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È l’opera che spedisce a Milano per presentarsi, venendo
così introdotto nell’ambiente borghese con cui condivide gli ideali. L’opera riscuoterà
infatti molto successo per gli ideali risorgimentali proposti in essa:
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Soggetto storico: si rifà ad un episodio della storia antica (‘400).
Il protagonista è un nobile cavaliere dei tempi passati che risponde alla
chiamata del suo signore per difendere le terre minacciate dallo straniero: rinuncia
e abbandona così casa ed affetti per partire a dare la vita per la sua patria
(infatti sarà fatto prigioniero dei nemici). Scegliendo un episodio minore
della storia italiana, e quindi poco noto, l’alternativa da lui scelta è quella
di adottare un titolo molto lungo (di cui ora si ripropone solo una parte) che spieghi
e renda evidente il contenuto della scena. In ogni caso la colta borghesia
milanese conosceva l’episodio: ciò mostra che loro erano i veri destinatari
dell’opera.
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Teatralità e gestualità: si capisce dalle eclatanti pose
delle figure femminili che mostrano dolore per la partenza forse senza ritorno
del loro caro perché il Romanticismo artistico italiana è stato definito “teatrale”.
Le figure sono come fisse in pose eloquenti (il poggiarsi sulla spada del
cavaliere, le mani congiunte in preghiera della giovane fanciulla di spalle, le
mani della madre che lo invitano a restare). Oltre alla gestualità ricalcata,
anche gli sguardi e la stessa disposizione dell’opera è teatrale. Infatti lo
sfondo è scenico, come una quinta teatrale, e le figure sono disposte ad
emiciclo intorno al protagonista, come fosse un proscenio. Grazie a questa
particolare tensione ad esplicitare con il corpo sentimenti e pensieri, il
soggetto dell’opera diventa chiaro ed esplicito anche per chi non conosce l’episodio
storico, e l’osservatore si ritrova immediatamente ad immedesimarsi nei
personaggi.
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