JOHN LOCKE
L’EMPIRISMO INGLESE
- Locke è il fondatore dell’empirismo
inglese = corrente della filosofia
moderna, a cavallo tra il Seicento e il Settecento, che si inscrive già nell’ambiente
illuministico (di cui costituisce una caratteristica di fondo)
»
concetto della filosofia come analisi del mondo umano nei suoi vari campi è
proprio dell’Illuminismo
- Matrici storiche » si innesta nella
tradizione del pensiero inglese (da Guglielmo Ockham)
» rappresenta un
punto d’incontro con il cartesianesimo (da cui desume concetti e
terminologia) e
con la rivoluzione scientifica (da cui ricava l’appello all’esperienza)
-
Caratteristica
principale dell’empirismo
» teoria
della ragione come insieme di poteri limitati dall’esperienza
»
esperienza intesa come » fonte e origine del processo conoscitivo »
riconnessione alla tradizione anti-
innatistica
del mondo occidentale (a comincia re da Aristotele)
» criterio
di verità (certificazione delle tesi dell’intelletto) » carattere + originale
-
Tendenza critica e antifinalistica
»
in antitesi al razionalismo, l’empirismo assume un atteggiamento limitativo nei
confronti delle possibilità
conoscitive dell’uomo » razionalismo: ragione
è criterio di verità che giustifica l’esperienza (il contrario)
» segue
un indirizzo anti-metafisico, perché esclude dalla filosofia quei problemi che
non sono accessibili
agli strumenti mentali di cui l’uomo dispone
» questa tendenza è esplicita solo in Hume
» Locke non taglia completamente i ponti con la metafisica
RAGIONE ED
ESPERIENZA
-
I limiti della ragione
»
la ragione non ha nessuno dei caratteri che Cartesio le aveva attribuito
» non
è infallibile » le idee di cui dispone sono in numero limitato o sono poco
chiare
» può accadere che
non si lascino concatenare in forma di un ragionamento
» può essere
tratta in inganno da falsi principi o dallo stesso linguaggio
» non
può ricavare da sé idee e principi ma deve ricavarli dall’esperienza
» l’esperienza
pone i limiti e le condizioni di azione della ragione
-
La ragione è comunque l’unica guida di cui l’uomo dispone per
orientarsi nella vita
» l’opera
di Locke è diretta a estendere il campo della sua azione a tutto ciò che
interessa l’uomo
» opera
Saggio sull’intelletto umano nasce dal bisogno di affrontare temi non strettamente
filosofici
»
quest’opera è un discorso tra amici: nella discussione si incontrano difficoltà
e non si trova una soluzione
ai dubbi » idea: è necessario esaminare le
capacità proprie dell’uomo, quali oggetti può considerare
-
L’indirizzo critico
» nasce
la prima indagine critica della filosofia moderna
» è
la prima diretta a stabilire quali siano le effettive possibilità
umane con il riconoscimento dei suoi limiti
-
L’esperienza come limite della ragione
» questi
limiti sono propri dell’uomo perché sono propri della sua ragione
» è
l’esperienza a fornire all’uomo il materiale usato dalla ragione, il sapere
umano
» materiale
= idee semplici, gli elementi di ogni sapere umano
»
la ragione può combinare le idee semplici in idee complesse e ragionamenti
»
in questa azione combinatrice deve comunque essere controllata dall’esperienza
» questo
controllo impedisce all’uomo di incamminarsi in problemi che sono al di là
delle sue capacità
» la
ragione guidata consente all’uomo di intendere i fondamenti della morale,
della politica e religione
LE IDEE SEMPLICI E
LA PASSIVITA’ DELLA MENTE
-
L’origine delle idee
» l’oggetto
della nostra conoscenza è l’idea (questo punto di partenza lo riprende da
Cartesio)
»
pensare = avere idee
»
ma le idee derivano esclusivamente dall’esperienza (fondamentale
limitazione rispetto a Cartesio)
»
quindi le idee non sono frutto di un’attività creatrice dell’intelletto, ma
sono passività di fronte alla realtà
»
la realtà è » esterna (le cose naturali) » da cui derivano le idee di sensazione (es: colori, percezioni
tattili..)
» interna (lo spirito
dell’uomo) » da cui derivano le idee di riflessione
(es: pensiero, dubbio…)
-
Critica dell’innatismo
» Locke
è fedele al principio Cartesiano secondo cui avere un’idea significa
percepirla, esserne cosciente
»
le idee non ci sono quando non sono pensate (il concetto di idea dice che per
esistere deve essere pensata)
» le
idee innate dovrebbero esistere in tutti gli uomini in quantità e qualità
uguale
»
dovrebbero esistere così anche nei bambini, negli idioti, nei “selvaggi”,
ma la realtà afferma l’opposto
» questi
soggetti contraddittori mostrano la falsità della teoria dell’innatismo
» ci
sono comunque dei principi innati che sono quelli logici di identità
e di non contraddizione
-
Idee semplici e idee complesse
» Locke
fornisce una classificazione delle idee dell’uomo, un inventario
sistematico
»
fa questo lavoro perché la conoscenza deriva dalle idee che derivano a loro
volta dalla realtà
» l’esperienza
ci fornisce solamente idee semplici
»
le idee complesse sono prodotte dal nostro spirito mediante la
concatenazione di varie idee semplici
»
l’intelletto ha la capacità di riproporre e riunire le idee semplici in modi
infinitamente diversi
»
la conoscenza umana è la costruzione che risulta da questa capacità di
combinazione
-
Limite ultimo dell’intelletto umano
» neppure
l’intelletto più potente può inventare o creare un’idea semplice nuova o
distruggerne qualcuna
»
questo è il limite insuperabile, ignorarlo o negarlo significa abbandonarsi a
sogni chimerici
»
su questa base compila un elenco di idee semplici che derivano dalla sensazione
-
Qualità primarie e secondarie
»
Locke distingue le sensazioni dalle qualità delle cose che le producono
» riprende
la distinzione usata da Galileo a Cartesio tra qualità soggettive e oggettive
» qualità
oggettive » le chiama «qualità originarie o primarie»
» definisce
“reali” perché esistono a prescindere dal fatto che vengano o meno percepite
» es:
estensione, figura, movimento…
» qualità
soggettive » le chiama «qualità secondarie»
» sono quelle
qualità che sussistono finché c’è un soggetto che le percepisce
» es: colori,
suoni, gusti…
L’ATTIVITA’ DELLA
MENTE
-
L’attività dello spirito
»
nel ricevere le idee semplici lo spirito è semplicemente passivo
» è
attivo nel servirsi di tali idee come materiale di costruzione (riunire
in vario modo le idee semplici)
»
l’attività dello spirito può dar luogo a idee complesse ed idee generali
-
Idee complesse
»
sono infinite di numero, ma si lasciano ricondurre a tre categorie
» modi » sono quelle idee non considerate sussistenti
per sé ma solo come manifestazioni della sostanza
» sostanze » idee complesse considerate come
sussistenti di per sé
» si ferma a considerare
questo concetto in maniera particolare
» il nostro intelletto è
portato inavvertitamente a considerare varie idee semplici costantemente
unite tra loro come
un’unica idea semplice, mentre sono diverse singole idee semplici
» il nostro intelletto è
quindi abituato a supporre un qualche substratum
» questa cosiddetta sostanza
però ha un carattere arbitrario perché supera la testimonianza
dell’esperienza e
quindi esce dalla possibilità di conoscenza dell’uomo
» vale sia per la sostanza
corporea che spirituale (substrato ignoto delle operazioni dello spirito)
» Locke non nega
l’esistenza della sostanza ma la possibilità per l’uomo di conoscerla
» sarà Berkeley a negare la
sostanza materiale, Hume a negare anche quella spirituale
» il concetto di sostanza
viene quindi escluso dall’indagine dell’empirismo
» relazioni » idee che scaturiscono dal mettere a
confronto più idee istituendo tra esse un rapporto
» esistono perché
l’intelletto non si limita a considerare le cose in maniera isolata
» quindi nascono le relazioni
e i rispettivi nomi
» relazioni fondamentali: causa,
effetto, identità, diversità
» l’identità
della persona » l’identità di un uomo è nella sua coscienza che accompagna
i pensieri
» l’uomo non solo percepisce ma percepisce di
percepire
» questa coscienza permette che le percezioni
costituiscano un unico io e
rappresentino di conseguenza l’unità della
persona
-
Idee generali
» non
indicano alcuna realtà ma sono segni di un insieme di cose particolari
» i
nomi generali sono segni di idee generali, che sono a loro volta segni di
gruppi di cose particolari
»
ciascun gruppo mette insieme cose particolari aventi una somiglianza
»
es: parola “uomo” non indica un’essenza o una realtà universale ma è segno di
tutti quegli esseri
particolari con caratteristiche simili; la
specie uomo è solo una parola adoperata nei discorsi al posto di
un gruppo di cose particolari
-
L’arbitrarietà del linguaggio
»
non è il primo ad affermare il carattere convenzionale del linguaggio
(dottrina nominalistica di Ockham)
»
filosofi precedenti » il nome è considerato un segno convenzionale al quale
però corrisponde un concetto
uguale per
tutti (arbitrarietà del significante)
» Locke
estremizza » l’idea generale è un segno di qualcosa a cui non corrisponde «nulla
di essenziale»
» aggiunge all’arbitrarietà
del significante anche quella del significato
»
nega che la realtà effettiva si possa conoscere perché la natura non offre
essenze ma similitudini
» i
generi e le specie sono strumenti classificatori, non sono strutture
dell’essere
»
la dottrina della conoscenza si riduce alla semiotica (dottrina dei
segni)
LA CONOSCENZA E LE
SUE FORME
-
La natura della conoscenza
» l’esperienza
fornisce il materiale della conoscenza ma non è la conoscenza stessa
» la
conoscenza non si riduce ad un possesso di idee ma consiste nella percezione
di un accordo o di un
disaccordo tra le varie idee
-
Conoscenza intuitiva
»
lo è quando l’accordo o il disaccordo di due idee è visto
immediatamente senza l’intervento di altre idee
» es:
si percepisce immediatamente che il bianco non è nero
»
la conoscenza intuitiva è la più chiara e la più certa che l’uomo possa
raggiungere
» è
quindi il fondamento della certezza e dell’evidenza di ogni altra
conoscenza
-
Conoscenza dimostrativa
»
lo è quando l’accordo o il disaccordo tra due idee non è percepito
immediatamente ma è reso evidente
mediante la concatenazione di idee
intermedie che chiama «prove»
»
la conoscenza dimostrativa consiste in una catena di conoscenza intuitive: ogni
passo di un ragionamento
che dimostra il rapporto tra due idee che
sembravano distanti consiste nel collegare queste due idee con
idee intermedie che a loro volta siano in
rapporto intuitivo
»
la certezza della dimostrazione si fonda quindi anch’essa sull’intuizione
» è
meno sicura » nasce la possibilità dell’errore quando le prove
diventano numerose
-
Conoscenza delle cose esistenti al di fuori delle idee
» nasce
un problema da questa impostazione: se la conoscenza si basa sulle idee e sui
rapporti tra idee,
come faccio a conoscere una realtà
diversa dalle idee? La conoscenza non diventa, così, astratta?
»
afferma quindi che la conoscenza è vera solo se c’è una conformità tra le
idee e le cose reali
»
come può essere se le cose reali sono conosciute solo attraverso le idee?
Inizia l’argomentazione:
»
ci sono tre ordini di realtà e ci sono tre modi di giungere alla certezza di
queste tre realtà
- l’io » lo conosco attraverso l’intuizione
» si avvale del processo
cartesiano: io penso, dubito quindi intuisco la mia esistenza
- Dio » attraverso la dimostrazione
» rielabora la prova causale della
tradizione: il nulla non può produrre nulla; se qualcosa c’è vuol
dire che è stato prodotto da
qualcos’altro; non potendo risalire all’infinito, si deve ammettere
un essere eterno che ha
prodotto ogni cosa; questo essere potentissimo, intelligentissimo è Dio
- le cose » attraverso la sensazione attuale
(l’uomo non ha altro mezzo per conoscerle)
» non
c’è alcun rapporto necessario tra l’idea e la cosa cui si riferisce,
l’idea potrebbe esserci
anche senza la cosa (es: posso ritrarre un
volto che non ho mai visto, che non esiste)
»
ma il fatto che riceviamo dall’esterno l’idea ci fa conoscere che qualcosa
esiste al di fuori
di noi e produce in noi l’idea » nel
momento in cui riceviamo una sensazione siamo certi
dell’esistenza della cosa che la produce
in quel momento
»
questa certezza basta a garantire l’esistenza delle cose esterne
»
non è ammissibile che i nostri sensi ci ingannino a tal punto: una fiducia
nelle nostre
facoltà è indispensabile (non
possiamo conoscere queste facoltà se non usandole)
»
questa certezza, pur non essendo assoluta, è sufficiente
per tutti gli scopi umani
-
L’esistenza delle cose esterne può essere affermata con ragioni
supplementari
1. le idee vengono a mancarci quando ci
manca l’organo di senso adeguato
» prova che le sensazioni sono prodotte da cause
esterne che colpiscono i nostri sensi
2. le idee sono prodotte senza che noi
lo possiamo evitare
» vuol dire che non sono prodotte da noi ma da una
causa esterna
3. le idee sono prodotte in noi con
piacere o con dolore
» quando sono ricordate non sono più accompagnate da
piacere o dolore
» quindi solo l’oggetto esterno produce in noi piacere
o dolore
4. i sensi offrono testimonianza
reciproca e rafforzano la certezza dell’esistenza della cosa
»
queste ragioni valgono solo per l’istante in cui la sensazione è ricevuta
-
La conoscenza probabile
» quando
l’oggetto non è più testimoniato dai sensi la certezza della sua esistenza
sparisce
»
la certezza viene sostituita da una probabilità
» è
ragionevole supporre che le cose continuano ad esistere anche quando non ne ho
percezione attuale e
che esistano anche cose di cui non ho mai
avuto una tale percezione (es: io non conosco tutti gli uomini)
» accanto
al dominio della conoscenza certa limitata all’intuizione (l’io), alla
dimostrazione (Dio) e alla
sensazione (le cose) ammette il dominio
della conoscenza probabile (molto + esteso)
»
in questo dominio si afferma verità e falsità non per evidenza ma
per conformità con l’esperienza passata
o per testimonianza con gli altri
uomini o per analogia
-
La fede
»
la conoscenza certa e quella probabile costituiscono il dominio della ragione
»
da questa si distingue la fede » fondata soltanto sulla rivelazione
»
la ragione però rimane il criterio della fede, perché solo essa decide
l’attendibilità della rivelazione
» quindi
la fede non può negare o turbare la ragione
»
la fede può condurre la ragione là dove non potrebbe arrivare da sola
LA POLITICA
-
Etica fondata sulla ragione
»
sulla morale, Locke non ci ha lasciato scritti, ma ricaviamo informazioni dalle
altre opere
» afferma
il carattere razionale e dimostrativo dell’etica
» non
si può proporre alcuna regola morale di cui non si sappia dar ragione
»
la ragione delle regole deve essere l’utilità per la conservazione
della società e per la felicità pubblica
» nella
varietà delle regole si deve isolare e raccomandare quelle efficaci a questo
scopo
-
Fondazione del liberalismo moderno
» opere:
Lettera sulla tolleranza, i Due trattati sul governo, sulla Ragionevolezza
del cristianesimo
» è
uno dei primi che difende la libertà dei cittadini, la tolleranza religiosa, la
libertà delle Chiese
-
I Due trattati sul governo
»
confuta la tesi di Filmer (= il potere dei re deriva dal diritto ereditario di
Adamo, conferito da Dio)
»
Locke afferma l’esistenza di una legge di natura (la ragione) che ha per
oggetto i rapporti tra gli uomini e
che prescrive la reciprocità perfetta di
tali rapporti
-
Differenze rispetto a Hobbes
»
lo stato di natura è caratterizzato da una condizione di uguaglianza di
tutti gli uomini (come per Hobbes)
»
per Hobbes è un’uguaglianza di forza, per Locke è un’uguaglianza di diritti
»
nello stato di natura ogni uomo è perfettamente libero, non sottoposto
ad alcun potere
» diritto
» tutti hanno l’identico diritto di disporre della propria vita, della propria
libertà, dei propri beni
» è naturale, pre-politico
» libertà
» non è fare ciò che si vuole perché è regolata dalla legge di natura
» è definita da una «legge di
ragione» non perché indica come conseguire il vantaggio personale
ma in quanto rivela agli
uomini (ugualmente dotati di ragione) limiti invalicabili
» limiti = non si può violare
la propria vita né la vita e i beni degli altri
-
Il diritto alla vita, alla libertà, alla proprietà
»
il diritto naturale dell’uomo è limitato alla propria persona
(alla propria vita, libertà, proprietà)
» questo
diritto implica di essere giudici ed esecutori della legge di natura:
davanti ad una violazione
ognuno può e deve reagire in modo proporzionato
alle offese risarcendo il danno con una giusta pena
» non
è autorizzato l’utilizzo di una forza arbitraria, ma è concessa solo quella
reazione che la ragione
indica come proporzionata alla trasgressione
-
Lo Stato nasce per evitare la guerra
»
lo stato di natura è una condizione di pacifica coesistenza
»
può diventare uno stato di guerra quando una o più persone ricorrono alla forza
per ottenere ciò che la
norma naturale vieterebbe di ottenere (cioè
controllo sulla vita, libertà, beni altrui)
» per
evitare lo stato di guerra gli uomini si pongono in società e abbandonano
lo stato di natura
»
società non coincide con lo stato di natura come per Rosseau
-
Lo Stato garantisce i diritti naturali originari
»
la costituzione di un potere civile non toglie i diritti di natura
tranne quello di fare giudizio da sé
»
la giustificazione del potere civile consiste nella sua efficacia a preservare
e garantire questi diritti
»
la libertà dell’uomo nella società è il non sottostare ad altro potere se non
quello stabilito per consenso
»
lo stato si origina dal consenso dei cittadini » il potere è un atto di
garanzia di libertà degli stessi cittadini
-
Esclusione di un potere assoluto
»
la legge di natura esclude il contratto che origina un potere assoluto o
illimitato
»
l’uomo (che non possiede alcun potere sulla propria vita) non può rendersi
schiavo di un altro con un
contratto e porsi sotto un potere che
disponga della sua vita
»
il consenso che genera lo Stato deve essere un atto di libertà dei singoli
cittadini
» è
necessario stipulare accordi non solo tra sovrani, ma tra sovrano e sudditi
»
il cittadino conserva il diritto di difendersi contro gli usurpatori della
libertà
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