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domenica 17 marzo 2013

DE VULGARI ELOQUENTIA - Dante Alighieri


DE VULGARI ELOQUENTIA
-          Scritto tra il 1303 e il 1305, successivamente all’esilio, contemporaneo al Convivio
-          L’opera prevedeva almeno quattro libri, ma Dante si interrompe al capitolo XIV del secondo
-          Scopo » dare i criteri con cui costruisce la lingua letteraria
                  » definire un volgare illustre che superi i confini spazio-temporali affermandosi come comune
                  » è una teoria grammaticale, ma non è una norma linguistica astratta (lingua stabile)
                  » riflessione sulla nascente letteratura italiana
                  » risvolto politico: necessità di un potere centralizzante (assente in quel periodo)
-          Latino » usa la lingua latina per un’opera dedicata all’arte del parlare in volgare
                  » Dante qui si rivolge ai letterati (doctores illustres), cioè i poeti e prosatori che vogliono
                     servirsi del “volgare illustre” e di una lingua poetica non codificata, meno nobile
                  » è esempio di una lingua codificata su un sistema di regole costruite “aritificialmente” dai
                     letterati per evitare la distorsione delle forme nella lingua parlata e tramandare le opere
-          Volgare » volgaris locutio = lingua naturale che si impara da bambini dalla madre
                    » gramatica = lingua regolata da norme precise (locutio secondaria)
                    » la gramatica viene dopo come necessaria codificazione della lingua locutio
                    » il volgare ha maggiore nobiltà rispetto al latino perché il volgare è affine al modo con
                       cui è stata fatta la realtà con cui si entra a contatto da bambini
                    » il modo di parlare deve rispecchiare la vita per conoscerla e apprenderla
                    » arrivare ad una lingua stabile attraverso uno studio è scopo del libro stesso
-          Seleziona le opere letterarie in volgare da cui può estrapolare la regola generale ed esserne base
      » Dante definisce un canone di autore che disegnano una storia della tradizione volgare
      »selezione avviene per criteri di lingua, argomento, costruzione, forme metriche
      » il De vulgari eloquentia è quindi un trattato di poetica e retorica
-          Stabilisce quali siano le condizioni politiche necessarie affinché il volgare possa affermarsi e durare
      » solo attraverso una nuova alleanza del potere politico e del ceto intellettuale la lingua può imporsi
      » es: Federico II raggruppa e fonda la corte dei poeti siciliani, ceto intellettuale laico (l’esperienza
              che propone è possibile perché si è già attuata prima che fosse distrutta dalle divisioni interne)
      » l’esempio storico fa precisare che c’è bisogno di un’aula = palazzo come sede del potere politico
         centralizzato, indispensabile per la curia (unione di uomini colti raccolti intorno al sovrano)
      » è un trattato di politica culturale: arte del dire (retorica) e arte del fare (politica) si mischiano
-          Diverse tipologie del volgare
1.      illustre = che diffonde luce (explanatio), stabile nel tempo, comune a tutti
2.      cardinale = aspetto per cui si instaura tutta l’espressività della cultura come un cardine
3.      regale = volgare che contiene tutti gli aspetti della realtà cosicché si possa parlare al re
4.      curiale = volgare meditato e ponderato (metodo proprio nella curia)
-          III capitolo » il linguaggio è una facoltà propria solo degli esseri umani
                          » la modalità di comunicazione avviene ad placitum, come dice Aristotele, cioè “a
                             nostro arbitrio”, ovvero secondo ragione del singolo e convenzione dell’umanità
                          » Adamo riceve da Dio una lingua originaria che va perduta con il peccato originale
                          » la moltitudine di lingue che ne derivano è prova dell’arbitrarietà dei segni perché un
                             solo oggetto viene espresso in modi diversi a seconda della lingua
                          » per comunicare c’è bisogno di un segno razionale e sensibile che permette di
                             trasmettere ciò che la mente percepisce (gli angeli trasmettono direttamente i pensieri)
                          » se fosse solo sensibile non comunicherebbe dati razionali, se fosse solo razionale non
                             riuscirebbe a comunicare
                          » il pensiero di un individuo passa attraverso la parola per giungere ad un altro individuo
                          » dinamica del linguaggio è simile a quella della conoscenza, divisa in due momenti
                             successivi: percezione sensibile ed elaborazione intellettuale

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