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martedì 9 giugno 2015

SCHOPENHAUER - filosofia

SCHOPENHAUER

LE RADICI CULTURALI

-    Platone » riprende la teoria delle idee
-    Kant » lo considera il filosofo più grande ed originale
» riprende da lui l’impostazione soggettivistica della gnoseologia
-    Illuminismo » filone materialistico e quello dell’ideologia
 » carattere polemico nei confronti delle credenze tradizionali tramandate
-    Romanticismo » irrazionalismo
 » importanza attribuita all’arte e alla musica
 » tema dell’infinito, cioè crede nella presenza nel mondo di un principio assoluto le cui
    varie realtà sono manifestazioni transeunti
 » tema del dolore ma per Schop non è in chiave ottimistica (visione pessimistica della realtà)
-    Idealismo » lo rifiuta e lo indica come “filosofia delle università”, non al servizio della verità ma di
    interessi volgari come il potere ed il successo
 » riconosce un certo ingegno a Fichte e a Schelling
 » Hegel invece è “sicario della verità”, “ciarlatano pesante e stucchevole”
 » emerge in questa critica la sua esigenza della libertà della filosofia
 » però non c’è un’autentica e puntuale contestazione delle singole tesi dell’idealismo, piuttosto
    una serie di insulti
-    Interesse per il pensiero orientale
» costituisce tutt’ora un problema aperto
» sembra che il pensiero di Schopenhauer si sia sviluppato indipendentemente dal suo incontro con le
   filosofie orientali » più che condizionamento è sintonia
» è stato il primo filosofo occidentale a tentare il recupero di alcuni motivi del pensiero orientale
» ha desunto da esso un repertorio di immagini e di espressioni suggestive
» è stato un ammiratore della sapienza orientale

IL VELO DI MAYA

-    Il suo punto di partenza è la distinzione kantiana tra fenomeno e noumeno
» per Kant » il fenomeno è la realtà concreta e visibile, l’unica accessibile alla mente umana, è l’oggetto
                     della rappresentazione ed esiste al di fuori della coscienza
                  » il noumeno è il concetto-limite che serve da promemoria critico
» Shopenhauer » il fenomeno è parvenza, illusione, sogno, rappresentazione che esiste solo nella coscienza
                         » il mondo è la mia rappresentazione: assioma indimostrabile ma che si presenta evidente
                         » il noumeno è la vera realtà che si nasconde dietro l’inganno del fenomeno
                         » il filosofo ha il compito di “scoprire il velo di Maya” ed accedere alla vera realtà
-    La rappresentazione ha due aspetti ha due aspetti essenziali ed inseparabili
1.      soggetto rappresentante
2.      oggetto rappresentato
» questa distinzione costituisce la forma generale della conoscenza
» sono due facce della stessa medaglia, sono entrambi elementi imprescindibili della rappresentazione
» il materialismo è falso perché nega il soggetto riducendolo all’oggetto o alla materia
» l’idealismo è falso perché nega l’oggetto riducendolo al soggetto
-    Le forme a priori della conoscenza (sulle orme del criticismo di Kant)
» la nostra mente è corredata di una serie di forme a priori
» a differenza di Kant ne ammette solo 3 = spazio, tempo e causalità
-    La categoria della causalità
» è l’unica categoria perché tutte le altre sono riconducibili ad essa
» assume forme diverse a seconda degli ambiti in cui opera (necessità, fisica, logica, matematica, morale)
» è quindi principio » del divenire: regola i rapporti tra gli oggetti naturali (necessità fisica)
                                » del conoscere: regola i rapporti tra premesse e conseguenze (necessità logica)
                                » dell’essere: regola i rapporti spazio-temporali (necessità matematica)
                                » dell’agire: regola la connessione tra un’azione e i suoi motivi (necessità morale)
-    La vita è sogno ingannevole, un tessuto di apparenze (velo di Maya) » concezione che riprende da
1.      Platone » “gli uomini non vivono che in un sogno”
2.      Pindaro » “l’uomo è il sogno di un’ombra”
3.      Sofocle » paragona gli individui a simulacri e ombre leggere
4.      Shakespeare » “noi siamo di tale stoffa come quella di cui son fatti i sogni, e la nostra breve vita è
                                   chiusa in un sonno”
5.      Calderόn de la Barca » scrisse La vita è sogno
» ma Schopenhauer è il primo a darne una enunciazione filosofica e teorizzazione
-    Inclinazione metafisica dell’uomo
» al di la del fenomeno esiste però la realtà vera
» l’uomo, o meglio il filosofo che c’è nell’uomo, non può fare a meno di interrogarsi su questa realtà
» l’uomo è un «animale metafisico» che a differenza degli altri esseri viventi si stupisce della sua stessa
   esistenza ed è portato ad interrogarsi sull’esistenza ultima della vita
» tanto più uno è intelligente tanto più si fa domande riguardo alla vera realtà

TUTTO E’ VOLONTA’

-    Come lacerare il velo di Maya?
» presenta la sua filosofia come integrazione necessaria a quella di Kant
» si vanta di aver individuato una via d’accesso al noumeno
» se la mente è chiusa nell’orizzonte della rappresentazione, come lacerare il velo di Maya?
» se noi fossimo soltanto conoscenza e rappresentazione (“una testa d’angelo alata senza corpo”) non
   potremmo uscire dal mondo fenomenico
-    La scoperta dentro di sé della volontà di vivere
» però non siamo solamente coscienza e rappresentazione: noi siamo dati a noi stessi anche come corpo
» non ci “vediamo” solamente da di fuori, ma viviamo dal di dentro godendo e soffrendo
» questa esperienza permette all’uomo di squarciare il velo del fenomeno e di afferrare la cosa in sé
» squarciare il velo = coscienza che io sono immerso nella rappresentazione » questa coscienza ti fa andare
                                   oltre la rappresentazione perché ti fa capire che tu sei altro rispetto alla
                                   rappresentazione cioè che sebbene tu sia nel finito su sei infinito
» ci rendiamo conto che l’essenza profonda del nostro essere è la brama di vivere, la «volontà di vivere»
» più che intelletto e conoscenza noi siamo vita e volontà di vivere
» il nostro stesso corpo è manifestazione esteriore di tutte le nostre brame interiori (l’apparato digerente è
   manifestazione della volontà di nutrirsi, l’apparato sessuale della volontà di riprodursi)
» l’intero mondo fenomenico è manifestazione esteriore della volontà interiore che rende visibile se stessa
   nella rappresentazione spazio-temporale
-    La volontà è radice noumenica dell’intero universo
» fondandosi sul principio di analogia, dice che la volontà di vivere non è solo radice noumenica dell’uomo
-    Ma che cosa rende possibile questa estensione dalla mia essenza all’essenza del mondo?
» quando io vivo il mio corpo lo sottraggo all’approccio del fenomeno perché smetto di usare spazio,
   tempo e causalità (che sono gli strumenti che individuano gli oggetti come molteplicità di cose distinte)
» l’essenza che riscontro nel mio corpo non è più solo del mio corpo, ha perso i limiti dell’individualità
» quindi mentre si parla di “fenomeni” al plurale, si deve parlare di “noumeno” al singolare perché ciò che
   rende distinte e quindi molteplici le cose sono spazio, tempo e causalità (non ci sono + nel noumeno)
» una volta individuata la volontà come essenza noumenica del mio corpo so che è dell’intera realtà
-    L’io per Schopenhauer è coincidenza di coscienza, volontà e corpo
» non è solo la coscienza come nella metafisica tradizionale
» non è un principio astratto e universale come la Ragione (per gli idealisti)
» non è il soggetto trascendentale di Kant
» Schopenhauer non rinuncia a nessuna componente umana, rivaluta l’individuo nella sua interezza

CARATTERI E MANIFESTAZIONE DELLA VOLONTA’ DI VIVERE

-    La volontà è
1.      inconscia » la consapevolezza e l’intelletto ne costituiscono solo possibili manifestazioni secondarie
» il termine “volontà” non è volontà cosciente ma è energia o impulso
2.      unica » perché esistendo al di fuori dello spazio e del tempo si sottrae al principio di individuazione
3.      eterna » perché è oltre la forma del tempo » quindi è un principio senza inizio e senza fine
4.      incausata e senza scopo » perché è oltre la categoria di causa » è forza ed energia libera e cieca
» possiamo chiedere a un uomo perché voglia quella cosa particolare ma non
   perché voglia in generale, a cui risponderebbe “voglio perché voglio”
» la volontà primordiale non ha alcuna meta oltre se stessa, la vita vuole vita
-    La crudele verità del mondo
» quindi tutti gli esseri viventi vivono semplicemente per vivere e continuare a vivere, senza scopo
» gli uomini hanno sempre cercato di mascherare questa terribile evidenza postulando un Dio al quale
   finalizzare l’esistenza propria e di tutto l’universo, per trovare un senso alle loro azioni
» ma Dio non può esistere e l’unico assoluto è la volontà
» i caratteri della volontà sono quelli con cui i filosofi hanno sempre caratterizzato la divinità o l’Infinito
-    La volontà di vivere si manifesta nel mondo fenomenico attraverso due fasi
1.      la volontà si oggettiva in un sistema di forme immutabili, a-spaziali e a-temporali = le idee (by Platone)
2.      la volontà si oggettiva nei vari individui del mondo naturale che sono la moltiplicazione e concretizzazione nello spazio e nel tempo delle idee
» tra individui e idee c’è u rapporto di copia-modello
-    Il mondo delle realtà naturali si struttura in una serie di gradi disposti in ordine ascendente
» grado più basso = forze della natura
» grado superiore = piante e animali
» questa piramide cosmica culmina nell’uomo nel quale la volontà di vivere è pienamente consapevole
» ma come guida della vita la ragione è meno efficace dell’istinto » per cui l’uomo è “un animale malato”

IL PESSIMISMO

-    Affermare che l’essere è manifestazione di una volontà infinita = dire che la vita è dolore
» volere significa desiderare
» desiderare è uno stato di tensione per la mancanza di qualcosa che si vorrebbe avere
» quindi il desiderio è assenza » cioè un dolore
» dato che nell’uomo la volontà è cosciente, l’uomo è il più bisognoso e mancante tra gli esseri
» la vita è essenzialmente dolore, al di là di ogni apparenza ingannevole

Ogni volere scaturisce da bisogno, ossia da mancanza, ossia da sofferenza. A questa dà fine l’appagamento; tuttavia per un desiderio che venga appagato ne rimangono almeno dieci insoddisfatti; inoltre la brama dura a lungo, le esigenze vanno all’infinito.

-    Il carattere negativo della felicità umana
» godimento (fisico) e gioia (psichica) sono solamente una cessazione del dolore (come già per Leopardi)
» perché ci sia piacere prima ci deve essere stato per forza un periodo di tensione e di dolore
» invece il dolore non può essere ridotto a cessazione del piacere e si può sperimentare una catena di dolori
   senza che siano preceduti da altrettanti piaceri
» quindi il dolore si identifica con la struttura della vita, è un dato primario e permanente
» il piacere è solo una funzione derivata del dolore e riesce a vincerlo solo annullando se stesso
-    Accanto al dolore permanente e al piacere momentaneo c’è la noia
» la noia subentra quando viene meno l’aculeo del desiderio
» la vita umana è come un pendolo che oscilla tra dolore e noia passando per un intervallo fugace ed
   illusorio di piacere e di gioia » ciò che distingue le situazioni sono le diverse manifestazione del dolore
-    Pessimismo cosmico
» la volontà di vivere è tensione sempre insoddisfatta (Sehnsucht romantico “desiderio insoddisfatto”)
» il dolore non riguarda solo l’uomo ma investe ogni creatura: tutto soffre
» il genio avendo maggiore sensibilità degli uomini comuni è destinato ad una sofferenza più intensa
» dato che il principio primo è la volontà ed essa è sofferenza, allora il mal non è solo del mondo ma è nel
   principio primo da cui esso dipende
-    L’espressione di tale dolore universale è la lotta crudele tra tutte le cose
» dietro le celebrate meraviglie del creato si cela un’«arena di esseri tormentati ed angosciati , che esistono
   solo a patto di divorarsi l’un l’altro»
» auto lacerazione della volontà in molteplicità di parti e di individui reciprocamente ostili
-    L’illusione dell’amore
» l’individuo è un mero strumento della specie perché l’unico fine della natura è quello di perpetuare la
   vita e con essa il dolore » ciò avviene attraverso l’amore = uno dei più forti stimoli dell’esistenza
» il fine dell’amore quindi è solo l’accoppiamento
» l’individuo proprio nel momento in cui crede di realizzare maggiormente il proprio godimento e la
   propria personalità in realtà è lo zimbello della natura, perché sta perpetuando il dolore
» quindi non c’è amore senza sessualità, per quanto etereo voglia apparire è istinto sessuale
» l’amore procreativo è avvertito come “peccato” e “vergogna” perché in fondo è istinto sessuale e poi
   perché è il maggiore dei delitti = procreazione di altre creature destinate alla sofferenza
» l’unico amore che si può elogiare è quello della pietà

CRITICA ALLE VARIE FORME DI OTTIMISMO
» rifiuta le menzogne con cui gli uomini tentano di celare a sé la negatività della realtà » un maestro del
   sospetto accanto a Marx, Nietzsche, Freud
» critica alle ideologie e soprattutto alla filosofia accademica di Stato: chi viene pagato per filosofare non
   può certo pensare liberamente, hanno solo ambizioni di potere, denaro e gloria
» si oppone alle concezioni spiritualistiche dell’amore
» smaschera i luoghi comuni sulla felicità umana

-    Rifiuto dell’ottimismo cosmico » la realtà non è positiva
» è l’interpretazione del mondo come organismo perfetto, provvidenzialmente governato da Dio/Ragione
» è una visione consolatrice ma falsa
» la vita è un’esplosione di forze irrazionali e il mondo non è il regno della logica e dell’armonia ma
   dell’illogicità e della sopraffazione, governato dalla “legge della giungla”
» ateismo filosofico: definisce le religioni come “metafisiche per il popolo” pensando che nel tempo la
   gente non crederà più a queste illusioni (come poi dirà Nietzsche)
-    Rifiuto dell’ottimismo sociale
» nega la tesi della bontà e della socievolezza umana
» ciò che regola i rapporti umani è un conflitto e il tentativo della sopraffazione reciproca
» nel tempo le tecniche si sono evolute, dalle più primitive e violente alle più moderne e raffinate
» se gli uomini vivono insieme è per bisogno, se esiste lo Stato non è per esigenza di eticità (attacca Hegel)
   ma solo per difendersi e regolare gli istinti aggressivi (come per Freud)
» pessimismo antropologico e sociale
» pessimismo come via verso la pietà » la visione del mondo come “inferno di egoismi” è finalizzata a
                                                                favorire la scelta della vita etica e della pietà
-    Rifiuto dell’ottimismo storico: polemica contro ogni storicismo (osa contro maggiori dogmi dell’epoca)
» riduce la portata conoscitiva della storia: essa non è una vera scienza ma catalogazione dell’individuale
» per questo è inferiore all’arte e alla filosofia, che vogliono essere strutture permanenti ed universali
» a furia di studiare gli uomini gli storici hanno perso di vista l’uomo e si sono illusi che di epoca in epoca
   gli uomini mutino » invece se andiamo oltre alle apparenze, il destino dell’uomo è sempre lo stesso
» il solo modo proficuo di approcciarsi alla storia è quello di evidenziare la ripetitività della storia: ciò che
   cambia non è l’essenza delle cose ma solo la loro facciata » passa dalla storia alla filosofia della storia
» storia = fatale ripetersi del medesimo dramma, l’umanità spera sempre di metterlo a tacere con illusioni
» il compito della storia è la presa di coscienza da parte dell’uomo del proprio destino doloroso

LE VIE DELLA LIBERAZIONE DAL DOLORE
» bisogna imparare volta per volta a non desiderare, a non volere l’esistenza, ad annullare la volontà

-    Il rifiuto del suicidio
» perché è un atto di forte affermazione della volontà: anzi che negare la volontà nega la vita
» perché sopprime soltanto una manifestazione fenomenica della volontà lasciando intera la cosa in sé
-    Dalla voluntas alla noluntas
» la risposta al dolore del mondo non è l’eliminazione della vita ma la liberazione dalla volontà di vivere
» com’è possibile per l’uomo e la volontà costituisce l’essenza e la struttura metafisica dell’universo?
» non dà una giustificazione teorica ma presenta individui eccezionali che ci riuscirono e che hanno fatto il
   percorso dalla coscienza di essere volontà fino alla negazione di questa
» ci sono tre vie non disposte dialetticamente
-    L’arte
» la conoscenza scientifica è imbrigliata nella forme dello spazio e del tempo
» invece l’arte è conoscenza libera e disinteressata che si rivolge alle idee contemplando i modelli eterni
   delle cose, l’essenza immutabile dei fenomeni
» il soggetto contemplante quindi non è più l’individuo particolare ma il puro soggetto del conoscere
» per il suo carattere contemplativo l’arte sottrae l’individuo alla catena infinita dei bisogni e dei desideri
   quotidiani offrendo un appagamento immobile e compiuto » l’arte è catartica
» più che vivere l’artista contempla la vita elevandosi al di sopra della volontà, del dolore e del tempo
» dato che la volontà si manifesta secondo una scala gerarchica, le arti sono poste a diversi livelli
» tragedia » è auto rappresentazione del dramma della vita
» musica » non riproduce le idee come fanno le altre arti ma è rivelazione della volontà a se stessa
               » è l’arte più profonda e universale, il piacere che procura è cessazione del bisogno
» ma l’arte è temporanea e parziale, è un “breve incantesimo”, è conforto ma non è vero cammino
-    L’etica della pietà
» l’etica implica un impegno nel mondo a favore del prossimo = tentativo di superare l’egoismo e di
   vincere la lotta incessante tra creature che è una delle maggiori fonti di dolore per gli uomini
» l’interesse costituisce il cuore della moralità (come Kant), ma non sgorga da un imperativo categorico
   dettato dalla ragione (contro Kant) ma da un’esperienza vissuta, da un sentimento di pietà e compassione
» la pietà sgorga dalla coscienza che gli uomini condividono tutti lo stesso destino di dolore e quindi
   avvertiamo come nostre le sofferenze degli altri perché ci identifichiamo con il loro dolore
» tramite la pietà sperimentiamo un’unione metafisica tra tutti gli esseri
» la pietà è strumento di conoscenza autentica » non basta sapere che la vita è dolore, ma bisogna sentire
» è la moralità a produrre la conoscenza non il contrario
» la morale si concretizza in due virtù
1.      giustizia » è un primo freno all’egoismo
                   » ha carattere negativo, perché consiste nel “non fare il male” e nel riconoscere agli altri 
                      ciò che siamo pronti a riconoscere a noi stessi
2.      carità » è la volontà attiva e positiva di fare il bene, è amore autentico e disinteressato
» al contrario c’è l’eros, falso amore perché egoistico e interessato
» ma la morale rimane pur sempre all’interno della vita e presuppone un qualche attaccamento ad essa
-    L’ascesi
» persegue una liberazione non solo dall’egoismo ma dalla stessa volontà di vivere
» nasce dall’orrore dell’uomo per l’essere di cui è manifestazione cioè per la volontà di vivere
» l’ascesi è l’esperienza attraverso cui l’individuo cessa di volere la vita e di volere e quindi si propone di
   estirpare il proprio desiderio di esistere di godere e di volere
» primo gradino = castità perfetta » libera dalla prima manifestazione della volontà, l’impulso generativo
» secondo gradino = rinuncia dei piaceri, l’umiltà, il digiuno, la povertà, il sacrificio, l’automacerazione
» NB: se tale volontà fosse vinta completamente anche da un solo individuo, sarebbe sconfitta
   definitivamente perché essa è una sola
» la soppressione della volontà di vivere è l’unico atto di libertà per l’uomo
» nei mistici del cristianesimo l’ascesi si conclude con l’estasi (stato di unione con Dio)
» nel misticismo ateo culmina nel nirvana buddista = esperienza del nulla, negazione del mondo, quindi il
   nirvana è un tutto, è l’oceano di pace, le nozioni di “io ” e “soggetto” si dissolvono
-    Critiche all’esito orientalistico del pessimismo schopenhaueriano
» è la parte più debole e contraddittoria del suo sistema
» se la volontà è la struttura metafisica del reale come è possibile un suo annullamento?
» come può la volontà ad un certo momento non volere più se stessa?
» perché Schopenhauer teorizza qualcosa che non si sente di intraprendere lui stesso?
» l’importante è la sua denuncia della realtà del dolore


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