LA CRITICA DELLA
RAGION PURA
-
Scopi e contenuti
» è
un’analisi critica dei fondamenti del sapere, un’indagine sulle condizioni di
validità della conoscenza,
che ai tempi di Kant si articolava in
scienza e metafisica
»
scienza » appare a Kant e ai suoi contemporanei come un sapere fondato e in
continuo progresso
» la validità della matematica e
della fisica è presa da Kant come dato di fatto, evidente
» è universale (2+2 = 4 per
tutti gli uomini) e necessaria (2+2 non può fare nient’altro che 4)
»
metafisica » non è una conoscenza certa perché pretende di poter procedere
oltre l’esperienza
» si deve dubitare sulla
metafisica, perché in passato si è detto tutto e il contrario di tutto
» domande
fondamentali che Kant si pone
1. come è possibile la matematica pura? »
si tratta di giustificare una situazione di fatto
»
indaga le condizioni per cui possiamo chiamare la matematica e la fisica
scienze, se sono valide
anche per la metafisica allora anche la
metafisica è una scienza
2. come è possibile la fisica pura? » si
tratta di giustificare una situazione di fatto
3. come è possibile la metafisica in quanto
disposizione naturale?
4. è possibile la metafisica come scienza?
» si
tratta di scoprire “se” (e non “come”) esistano condizioni tali da legittimare
le sue pretese di
porsi come scienza, oppure se è
definitivamente non scientifica
Poiché
queste scienze [la matematica e la fisica] sono effettivamente date, conviene
di certo domandarsi come siano possibili;
infatti, che esse siano possibili è dimostrato dalla loro realtà. Quanto
alla metafisica, il suo cattivo andamento fino ad oggi, unito al fatto che
nessuna delle metafisiche fin qui offerte si può dire che realmente sussista
rispetto al suo scopo essenziale, fa dubitare chiunque, a ragione, della sua
possibilità.
Tuttavia,
anche questa specie di conoscenza
deve in un certo senso esser considerata come data, e la metafisica, anche se
non come scienza, è tuttavia reale come disposizione naturale.
-
Scetticismo scientifico e scetticismo metafisico
»
Hume aveva minato i fondamenti della metafisica e anche della scienza
»
per questo Kant ha la necessità di un riesame globale della struttura della
validità della conoscenza
»
respinge lo scetticismo scientifico di Hume » il valore della scienza
(matematica e fisica) è indubitabile
»
condivide lo scetticismo metafisico » Hume vede nella metafisica una semplice
illusione di conoscere
razionalmente ciò che in realtà ci proviene dall’esperienza
» Kant le riconosce una certa nobiltà e importanza
»
metafisica » è un anelito perenne, una disposizione naturale che porta l’uomo a
trascendere l’orizzonte
del verificabile («La ragione umana […] è perpetuamente sospinta da
un proprio bisogno
verso quei problemi che
non possono in nessun modo essere risolti da un uso empirico della
ragione […] così in tutti gli uomini una
qualche metafisica è sempre esistita e sempre esisterà»)
-
Metodo per arrivare a delle risposte
»
parte dall’analisi di quelle discipline la cui scientificità è indubitabile
(matematica e fisica)
»
una volta individuato il fondamento di queste discipline, si può verificare se
anche la metafisica ne
condivide le stesse basi o meno
-
Punto di partenza = l’eredità di Hume (scetticismo)
»
gli riconosce il merito di averlo svegliato dal «sonno dogmatico» mostrando che
il principio di causalità
(fondamento della conoscenza umana) non ha
alcuna base oggettiva, essendo soggettivo
» critica
del principio di causalità: la relazione tra causa-effetto non può mai essere
conosciuta a priori,
(con un puro ragionamento) ma solo a
posteriori (per esperienza) » è una credenza fondata sull’abitudine
» proposizioni
della matematica » esprimono relazioni tra idee, quindi sono universali e
necessarie
» però non accrescono la nostra conoscenza perché il predicato esprime
quanto già contenuto nel soggetto (è una scienza infeconda)
»
proposizioni della fisica » riguardano materie di fatto » accrescono la nostra conoscenza (feconde)
» però si fondano sul principio di causalità, quindi
sono probabili e incerte
»
quindi » dove la scienza è certa è infeconda
»
dove la scienza è feconda, è incerta
»
passaggio di Kant » vuole dimostrare che la conoscenza umana può essere
universale e necessaria (certa)
ma nello
stesso tempo accresce la conoscenza (feconda) » ipotesi gnoseologica
benché
ogni nostra conoscenza cominci con
l’esperienza, da ciò non segue che essa derivi interamente dall’esperienza.
(Critica della ragion pura, B 1)
-
I principi immutabili della scienza: i giudizi sintetici a
priori
»
pur derivando dall’esperienza, la scienza presuppone alla propria base dei
principi immutabili
»
questi principi immutabili sono chiamati da Kant «giudizi sintetici a priori»
1. giudizi » perché consistono nel
connettere un predicato con il soggetto = pensare
2. sintetici » perché il predicato aggiunge
informazioni nuove rispetto al soggetto = fecondi
3. a priori » perché essendo universali e
necessari, non possono derivare dall’esperienza (che non
garantisce una validità
nel futuro, ma un’attestazione del passato e del presente)
»
per Kant i principi della scienza sono allo stesso momento universali-necessari
e fecondi
» giudizi
analitici a priori » sono universali e necessari (a priori) ma infecondi
(analitici)
» il
predicato non fa che esplicitare quanto è già implicitamente contenuto nel
soggetto con un processo di analisi basato sul principio di
non-contraddizione
» es:
i corpi sono estesi
» concezione razionalistica
della scienza: parte dalle idee innate a priori per
costituire
la conoscenza (Cartesio)
»
giudizi sintetici a posteriori » sono fecondi (sintetici) ma particolari e non
necessari (a posteriori)
» il predicato aggiunge qualcosa di nuovo al soggetto grazie a
un’esperienza,
che nello stesso tempo li limita perché poggiano su qualcosa di
soggettivo
» es: i corpi sono pesanti
» concezione empiristica della scienza: fonda il sapere solo
sull’esperienza
»
scienza (per Kant) = esperienza + giudizi sintetici a priori
» contro
razionalismo » per Kant la scienza deriva dall’esperienza
» contro
empirismo » alla base dell’esperienza ci sono principi inderivabili da essa
» questa concezione
della scienza viene definita «criticistica»
» la spina
dorsale della scienza sono i giudizi sintetici a priori, cioè sono l’elemento
che conferisce stabilità e
universalità, senza di essi la scienza brancolerebbe nel
relativismo, non potrebbe sussistere, incerta che la validità del
presente rimanga
» ogni volta
che faccio esperienza di qualcosa il mio bagaglio di conoscenza si
arricchisce
» per Hume nessuna esperienza vale anche per il futuro, ha valore
»
errore di Hume » non aver colto la differenza tra giudizi sintetici a priori e
il principio di causalità
» matematica è
certa ma infeconda, fisica è feconda ma particolare e non universale
» la conoscenza non
deriva solo dall’esperienza
» problema
di Kant » spiegare la provenienza dei giudizi sintetici a priori
-
La conoscenza come sintesi di materia e forma
» punto
di partenza per rispondere » formulazione della sua ipotesi gnoseologica
di fondo
» elaborazione di una nuova teoria della conoscenza
»
la conoscenza è intesa come una sintesi di materia e di forma
»
materia » è la molteplicità caotica e mutevole delle impressioni sensibili che
provengono dall’esperienza
» costituisce l’elemento
empiristico a priori
»
forma » è l’insieme delle modalità fisse attraverso cui la mente umana ordina
le impressioni (non è
l’abitudine che unifica le
impressioni, come per Hume) » le forme sono universali e a priori
»
impressione » passiva perché è il soggetto riceve qualcosa d’altro da sé
» attiva perché la mente
filtra i dati empirici attraverso forme che sono innate
»
innatismo kantiano » diverso da quello della tradizione (Platone) perché giudizi
sintetici a priori non
sono ciò che si conosce, ma
ciò attraverso cui si conosce
» Platone: l’uomo ha in sé la conoscenza di
tutto attraverso le idee, le sensazioni e
l’esperienza
non fanno che risvegliare la conoscenza già contenute nella mente
» per Kant
l’oggetto della conoscenza è fornito dall’esperienza (la materia)
»
esempio » le forme a priori sono come delle lenti colorate attraverso cui
l’uomo guarda la realtà
» la mente è simile a
un computer che elabora la molteplicità dei dati forniti dall’esterno
utilizzando una serie di
programmi interni fissi; non ho già contenuta nel computer la
parola che devo scrivere (idee platoniche) ma digito una lettera e il
programma la scrive
»
la massa è come l’enorme mole dell’acqua del lago; essa fluisce necessariamente
per canali
preesistenti, che
rappresentano le forme; l’acqua non può passare per altri fossi
-
La “rivoluzione copernicana”: l’oggettività nel soggetto
»
Kant sposta il criterio di oggettività della conoscenza dall’oggetto al
soggetto
»
come Copernico spostò il centro di gravità dalla Terra al Sole
» tradizione
filosofica precedente (scolastica)
1. predicava l’adeguatio rei
intellecto, cioè la convinzione per cui è la mente che si adegua
passivamente alla realtà » adeguamento dell’intelletto alle forme della realtà
2. l’oggettività della realtà è
nell’oggetto stesso, in particolare nella forma dell’oggetto
3. conoscenza = intelletto + realtà
» Kant
» è la realtà che si modella sulle forme a priori dell’intelletto umano
attraverso cui viene percepita
» l’oggettività è nelle forme a
priori dell’intelletto umano » nuovo concetto di ragione: l’uomo
costituisce l’oggettività della
realtà (l’uomo al centro)
» conoscenza = materia + forme
» anche Cartesio nega l’oggettività
della realtà ponendo al centro l’intelletto umano, ma introduce
Dio come garante della certezza,
dell’oggettività della realtà, Kant lo nega
» Kant il padre della concezione per cui
l’oggettivo è ciò che io dico sulla realtà (Cartesio nonno)
-
Fenomeno e noumero
» fenomeno
» è la realtà quale ci appare tramite le forme a priori
» non è un’apparenza
illusoria, perché è un oggetto reale
» è però reale solo nel
rapporto con il soggetto conoscente: la sua oggettività consiste nel fatto
di valere allo stesso modo per
tutti gli intelletti strutturati come quello umano
» non è la realtà empirica
perché è il costrutto dell’intelletto umano
» è tutto ciò che può
essere conosciuto dall’uomo
»
noumero » è la cosa in sé, l’essenza, esiste indipendentemente dal soggetto e
dalle forme
a priori, è una “x
sconosciuta” perché l’uomo non ne può fare esperienza
» origina le sensazioni »
devo postularne l’esistenza altrimenti non ci sarebbe il fenomeno
» deve presupporre il noumero
perché altrimenti la realtà sarebbe interamente un costrutto, un
prodotto dell’intelletto
umano » la realtà è composta anche da qualcosa d’altro dall’uomo
» posso accedere al noumero
solo per via morale, non per via razionale
» non possiamo dimostrarne
l’esistenza per via razionale » ricade nel problema metafisico
-
Le facoltà della conoscenza
»
ogni nostra conoscenza deriva dai sensi, passa per l’intelletto, e infine viene
elaborata dalla ragione
»
sensibilità » facoltà con cui gli oggetti sono dati intuitivamente attraverso i
sensi e tramite le forme a
priori dello spazio e
del tempo
»
intelletto » (senso stretto) è la facoltà
per cui pensiamo i dati sensibili tramite concetti puri o le categorie
»
ragione » (in senso stretto) facoltà attraverso cui, procedendo altre
l’esperienza, cerchiamo di spiegare
globalmente la realtà
mediante le idee di anima, mondo e Dio
» talvolta Kant unifica
intelletto e ragione, passando così da una tripartizione a una bipartizione
» ragione viene intesa in due
modi » senso lato = facoltà conoscitiva in generale
» senso stretto = facoltà dell’intelletto
-
Divisione della critica della ragion pura
»
titolo dell’opera » esame critico generale della validità e dei limiti della
ragione umana in virtù dei suoi
elementi a
priori (puri) » analisi delle possibilità conoscitive dell’uomo
» davanti al
tribunale della critica, la ragione appare nello stesso tempo come giudice
ed imputato (il genitivo è
insieme soggettivo e oggettivo)
» la ragione è
l’argomento di critica e ciò che mette in atto la critica
-
Concetto kantiano di “trascendentale”
»
terminologia scolastica del Medioevo » denomina le proprietà universali comuni
a tutte le cose
» proprietà che trascendono per generalità le categorie aristoteliche
»
Kant » i trascendentali sono lo studio filosofico dei giudizi sintetici a
priori, non i giudizi stessi
» non esprime una proprietà
ontologica, ma una condizione gnoseologica
» gnoseologica nel senso che rende
possibile la conoscenza della realtà fenomenica
» non significa qualcosa che
oltrepassa ogni esperienza, bensì che la precede
Estetica
trascendentale
-
Lo spazio e il tempo
» la
sensibilità è » “ricettiva” » non genera propri contenuti ma li accoglie per
“intuizione” dalla realtà
esterna o dall’esperienza interna
» attiva » in quanto organizza il materiale delle sensazioni
(intuizioni empiriche) tramite
lo
spazio e il tempo, che sono forme a priori (intuizioni pure) della sensibilità
»
spazio » è la forma del senso esterno, rappresentazione a priori necessaria che
sta al fondamento delle
intuizioni esterne e del
disporsi delle cose l’una accanto all’altra
»
tempo » è la forma del senso interno, rappresentazione a priori che sta al
fondamento degli stati interni e
del loro disporsi l’uno dopo
l’altro, secondo un ordine di successione
» si configura indirettamente
anche come forma del senso esterno perché è solo attraverso il senso
interno che ci giungono i dati
del senso esterno
» se non ogni cosa è nello spazio
(sentimenti) ogni cosa è però nel tempo
»
Kant giustifica l’apriorità dello spazio e del tempo in due modi
1. nell’esposizione metafisica » con
argomenti teorici generali
2. nell’esposizione trascendentale » con
argomenti tratti dalla considerazione delle scienze matematiche
-
Esposizione metafisica
»
confuta
1. visione empiristica (Locke): lo spazio e
il tempo sono nozioni tratte dall’esperienza
»
spazio/tempo non possono derivare dall’esperienza perché per fare un’esperienza
qualsiasi
dobbiamo già presupporre le rappresentazioni
originarie di spazio e tempo
2. visione oggettivistica (Newton): lo
spazio e il tempo come entità a sé stanti o recipienti vuoti
»
se fossero dei recipienti vuoti dovrebbero continuare a esistere anche
nell’ipotesi che in essi non vi
fossero oggetti » come concepire qualcosa
che senza un oggetto reale sarebbe reale?
» spazio
e tempo sono quadri mentali a priori entro cui connettiamo i dati fenomenici
»
pur essendo ideali e soggettivi sono reali e oggettivi » per questo di parla di
idealità trascendentale
(diversa da quella di Platone perché è
“trascendentale”, cioè a priori) e realtà empirica
3. visione concettualistica (Leibniz): lo
spazio e il tempo sono concetti che esprimono rapporti fra cose
»
non possono essere considerati come dei concetti, perché hanno una natura
intuitiva e non
discorsiva » non astraiamo il concetto di
spazio dalla constatazione dei vari spazi
»
intuiamo i vari spazi come parti di un unico spazio, presupponendo così la
rappresentazione
originaria di spazio, che risulta quindi
un’intuizione pura a priori
»
vicinanza con Newton » rifiuta che spazio e tempo siano entità ontologiche, ma
assume la concezione
che
essi siano coordinate necessarie dei fenomeni
» in
questo modo diventano condizioni necessarie a priori per la conoscenza
» non si può
conoscere a prescindere dallo spazio e dal tempo
-
Esposizione trascendentale
»
giustifica l’apriorità dello spazio e tempo anche con considerazioni
epistemologiche sulla matematica
» geometria
e aritmetica » scienze sintetiche a priori per eccellenza
»
sintetiche » perché ampliano le conoscenze umane mediante costruzioni mentali
(non analitiche)
» es: 2+3 = 5, questa
proposizione è sintetica in quanto il risultato viene aggiunto alla
conoscenza tramite l’operazione somma
» a
priori » in quanto i teoremi geometrici e aritmetici valgono indipendentemente
dall’esperienza
» per Cartesio no: aveva
ipotizzato l’esistenza del dio malvagio che lo inganna anche sulla mate
» domande
» perché le matematiche allora valgono anche per la natura se sono delle
costruzioni mentali?
» Perché addirittura
attraverso essa possiamo fissare anticipatamente delle proprietà naturali?
» che cosa consente questa
coincidenza su cui la fisica fa leva?
»
Galileo » Dio creò la realtà secondo un principio geometrico » struttura
ontologica di tipo matematico
»
Kant » aveva dichiarato il noumeno inconoscibile » di conseguenza deve
rifiutare teoria di Galileo
» la coincidenza deriva dal fatto
che la realtà e la matematica presuppongono gli stessi a priori dello
spazio (geometria) e del tempo
(aritmetica)
» spazio-tempo sono i cardini della
matematica e modalità con cui viene intuita la realtà da noi
Analitica
trascendentale
-
Introduzione sulla logica trascendentale
» è
una logica differente da quella della tradizione
»
ha come specifico oggetto d’indagine «l’origine, l’estensione e la validità
oggettiva» delle conoscenza a
priori che sono proprie dell’intelletto
»
sensibilità e concetti sono entrambi indispensabili per la conoscenza, ma cosa
sono i concetti?
-
I concetti
»
sono gli oggetti di studio della logica trascendentale
» sono
“funzioni”, cioè operazioni attive, che consistono nell’ordinare o unificare
diverse rappresentazioni
sotto una rappresentazione comune » non
esiste il concetto in sé, l’idea ontologica (es: idea di albero)
» sono solo modalità di unificazione e possono essere:
»
empirici » concetti costruiti con materiali ricavati dall’esperienza
»
puri » concetti contenuti a priori nell’intelletto, si identificano con le
categorie
» sono quei concetti basilari della
mente che costituiscono le supreme funzioni unificatrici
-
Le categorie
»
differenza » categorie aristoteliche hanno valore ontologico (leges entis)
e gnoseologico (leges mentis),
sono le caratteristiche
strutturali dell’ente e insieme sono le modalità con cui l’intelletto
conosce » l’intelletto
è fatto in modo da adeguarsi alla realtà, e questa corrispondenza
garantisce
l’oggettività della realtà, che è nella realtà stessa a cui l’uomo si adegua
» quelle kantiane hanno un valore
unicamente gnoseologico-trascendentale, sono i modi di
funzionamento
dell’intelletto (leges mentis) per unificare la realtà caotica, che
valgono solo
per il fenomeno, ma non
per la cosa in sé (noumeno) perché non la posso conoscere
»
Kant rimprovera ad Aristotele di aver stabilito le categorie senza servirsi di
un principio sistematico
»
Kant le stabilisce sulla base di un filo conduttore (punto 1); questi sono i
passaggi che fa
1. pensare è giudicare » giudicare =
attribuire un predicato ad un soggetto (anche per Aristotele)
2. quindi ci saranno tante categorie quante
sono le modalità di giudizio, cioè quante sono le maniere tramite cui si
attribuisce un predicato a un soggetto (sono 12)
3. la logica generale raggruppa i giudizi
secondo quantità, qualità, relazione e modalità
4. fa corrispondere a ogni tipo di giudizio
un tipo di categoria
TAVOLA DEI GIUDIZI
|
|||
quantità
|
qualità
|
relazione
|
modalità
|
universali
|
affermativi
|
categorici
|
problematici
|
particolari
|
negativi
|
ipotetici
|
assertori
|
singolari
|
infiniti
|
disgiuntivi
|
apodittici
|
TAVOLA DELLE CATEGORIE
|
|||
quantità
|
qualità
|
relazione
|
modalità
|
unità
|
realtà
|
dell’inerenza e sussistenza
|
possibilità-impossibilità
|
pluralità
|
negazione
|
della causalità e dipendenza
|
esistenza-inesistenza
|
totalità
|
limitazione
|
della comunanza (azione tra agente e paziente)
|
necessità-contingenza
|
» c’è
qualche forzatura nei giudizi e nelle categorie dettata dalla ricerca di una
perfetta simmetria,
ricadendo nello stesso errore di Aristotele
per via contraria, cioè essendo troppo razionalista
-
La deduzione trascendentale
»
ora ha il problema della giustificazione della validità delle categorie da lui
create e del loro uso
»
“deduzione” » non nel senso logico-matematico
» in senso giuridico,
come dimostrazione della legittimità di diritto di una pretesa di fatto
» non consiste provare
che le categorie sono adoperate di fatto, nella conoscenza
scientifica,ma nel giustificare la
legittimità e i limiti di tale uso, nel determinare i diritti
della ragione a impiegarle »
diritto che è soggetto a limiti e restrizioni
»
problema » rischio del solipsismo: come giustifico che le categorie sono forme
soggettive
(perché non appartengono
all’oggetto) ma sono anche universali e si adattano all’oggetto?
» se la realtà non è
oggettiva, com’è possibile che lo siano le categorie?
» precedentemente aveva
risolto dicendo che l’intelletto ragiona in modo uguale per tutti ma
non aveva approfondito la
tesi giustificandola, nell’analitica trascendentale lo fa
» perché e come le
categorie, essendo forme soggettive della mente, pretendono di valere
anche per gli oggetti,
cioè per una natura che non è creata dall’intelletto?
» cosa garantisce che la
natura obbedirà alle categorie, al nostro modo di pensare?
»
per le forme della sensibilità (spazio-tempo) non c’è questo problema, perché
un oggetto non può
apparire se non in queste coordinate,
altrimenti non potremmo intuirlo » validità già garantita
-
La soluzione dell’«io penso»
» l’unificazione
del molteplice non deriva dalla molteplicità stessa (sempre passiva), ma da
un’attività
sintetica dell’intelletto
» distingue
tra » unificazione = processo tramite il quale si attua la sintesi del
molteplice
» unità = principio in
base a cui si realizza l’unificazione
»
identifica la suprema unità fondatrice della conoscenza con l’autocoscienza
trascendentale,
l’appercezione, quello che lui chiama l’«io
penso»
»
“io penso” = struttura mentale comune in tutti gli uomini, che consiste nella
consapevolezza, nella
coscienza che le varie
rappresentazioni dell’intelletto sono mie, mi appartengono
» deve esistere
necessariamente: senza, non esisterebbero le rappresentazioni stesse, perché
si darebbe una
rappresentazione di qualcosa che non può essere pensato, quindi
la rappresentazione
sarebbe impossibile o nulla
» ogni rappresentazione
che ho è accompagnata dalla coscienza che è mia
» non è la psiche della
persona, che è differente in ciascuno
»
passaggio successivo = come legare l’ “io penso” ai giudizi
»
l’attività dell’ “io penso” si attua tramite giudizi (modi concreti con cui
viene pensato il molteplice)
»
ma i giudizi si basano sulle categorie = le diverse maniere d’agire dell’ “io
penso”
»
quindi gli oggetti non possono venire pensati senza essere categorizzati
»
riassunto dei passaggi » tutti i pensieri presuppongono l’ “io penso”
» l’ “io penso” pensa tramite
le categorie
» tutti
gli oggetti pensati presuppongono le categorie
» quindi
la natura fenomenica obbedisce alle forme a priori dell’intelletto
» quindi
il pensiero di adegua alla medesima struttura conoscitiva che fonda il
nostro modo di conoscere e di concepire la realtà
»
differenza con Cartesio » anche Cartesio postula la coscienza nel pensare
» la
differenza è che Cartesio ripone l’oggettività nella realtà, garantita da Dio
»
punto di partenza diverso: Kant non mette in dubbio tutto quanto
»
Cartesio: l’autocoscienza è esistenziale, non esiste nient’altro che l’io
penso
-
Gli schemi trascendentali
» con
la dottrina trascendentale Kant spiega come le categorie influenzano il
fenomeno in generale
»
ora spiega come possa avvenire in concreto: come è possibile che l’intelletto
condiziona oggetti sensibili?
»
se l’intelletto e la sensibilità sono due facoltà eterogenee, qual è l’elemento
mediatore?
»
se le categorie non sono proprietà delle cose ma sono concetti a priori perché
le cose dovrebbero
obbedire alle categorie?
»
soluzione: l’intelletto, non potendo agire direttamente sugli oggetti della
sensibilità, agisce indirettamente
tramite il tempo = medium universale
attraverso cui tutti gli oggetti sono percepiti
»
se il tempo condiziona tutti gli oggetti, allora l’intelletto, condizionato dal
tempo, condiziona gli oggetti
»
ciò avviene attraverso una facoltà chiamata “immaginazione produttiva” perché
produce una serie di
“schemi” temporali che corrispondono ognuno
a una delle categorie
»
schema = rappresentazione intuitiva di un concetto
» va distinto dall’immagine
(es: lo schema di “cane” non è l’immagine sensibile particolare)
»
schemi trascendentali = regole attraverso cui l’intelletto condiziona il tempo
in conformità ai concetti a
priori » sono le categorie “calate” nel
tempo (= relazione, modalità, quantità, qualità)
-
L’«io» legislatore della natura
» è
la massima espressione della rivoluzione copernicana
» “natura”
= conformità dei fenomeni a delle leggi = ordine necessario e universale (natura
in senso
formale) che sta alla base di tutti i
fenomeni (natura in senso materiale) » ambivalenza del concetto
»
tale ordine universale e necessario non deriva dall’esperienza, ma dall’ “io
penso” e le forme a priori
» l’
“io penso” e le categorie rivelano comunque solo la natura in generale, cioè la
regolarità dei fenomeni,
mentre le leggi particolari devono essere
desunte soltanto dall’esperienza
»
io penso e categorie sono anche i pilastri della scienza che studia la natura,
cioè la fisica
»
in contrapposizione con lo scetticismo di Hume: se l’esperienza è condizionata
dalle categorie
dell’intelletto e dall’io penso, non potrà
mai smentire i suoi principi, che, essendo delle modalità,
esistono solo in relazione ad un’esperienza,
perché non hanno sostanza in sé
»
quindi le leggi della natura che vengono scoperte nel tempo risultano
giustificate
-
Gli ambiti d’uso delle categorie
» Kant
non cerca negli oggetti né in Dio la garanzia ultima della conoscenza, ma nella
mente dell’uomo
»
fonda l’oggettività, il fondamento del sapere, nel cuore della soggettività
»
intende il fondamento del sapere in termini di possibilità e di limiti per
l’uomo
»
le categorie esistono solo in rapporto al materiale che esse organizzano, dai
dati provenienti
dall’esperienza, considerate di per sé, sono
vuote » operanti solo in funzione di un fenomeno
» fenomeno
= oggetto della conoscenza umana = sintesi di un elemento formale e uno
materiale
»
il conoscere non può estendersi al di là dell’esperienza, quindi al di là della
scienza
-
Il concetto di «noumeno»
»
tuttavia, Kant non riduce la realtà al fenomeno, ma afferma anche l’ipotesi del
noumeno
»
il noumeno è l “postulato immanente” del discorso gnoseologico di Kant
» Kant
deve supporre “la cosa in sé” come fondamento del fenomeno, ma non può divenire
oggetto di
un’esperienza possibile, per cui non può
essere posta alla base della conoscenza
»
in senso positivo » il noumeno è “l’oggetto di
un’intuizione non sensibile”
»
in senso negativo » il noumeno è il concetti di una cosa in sé, una x sconosciuta
»
più che essere una realtà, il noumeno è per noi un concetto, un concetto-limite
» concetto-limite
= argina le nostre pretese conoscitive, è un promemoria critico
» ciò che viene
dato nell’intuizione spazio-temporale non è la totalità della realtà
» circoscrive
l’arroganza dell’intelletto ricordando che non può conoscere le cose in sé
ma soltanto
pensarle sottoforma di possibilità, come x ignote
-
Il concetto kantiano di «esperienza»
1. o indica un’intuizione sensibile =
materiale e fonte della conoscenza
»
è usata così per esprimere il concetto di a priori come qualcosa che non
proviene dall’esperienza
2. o indica la totalità della conoscenza
fenomenica = ordine unitario dei dati sensibili secondo le leggi a priori della
mente, organizzazione complessiva della conoscenza
»
usata quando parla di esperienza in generale o esperienza possibile
Dialettica
trascendentale
-
Scopo
» nella
Dialettica Kant termina il progetto del suo programma: ha dimostrato
come fosse possibile il sapere
scientifico e ora passa a problema se la
metafisica possa costituirsi come scienza
» termine
“dialettica” » assunto nel significato negativo (già giudica la metafisica): “logica
dell’apparenza
illusoria”
(non ql fenomenica) = arte di dare alle proprie illusioni l’aspetto di verità
» per
Platone: la dialettica è la scienza delle idee
» per gli
stoici: la dialettica e la logica coincidono
» per
Aristotele: significato negativo, perché denota sia un procedimento
dimostrativo
fondato su premesse probabili sia l’arte sofistica come costruzione di
ragionamenti capziosi basati su premesse che sembrano probabili ma non
lo sono
» per Kant:
è l’analisi e lo smascheramento dei ragionamenti fallaci della metafisica
»
Kant la apprezza in quanto rappresenta “un’esigenza naturale e inevitabile
della mente umana”
-
La genesi della metafisica e delle sue tre idee
»
la metafisica è un parto della ragione
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l’intelletto è la facoltà logica di unificare i dati sensibili tramite le
categorie » per la sua struttura è
portato inevitabilmente a pensare, a
unificare anche senza
»
es: colomba presa dall’ebbrezza del volo pensa di poter volare anche senza aria
che è nello stesso tempo
un limite al volo (forza di attrito) ma
anche la condizione immanente senza cui precipiterebbe a terra
»
dal voler procedere oltre i dati esperienziali deriva l’innata tendenza
all’incondizionato e alla totalità
»
la ragione, mai appagata totalmente dal fenomeno, è attratta verso una
spiegazione globale dell’esistenza
»
essa fa leva su tre “idee trascendentali”, proprie della ragione
1. idea di anima = idea l’idea della
totalità dei sensi interni
2. idea di mondo = idea della totalità dei
sensi esterni
3. idea di Dio = idea della totalità di
tutte le totalità e fondamento di tutto ciò che esiste, derivante dall’unione
di sensi interni ed esterni
»
errore della metafisica = trasformare queste tre esigenze mentali di
unificazione dell’esperienza in
altrettante realtà, dimenticando che l’uomo non fa mai esperienza del noumero
» è un’illusione strutturale che non cessa
neanche quando ci si rende conto
» dialettica
trascendentale = studio critico e denuncia dei fallimenti del pensiero quando
procede oltre gli
orizzonti
dell’esperienza
»
per dimostrarne l’infondatezza, prende in esame le tre pretese scienze che ne
costituiscono l’ossatura
1. psicologia razionale » studia l’anima
2. cosmologia razionale » studia il mondo
3. teologia razionale » studia Dio
-
La critica della psicologia razionale
» è
fondata su un paralogismo = ragionamento errato che consiste nell’applicare la
categoria di sostanza
all’«io penso» trasformandolo in un’entità
permanente chiamata “anima”
»
in realtà l’io penso non è un oggetto empirico, ma soltanto un’unità formale e
per giunta sconosciuta
»
errore = pretesa di dare una serie di valori a quella x sconosciuta che è l’«io
penso»
» non possiamo conoscere l’io
noumenico, solo fenomenico (che ci appare per le forme a priori)
-
La critica della cosmologia razionale
»
pretende di far uso della nozione di mondo, inteso come totalità assoluta dei
fenomeni cosmici
»
ma la totalità dell’esperienza non è mai un’esperienza, perché noi possiamo
sperimentare questo o quel
fenomeno ma mai la totalità dei fenomeni »
non posso fare esperienza di tutto il mondo insieme
»
quando i metafisici pretendono di discutere del mondo ricadono nelle antinomie
= conflitti della ragione
con se stessa, concretizzati in coppie di
affermazioni opposte dove una tesi afferma e l’antitesi nega
PRIMA ANTINOMIA (matematica)
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Tesi: Il
mondo ha un suo inizio nel tempo e nello spazio ed è racchiuso da limiti
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Antitesi: Il
mondo non ha né un inizio né limiti nello spazio, ma è infinito nel tempo e
nello spazio
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SECONDA ANTINOMIA (matematica)
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Tesi: Ogni
sostanza composta è la somma di sostanze semplici; non esistono sostanze che non
sono né semplici né complesse
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Antitesi: Nessuna
sostanza complessa consiste in una somma di sostanze semplici; nulla si può
definire una sostanza semplice
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TERZA ANTINOMIA (dinamica)
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Tesi: Per
spiegare i fenomeni non è sufficiente la causalità della natura, ma si deve
ammettere una causalità mediante libertà
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Antitesi: Non
esiste alcuna libertà, ma tutto nel mondo accade esclusivamente in base alle
leggi della natura
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QUARTA ANTINOMIA (dinamica)
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Tesi: Il
mondo rimanda ad un essere primo e assolutamente necessario che ne è causa o
elemento
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Antitesi: In nessun luogo, né nel mondo né fuori dal mondo,
esiste un essere necessario che ne sia causa
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» è
impossibile decidersi tra antitesi e tesi perché esse possono essere entrambe
razionalmente dimostrate
»
il difetto è quindi nella stessa idea di mondo da cui sono generate
»
l’idea di mondo, essendo al di là di qualunque esperienza sensibile, non può
fornire alcun criterio per
decidersi tra tesi e antitesi » questa
contrapposizione dimostra l’illegittimità dell’idea di mondo
»
osservazioni » le tesi » presentano un concetto troppo piccolo per l’intelletto
(es: mondo limitato)
» sono proprie del pensiero
metafisico e del razionalismo
» le antitesi » presentano un concetto
troppo grande per l’intelletto (es: mondo illimitato)
» tipiche
dell’empirismo e della scienza
» per 3° e 4°
antinomia » le antitesi valgono per il fenomeno
» le tesi potrebbero valere per il noumero
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La critica alle prove dell’esistenza di Dio
»
Dio » rappresenta l’ideale della ragion pura, il supremo modello personificato
di ogni realtà e perfezione
» i filosofi lo hanno designato come
l’Essere da cui derivano e dipendono tutti gli esseri
» questa concezione ci lascia però
incerti della sua effettiva realtà » tutti hanno elaborato delle prove
»
Kant raggruppa le prove dell’esistenza di Dio in » prova ontologica
» prova cosmologica
» prova fisico-teologica
»
ontologica » risale a sant’Anselmo, pretende di ricavare l’esistenza di Dio dal
semplice concetto di Dio
come essere perfetto »
il concetto di perfezione sottintende l’attributo dell’esistenza
» ma non si può saltare dal
piano della possibilità logica a quello della realtà ontologica
» l’esistenza
è constatabile solo per via empirica, non deducibile per via intellettiva
»
sostiene che «l’esistenza non è un predicato», cioè non è una proprietà logica
»
es: differenza tra cento euro reali e cento pensati non è nella serie delle
loro proprietà
concettuali, che sono identiche, ma nel
fatto che gli uni esistono e gli altri no
» perciò:
la prova ontologica è impossibile (se vuol derivare da un’idea alla realtà) o contrad-
dittoria (se nell’idea di perfezione ammette
sottobanco l’esistenza che vorrebbe provare)
»
cosmologica » è il fulcro delle “vie” tomistiche; gioca sulla distinzione tra
contingente e necessario
» se qualcosa esiste, deve esistere anche un
essere assolutamente necessario; dato che
almeno io stesso esisto, allora l’essere
necessario deve assolutamente esistere
» 1° limite = uso illegittimo del principio di
causa: partendo dall’esperienza della catena dei
contingenti, pretende di innalzarsi oltre
l’esperienza a un 1° anello incausato, necessario
» ma il principio di causa connette fenomeni
tra loro, con qualcosa di trans-fenonmenico
» 2° limite = si fonda su una serie di
forzature logiche per ricadere nella prova ontologica
» non fonda l’idea di necessario, e giunge a
sostenere che il necessario coincide con l’idea
di perfezione
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La funzione regolativa delle idee
»
le idee della ragion pura, se non hanno un senso costitutivo, devono avere un
senso regolativo
»
ogni idea è una regola che spinge la ragione a dare al suo capo d’indagine
(l’esperienza) non solo una +
massima estensione ma anche una massima
unità sistematica
» l’idea
psicologica spinge a cercare i legami tra tutti i fenomeni del senso interno,
unendoli come se
fossero manifestazioni di un’unica sostanza
(anima)
» l’idea
cosmologica spinge a passare da un fenomeno all’altro, dall’effetto alla causa
e dalla causa
all’effetto, così all’infinito, come se
la totalità dei fenomeni costituisse un unico mondo
»
l’idea teologica addita all’intera esperienza un ideale di perfetta
organizzazione sistematica, anche se
non verrà mai raggiunta, come se
esistesse un unico Creatore
»
le idee cessano di valere dogmaticamente come realtà, ma valgono
problematicamente come condizioni
che impegnano l’uomo nella ricerca naturale
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Il nuovo concetto di metafisica per Kant
» la
vecchia metafisica dogmatica viene sostituita con una nuova metafisica
“scientifica” o “critica”
»
la metafisica diventa una scienza che abbraccia le conoscenze che possono
essere ottenute
indipendentemente dall’esperienza, su fondamento
di strutture razionali della mente umana
»
c’è una metafisica della natura che studia i principi a priori della conoscenza
della natura
»
c’è una metafisica dei costumi che studia i principi a priori dell’azione
morale
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