In questi tre anni
hai accostato da molti punti di vista e in diverse materie il mondo greco e
romano: elenca in forma schematica ma con precisi riferimenti tutto quello che
ti ha colpito come l’emergere delle caratteristiche di quel mondo di uomini: ad
esempio
- le loro domande e i loro tentativi di risposta
- il loro modo di vivere
- il loro modo di osservare la realtà e di
comunicarla
- la loro creatività letteraria ed artistica
- le loro concezioni politiche e i rapporti con gli altri popoli
DOMANDE E
TENTATIVI DI RISPOSTA
- quali sono le origini delle cose?
» tendenza
del mondo greco ad immedesimare in un’unica persona l’origine di un’esperienza,
come è
successo con Omero per la poesia, con
Archiloco per la παρακαταλογή, con i legislatori a cui
veniva attribuita la messa per iscritto delle
leggi (spesso sono mitici, perché per i Greci era
importante
avere una persona di riferimento) » si chiamano πρῶτος εὑρητής
» la
poesia ed il mito sono strumenti utilizzati per spiegare l’origine del mondo,
del cosmo
(es:
Teogonia), dell’uomo (es: mito delle cinque età), del male (es: mito di
Pandora)
» scopo
dell’Eneide è di raccontare come ha avuto origine la grandezza di Roma
» la ricerca delle origini è presente
anche nell’arte, soprattutto quella decorativa, come testimonia
il
fregio interno dell’altare di Pergamo, che raffigura la storia di Telefo,
fondatore di Pergamo
- cosa muove l’uomo? Qual è la cosa più importante che deve seguire?
Cosa definisce l’uomo in mezzo a tutte le cose del mondo?
» Eneide:
emerge l’idea che ciò che l’uomo deve perseguire sopra tutte le altre cose è il
suo destino
» nel
III libro dell’Odissea Atena incoraggia Telemaco ad avere coraggio davanti a
Nestore, perché il
suo destino il suo compito è quello di ricevere
informazioni del padre
- può un dio volere il male degli uomini? Può
covare tanta rabbia da fargli del male?
»
il proemio Eneide termina con Tantaene animis celestibus irae? “è
possibile che si sia così tanta
rabbia nel cuore degli dei?” Tanta da
permettere che venga fatto del male all’uomo? Da volergliene?
» è
il tema fondante dell’Iliade, la μήνις, quell’ira che si estingue solo quando
l’altro soffre, quando
viene compiuta la vendetta, che reca sempre
dolore. Così agisce Achille, un eroe, e nello stesso
modo anche Apollo, che non esita a
sterminare gli achei per vendicare l’offesa arrecata al suo
sacerdote. È possibile che un dio infligga
dolore agli uomini da lui creati?
»
nell’Iliade, emerge la poca affezione degli dei nei confronti degli uomini,
come Teti, che per amore
di suo figlio chiede esplicitamente a Zeus
di infrangere il suo dovere in quanto garante dell’ordine
»
un mito racconta che alla morte di Achille, Odisseo ed Aiace si fronteggiano in
un duello, il
vincitore avrebbe preso le armi dell’eroe.
Allora Atena acceca Aiace con un furore (Ate) per
preservare Odisseo. Lui si suicida per la
vergogna, e Atena glielo permette
- da cosa nasce il male?
» ὕβρις:
tentativo futile dell’uomo di appropriarsi di una parte più grande di quella
che gli è concessa
dal destino, dalla μοῖρα come fa Patroclo
nell’Iliade, e per questo viene punito con la morte,
oppure come Capaneo, nella saga tebana, che,
per la sua arroganza e presunzione viene fulminato
» nella
IV ecloga delle Bucoliche, c’è la sensazione di aver perso quell’armonia del
mondo, quel
rapporto fecondo e generoso con la natura, per
un inganno: il peccato originale, fonte del male
»
proemio Iliade: il male nasce dalla rabbia scaturita da un’ingiustizia e che
non vuole vedere ragioni
richiudendosi su di sé, da una legge rotta e
non osservata, da un affronto agli dei
»
la mitologia greca risponde con il mito di Pandora, a cui si affida l’origine
di tutti i mali del mondo
» Ate:
accecamento della mente e della ragione operata da parte degli dei, da questa
nasce la
sventura che si abbatte sull’uomo, lo porta
all’errore; nel caso di Achille è la rabbia unita al
disonore e alla sofferenza d’amore. La
presenza di questa forza indica che l’origine del male è in
parte esterno all’uomo, come una maledizione
che si abbatte su chi ne era prescelto
- perché l’uomo deve lavorare e fare fatica? Cos’è
il lavoro?
» Georgiche:
perché l’uomo è capace di sopportarlo e ricavarne qualcosa di buono per lui (nuova
concezione del lavoro)
» Bucoliche,
IV ecloga: il lavoro è lo sconto che l’uomo deve pagare per l’inganno commesso
a quel
salvatore bambino; deriva dalla necessità di
correggere la creazione, che prima non aveva bisogno
di essere integrata, a causa dell’insinuarsi
della corruzione derivata dal peccato originale
» Eneide:
le difficoltà ci sono affinché l’uomo si costretto a riaffermare la sua volontà
a perseguire il
destino, che non è una scelta valida per
sempre, ma un cammino sempre riconfermato
»
Georgiche: tutti hanno una concezione negativa del lavoro, Virgilio è
un’eccezione nell’affermare
che ha una funzione morale non nel pagare un
conto, ma nella purificazione dell’uomo
- qual è il valore della poesia?
» Esiodo
ed Omero: mezzo di educazione collettiva o personale
» Bucoliche:
mezzo per incrementare la propria umanità, l’otio è il tempo per la
poesia e l’arte
» Esopo:
la poesia è la risposta alle domande “come si fa a vivere? Quali sono le
conseguenze delle
modalità del vivere?”
» Opere
e i giorni: ha valore didascalico in quanto comunica un messaggio etico e
morale (due
tipologie di ἔρις, una buona che spinge
l’uomo a migliorarsi, una cattiva che spinge l’uomo all’odio)
» Archiloco:
modalità con cui contrastare l’opinione comune per affermare se stesso
- desiderio che arrivi qualcuno che salvi l’umanità
»
nella IV ecloga delle Bucoliche, Virgilio lo raffigura come un bambino che
tutto il creato aspettava,
rivelando una infinita attesa per qualcosa
di più grande dell’uomo
- cos’è l’amore?
» per
Didone è una passione irresistibile che ottenebra tutto il resto, non diversa
dall’amore di
Francesca e Paolo: una circostanza
distruttiva perché trascinante
» per
Medea è una proprietà, tanto che uccide la moglie di Giasone e per vendetta
uccide anche i
suoi figli arrivando a togliere a Giasone la
cosa più cara: la discendenza;
»
Prometeo per amore degli uomini arriva a tradire Zeus, ingannandolo per ben due
volte
»
il teatro latino raffigura l’amore nella sua comica quotidianità, mettendolo in
luce come un
sentimento cieco, incostante ma nello stesso
tempo tenace e caparbio
- filosofia
» ricerca della verità della vita dell’uomo attraverso l’uso della ragione
»
da cosa si genera la vita? Qual è il principio della vita? (acqua, infinito,
aria,
l’armonia dei contrari…) come si è generato
il creato? » naturalisti
»
può la ragione indagare sulla natura delle cose sull’uomo? » presupposto della
filosofia
» cos’è
l’anima? Qual è la natura dell’uomo? » Socrate, Platone, Aristotele, Epicuro,
lo Stoicismo
»
qual è il retto agire umano? Cosa deve perseguire l’uomo? Chi è il saggio? »
etica
»
come si arriva a conoscere? Che ruolo ha la conoscenza nella vita? » Atomisti,
Gorgia, Socrate,
Platone, Aristotele
»
da cosa è costituito l’uomo e le cose della realtà? Tutti i filosofi
» cosa
è vero? Cosa è falso e illusorio? Esiste una verità universale? Come si concilia
con la
diversità di ciascun individuo? » Parmenide,
Protagora, Gorgia, lo Stoicismo
»
esiste Dio? Com’è fatto? Che rapporto ha con l’uomo e con il creato/la realtà?
» Platone, Aristotele,
Epicuro, lo Stoicismo
»
la realtà è stata creata? » Aritstotele, Platone
»
che valore ha la legge e la politica? Qual è lo stato ideale? Cos’è lo stato? »
Protagora, Ippia,
Callicle, Trasimaco, Antifonte, Platone,
Aristotele, Epicuro, lo Stoicismo
»
cos’è la virtù e quali sono le virtù necessarie per vivere davvero? Protagora,
da Socrate in poi
»
cos’è la felicità e che ruolo occupa nella vita dell’uomo e nell’uomo stesso?
Da Socrate in poi
»
da cosa nasce il male? Perché esiste? Perché l’uomo fa il male? Da Socrate in
poi
» cos’è
la libertà? Socrate, Platone, Aristotele (non c’è però il concetto di “libero
arbitrio”)
»
cos’è l’amore e che importanza ha per l’uomo? È un bene? » Platone, Epicuro, Stoicismo
»
cos’è la bellezza? » Platone, Aristotele
»
esiste una realtà che va oltre quella materiale? » Platone, Aristotele
»
c’è qualcosa di immortale e di perfetto? Perché tutto è destinato a morire?
»
perché l’uomo desidera?
IL LORO MODO DI
VIVERE
» la società della colpa e
della vergogna, per i greci, e virtus belli, per i latini, indicano
l’importanza
del valore in battaglia, delle proprie
capacità, in quanto indicatori del valore personale
» l’uomo è soggetto a forze
che sono al di sopra delle sue capacità, come Àte e Anànke nel mondo
greco (la Necessità, il volere di Zeus da
cui non ci si può sottrarre)
» la vera compagnia è
costituita da coloro con cui condividi la vita e la morte (ἐταίρος)
» importanza della patria che
si manifesta nell’orgoglio della propria grandezza (il mito dell’impero romano
per i latini, la consapevolezza della
magnificenza delle πόλεις per i greci) e come l’avversione nei confronti
dell’estraneo, che è inferiore (disprezzo
dei Persiani nelle guerre persiane manifestato anche nell’arte
attraverso la lotta tra l’ordine e il
disordine raffigurati nelle decorazioni degli edifici sacri; cerimonia dei
trionfi per il mondo latino, in cui si
avvilisce il nemico)
» la vita è scandita dal
rapporto con gli dei, a cui se non si obbedisce, se non ci si fida di loro e se
si va contro
di loro, l’uomo perde qualcosa di sé e viene
punito
-
Didone
» va contro il volere di Zeus, contro il destino di Enea e le proprie
responsabilità, così muore
-
Achille
accetta l’ordine di Atena di non uccidere Agamennone perché sa che quello che
riceverà dall’obbedienza sarà 100 volte di più
-
Telemaco, che attende a casa il padre, si fida della guida di
Atena nelle diverse vicende della telemachia
-
struttura
della stessa città con l’acropoli, la cui posizione nello stesso tempo richiama
il cittadino al culto in ogni azione quotidiana, e gli dà l’impressione di
protezione divina
-
Ipponatte,
il giambografo, addirittura prende in giro un dio (Plutone, Ermes)
e, sminuendo il ruolo divino per esaltarlo, testimonia una certa familiarità
con la divinità
» importanza della figura
dell’eroe, che è l’uomo più vicino agli dei, e che è come testimone di virtù
che
l’uomo è chiamato a perseguire per
raggiungere la pace e la saggezza
-
μήτις:
capacità mentale di adattamento e di comprensione di ogni circostanza
-
un
eroe non cancella i propri sentimenti (infatti Achille nell’Iliade piange
spesso, ma non viene deriso per questo, anzi suscita nel lettore compassione
nei suoi confronti)
-
l’arte
è mezzo di diffusione di questi valori etici, con la raffigurazione di uomini
in nudità eroica
-
l’eroe
deve essere abile e bello, di conseguenza portatore di ciò che è buono
» importanza e rispetto
del’anziano, che è più vicino alla saggezza a causa della maggiore esperienza
vissuta
» importanza del rito (banchetto,
sacrifici che se non sono eseguiti nel modo corretto scatenano l’ira degli dei,
rito funebre, rito dell’ospitalità) e della gestualità
(gesto del supplice di Teti a Zeus) in quanto
testimonianza di un’attenzione alla modalità
migliore e più bella di svolgere le azioni, una cura formale
» importanza dell’educazione
-
per
convincere Achille viene mandato il suo pedagogo Fenice)
-
complessa
e severa struttura dell’educazione di Sparta
-
importanza
della famiglia soprattutto nella cultura latina, dove il pater familias ha
potere assoluto nei confronti dei familiari, e con il tempo assumerà anche
potere politico (senatori sono famiglie arricchite)
-
per
il mondo greco il teatro è un importante momento comunitario aperto a tutta la
popolazione, senza differenza di censo, che era occasione di comunicazione di
un messaggio, cioè di educazione comune
» valore della vendetta in
quanto ripaga chi è stato privato di qualcosa, onora ciò di cui è stato privato,
è
quindi un modo per riscattarsi da
un’ingiustizia ricevuta
-
nell’Iliade,
alla morte di Patroclo, il migliore amico di Achille, questo si vendica su di Ettore
uccidendolo a sua volta e beffeggiandolo quando muore (ἐυχός è l’atto dello
schernire)
-
nella
saga degli Argonauti, Medea, per vendicarsi di Giasone che ha tradito il suo
amore, uccide la sua nuova amante e i suoi stessi figli, dandoli come pasto a
Giasone
» tentativo di raggiungere la
perfezione e, in ciò, di avvicinarsi alla divinità
-
i greci
ricercavano in ogni opera, edile o artistica, di raggiungere quella perfezione
che vedevano manifestarsi in una legge naturale; viene testimoniata con
l’applicazione della matematica sia nello studio e costruzione dei templi, sia
nella scultura (sezione aurea)
-
la
Venere di Crizios è la testimonianza del tentativo di rendere la divinità umana
affinché sia più vicina, più tangibile e raggiungibile dall’uomo. Anche la
modificazione della cella dei templi, che diventa sempre più aperta e visibile
ai fedeli ne è testimonianza.
-
la
matematica è l’applicazione della perfezione divina, che, applicata allo studio
della realtà, riesce a far carpire all’uomo il disegno con cui la realtà è
stata progettata. Questo si può riscontrare nello studio dell’astronomia, che è
impregnato di osservazioni e concetti matematici
-
nella
letteratura questo è riscontrabile nella descrizione del rapporto materno tra
Teti ed Achille, in cui la ninfa è proprio come una madre umana
» importanza della tradizione
-
Sparta
era così fondata sulle sue tradizioni, e così restia a cambiarle, che ciò fu il
motivo della sua rovina: quando una popolazione non si rinnova più, muore nei
legami che si è creata
-
Per
i romani il mos maiorum era il fondamento dell’identità latina; pur
essendo aperti alla novità e al diverso (come viene testimoniato anche
nell’eclettismo in arte) gli elementi esterni venivano giudicati e a loro volta
accettati, modificati o scartati dalla propria concezione e cultura secondo il
paragone con la propria identità e tradizione, il proprio codice morale
MODO DI
OSSERVARE LA REALTA’ E DI COMUNICARLA
» realtà viene letta come
segno dell’intervento divino
-
fin
dagli inizi della civiltà greca era fondamentale il ruolo dei sacerdoti, degli
auguri (che interpretavano il volere divino tramite il volo degli uccelli)
-
nella
letteratura latina, Virgilio descrive l’episodio di Laocoonte e di come
l’intervento dei serpenti è stato letto in modo erroneo dalla popolazione
troiana, segnando così la propria fine
» filosofia: osservazione
della realtà con la tensione a carpire la ragione che la muove
» la natura del mondo è
raffigurativa, specchio della natura dell’uomo
-
nell’Eneide
la tempesta descritta prima dell’incontro tra Enea e Didone ne prefigura la
relazione
-
un esempio
contrario è la Saturnia Tellis, una donna che nella storia dell’arte romana rappresenta
la fertilità della terra personificandola
-
IV
ecloga delle Bucoliche: la natura è stupefatta, gioisce anch’essa per l’arrivo
del bambino, e la sua splendidezza si riflette in quella della natura, tutto
rinasce più bello dopo che è nato il bimbo, tutto è fertile e la fatica non è
più necessaria, la pace passa anche attraverso l’armonia tra natura e uomo
-
nella
saga tebana, al matrimonio tra Giocasta e colui che scoprirà essere suo figlio,
Edipo, si scatena una pestilenza a Tebe; chiamando l’indovino i due comprendono
la natura di questo evento, segno di qualcosa di turpe tra di loro, un errore
commesso » la realtà rispecchia ciò che è interno all’uomo
» destino è ciò che determina
il mio modo di vedere ciò che accade, termine di paragone continuo
» la realtà è positiva per i
latini, perché, anche quando appare dura nella sua natura, non è ingiusta o
contro
l’uomo perché l’uomo trova sempre la forza
di affrontarla (pensiero di Virgilio nelle Georgiche); i greci,
come Primo Levi nel suo libro Se questo è
un uomo, danno la responsabilità di ciò che accade alla μοῖρα,
alla Necessità o all’Intelligenza o al caso
(a seconda del periodo storico), cioè la forza maggiore che regge
tutto il cosmo a cui anche gli dei si devono
sottomettere. Questa volontà superiore può essere portatrice di
beni o di mali, ma l’uomo non potrà mai
conoscere il criterio per cui gli uomini vengono scelti per il bene o
per il male. È presente un’idea di
predestinazione che assomiglia a quella del calvinismo.
» la realtà è bella e l’uomo
è fatto per la bellezza, tanto che la ricerca continuamente in ogni cosa
-
per
i greci ciò che è ordine è bene, se è bene è anche bello. Ricerca dell’ordine
che è parametro di bellezza sia nell’arte, sia nel governo della città (la
struttura di governo era stabilita e precisa)
-
καλοσκαγαθός
= bello e buono. Per i greci ciò che è bello è necessariamente buono così ciò
che è brutto è necessariamente portatore di male (es: Tersite). Questo completa
il concetto di società della colpa e della vergogna
-
per
i romani ciò che è utile è bene, ciò che bene è bello (infatti l’arte non si è
sviluppata subito, perché accessoria e non indispensabile, nascerà solo con
l’incontro con la cultura greca)
» modalità di comunicazione »
la poesia, che giunge a tutti attraverso l’operato degli aedi
» il
mito, che appartiene al sapere popolare ed ha funzione didascalica
attraverso l’allegoria e la metafora
» dialettica
e la retorica nel metodo filosofico che punta sulla logica e la ragione
» il dialogo tra gli uomini (es: Socrate)
» nella lingua, la modalità
di comunicazione e di osservazione della realtà passa attraverso il verbo
-
in
greco, una delle cose più interessanti è l’aspetto verbale, che rimanda ad una
preoccupazione dei Greci non di indicare il momento preciso in cui è avvenuta l’azione,
ma la durata dell’azione stessa. Per questo si ha la divisione dell’aspetto,
che è il punto di vista con cui viene considerata l’azione, in assoluto (quando
il tempo è sciolto dai legami temporali), durativo (azione considerata nel suo
svolgersi, nella sua durata), compiuto (azione vista come conseguenza di un’altra
passata oppure conclusa in sé)
-
il
latino invece è molto più preoccupato di definire il tempo preciso in cui si
svolge l’azione, e che rapporto temporale ha l’azione espressa dal verbo con
altre azioni espresse da altri verbi
POLITICA E
RAPPORTI CON GLI ALTRI POPOLI
» importanza del bene comune
-
De
bello gallico e De bello
civili testimoniano che per il bene del popolo è qualche volta necessario sorpassare
le leggi e lasciare che si affermi un singolo
-
Nelle
versioni degli storici greci è evidente come il popolo sostiene chi ha
intenzione di perseguire il bene comune e non il bene proprio (come anche l’allegoria
e gli effetti del buon governo di Ambrogio Lorenzetti testimoniano in
positivo e gli effetti del cattivo governo in negativo)
» importanza di chi detiene
il potere, anche della sua figura
-
nell’arte
latina è lampante, per esempio nei ritratti e nel fatto che è stato costruito
il mausoleo di Augusto, il pantheon, in cui la posizione dell’imperatore era
segno di come il suo potere e la sua personalità recassero beneficio a tutti e
fossero assegnati per volere divino
-
competizione
che ciascun imperatore aveva nel tentativo di costruire un foro più grande dei
suoi predecessori, a partire da Cesare » esaltazione personale come conferma
della grandezza di un popolo
-
celebrazione
dei personaggi politici romani sia in poesia, sia nell’arte, come testimonia il
fregio superiore che corre lungo i due lati maggiori dell’altare dell’ara
pacis
-
nella
letteratura greca, nel III libro dell’Odissea, Telemaco si reca da Nestore e
viene accolto da Pisistrato, unico testo in cui viene presentato in questi
panni per celebrarlo e onorarlo
» esiste una legge naturale
che compensa e supera la legge della città
-
Cicerone
nella Pro Milone afferma che la debolezza legislativa è compensata dall’istinto
innaturale dell’uomo, cicerone traduce in azione ciò che viene teorizzato nel De
officis
-
Nella
saga tebana, la sorella di Polinuce, Antigone infrange la legge della città personificata
nello zio, che ne aveva preso il potere, per una legge naturale: quella di
amore verso i parenti
» importanza della comunità,
dell’unione tra gli uomini che condividono il luogo in cui vivono e le
tradizioni
-
La
πόλις è la struttura organizzativa che ha favorito nei greci il sentimento di
appartenenza ad una comunità in cui l’uomo greco si identificava completamente,
come fosse parte di sé
-
La
πόλις stessa offriva in diversi ambiti occasione di rafforzamento della
comunità come la presenza stessa dell’ἀγορά, luogo d’incontro per eccellenza,
il teatro che era aperto a tutti senza distinzione di censo, la cui
partecipazione veniva incentivata dal fatto che lo spettatore veniva pagato in
moneta del lavoro che durante la giornata non aveva compiuto per venire a
teatro. Le gare olimpiche, i banchetti, le stesse tradizioni nel vestire e i
diversi dialetti, specifici di ogni luogo ne sono altri esempi.
-
La modalità
di combattimento cambia: da duello tra singoli, come gli eroi, ad un
combattimento a falange, cioè file compatte e serrate che sfondano il nemico. C’è
inoltre un nuovo soldato: l’oplita, che combatte a piedi con uno scudo grande e
rotondo che copre metà dell’uomo che lo porta e metà dell’uomo che sta alla sua
sinistra, cosicché ciascuno era protetto solo se l’atro era attendo a
difenderlo. È naturale che si va a creare così uno stretto legame tra i
compagni d’arme, che diventano persone con cui si condivide la vita e nelle cui
mani si affidava la propria vita
» per greci democrazia come
miglior modo di gestire il potere per il bene comune; per romani prima il re,
poi
l’imperatore, è la stessa personificazione
del potere divino, dell’essenza di Roma, l’obbedienza al quale
garantisce l’esistenza e la grandezza
dell’Impero romano
» eclettismo romano: apertura
al diverso, che non è un male ma un’occasione di arricchimento, tuttavia con
una selezione, una ragione, cioè scegliendo
o cambiando secondo la propria cultura, la propria mentalità, la
propria necessità, utilità (per i greci ciò che era nuovo veniva
allontanato perché si temeva di recidere i
legami con la tradizione: ciò che è
tradizione, ciò che è antico, è buono)
» importanza del servizio
militare
-
nel
mondo greco potevano combattere solo coloro che potevano permettersi l’armatura,
e la guerra era ricercata come prova per l’esaltazione del valore personale,
occasione di mostrare le proprie abilità. Era tanto ambita quanto esclusiva, perché
accessibile solo a coloro che avevano un certo reddito
-
il
modello dell’oplita propone un’ideale di combattimento non per sé, ma per la
patria, in quanto, se uno lasciava la fila, comprometteva anche la vita dei
compagni
» rapporti con i popoli
conquistati e concetto di cittadinanza
-
romani
» la cittadinanza è l’appartenenza alla comunità politica rispettando le leggi
della repubblica;
non c’è quindi nessun
criterio di esclusione, ma un’apertura maggiore allo straniero
» municipii, che si
dividono in città totalmente incorporate a Roma, i cui cittadini diventano
cittadini romani, quindi
con tutti i diritti (cives optimo iure); poi ci sono città in cui
vengono
riconosciuti i diritti
civili ma non quelli di partecipazione politica (cives sine suffragio)
» socii, ovvero città alleate tenute ad
appoggiare la politica estera romana dando un contributo
con il proprio esercito
militare, ma senza esser obbligate ad ulteriori tributi
» provicia, ovvero città che
non ha diritti civili, né politici, né obblighi militari; è tenuta ad una
totale sottomissione nei
confronti dei governatori inviati da Roma e di quelli del luogo. Ha
l’obbligo di pagare un
tributo
-
greci
» fanno della nascita e del “sangue” l’elemento per godere dei diritti di
cittadinanza
» l’aumento
della popolazione e le poche risorse, insieme al desiderio del ceto mercantile
di
arricchirsi attraverso commerci sempre più
estesi, causano la colonizzazione, che spingerà i
naviganti greci fino alle coste della
Sicilia, dell’Italia meridionale, nell’Africa, dell’Asia, della
Spagna: iniziativa che verrà incentivata
dallo stesso governo. Pur nell’autonomia mantenevano
uno stretto rapporto con la madre patria
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