CANTO XXI
Settimo cielo: cielo
di Saturno » spiriti contemplanti
Incontri: san Pier Damiano
Riassunto e
tematiche
- Dante rivolge lo sguardo a Beatrice:
diversamente dal solito non gli sorride perché la sua bellezza si è tanto
accresciuta salendo in cielo che se non si moderasse egli ne sarebbe annientato
»
similitudine con la ninfa Semele che fu incenerita vedendo Giove in tutto il
suo splendore
- Compare nel cielo una scala d’oro, tanto
alta che la cima si sottrae alla vista
»
lungo i gradini scendono molte luci che si muovono insieme fino ad un certo
punto, poi alcune volano
via, altre ritornano su, altre sostano
volteggiando
- La luce più vicina a Dante brilla
intensamente manifestando il suo amore
- Dante aspetta il consenso di Beatrice
per parlare
» chiede
all’anima perché si è avvicinata e perché qui le anime non cantano come negli
altri cieli
- Lo spirito risponde (è san Pier Damiano)
»
la ragione del silenzio è la stessa per cui Beatrice non sorride
»
si è avvicinato per festeggiarlo, non perché lo ami più di altre anime, che
anzi risplendono più di lui
d’amore, ma perché Dio assegna a ciascuno il
suo compito
- Dante domanda ancora: sa che tutte le
anime ubbidiscono al volere di Dio ma non capisce perché proprio lei è stata
scelta per questo compito
- Risposta: nemmeno gli esseri più
perfetti del paradiso possono rispondere alla sua domanda
»
il disegno divino è insondabile » per cui una volta ritornato sulla terra deve
ammonire i mortali di non
avere la presunzione di conoscere ciò che
non si può sapere neppure in cielo
- Dante non insiste e chiede allo spirito
chi sia
- San Pier Damiano si presenta
»
inizia a parlare del monte Catria, alle cui pendici sorge un eremo dedicato al
culto di Dio, una tempo
fecondo di uomini santi e adesso vuoto » è
il monastero di Fonte Avellana
» lui
visse lì dedicando la sua vita alla contemplazione
»
fu fatto cardinale, ufficio che ora p svolto da uomini sempre più corrotti
» i
primi apostoli Pietro e Paolo vissero poveramente mentre ora sono avidi di
denaro e lussi
»
esclamazione finale: Oh pazienza di Dio che tanto sopporti!
»
subito scendono altre luci che elevano insieme un grido tanto forte che Dante
non ne intende le parole
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