REALISMO
Nell’Ottocento
non ci si accontenta di un rapporto con la natura in chiave di rispondenza
sentimentale, filtrata dal sentimento come per i romanticismi, ma si cerca un
ritorno alla natura per così com’è, al vero, al reale, da cui lo stesso nome
della corrente culturale. Il romanticismo già aveva aperto ad un rapporto privilegiato
con la natura, ma in essa riconosce il riflesso del proprio stato d’animo,
cedendo ad un’idea mentale e simbolica del paesaggio. Invece il realismo guarda
la natura con occhio fisico e scientifico, assumendo così valenza autonoma
senza ridurla a sfondo di una vicenda storica, letteraria o religiosa. Da qui
si comprende l’affermarmi della tendenza a dipingere ponendosi direttamente davanti
o dentro il paesaggio da raffigurare.
L’esigenza
di rappresentare il proprio tempo, l’idea di arte come fotografia della realtà
non mediata dall’artista, la raffigurazione della vita quotidiana anche in
tutta la sua bassezza fin’ora censurata sono tutte caratteristiche comuni del
realismo, sebbene poi si concretizzi in contesti radicalmente diversi e con
motivazioni disparate in tutta Europa. Si escludono rappresentazioni
idealizzate per la volontà di comprendere la realtà della cose nella
quotidianità della vita. Per questo i soggetti del realismo sono ritratti,
paesaggi, interni domestici, città.
In Italia
le scuole pittoriche regionali offrono un panorama variegato della quotidianità
in momento colti nella loro immediatezza, anche intima: attimi catturati nella
quotidianità, senza alcun scopo, e non momenti della grande storia com’è stato
fin’ora. Si sviluppa in Toscana la corrente dei Macchiaioli, da cui emergono
personalità come Francesco Faruffini, il quale esprime la sua poetica verista
ne La lettrice (1864).
Tra il
1860 e 1870 nasce la Scapigliatura lombarda che punta invece sugli effetti
atmosferici, nebulosi, sensuali tesi già al simbolismo. Costituisce così un’alternativa
alla pittura del vero e un’evoluzione del realismo per luce e colore.
Per quanto
riguarda al realismo francese, la scuola riconosciuta per eccellenza in Europa
come protagonista del realismo è quella paesaggistica di Barbizon, località
della Francia, i cui maggiori esponenti sono
1.
Gustave Corbet (1819-1877)
2.
Honoré Daumier (1808-1879)
3.
Jean-François Millet (1814-1875)
La pittura
paesaggistica si afferma non più come un genere minore, ma come genere autonomo
e di mercato. Questi artisti avviano uno studio di natura dal vero, dipingendo
all’aria aperta. Nasce una nuova pittura, attenta agli effetti di luce, carica
di colori, stesi rapidamente ma non senza cura, con pennellate dense di colore.
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