DAVID HUME
LA SCIENZA DELLA
NATURA UMANA
-
Il suo progetto
»
vuole costruire una scienza della natura umana su base sperimentale
»
offrire un’analisi sistematica delle varie dimensioni che la costituiscono
(ragione, sentimento, morale…)
»
visto che la natura umana è la «capitale del regno del sapere», la sua ricerca
è la più urgente e basilare
-
Tendenza empiristica e antimetafisica
Quando
scorriamo i libri di una biblioteca, persuasi da questi principi, che cosa
dobbiamo distruggere? Se ci viene alle mani qualche volume, per esempio, di teologia
o di metafisica scolastica, domandiamoci: contiene qualche ragionamento
astratto sulla quantità o sui numeri? No. Contene qualche ragionamento
sperimentale su questioni di fatto e di esistenza? No. E allora gettiamolo
nel fuoco perché non contiene che sofisticherie ed inganni.
-
L’esito scettico
»
questa scelta empiristica lo condurrà ad un esito scettico
»
lo porterà a scoprire che le pretese conoscitive della natura umana risultano
fortemente limitate
IL PERCORSO DELLA
CONOSCENZA
Impressioni e idee
-
Impressioni e idee
» la
sua analisi della conoscenza umana è volta a sondare » la «porta e la forza
dell’intelletto umano»
» la natura delle idee
» la natura del ragionamento
»
divide le percezioni della mente in due classi per il grado di forza con cui
colpiscono lo spirito
- impressioni » sono le percezioni che penetrano
con maggior forza ed evidenza nella coscienza
» sono tutte le sono
tutte le sensazioni nell’atto in cui le percepiamo
- idee o pensieri » sono le immagini illanguidite
delle impressioni
»
differenza » la stessa tra il dolore provato nel momento della ferita con il
ricordo di esso
» l’idea non può mai
raggiungere la forza e la vivacità dell’impressione (anche per un pazzo)
-
Ogni idea deriva da una corrispondente impressione
»
non esistono idee o pensieri di cui non si sia avuta precedente impressione
»
l’apparentemente illimitata libertà del pensiero umano trova qui il suo
ostacolo invalicabile
» l’uomo
può comporre le idee nei modi più fantastici, spingere il pensiero fino ai
limiti dell’universo, ma
non avrà mai in possesso altra realtà che
quella delle sue impressioni
-
La negazione delle idee astratte
»
Locke » l’unico oggetto della conoscenza umana è l’idea
» riconosce la realtà dell’io, di
Dio, delle cose
» Hume
» riduce la realtà alla molteplicità delle idee attuali, delle impressioni
sensibili e i rapporti tra esse
» non esiste nulla al di là delle
impressioni, delle idee e dei loro rapporti
»
non esistono idee astratte cioè idee che non abbiano caratteri particolari
»
esistono solamente idee particolari, assunte come segni di altre idee
particolari a esse simili
-
La funzione dell’abitudine
»
la capacità di un’idea di richiamare un gruppo di idee simili tra loro è
spiegata dal principio dell’abitudine
» scopriamo
una somiglianza tra idee (comunque mai identiche) » usiamo un unico nome per
indicarle
»
si crea un noi l’abitudine di considerare unite tra loro le idee designate da
un unico nome
»
quel nome risveglia in noi non una sola idea ma l’abitudine che abbiamo di
considerarle assieme
»
la funzione del segno concettuale che Locke considera puramente logica (desunta
a sua volta da
Ockham), diventa in Hume un fatto
psicologico
Il principio di
associazione
-
L’immaginazione
» è
la facoltà di stabilire relazioni tra idee che opera liberamente ma non è
completamente affidata al caso
»
anche nei sogni più strampalati viene contenuta una connessione tra le diverse
idee
-
I criteri del principio di associazione
» la
connessione tra idee è garantita da una forza (con la stessa funzione della
forza di gravità per la natura)
»
questa forza è il principio di associazione, che trasporta la mente da un’ide
all’altra
»
tre criteri » la somiglianza (es: un ritratto fa pensare naturalmente alla
persona reale)
» contiguità nel tempo e nello spazio
(es: il ricordo di una stanza della casa fa pensare alle altre)
» la causalità (es: l’idea di
una ferita fa pensare al dolore che ne deriva)
-
Le idee complesse
»
l’associazione sta alla base delle idee complesse
»
le più importanti idee complesse sono » spazio, tempo, causa-effetto, sostanza
(corporea o spirituale)
»
dimostra che non hanno consistenza e oggettività perché non corrispondenti ad
alcuna impressione
»
spazio e tempo » non sono impressioni in sé, ma maniere di sentire le
impressioni, modi con cui le
impressioni si
dispongono davanti al nostro spirito
» es: due note ci
danno l’idea di tempo, ma esso non è una terza impressione
Le proposizioni
-
Proposizioni che concernono relazioni tra idee (proposizioni
matematiche)
» si
possono scoprire solo attraverso l’operazione del pensiero, indipendentemente
dalla realtà
»
sono proposizioni costruire sulla base del principio di no contraddizione
»
es: dato un triangolo rettangolo, ne ricaviamo razionalmente il teorema di
Pitagora
»
queste proposizioni sono chiamate analitiche perché il predicato è già
implicito nel soggetto, dal quale
può venir ricavato razionalmente attraverso
l’analisi
»
queste proposizioni hanno in se stesse la loro validità, che consiste nella
loro evidenza
-
Proposizioni che concernono dati di fatto
» sono
fondate sull’esperienza, non sul principio di non contraddizione (il contrario
di un fatto è possibile)
»
la proposizione “il sole domani non sorgerà” è sullo stesso livello di validità
di “il sole domani sorgerà”
L’analisi critica
del principio di causalità
-
Relazione causa-effetto si basa sull’esperienza
»
tutti i ragionamenti che si fondano su fatti si fondano sulla relazione
causa-effetto
»
es: perché sei sicuro di poter partecipare alla festa? Perché mi hanno invitato
(adduce un altro fatto)
»
tesi di Hume = la relazione tra causa ed effetto non può mai essere conosciuta
a priori, cioè con un puro
ragionamento, ma solo per esperienza
Adamo,
anche se le sue facoltà razionali siano supposte dal principio perfette, non
avrebbe mai potuto inferire dalla fluidità e trasparenza dell’acqua che essa
poteva soffocarlo, o dalla luce e dal calore del fuoco che esso poteva
consumarlo. Nessun oggetto scopre mai, per mezzo delle qualità che appaiono ai
sensi, le cause che lo producono o gli effetti che sorgeranno da esso; né può
la nostra ragione, senza l’aiuto dell’esperienza, effettuare alcuna induzione
che concerna realtà o fatti.
(Ricerca sull’intelletto umano)
-
La connessione causa-effetto è priva di qualsiasi necessità
oggettiva
» connessione
tra causa-effetto rimane arbitraria anche dopo essere stata scoperta per
esperienza
»
causa ed effetto sono due fatti interamente diversi, ciascuno non richiama
necessariamente l’altro
»
es: vediamo una palla da biliardo correre verso un’altra
» spontaneamente nasce in noi il pensiero
che la seconda palla sia messa in movimento
» ma si possino concepire altre
possibilità (che la prima palla si fermi prima, che torni indietro…) che
non possono essere escluse, perché
non sono contraddittorie in se stesse
» l’esperienza ci dice che una sola di
esse si verificherà
»
l’esperienza illumina fatti che abbiamo già sperimentato in passato e non su
casi futuri
»
anche dopo che l’esperienza è stata fatta non posso prevedere che si ripeterà
sempre nel futuro
»
che il corso della natura possa cambiare, che i legami causali che l’esperienza
ci ha testimoniato per il
passato possano non verificarsi nel futuro,
sono ipotesi non contraddittorie, quindi possibili
-
Da cause simili ci attendiamo effetti simili
» la
continua testimonianza della maggior parte delle connessioni causali non
diventa mai necessaria
»
quello che impariamo dall’esperienza è che da cause simili ci aspettiamo
effetti simili
»
questa “attesa” non è giustificata dall’esperienza
»
ma se il passato non è regola per il futuro, ogni esperienza diverrebbe inutile
e incolclusiva
»
ammette la possibilità che argomenti tratti dall’esperienza dimostrino la
somiglianza tra passato e futuro
- Un’aspettativa fondata sull’abitudine
»
l’ammissione di questa possibilità però nega che il rapporto causa-effetto sia
oggettivo e necessario
» l’uomo
tuttavia lo crede necessario e fonda su di esso la sua vita intera
»
la necessità del legame causa-effetto è soggettiva e va cercata in un principio
della natura umana
» la
ripetizione di un atto, nel tempo, produce la disposizione (cioè l’abitudine) a
ripeterlo senza
l’intervento del ragionamento » es: quando
vedo il fuoco per abitudine mi aspetto il calore
» l’abitudine
guida e sorregge tutta la vita quotidiana, dando la sicurezza che il corso
della natura
non muti, offrendoci la possibilità di
regolarci per il futuro
»
senza l’abitudine saremmo ignoranti su qualsiasi realtà di fatto, salvo quelle
immediatamente presenti ai
sensi » l’uomo non potrebbe impiegare i suoi
poteri naturali per produrre un qualsiasi effetto
- L’abitudine non spiega la necessità dei
legami causali
»
l’abitudine spiega però la congiunzione che noi stabiliamo tra i fatti, non la
loro reale connessione
»
spiega perché l’uomo crede alla necessità dei legami causali, ma non la
giustifica filosoficamente
» l’abitudine,
come l’istinto animale è una guida infallibile per la pratica della vita
-
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