Viandante sul mare di nebbia (1818)
-
Sagoma: anche in quest’opera il soggetto umano dà le spalle
all’osservatore, proprio per permettere di immedesimarsi nel viaggiatore, il
che contribuisce a creare un’aria di mistero e di ignoto. La sagoma dipinta
vuole indicare l’uomo universale (anche se noi possiamo riconoscere le fattezze
dell’artista in quelle del viaggiatore). L’uomo che raffigura Friedrich è
sempre o da solo o in una compagnia ristretta (al massimo tre); questa
inclinazione si può comprendere alla luce del contesto in cui l’artista si è
formato: le fredde terre della Germania e la religione protestante, che rifiuta
la comunità della Chiesa.
-
Nebbia: è una metafora. È l’elemento che rende indefinito,
inafferrabile, immenso lo spazio. Impedisce di distinguere i limiti e i
contorni della realtà osservata.
-
Contrapposizione tra finito e infinito nella tecnica: disegno dell’uomo in primo piano
e delle rocce molto curato e definito (tradizione fiamminga). Mentre la natura
sullo sfondo, la nebbia, le montagne sfumano e sono tutti elementi indefiniti,
realizzati con una pennellata molto liquida, vaporosa.
-
Luce e colore: la luce definisce lo spazio e crea un contorno
luminoso intorno alla figura del viaggiatore, messo ancora più in risalto dalla
contrapposizione forte dei colori bianco e nero che dominano nella tavolozza
dell’artista. Infatti si nota come le cose definite siano di colore scuro
(uomo, rocce) e di tonalità chiare ciò che è indefinito (nebbia, cielo, monti
in lontananza).
-
Realizzazione: il processo artistico di Friedrich si sviluppa
ancora nello studio, non all’aria aperta come invece sarà per gli
impressionisti. La sua arte è quindi una rielaborazione (come la poetica per il
poeta inglese William Wordsworth).
-
Paesaggio: possiamo notare nella produzione artistica di Friedrich,
il ricorrere di paesaggi simili, quali l’alba, il tramonto, il mare, la nebbia,
le cime. Tutti paesaggi particolari rispetto alla realtà quotidiana, scelti per
suscitare nell’uomo quel senso del sublime che il filosofo Kant aveva teorizzato:
quel sentimento di sproporzione davanti alla natura che è insieme terrificante
e appagante.
-
La religione della natura: Friedrich scrisse ad un amico: «Il
Dicvino è ovunque, anche in un granello di sabbia». Nella sua arte
questa concezione è evidente: l’uomo è spinto a ricongiungersi con la natura
perché per sua struttura desidera ricongiungersi con Dio che è presente in
essa.
beelllloooooo
RispondiEliminachi mi fa delle considerazioni personali?
RispondiEliminami servono x arte!
che ne pensate del dipinto???!!!!rispondetemi al più presto, grazie!!!!!!:)
le considerazioni personali sono appunto "personali" dovresti farle tu :D
Eliminamipotreste dire i punti di forza e i triangoli
RispondiElimina