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domenica 15 febbraio 2015

CASPAR DAVID FRIEDRICH - Il mare di ghiaccio (o Il naufragio della Speranza)

Il mare di ghiaccio (o naufragio della Speranza)




-    Soggetto: è insolito il soggetto di un fatto di cronaca contemporaneo (naufragio di una spedizione polare; la nave si chiamava Speranza). Qual è allora la differenza con la Zattera della Medusa di Gericault che pure mostrava un fatto di cronaca? Mentre l’artista francese aveva posto al centro della sua opera il fatto di cronaca, che esso stesso esprimeva il cuore del suo messaggio, in quest’opera di Friedrich la storia ha solo un ruolo marginale, è un pretesto. Questo è evidente dal fatto che la nave stessa non è immediatamente riconoscibile tra l’ammasso di ghiaccio che la seppellisce. Più che una denuncia alla società il quadro è una metafora, interpretazione suggerita dallo stesso titolo: Il naufragio della Speranza che avrebbe potuto scrivere anche con la s minuscola.
-    Rapporto tra uomo e natura: in questo quadro è la natura a prevalere nettamente sulla presenza umana, che pure c’è, compare brevemente da sotto le macerie di ghiaccio, una distesa senza fine di ghiaccio.
-    Colore e disegno: anche in quest’opera Friedrich gioca sull’alternanza tra il disegno definito del ghiaccio dai contorni nettamente tagliati, e il cielo liquido e indefinito. Cielo e terra sono però accomunati dalle stesse tonalità di colorazione: azzurro su azzurro, colore che domina tutta la tela.

-    Impostazione della scena: l’artista dispone le lastre di ghiaccio secondo una costruzione che fa prevalere le linee diagonali, tutte dirette verso la stessa direzione, rivolte verso l’alto. Si possono notare anche dei frammenti di ghiaccio posizionati sulla fascia inferiore del dipinto, che assomigliano a frecce che indicano il cielo nel suo squarcio più luminoso e chiaro. È interessante notare questo riferimento al cielo in una scena di morte. Forse l’artista vuole dirci che l’uomo non può andare oltre certi limiti e che non può raggiungere la meta infinita? Forse che invece anche dopo la morte tenderà al cielo infinitamente azzurro oltrepassando così la sua natura finita e corruttibile?

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