POETICA ALESSANDRINA
-
Canone della perfezione
»
perfezione perseguita è anche morale » mito delle cicale ripreso nel Prologo
dei Telchini di Callimaco
»
le cicale sono degli animali che hanno stupito molto gli antichi in conseguenza
alla credenza che esse si
nutrissero solamente d’aria (poi con un’osservazione
più scientifica si è scoperto che questi animali si
nutrono della linfa degli alberi) » per
questo sono stati considerati gli animali più spirituali
»
qui le cicale sono considerate come simbolo di una poesia pura, leggera
»
questa credenza dà luogo, oltre ad una lunga tradizione moralistica, anche a
dei miti
1. mito platonico legato alla poesia » le
cicale in precedenza erano dei poeti così appassionati da aver purificato
totalmente la loro anima, e di conseguenza sono stati trasformati in cicale
2. mito di Eos » la ninfa Eos si innamora
di un uomo mortale, ma il suo amore la spinge a chiedere per lui l’immortalità,
dimenticandosi però di chiedere l’eterna giovinezza; l’uomo quindi diventa
sempre più vecchio senza mai morire. Infine viene trasformato in cicala
»
Callimaco considera entrambi i miti perché si definisce insieme un anziano e un
poeta
- Canone della brevità (conseguente al primo)
» Inno
ad Apollo » Callimaco » quando parla Apollo in realtà è la personificazione
della poesia
» è
meglio una piccola sorgente che stilla acqua pura e sacra rispetto ad un
grosso
fiume
(Tigri o Eufrate) che è però contaminato da molti detriti e scorie
» nel
comporre la sua satira, Orazio ha in mente questo brano; non riporta però
l’intera metafora, ma la riassume
nelle parole “scorre fangoso” perché sa di essere
compreso dal pubblico colto dei
poeti a cui è destinata la poesia
» Prologo
dei Telchini » della poesia di Mimnermo accetta quella breve, rifiuta i
componimenti lunghi
»
agli esordi della sua carriera poetica, Apollo gli confidò: “cantore
amatissimo,
quanto
più pingue la vittima / alleva, ma, o amico, la Musa sottile” = quando
devi fare sacrifici agli dei, ingrassa la vittima, ma
mantieni sottile la poesia
- Predilezione per un linguaggio semplice » rifiuto dell’oratoria e
della tragedia
»
attraverso la scelta di diminutivi, la ripresa di alcuni elementi folcloristici
e della quotidianità
»
utilizzo del linguaggio parlato in espressioni anche volgari
»
es: σικχαίνω = mi fa vomitare » nell’Epigramma XXVIII
- Ricerca dell’originalità,
di vie mai battute
»
Callimaco nel Prologo dei Telchini » Apollo, dio della poesia, consiglia
all’autore: “dove non passano
carri pesanti / tu spinga il tuo
crocchio, né per la via larga, ma per sentieri / non calpestati, pur se
guiderai per la strada più angusta” » è evidente la tensione a trovare nuove vie di
espressione poetica
» Epigramma
XXVIII » non rifiuta Omero (indiscutibile), ma i poemi del ciclo,
gli imitatori di Omero
»
odia tutte le cose comuni, τὰ δημόσια “le cose del popolo” » viene
rifiutato il
popolo
in quanto realtà politica unitaria, che era il fulcro dell’età classica
» ha
limiti perché nessun autore può prescindere dalla storia che lo precede, pur
mettendosi in opposizione
»
il poeta ellenista, infatti, è dotto, ed ha la preoccupazione
di mostrare le sue vaste conoscenze
»
sono infatti d’obbligo i riferimenti e le citazioni di miti e di opere di
altri poeti, anche recenti
»
Callimaco » fa un poema in distici elegiaci, non in esametri come invece
suggeriva la tradizione
» nello stesso tempo però
mantiene il linguaggio omerico (dialetto ionico omerico)
» nel Prologo dei
Telchini mostra di sapere tutta la tradizione letteraria precedente
facendo
numerosi riferimenti a
poeti del passato remoto e prossimo a lui (es: Mimnermo)
-
Il pubblico a cui il poeta si rivolge è formato da poeti, uomini
colti
» non
si rivolge più alla polis, non ha un pubblico generico
ma ristretto, critico ed esigente
»
spesso il rapporto tra poeti non è benevolo, ma di rivalità (dovevano
conquistare il favore del potente che
li mantenesse, così si combatteva
poeticamente mettendo in gioco le proprie capacità)
»
Callimaco » prologo dei Telchini » tratta della polemica letteraria,
lo scrive in un momento in cui era
bersagliato dalle critiche degli altri poeti (indica
collettivamente i suoi contestatori poetici
con il nome di Telchini,
che secondo la tradizione folcloristica erano degli esserini magici
che lavoravano il ferro ed abitavano un’isola
del mar Egeo)
- Callimaco » inno ad Apollo
» prologo dei Telchini (Aitia)
» composto dopo aver concluso l’opera, verso la fine della sua
vita, poi preposto al prologo,
andando così a formare una specie di “preprologo”
» Epigramma XXVIII » i primi
4 versi sono una dichiarazione poetica
- Teocrito » Idillio VII, le Talisie
» riprende
il proemio delle Opere e i giorni, in cui il poeta veniva investito
dalle Muse come poeta di verità
» idillio
= breve genere letterario
» c’è
un pastore (Licida) che racconta in prima persona la strada per andare
alla festa delle Talisie
» sulla
via Licida (vero nome di un poeta) incontra Simichida (nome fittizio che
Teocrito dà a sé)
» il
pastore rappresenta le Muse di Esiodo » danno a Simichida un bastone da
capraio (in Esiodo era un
ramoscello) che simboleggia l’investitura
poetica in quanto poeta di verità (come in Esiodo)
»
diverso significato di verità » Esiodo: il raccontare il vero rapporto
degli dei tra loro e con gli uomini
» Teocrito intende il realismo ellenico
» realismo
ellenico = imitazione della vita, della realtà quotidiana
»
sostituzione delle Muse con il pastore » parodia? » è una presa in giro,
d’altronde lo stesso capraio non
era necessario rappresentarlo nei suoi tratti peggiori (la veste
rovinata, la puzza di formaggio)
» polemica? » non è necessaria l’ispirazione divina per la poesia,
ma sono gli stessi poeti che danno l’abilitazione ad altri poeti
»
imitazione? » ci sono in Licida dei tratti che nella tradizione
sono stati sempre riferiti esclusivamente agli dei: il sorriso
benevolo e una insolita luce negli occhi, inoltre l’aggettivo a
lui attribuito, Λυκίος, può essere legato ad
Apollo Licio
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