LA CITTA’ MEDIEVALE - definizione
La città medievale non si limita ad essere l’insieme degli
edifici abitati di cui è costituita, o un area terrena circoscritta da mura con
funzioni economiche e militari, ma è molto più. Innanzi tutto è uno spazio
religioso, componente per cui si costituiva l’identità dei singoli cittadini e
della loro collettività, che si riconoscono tali per la presenza della
cattedrale e della sede vescovile. Il vescovo infatti nel medioevo svolgeva sì
funzioni religiose, tra cui il compito di conservare le spoglie del santo
protettore proprio di quella città (di solito nella cattedrale, tranne che a Milano),
ma assumeva anche funzioni politiche-amministrative nei momenti di debolezza
del potere laico. Senza le sede vescovile una città non poteva essere chiamata
tale. Nella stessa linea, la città era anche uno spazio politico principalmente
per la presenza degli aristocratici che esercitavano i poteri bannali nei
municipi, questi avevano funzioni amministrative e giuridiche. La giustizia era
infatti uno dei concetti insieme più a cuore per i cittadini e più violato;
sulla zona urbana vigeva infatti un diritto scritto, chi osava operare contro
di esso, e quindi contro il bene comune ostacolando la pace, veniva punito con
la morte. Nel dipinto realizzato da Ambrogio Lorenzetti nel 1338-1339, “Effetti
del buon governo”, questo concetto viene espresso in forma artistica e
figurativa dalla creatura angelica che dall’alto custodisce la città: la
cosiddetta scuritas, che, come ammonimento all’osservatore, tiene in
mano una forca con un impiccato, nell’altra tiene invece un cartiglio con la
scritta: « Senza paura ogn'uom franco camini / e lavorando semini ciascuno
/ mentre che tal comuno / manterrà questa donna in signoria / ch'el alevata
arei ogni balia ».
Inoltre la città costituisce anche uno spazio economico,
grazie alla delimitazione operata dalle mura: al di fuori di esse avviene la
produzione di materie prime nelle campagne, all’interno avviene l’elaborazione
dei materiali fino al prodotto e alla sua vendita; la funzione delle porte è
anche di segnare un limite economico, per cui veniva imposto un dazio per la
merce importata o esportata.
Le mura delimitano inoltre uno spazio culturale, incentivato
sia dall’alto, cioè dalle autorità superiori, nella costruzione di scuole
comunali, ma principalmente dal basso, cioè dal popolo stesso, con la nascita
delle università: le corporazioni dei “lavoratori della mente”.
L’aspetto principale della città che la rende realmente tale
è la caratteristica di spazio di identità personale per cui ciascun cittadino
poteva riconoscersi come uomo in relazione alla città d’appartenenza. Nasce quindi
un forte municipalismo, come ci attestano gli scritti di molti autori, come
Bonvesin della Riva nel suo “De magnali bus urbis Mediolani”.
La città è quindi il centro da cui nasce quel movimento che
caratterizza tutto il medioevo e lo costituisce, per il quale ad un’esigenza
riconosciuta dalla collettività la popolazione si muove autonomamente per
rispondere ai propri bisogni; la nascita di nuove realtà non parte quindi dalle
autorità, il cui compito si limita a riconoscerle ed autorizzarle (meta che lo
stesso popolo spesso ha dovuto conquistare anche con dure lotte, come per
esempio i numerosi scioperi operati da studenti e maestri per la fondazione di
un’università, e quindi per la libertà di studio e di educazione).
Esito di questi movimenti sono le università, gli ospedali,
le corporazioni dei mestieri, le crociate (anche se inizialmente partite dall’invito
di papa Urbano II), gli ordini monastico-cavallereschi, gli ordini mendicanti
(in risposta alle eresie).
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