HEGEL (1770-1831)
OPERE PRINCIPALI
Teologia » Religione popolare
e cristianesimo
1801 » Differenza fra il
sistema filosofico di Fichte e quello di Schelling
» è favorevole all’idealismo di
Schelling
1807 » Fenomenologia dello
spirito
» dichiara il suo distacco dalla
dottrina di Schelling ed espone il suo pensiero autonomo
1812 » Scienza della
logica
1817 » Enciclopedia delle
scienze filosofiche in compendio
IL GIOVANE HEGEL
Nelle opere giovanili
l’argomento dominante è teologico, con un
forte legame con la politica
» studia il tema della
rigenerazione morale e religiosa dell’uomo come fondamento della rigenerazione
politica » tema profondamente connesso con
la Rivoluzione francese in cui partecipa
» ogni rivoluzione politica è
tale solo se parte da una rivoluzione del cuore = rigenerazione della persona
nella sua vita interiore e del popolo nella
sua cultura
» la nuova coscienza
interiore del popolo deve tradirsi in un progetto di rinnovazione sociale
» legge negli avvenimenti storici
del periodo un’ansia dell’uomo di cambiamento e libertà
» ecco perché non è
possibile, nei suoi scritti, dividere il tema religioso da quello politico
» Marx lo riprenderà » la
rivoluzione è possibile solo quando il popolo è cosciente della propria posizione
NB: contesto in cui viveva
Hegel
» religione e politica
avevano in Germania una connessione particolarmente profonda per la Riforma
» le Chiese riformate e i
principati tedeschi costituivano un insieme politico-religioso omogeneo
Mondo interiore
e mondo esteriore:
» l’aspirazione dei popoli a
una vita migliore e alla libertà deve tradursi in realtà attraverso la
realizzazione
di progetti che spazzino via il vecchio
impianto sociale (= supremazia del potere nobiliare)
» l’ansia di libertà del
popolo deve produrre un nuovo ordine giuridico, istituzioni fondate
sull’uguaglianza
» la rivoluzione delle
istituzioni è possibile solo come conseguenza esteriore di una rivoluzione
interiore
maturata all’interno della coscienza del
popolo
Una nuova
religione fondata sulla “comunanza dei cuori”
» occorre una nuova religione
che aiuti il popolo a partecipare alla propria vita interiore e il rapporto con
Dio
» Dio si incarna nella storia
non attraverso precetti morali, ma attraverso la vita degli uomini
» potrà nascere un nuovo
ordine politico quando ogni uomo avrà imparato a riconoscere nella vita
interiore
dell’altro uomo il riflesso dell’unica vita
di Dio
CRISTIANESIMO,
EBRAISMO, MONDO GRECO
Una prospettiva
post-kantiana: oltre la morale di Kant
» nel La vita di Gesù
Hegel condivide l’idea di Kant per cui la religione è adesione interiore ai
principi
razionali della morale, invece nel La
positività della religione cristiana si intravvede già un passo avanti
Contro la
“positività” della religione cristiana
» Kant si dimostra per lui
molto vicino alle Chiese cristiane storicamente affermatesi dopo la morte di
Gesù
» lui le polemizza: esse
hanno smarrito il profondo senso del messaggio cristiano
» Cristo infatti aveva
predicato il superamento della vecchia legge “esteriore” fatta di precetti e di
comandi e
di regole a cui si deve sottostare (come per
la morale kantiana) in favore di una nuova legge dell’amore,
della fratellanza, della comunanza dei cuori
» tradendo il messaggio di
Gesù, le Chiese hanno costruito una religione “positiva”, fatta di criteri di
verità
oggettivamente fissati (i dogmi), fatta di
un elenco rigido di regole morali
» sommerso da questi doveri,
il vero sentimento religioso è scomparso
» nel suo sviluppo storico ha
portato ad una scissione tra legge interiore ed esteriore
Contro la
visione ebraica della natura (Lo
spirito del cristianesimo e il suo destino)
» riflessione filosofica
sulla bibbia + ripercorre le vicende storiche
» il racconto del diluvio
universale è simbolo di una profonda “scissione” tra il popolo ebraico e la
natura
» sentendosi minacciati dalla
natura, gli ebrei hanno reagito con la fede nella potenza del loro dio
» si sono così innaturalmente
allontanati da tutto ciò che è parte integrante della vita umana
» hanno letto il fatto del
diluvio come un tradimento della natura nei confronti dei figli di Dio » da qui
la
concezione di Dio come Salvatore e
trascendente rispetto alla realtà naturale, a cui è contrapposto
L’infelice
destino degli ebrei:
» quindi gli ebrei vivono in
continua ostilità con la natura e anche con gli altri uomini
» il loro è un Dio “geloso”
che pretende dal “suo ” popolo una dedizione e venerazione totale
» così viene impedito ogni
rapporto di amicizia con gli altri popoli (solo loro sono il “popolo eletto”)
» sono quindi vittime di un
destino che essi stessi hanno provocato
Il messaggio di
Gesù
» il messaggio di Gesù mette
in discussione la scissione degli ebrei dalla natura, dagli altri popoli
“nemici” e
da un Dio trascendente che sembra troppo
lontano per essere raggiunto
» messaggio = legge
dell’amore, invita a superare ogni scissione per un’unità che lega tutti gli
esseri viventi
» lo stesso Gesù ha
riconciliato tutti gli esseri viventi incarnandosi
Il mondo greco
» la mentalità greca è
diametralmente opposta a quella ebraica, e per questo è più vicina a quella di
Gesù
» vivono profondamente il
loro rapporto con la natura in armonia e in “spirito di bellezza”
» la loro morale rispetta i
naturali desideri umani
» la grecità incarna il
momento dell’armonia tra l’uomo e la natura, tra l’uomo e dio, degli uomini tra
loro
» armonia tra gli uomini »
perché la religione greca, in quanto fatto pubblico, in quanto religione della
città,
non separava l’individuo dal cittadino ed
era fattore di coesione sociale
» la modernità ha smarrito
questa armonia
» nella sua “eticità” Hegel
ripropone la perfezione originaria della polis greca, ad un livello più alto,
raggiunto attraverso la “caduta”
rappresentata dalla modernità
La speranza in
un nuovo “spirito di bellezza”
» sia i Greci sia Gesù sono
stati “sconfitti”
» ma Gesù, morto per mano del
suo stesso popolo, ha perdonati i suoi nemici testimoniando così la
possibilità di un amore incondizionato
» anche le se Chiese
cristiane hanno tradito il suo messaggio, si può sperare in un recupero dello
“spirito di
bellezza” attraverso il messaggio di Gesù
Critica a Kant
» polemica contro la ragione
illuministica di Kant che si fonda su una lacerazione dualistica tra uomo e Dio
» Kant ha il merito di aver
liberato la religione dai suoi elementi “esteriori” riconducendola ad una
morale
razionale, ma questa morale è alla fine
simile a quella ebrea
» quella kantiana è quindi
una religione “dell’infelicità” in cui gli uomini adorano e temono un dio
straniero,
a cui ispirano invano con inquietudine e
angoscia (ebrei), e in cui l’uomo è lacerato dal dualismo tra
ragione che impone il dovere e
l’inclinazione sensibile che spinge al piacere
C’è bisogno di una nuova religione
che superi la scissione in una conciliazione (perché il cristianesimo ha
tradito il messaggio di Gesù, e ora non coincide più con la sua origine)
» come? » attraverso il
recupero della figura di Gesù, profeta dell’amore come forza unificatrice tra
uomo e
Dio, tra uomo e uomo, tra uomo e natura
(cioè tra dovere razionale e natura sensibile)
» l’amore va oltre la fredda
legge razionale » induce a compiere volentieri tutti i doveri
La sua ricerca muterà poi
direzione: dalla religione alla filosofia
» capirà che la rivoluzione
dello spirito dell’uomo e dei popoli nasca da un’evoluzione storica
PILASTRI DEL
SISTEMA HEGELIANO
1.
identità tra finito e infinito
»
la realtà è un organismo unitario di cui tutto ciò che esiste è parte o
manifestazione dell’infinito
»
questo organismo, non avendo altro al di fuori di sé, coincide con l’Assoluto,
con lo “spirito”
»
i vari enti che compongono l’organismo unitario coincidono con il finito, ma il
finito come tale non
esiste, perché è un’espressione parziale dell’infinito
» quindi il finito è l’infinito
»
monismo panteistico = teoria che vede nel mondo (nel finito) la manifestazione
di Dio (l’infinito)
» Dio non
è trascendente ma immanente
»
differenza con Spinoza » l’Assoluto di Spinoza è una sostanza statica che
coincide con la natura
» per
Hegel l’Assoluto è un soggetto spirituale in divenire di cui tutto ciò che
esiste è tappa di un processo di realizzazione tramite un processo
dialettico
»
differenza fra sostanza (qualcosa di immutabile e già dato) e soggetto
(processo di autoproduzione)
2.
identificazione tra ragione e realtà
»
“ciò che è razionale è reale; e ciò che è reale è razionale” » questa non è una
possibilità ma necessità
= la razionalità non è pura astrazione ma è
la forma di tutto ciò che esiste
= la realtà non è materia caotica, ma il
dispiegarsi di una struttura razionale
»
per questo Hegel chiama il soggetto spirituale infinito che sta alla base della
realtà “idea” o “ragione”
»
quindi tutto ciò che penso è reale come manifestazione della ragione
3.
identificazione tra essere e dover essere
»
è stretta conseguenza della precedente identificazione
»
ciò che è (la realtà) risulta anche ciò che razionalmente deve essere
»
deride l’astratto e moralistico “dover essere” che non è, dell’ideale che non è
reale
»
dato che il mondo è ragione reale e realtà razionale, è una manifestazione di
momenti necessari che
non possono essere diversi da come sono »
tutto ciò che è deve e non può essere altrimenti che così
» la realtà è una totalità processuale necessaria
La funzione
della filosofia:
» se la realtà è razionale e
il pensiero è forma del reale, la filosofia non ha più il compito di
determinare la
realtà, ma di prendere coscienza di ciò che
è reale comprendendone le strutture razionali che la costituiscono
» “Comprendere ciò che è
è il compito della filosofia, poiché ciò che è è la ragione”
» la filosofia spiega il
perché, non il come la realtà è in un certo modo » è una giustificazione della
realtà
» l’indagine filosofica deve
rinunciare ad aggiungere qualcosa all’esperienza, alla realtà o a determinarla,
perché arriva nel momento in cui la realtà è
già bell’e fatta, non può quindi dire come deve essere
La filosofia come
“giustificazione” razionale della realtà apre un dibattito
interpretativo:
» Marx lo vede come
rivoluzionario, non come giustificazioni sta, perché affronta il compito della
filosofia
nella realtà politica, nello Stato »
interpretazione tendenziosa
» Marx = ciò che non segue il
piano razionale è destinato a cadere » si rifà alle istanze socialiste
LE PARTIZIONI DELLA
FILOSOFIA: IDEA, NATURA, SPIRITO
La realtà è un continuo farsi
dinamico dell’Assoluto secondo una legge dialettica divisa in tre momenti
secondo un’articolazione triadica e circolare:
1. l’idea in sé e per sé (o “idea pura”) = tesi
»
è l’idea considerata in se stessa, a prescindere dalla sua realizzazione nel
mondo
»
è assimilabile a Dio prima della creazione della natura e di uno spirito
infinito
»
è l’impalcatura logico-razionale della realtà
2. l’idea fuori di sé = antitesi
»
è la natura, è l’alienazione dell’idea nelle coordinate spazio-temporali del
mondo
3. l’idea che ritorna in sé = sintesi
»
è lo spirito = idea che, essendosi fatta natura torna “presso sé” nell’uomo,
acquisendo consapevolezza
NB: la triade non va intesa
in senso cronologico (come se prima ci fosse l’idea in sé, poi la natura e
infine lo spirito) ma logico » ciò che esiste è lo spirito, che ha come
condizione la natura e come presupposto l’idea
A questi momenti strutturali
dell’Assoluto, fa corrispondere le tre sezioni in
cui si divide il sapere filosofico
1. la logica = scienza dell’idea in
sé e per sé
2. la filosofia della natura =
scienza dell’idea nel suo alienarsi da sé
3. la filosofia dello spirito =
scienza dell’idea che dal suo alienamento ritorna in sé
LA DIALETTICA
L’Assoluto è “divenire” »
la legge che governa il divenire è la dialettica, che comprende
»
la legge ontologica » legge di sviluppo della realtà
»
la legge logica » legge di comprensione della realtà
Hegel
distingue tre momenti del pensiero (che
ricalcano i tre momenti dell’io di Fichte):
1.
momento
astratto o intellettuale = tesi
» consiste nel concepire l’esistente sotto forma di
una molteplicità di determinazioni statiche, rigide,
considerandole separate tra di loro, nelle loro differenze secondo il
principio » di identità
»
di non contraddizione
2.
momento
dialettico o negativo-razionale
= antitesi
» consiste nel mettere in rapporto le varie
determinazioni con le determinazioni opposte
» questo perché ogni affermazione sottintende una
negazione: per specificare e concepire ciò che una
cosa è devo
implicitamente chiarire cosa essa non è » momento dialettico
» es: il concetto di “uno” chiama subito il concetto
di “molti” con cui manifesta un legame
3.
momenti
speculativo o positivo-razionale
= sintesi
» consiste nel cogliere l’unità delle determinazioni
opposte
» consiste nel rendersi conto che ogni determinazione
è un aspetto parziale di una realtà più alta che le ri-
comprende,
che le sintetizza
» es: la realtà non è l’unità o molteplicità in
astratto, ma un’unità che vive solo attraverso la molteplicità
NB:
questi tre passaggi devono essere presi in unità, non in una successione
temporale ma logica
Da
questa distinzione, si può capire la differenza
che Hegel vede tra ragione e intelletto
» l’intelletto
= modo di pensare “statico”, che “immobilizza” gli enti considerandoli nella
loro esclusione
»
la ragione = modo di pensare “dinamico” che coglie la concretezza del
reale dietro la fissità delle
determinazioni
intellettuali
» è dialettica = nega le
determinazioni astratte dell’intelletto relazionandole con le opposte
» è speculativa = coglie
l’unità degli opposti realizzandone una sintesi
Riassumendo,
la dialettica consiste nella totalità di:
1.
affermazione
= tesi = porre un concetto astratto (che presuppone già l’antitesi)
2.
negazione
= antitesi = opporre al concetto astratto, un altro concetto opposto
» è il
momento più propriamente dialettico
3.
unificazione
= sintesi = unificazione dei due concetti precedenti una sintesi che li
comprenda entrambi
» è una
riaffermazione potenziata della tesi ottenuta attraverso la negazione
dell’antitesi
» è un
“superamento”: è al tempo stesso un “togliere” e un “conservare”
» NB: la sintesi
riafferma sempre qualcosa di non completamente uguale alla tesi
La
dialettica illustra l’identificazione tra finito e infinito:
»
mostra come ogni finito non può esistere in se stesso, ma solo in un contesto
di rapporti
»
perché » per porre se stessa ogni cosa si deve opporre a qualcos’altro, e così
entra nella trama di relazioni
della realtà, cioè inizia a far parte del
tutto, cioè dell’infinito, di cui è parte e manifestazione
»
la dialettica esprime il processo attraverso cui le varie determinazioni della
realtà, da rigide, diventano
momenti di un’idea unica e infinita » il
finito si risolve necessariamente nell’infinito
La dialettica ha un significato globalmente ottimistico
»
ha il compito di unificare il molteplice, conciliare le opposizioni, ridurre
ogni cosa all’ordine del tutto
»
la parte dell’antitesi costituisce un reale momento negativo, che però sussiste
solo come un momento del
farsi del positivo » è visto in una
prospettiva più ampia, ultimamente positiva, in un’ottica provvidenziale
»
il momento negativo è una parte necessaria di un processo che conduce alla
totale positività della sintesi
Il carattere chiuso della dialettica hegeliana
»
ogni sintesi rappresenta a sua volta la tesi di un’altra antitesi, a cui
succede un’altra sintesi e così via
»
ma » rifiuta il recesso all’infinito (il “cattivo infinito”) che sposterebbe in
modo indefinito il punto di arrivo
» così toglierebbe allo spirito il
pieno possesso di se stesso, gli impedirebbe di prendere coscienza
»
quindi » afferma una dialettica a sintesi finale chiusa, che ha un preciso punto
di arrivo
» punto di arrivo = lo spirito
prende possesso di sé, prende coscienza
I
critici di Hegel opteranno per una dialettica a carattere aperto
»
affermano che il carattere chiuso soffoca lo spirito infinito
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