avaro perché per la mitologia greca è il dio degli inferi, della terra,
                       la quale dà le ricchezze all’uomo (nel feudalesimo il ricco era il proprietario terriero)
                    » le sue parole aprono il canto dando una spinta dinamica e impressionante alla narrazione
                    » le sue parole sono in una lingua inventata da Dante, non hanno un significato particolare,
                       sono per lo più delle esclamazioni senza senso (Papè Satàn, papè Satàn aleppe!)
                    » anche il modo con cui pronuncia le parole è disumano (chioccia, richiama al verso della
                       gallina, è quindi un suono stridulo)
                    » denunciano fin dall’inizio la condizione disumana a cui il peccato fa abbassare l’uomo
                    » più ci si addentra nell’inferno, più l’uomo perde la sua umanità, assomigliando a Lucifero
                    

MERAVIGLIOSA-MENTE - Giacomo da Lentini

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LA SCUOLA SICILIANA - letteratura

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mercoledì 16 gennaio 2013

DIDONE - Eneide, libro IV


DIDONE – ENEIDE

Ma la regina ferita ormai da grave affanno
Alimenta nelle vene la ferita ed è consumata da un fuoco profondo.
Ricorda il grande eroismo dell’eroe e la gloria
Della sua stirpe: restano infissi nel petto il volto e
Le parole, né l’affanno concede alle membra una lieta fermezza.
L’aurora del giorno dopo illuminava con la lampada di Febo
La terra e aveva allontanato dal cielo l’ombra rugiadosa,
mentre in questo modo si rivolse impazzita d’amore alla sorella concorde:
«Anna sorella mia, quali ansie che tolgono il sonno mi tengono sveglia!
Che straordinario ospite è giunto nelle nostre dimore,
quale si mostra all’aspetto, che cuore coraggioso e che spalle!
Lo credo davvero, non è una vana speranza, che è figlio di dei.
La paura svela i cuori vili. Ah da quale
destino è stato travolto! Che guerre sostenute narrava!
Se non avessi preso la decisione salda e irrevocabile
Di non volermi unire a nessuno nel vincolo matrimoniale,
dopo che il mio primo amore mi tradì e mi abbandonò morendo;
se non avessi provato disgusto per il talamo e le nozze,
forse avrei potuto lasciarmi andare a questa sola colpa.
Anna, dunque lo confesserò, dopo la morte del misero marito Sicheo
Ed i penati imbrattati dal sangue sparso da mio fratello,
solo lui aprì una breccia nei sentimenti e scosse cuore facendolo vacillare.
Conosco i segni dell’antica fiamma.
Ma prima vorrei o che la terra mi inghiottisse,
o che il padre onnipotente mi precipiti con il fulmine nel regno dei morti,
le pallide ombre nell’Eremo e la notte profonda,
prima violi, o Pudore, o rompa il tuo giuramento.
Colui che per promo mi legò a sé con il vincolo del matrimonio,
mi ha strappato via il mio amore; egli lo tenga con sé e lo conservi nel sepolcro».
Dopo essersi espressa così, inondò il seno di un pianto disperato.


domenica 13 gennaio 2013

USI DEL CONGIUNTIVO LATINO


CONGIUNTIVO

-          E’ il modo della soggettività, il modo con cui il parlante esprime una sfumatura di significati rapportabili a due categorie fondamentali
1.      volontà
2.      eventualità

VOLONTA’
  1. esornativo » usato con la funzione di imperativo al presente con una sfumatura più gentile,
                           non è autoritario come l’imperativo, indica un consiglio, un’esortazione
                              » supplisce le persone che mancano nella coniugazione dell’imperativo
                              » al passato esprime un rammarico, un disprezzo o un giudizio (non si può
                                 dare un comando passato, per ciò non esistono i tempi passati nell’imperativo)
                              » per esprimere un ordine negativo il congiuntivo viene preceduto da ne o neque
                              » in poesia per un ordine negativo si trovano anche altre negazioni: neve o neu
  1. ottativo » esprime un augurio o la speranza che un’azione si compia o si sia già compiuta
                      oppure il rimpianto che un’azione non si possa compiere o non si sia compiuta
                   » di solito è preceduto dall’avverbio utinam oppure più raramente da ut
                   » è seguito da ne, nemo, nihil… nelle frasi negative
                   » es: » presente » utinam audiam = possa io udire!
                           » perfetto » utinam audiverim = vorrei aver udito
                           » imperfetto » utinam audirem = magari udissi!
                           » piuccheperfetto » utinam audivissem = magari avessi udito!

DESIDERIO
PRESENTE
PASSATO
realizzabile
congiuntivo presente
congiuntivo perfetto
irrealizzabile
congiuntivo imperfetto
congiuntivo piuccheperfetto
      
                    » desiderio realizzabile » “oh, se…!”, “potessi…!”, “voglia il cielo che…!”
                    » desiderio irrealizzabile » “magari…!”, “volesse il cielo che…!”
                    » volo, nolo, malo e tutti i verbi di volontà sono
                             - seguiti dall’infinito se c’è identità di soggetto tra reggente e subordinata
                             - reggono un altro congiuntivo se non c’è identità di soggetto che è
                         » presente o imperfetto se in dipendenza da un congiuntivo presente
                         » imperfetto o piuccheperfetto se in dipendenza da un congiuntivo imperfetto
                    » per esprimere il desiderio che qualcosa non accada » ne, non + congiuntivo
  1. concessivo » per esprimere un’ipotesi che si ammette come vera
                        » accompagnato da ut, sane, licet
                        » traduzione = “ammettiamo pure che…”
                              » se la concessione ha senso negativo si usa ne

CONCESSIONE
TEMPO
ESEMPIO
per il presente
congiuntivo presente
Scias licet =
“ammettiamo pure che tu sappia”
per il passato
congiuntivo perfetto
Quae sane fuerint nostrae iniuriae =
“queste offese siano pur state solo nostre”

EVENTUALITA’

  1. potenziale (suppositivo / irreale)
      » esprime/nega la possibilità che qualcosa avvenga o sia avvenuta
      » quasi sempre ha un soggetto indefinito (pronomi indefiniti) o generico (pronomi personali)
      » la negazione è non
      » traduzione con un condizionale presente o passato, oppure con “potere” + infinito

POTENZIALITA’
TEMPO
ESEMPIO
nel presente
presente
Nunc aliquis dicat mihi:
“ora qualcuno potrebbe dirmi:”
nel passato
imperfetto
Putare Sillam venisse in Italiam non belli vindicem, sed pacis auctorem
“avresti potuto ritenere che Silla fosse venuto come vendicatore di guerra, non come promotore di pace”
     
      » irreale » esprime un fatto che potrebbe accadere ma che non accadrà o che sarebbe potuto
                       accadere ma no è accaduto (= apodosi del periodo ipotetico dell’irrealtà)

IRREALTA’
TEMPO
nel presente
congiuntivo imperfetto
nel passato
congiuntivo piuccheperfetto

  1. dubitativo (o deliberativo)
      » esprime un dubbio su ad un’azione da svolgere nel presente e nel futuro (tempo presente)
      » esprime incertezza rispetto ad un’azione del passato (tempo imperfetto)
      » si trova nelle principali che si presentano come interrogative indirette
      » la negazione è non
      » traduzione italiana può essere resa con “dovere” + infinito oppure solo dall’infinito
      » es: » quid facerem? = “che fare?” oppure “cosa avrei dovuto fare?”
              » quid de Dicaearcho dicam? = “che dire di Dicearco?” “cosa dovrei dire di Dicearco?”
  1. suppositivo (o ipotetico)
      » si trova nelle frasi principali ed esprime l’ipotesi o supposizione su un fatto
      » ipotesi » realizzabile    » apodosi di un periodo ipotetico della possibilità
                           » irrealizzabile » apodosi di un periodo ipotetico dell’irrealtà
      » la negazione è non

SUPPOSIZIONE / IPOTESI
TEMPO
realizzabile, nel presente
congiuntivo presente (raro il perfetto)
irrealizzabile, nel passato
congiuntivo piuccheperfetto (raro l’imperfetto)