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Cavallo: l'occhio del cavallo è terrorizzato, comunica più paura
ancora del volto del cavaliere, che guarda dietro di sé, temendo un agguato. Gericault
ama i cavalli, per lui l’animale è simbolo ed espressione di energia,
irrazionalità e velocità, ma è anche estremamente partecipe della scena. Lo
stesso pittore corre sui cavalli per passione, conducendo così una vita
completamente sregolata.
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Disegno e luce: I contorni sono definiti (il cavaliere è più definito
del cavallo, che di definito ha solo il muso) e lavora sul contrasto di luci e
ombre, di toni scuri e di toni chiari, disposti lungo la diagonale: all'angolo
destro in alto massima ombra e in alto a sinistra massima luce. Su questa
stessa diagonale sono distese le gambe del cavallo e del cavaliere. Con questa
disposizione le figure sono direttamente offerte alla vista dello spettatore.
Nell’angolo in alt a destra c’è un indistinto ammasso di colore. È tipicamente
romantico lo sfondo paesaggistico non definito nei suoi contorni.
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Commento: Gericault ha partecipato alle guerre napoleoniche (vede
nella giuventù napoleonica la possibilità di compiere il suo impeto d’azione,
la sua visione eroica della vita militare). Ma poi ha scoperto che la guerra
non è come se l'aspettava: porta all'abbruttimento dell’uomo, porta alla
perdita del dominio di sé. Questo è un militare che ha paura: a terra, si
guarda alle spalle, batte in ritirata , con la spada bassa, non incarna più il
valore militare. Nella pittura ricerca ciò che rende vivo l’uomo, ciò che lo
rende davvero se stesso, poi vedremo come ricerca l’umanità nelle situazioni
più estreme.
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