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Il colore e l’impostazione tradizionale: la resa dell’immagine risulta
nitida e pulita, rimanendo fedele alle origini veneziane. Infatti Hayez non usa
il colore per rompere i contorni come il pittore inglese William Turner, né utilizza
il colore liquido e dalle tonalità scure, tipico degli altri artisti romantici.
I suoi colori sono vivi, si richiamano tra di loro seguendo così una tradizione
che risale fino a Raffaello. Hayez inoltre fa un uso simbolico dei colori: non
a caso usa spesso il rosso, il bianco e il verde della bandiera di quell’Italia
che si voleva costituire.
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Soggetto storico: è il cuore dell’opera. Viene ripreso ancora una
volta un episodio dalla storia italiana dei tempi passati: i vespri siciliani,
avvenuti nel 1282, in cui, dopo la funzione dei vesperi, una nobildonna
italiana viene offesa da un soldato francese, che tenta di sedurla malamente. Scoppia
allora la rivolta, inizialmente per la difesa e vendetta dell’onore ferito
della donna, ma ben presto diventa un’occasione e un pretesto per ribellarsi
contro il dominio straniero dei francesi a favore della signoria degli
Aragonesi. Si ricorda che nella cultura risorgimentale italiana spesso viene
utilizzata la figura dell’eroina, giovane donna minacciata nella sua purezza
dal nemico straniero che va difesa da tutto il popolo (che qui assume
dimensione corale, con qualche personaggio in proscenio).
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Proposta dell’artista: Hayez, in pieno contesto
risorgimentale, invita l’osservatore a ribellarsi con tutte le proprie forze
contro il nemico della patria per creare finalmente l’Italia unita. Propone come
valore assoluto il dare la vita per un ideale risorgimentale, per la creazione
di una nazione italiana.
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Il sentimento: Hayez infonde ai suoi dipinti una carica
sentimentale che accentua l’espressione delle ispirazioni risorgimentali. Ripropone
spesso i protagonisti storici ben conosciuti, che diventano espressione dei valori
civili del presente, riferiti al contesto risorgimentale.
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Teatralità: l’influenza teatrale (si ricorda che Hayez lavorò per la
Scala di Milano) è evidente nelle pose statiche ed espressive delle figure,
nella calcata gestualità e negli sguardi eloquenti. Nonostante ciò l’immagine
appare nel suo insieme movimentata grazie ad alcune tecniche di impostazione
stilistica, come le diagonali formate dalle gambe delle due figure in primo
piano e l’asimmetria, elementi che rompono la staticità per un dinamismo compositivo,
seppur molto contenuto.
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