GOTTFRIED WILHELM LEIBNIZ
L’ORDINE
CONTINGENTE DEL MONDO
- Pensiero che domina tutta la sua
riflessione: esiste un ordine non geometricamente
determinato e quindi necessario ma spontaneamente organizzato e quindi libero
(riconciliare l’ordine di Spinoza con la libertà)
»
il punto di partenza di Leibniz è ricercare questo ordine in tutti i campi
dello scibile
-
Differenza con Spinoza
»
per Spinoza c’è un solo ordine univoco e necessario, che è Dio
»
per Leibniz c’è un ordine contingente, frutto di una scelta (presenta
Dio come colui che ha scelto, tra i
vari ordini possibili dell’universo, il
migliore cioè il più perfetto, essendo Dio stesso perfetto)
»
Leibniz include la possibilità di una scelta (divina e umana)
-
Spirito di conciliazione
» questo
ordine sta alla base della ricerca di un’arte combinatoria che possa conciliare
1. meccanicismo e finalismo
2. materialismo e spiritualismo
3. scienza e metafisica
4. filosofia moderna (influenzata da
rivoluzione scientifica) e ontologia degli antichi (fino a scolastica)
»
vuole trovare un ordine universale fondato sulla libertà e sul rispetto
della pluralità
»
ciò spiega la linea della sua proposta politica, basata sulla pace, e la sua
volontà di riconciliare le Chiese
-
Distinzione tra piano filosofico-metafisico e piano scientifico
» piano
filosofico-metafisico » spiega la realtà nel suo insieme e nei suoi aspetti
sostanziali e finalistici
» è quello perseguito dalla filosofia scolastica
» piano
scientifico » spiega la natura nei suoi aspetti fenomenici di tipo
matematico e meccanicistico
» gli deriva
dalla rivoluzione scientifica
»
si vede qui il tentativo di mediazione o di sintesi tra l’antico e il nuovo
VERITA’ DI RAGIONE
E VERITA’ DI FATTO
- Opera di Leibniz è diretta a
giustificare la possibilità di un ordine contingente
»
dimostra che “ordine” non significa “necessità”
»
la necessità è solo nel mondo della logica non nel mondo della realtà »
ordine reale non è mai necessario
»
distingue due tipi di verità corrispondenti a due piani della realtà, uno
logico e uno reale
-
Verità di ragione
»
sono necessarie
»
delineano il mondo della pura possibilità, molto più vasto ed
esteso di quello della realtà
» non
riguardano la realtà: non dicono nulla circa la realtà esistente di fatto
»
non presuppone una corrispondenza col reale (es: leggi matematiche)
» sono
identiche (nel senso che il loro predicato non fa che ripetere ciò che è
già contenuto nel soggetto)
»
sono fondate sui principi di identità (ogni cosa è ciò che è) e di non
contraddizione (una proposizione è
vera o falsa, quindi non può essere vera e
falsa o né vera né falsa contemporaneamente)
»
non possono derivare dall’esperienza quindi sono innate (no innatismo
platinico perché non sono presenti
in me come oscure percezioni che
l’esperienza rende attuali, ma sono chiare da sempre)
-
La critica a Locke
» Leibniz
si oppone alla critica dell’innatismo di Locke
»
afferma che le idee innate non sono totalmente consapevoli, ma confuse e oscure
»
sono piccole percezioni, possibilità o tendenze che l’esperienza renderà
attuali, chiare, distinte
-
Verità di fatto
» sono
contingenti » concernono la realtà effettiva
»
delimitano il dominio ristretto della realtà nel campo molto più esteso del
possibile (non posso scostarmi
dal dato d’esperienza su cui si fondano le
verità di fatto) » è un sottoinsieme delle verità di ragione
» non
sono fondate sui principi d’identità e di non contraddizione (il
loro contrario è possibile)
»
sono fondate sul principio di ragion sufficiente » nulla si verifica
senza una ragion sufficiente, senza che
sia possibile dare una ragione che basti a
spiegare perché è così e no altrimenti
»
la ragion sufficiente non è una causa necessitante ma un principio di
ordine e concatenazione delle cose
»
il predicato non è uguale al soggetto, che però deve contenere la
ragione sufficiente del suo predicato
-
I mondi possibili e la scelta divina
»
Dio ha scelto un ordine che includa la scelta libera
»
la ragion sufficiente che spiega perché solo questo mondo è reale è che
esso è il migliore di tutti i mondi
possibili » quindi Dio nella sua perfezione
non poteva che fare questa scelta (sceglie per inclinazione)
» non
implica necessità assoluta ma l’atto della volontà di Dio: ha liberamente scelto
secondo la sua natura
» la
ragion sufficiente inclina senza necessitare
-
Causa finale
»
il principio di ragion sufficiente implica la causa finale » si stacca
da Cartesio e da Spinoza
» si
riallaccia alla scolastica
» se Dio ha creato questo mondo xk è il
migliore significa che ha agito secondo un fine (vera causa della
sua scelta), cioè Dio ha creato il mondo
per in fine » in Dio necessità ed inclinazione coincidono
LA SOSTANZA
INDIVIDUALE (concetto centrale della sua
metafisica » riprende termine nella scolastica)
-
Sostanza individuale = soggetto reale, esistente
»
la natura di una sostanza individuale è di avere una nozione così compiuta da
essere sufficiente a far
comprendere e dedurre tutti i predicati del
soggetto (es: Alessandro Magno)
-
Conoscenza umana e divina
» l’uomo
non ha mai la nozione compiuta di una sostanza individuale
»
l’uomo deve desumere dall’esperienza o dalla storia gli attributi
di una sostanza individuale
» Dio
ha una conoscenza perfetta, è in grado di individuare nella nozione di una
sostanza la ragion
sufficiente di tutti i suoi predicati » conoscenza
immediata, conosce tutto a priori
» Dio
conosce il destino di tutte le sostanze individuali » non vuol dire che la
s. individuale sia necessitata
»
ciascuno segue l’inclinazione della propria natura in modo inevitabile
»
la natura di ciascuna sostanza risponde all’ordine generale dell’universo
voluto da Dio
»
libertà è ridotta all’inclinazione verso qualcosa che corrisponde alla natura e
all’ordine generale
»
tutti gli attributi di una sostanza individuale sono deducibili in modo
infallibile dalla sua nozione
»
finisce per modellare le verità di ragione su quelle di fatto
FISICA E METAFISICA
-
Principio della continuità
» è
il principio per cui «la natura non fa mai salti»
»
es: per passare dal piccolo al grande bisogna passare attraverso infiniti gradi
intermedi
»
di conseguenza rifiuta l’atomismo: il processo di divisione della
materia non può fermarsi ad elementi
indivisibili, come sarebbero gli atomi, ma
deve procedere all’infinito
-
La forza come elemento originario del mondo fisico
»
si accorge che il principio cartesiano dell’immutabilità della
quantità di movimento era falso
»
bisogna sostituirlo con il principio della conservazione della forza (o
azione motrice)
»
ciò che rimane costante nei corpi non è una quantità di movimento ma una
quantità di azione motrice (è
l’odierna energia cinetica = massa x
velocità^2)
»
il movimento consiste nella semplice traslazione nello spazio » non può
produrre effetti
»
il movimento non è reale di per sé, come lo spazio ed il tempo
» li considera enti di ragione con cui
esprimiamo i rapporti di coesistenza e
successione delle cose, non costituiscono la realtà, solo la forza
»
movimento, spazio, tempo sono modalità con cui le cose appaiono alla mia mente
»
la forza è la vera realtà dei corpi, ciò che si conserva non è il movimento ma
la quantità di azione motrice
-
La forza come principio metafisico fonda le leggi della fisica
»
il concetto di forza gli serve per oltrepassare il meccanicismo
»
accetta il meccanicismo cartesiano come una spiegazione provvisoria: ammette
che tutto nella natura di
possa spiegare con le nozioni di figura e
movimento, ma le fa discendere da qualcosa di superiore
» la
forza è il superiore principio metafisico che fonda le leggi della fisica
»
ripresa della scolastica: esiste un’essenza e sostanza che però viene legata ad
una questione scientifica
» l’essenza
non è più in termini aristotelici ma matematici
» forza
passiva » resistenza che il corpo oppone alla penetrazione del movimento
(da qui nasce la materia)
» forza
attiva » è la vera e propria forza, è tendenza all’azione
» intesa come una perfezione
avente in sé il principio del proprio agire (entelechìa aristotelica)
-
La forza come elemento di natura soprannaturale
» risolve
la realtà fisica in una realtà incorporea (la forza passiva, che sarebbe la
massa, non è corporea)
»
l’elemento costitutivo della natura è quindi di natura spirituale
»
viene negato il dualismo cartesiano tra res extensa e res cogitans
» non esistono né estensione né materia
»
tutto è spirito e vita perché tutto è forza
L’UNIVERSO
MONADISTICO
- A cosa gli serve introdurre la monade?
»
questo concetto gli permette di estendere al mondo fisico il proprio
concetto di ordine contingente
»
con questo concetto unifica quindi mondo fisico e mondo spirituale
- Caratteristiche della monade
» monade
= è un atomo spirituale, una sostanza semplice, senza parti, priva di
estensione, indivisibile
» è un punto di forza in cui
convergono forze diverse
1. ogni monade è diversa
dall’altra » non esistono due
esseri perfettamente uguali
» principio dell’«identità degli
indiscernibili», se ci fossero due cose uguali sarebbero della stessa
sostanza » c’è sempre una differenza interiore,
sostanziale, qualitativa
» due cubi uguali esistono solo in
matematica, come verità di ragione, non nella realtà
2. le monadi non possono
influenzarsi a vicenda
» ogni
monade è un mondo chiuso in se stesso (stanza priva di finestre = no
comunicazione)
» ciascuna
monade ha presente le altre monadi in maniera ideale, come rappresentazione
»
ogni monade è uno «specchio vivente dell’universo» da un particolare e
specifico punto di vista
»
la monade è un centro attivo di rappresentazioni
3. la monade è costituita a
somiglianza della nostra anima
»
due attività fondamentali » percezione: attività rappresentativa
» appetizione:
il tendere da una percezione all’altra
» l’appercezione
è una percezione cosciente di sé (percepire con la consapevolezza di percepire)
»
solo le monadi più elevate («anime») hanno capacità di
appercezione
»
la nostra anima ha delle piccole percezioni di cui non abbiamo coscienza
»
afferma che il filosofo riconosce che l’anima pensa sempre » si oppone a
Cartesio e Locke che
identificano il pensare con la coscienza di
pensare (Leibniz distingue)
4. i gradi di perfezione
delle monadi sono determinati dai gradi delle loro percezioni
» Dio
» è la «monade delle monade» perché ha appercezione massima e totale
» rappresenta il mondo da tutti i
punti di vista
» monadi
create » sono finite per natura
» rappresentano il
mondo solo da un particolare e determinato punto di vista
» non rappresentano
la totalità dell’universo con lo stesso grado di chiarezza
» le percezioni delle monadi
create sono sempre confuse
» monadi
pure/semplici = monadi create che possiedono soltanto percezioni confuse
» anime
degli animali » costituite da monadi fornite di memoria
» va contro
Cartesio affermando che gli animali non hanno anima
» spiriti
umani » costituiti da monadi forniti di ragione
-
La materia
»
anche la materia è costituita da monadi » la materia è un aggregato
di sostanze spirituali (non è corporea)
» è
infinitamente divisibile, scomponibile in infiniti elementi ultimi (le
monadi) che non hanno corporeità
»
quindi la natura della materia è spirituale, formata da «punti metafisici»
- Materia prima e materia seconda
»
la materia prima è la potenza passiva,
la forza d’inerzia o di resistenza
» la
materia seconda è la materia intesa come aggregato
di monadi
»
materia prima e materia seconda sono due facce della stessa medaglia,
insieme costituiscono la monade
»
nelle monadi superiori (anime umane) la potenza passiva è l’insieme delle
percezioni confuse, che
costituisce ciò che vi è di imperfetto
nelle monadi spirituali create
-
Azione e passione nella monade
» consideriamo
azione ciò che avviene alla sostanza spontaneamente, e dalla sua
stessa natura
» quindi
da un punto di vista metafisico ogni sostanza non fa che agire poiché tutto
dopo la creazione le
proviene da sé e non subisce l’azione di
alcuna altra sostanza
» consideriamo
ora azione un esercizio di perfezione, e la passione è il contrario
»
quindi non vi è azione se non quando la percezione acquista
consapevolezza, diviene distinta
» c’è
passione quando la percezione diviene più confusa » esse
indicano la nostra imperfezione
» le
percezioni confuse nelle monadi spirituali corrispondono all’impenetrabilità nelle
monadi corporee
»
la perfezione, la forza consiste nei nostri pensieri distinti
-
Anima e corpo
»
il corpo umano e animale è materia seconda, aggregato di monadi
»
questo aggregato è tenuto insieme e dominato da una monade superiore,
l’anima (monade dominante)
»
tra corpo e anima non c’è diversità sostanziale o metafisica (solo nei gradi
di chiarezza delle percezioni)
» tuttavia
ammette che seguono leggi indipendenti » i corpi agiscono tra loro
secondo leggi meccaniche
» le anime
agiscono secondo le leggi della finalità
»
non si può spiegare l’azione dell’anima sul corpo o viceversa, quindi l’anima e
il corpo seguono leggi
separate, senza che le leggi di una turbino
quelle dell’altra » problema: come si spiega il loro rapporto?
- Il problema dell’accordo
reciproco delle monadi (problema
visto più in generale)
» tutte
le monadi sono perfettamente chiuse in se stesse senza la possibilità di
comunicare tra di loro
»
sono legate tra di loro nel fatto che ognuna costituisce un “aspetto” particolare
del mondo, cioè hanno
una rappresentazione più o meno chiara di
tutte le altre monadi (che infatti costituiscono l’universo)
» es:
sono tante vedute di una stessa città, si accordano ad esprimere la veduta
globale dell’universo
»
solo Dio abbraccia la visione completa, globale di tutto l’universo
» ciascuna
monade rappresenta dell’universo il corpo di cui è entelechia in modo
più distinto
»
le monadi di uno stesso corpo avranno questa caratteristica in comune
che le avvicina
- Problema della
comunicazione tra anima e corpo (3
maniere di spiegare loro legame)
»
premessa: paragoniamo anima e corpo a due orologi
1. ipotizza l’influenza reciproca
dell’uno sull’altro » dottrina della filosofia volgare
»
urta contro la tesi dell’incomunicabilità tra le monadi e l’affermazione delle
loro leggi eterogenee
2. la maniera dell’assistenza » è
propria del sistema delle cause occasionali
»
due orologi, anche cattivi, possono essere tenuti in armonia da un orologiaio
che provveda a regolarli
»
questo sistema ha la pecca di introdurre il Deus ex machina in campo
naturale e ordinario
» Dio
non deve intervenire nella quotidianità
3. dottrina dell’armonia prestabilita
» resta
solo che i due orologi siano stati costruiti con tanta perfezione che siano
sempre in accordo
»
anima e corpo seguono le proprie leggi in un’armonia prestabilita da Dio
all’atto della creazione
»
es: per armonia prestabilita nell’anima entra dolore quando ci facciamo male al
corpo
INNATISMO
-
Innatismo totale
»
parte dal dire che l’anima è un «automa immateriale» perché la sua vita si
sviluppa dall’interno con
perfetta spontaneità, secondo una legge
inscritta nella natura stessa della monade che Dio creò così
»
la monade è tutta innata a se stessa giacché non può ricevere nulla
dall’esterno
» Dio
alla creazione programma la monade in modo che abbia già tutto inscritto e sia
autosufficiente
»
sono innati: verità di ragione, principi logici su cui si fonda, verità di
fatto, sensazioni
-
Innatismo virtuale
» le
verità di ragione non possono derivare dall’esperienza perché hanno una necessità
assoluta che le
conoscenze empiriche non possiedono » contro
l’empirismo di Locke (intelletto come tabula rasa)
»
le verità innate sono presenti alla mente non in modo attuale
bensì sottoforma di potenzialità o tendenza
»
es: l’anima è come un blocco di marmo in cui sono impresse delle linee
virtuali che delineano l’opera
d’arte contenuta in esso; con pochi colpi di
martello si elimina il marmo superfluo, e appare la statua
»
ciò che è già iscritto si compie nel tempo e attraverso un’azione necessaria
»
es: non posso stare chiuso in casa aspettando che la potenzialità si realizzi,
ma è necessario uno stimolo e
una mia azione, un mio movimento » diventa
atto con la presa di coscienza attraverso il ragionamento
» l’anima
ricava da se stessa le idee rendendo attuali le predisposizioni che
possiede con la riflessione
-
Oltre Locke, verso Kant
»
precede Kant: l’anima dispone di categorie (l’essere, la sostanza) che
i sensi non potrebbero fornirle
» corregge
l’assioma degli empiristi “nulla si trova nell’anima che non derivi dai sensi” aggiungendo
“excipe: nisi ipse intellectu”
cioè “a eccezione dell’anima stessa e delle sue attività”
»
innovazione: l’anima è innata a se stessa perché la monade esce dalle
mani di Dio compiuta nella sua
natura e determinata (ma non
necessariamente) in tutti i suo pensieri e in tutte le sue azioni
»
chiama quindi le monadi «folgorazioni continue» della divinità, perché
dipendono di momento in
momento da una illuminazione divina (intesa
come rivelazione improvvisa, lampadina che si accende)
DIO
-
Necessità di una teologia
»
affermando l’armonia prestabilita, sottintende un sviluppo teologico
»
nel suo sviluppo accoglie i temi della tradizione teologica, rielaborandoli a
suo modo
»
temi: problema della libertà, della predeterminazione, del male
-
Prove dell’esistenza di Dio
1. a posteriori (3° prova di Tommaso d’Aquino desunta dal rapporto
tra il possibile ed il necessario)
»
ricorre al principio di ragion sufficiente
» noi
facciamo esperienza di cose limitate, contingenti, non contengono nulla che
renda necessaria la
loro esistenza » Dio è la prima ragione
delle cose, è ragione di se stesso, quindi necessario ed eterno
2. Dio come intelletto, volontà e
potenza
» cosa
aggiunge a Tommaso d’Aquino? Che Dio ha creato il mondo migliore possibile tra
tutti quanti
»
questa scelta di Dio implica un intelletto per scegliere il mondo e una volontà
per metterlo in atto
»
tutte le varie possibilità per essere tali devono essere reali, quindi questa
scelta è necessaria, e quindi
l’esistenza di Dio è necessaria » la
possibilità dell’esistenza implica una realtà che deve esistere
»
esiste un solo mondo tra tutti i possibili quindi la ragione sufficiente di
esso non può che essere
costituita da un grande intelletto che ha le
idee di tutti i mondi possibili e da una volontà che sceglie
»
essi sono l’intelletto e la volontà di Dio
3. il rapporto tra Dio e le verità
eterne e di fatto
»
Dio è nello stesso tempo ragione sufficiente del mondo che esiste di fatto e di
tutti i mondi possibili
»
questo perché anche le pure possibilità si devono fondare su qualcosa di reale
»
si fondano sull’esistenza dell’essere necessario, la cui essenza implica
l’esistenza
»
Dio è quindi la fonte di ogni realtà, delle essenze possibili, delle verità
eterne
»
contro Cartesio: le verità eterne non dipendono dalla volontà divina ma
dall’intelletto divino
»
dalla volontà divina dipendono le verità di fatto
4. prova ontologica
»
elabora l’argomento di Anselmo d’Aosta utilizzando però il concetto del
possibile
» contro
Cartesio: si può dedurre l’esistenza (che è perfezione) da un essere perfetto
solo dopo aver
dimostrato che il concetto di questo essere
è possibile (cioè privo di contraddizioni interne)
» l’argomento
deve essere dalla possibilità di Dio alla sua esistenza, non dalla perfezione
all’esistenza
»
in Dio solo la possibilità e la realtà coincidono (per questo è necessaria la
sua natura)
»
non c’è dubbio che sia riconosciuto possibile data la totale assenza di
limitazioni che lo caratterizza
I PROBLEMI DELLA
TEODICEA
-
Il problema del male
»
già i filosofi antichi hanno dovuto conciliare l’idea di un dio buono con la
presenza del dolore e del male
»
conia il termine “teodicea” » indica la giustificazione di Dio
» cioè il
tentativo di scagionarlo dall’accusa di essere responsabile del male
- Distinzione tra tipologie
di mali (si rifà allo schema agostiniano)
» male
metafisico: implicito nella limitazione delle creature (deficienza
dell’essere)
»
male morale: coincide con il peccato o una colpa (quello che rende
necessaria la giustificazione)
» se è voluto da Dio
allora Dio non è massimamente buono
» se c’è senza che Dio
possa impedirlo, allora Dio non è onnipotente
»
male fisico: può derivare dal male metafisico (conseguenza di una natura
imperfetta)
: può derivare dal male
morale (punizione di una colpa)
-
Volontà divina e il male
»
questione del male morale viene affrontata con la “regola del meglio”
(norma dell’azione divina)
» in
Dio c’è » una “volontà eccedente” che vuole il “bene in sé”
» “volontà conseguente”
che sceglie il meglio, scontrandosi con il princ. di non contraddizione
»
Dio vuole il bene assoluto (il “bene in sé”), in quanto buono, quindi vuole
(volontà eccedente) far
esistere ogni cosa massimamente buona
(libertà, assenza di colpa)
» problema:
la libertà umana non può coesistere con l’assenza di colpa totale
» non possono essere
realizzati entrambi in maniera assoluta, neppure da Dio
» perché anche Dio deve
sottostare al principio di non contraddizione
»
violerebbe legge logica necessaria: per questo crea non un mondo perfetto ma il
migliore possibile
»
il mondo migliore è quello che contiene sia il bene della libertà che
dell’assenza di colpa, non assoluti
»
volontà permissiva di Dio si vede rispetto al peccato: lo permette in base
alla sua volontà conseguente
»
Dio non crea il peccato, ma l’uomo lo può scegliere grazie al libero arbitrio
-
La libertà umana
»
esiste un progetto divino, un destino che però non annulla la libertà dell’uomo
»
la predestinazione divina non elimina la libertà umana ma la
inclina verso la scelta del meglio
»
l’origine stessa dell’universo è libera e contingente, creato da un atto libero
della volontà divina
»
principio di ragion sufficiente orienta il mondo verso una direzione, che
consiste nel meglio possibile
» la
predeterminazione divina non è necessitante, ma inclinante » libertà dell’uomo
consiste nella tendenza
» la
scelta del meglio da parte delle creature è libera e responsabile (libertà
è poter scegliere anche il male)
»
punto centrale della ricerca di Leibniz = libertà dell’ordine universale