INTRODUZIONE
- Evoluzione della letteratura italiana nel Novecento: insiemi con intersezioni più o meno ampie = sovrapposizioni fra movimenti e poetiche (singole e collettive)
- Sull'evoluzione hanno pesato fattori storico-politici e socioculturali (soprattutto il ventennio fascista, 1922-43, in cui la libera circolazione delle idee è stata impedita o limitata)
- Forte influenza del dibattito letterario tra intellettuali/politica
- Massiccia adesione alle ideologie di sinistra (dopo la seconda guerra mondiale)
- Influenza del filosofo e critico Benedetto Croce: determina la chiusura verso gli altri paesi europei per quanto riguarda la critica accademica
- Ma sotto il regime fascista rimane vivo l'interesse per il confronto letterario con novità europee grazie a
- Gruppi riuniti attorno alle riviste fiorentine (Solaria: Eugenio Montale, Carlo Emilio Gadda)
- Molti giovani che proponevano valutazioni autonome dei nuovi scrittori (Giacomo Debenedetti, Gianfranco Contini) → fenomeno vivace
- Metodo di analisi: mettere in rilievo le linee dominanti di un periodo senza schiacciare gli elementi di contrasto, da cui spesso provengono i risultati più alti della nostra narrativa
- Rapporto fra letteratura italiana nel suo insieme e le tendenze internazionali
- Fine XIX e soprattutto XX secolo: la formazione dei nostri scrittori avviene spesso grazie a contatti con movimenti e autori attivi altrove
- Parigi: nella fase delle avanguardie
- Europa
- Stati Uniti: nei decenni successivi
- Scambi avvengono in modalità crescente: interazione fra letteratura italiana Novecentesca ed europea
CARATTERI
FONDAMENTALI DEL NOVECENTO LETTERARIO ITALIANO
- Interazione fra la lingua nazionale e i dialetti
- La lingua nazionale è quella che di fatto si è impostata a partire dall'Unità (1861)
- È una dialettica linguistico-culturale che origina forme di mescolanza e interferenza che in alcuni autori (soprattutto Gadda) arriva ad una forma di espressionismo
- La scelta della lingua italiana (toscano manzoniano) non è mai stata scontata fino alle generazioni del primo dopoguerra, anzi spesso la difesa dei dialetti implicava un bilinguismo evidente nei poeti del primo Novecento (Giacomo Noventa)
- Dalla seconda metà del secolo la scelta dei dialetti si configura come difensiva, per diversi motivi:
- Per manifestare la nostalgia di una dimensione socioculturale in via di estinzione
- Per denunciare la massificazione o la globalizzazione (Pasolini da giovane)
- Per tornare agli strati più profondi del linguaggio e dell'inconscio umano (uso del petèl = linguaggio infantile)
- Nel secondo Novecento: plurilinguismo colto (basato anche sul rapporto con lingue morte)
- Divaricazione fra il destino della poesia e quello della narrativa
- La poesia è dotata di una propria tradizione e di grandi modelli
- La narrativa appare continuamente rinnovata → Mengaldo parla di costanti "ripartenze"
- Non è vero che esiste una narrativa italiana di alto valore, ma si estrinseca nel racconto breve o lungo (Pirandello, Tozzi, Moravia…) più che nel grande romanzo, di cui comunque nel XX sec abbiamo:
- Svevo, La coscienza di Zeno
- Gadda, Cognizione del dolore
- Gadda, Quel pasticciaccio brutto de via Merulana
- Fenoglio, Partigiano Johnny
- Pasolini, Petrolio
- Il romanzo italiano comunque svolge una funzione diversa da quella che ha avuto nelle altre nazioni europee e Stati Uniti = proporre una ricostruzione della società nel suo insieme attraverso l'identificazione in tratti dominanti e caratteristici della stessa società → perché in Italia:
- Storicamente la lirica (e il melodramma nell'Ottocento) ha sempre prevalso in gusti e considerazione
- Per la difficoltà a ricostruire fenomeni che fossero di portata nazionale
- Per l'utilizzo di una lingua che risultava non immediata e artificiosa
- Non si può tracciare una linea comune alla narrativa italiana → si può parlare di medie e di eccezioni
Lirica:
- Tratto distintivo italiano: rifarsi alla tradizione nazionale = coniugare un linguaggio marcato (aulico/antiaulico) con una dimensione di referenzialità, cioè caricando le parole di sovrasensi simbolici/allegorici → linea oggettuale = concretezza + carica etica distingue la poesia italiana (soprattutto dalla poesia francese: passa dal simbolismo al surrealismo astratto e antirealistico)
→
antecedente: Pascoli
→
linea che incarna il modello centrale della poesia italiana del Novecento
(Montale, Ossi e Occasioni)
→
modelli privilegiati: Ungaretti, Allegria
e Sentimento del tempo
- Modernismo = categoria storico-letteraria che indica quegli autori che coniugano un rapporto con la tradizione a una volontà sperimentale non distruttiva
- Anni venti: tendenza antinovecentesca/antinovecentista o linea dello stile semplice = ostile ai caratteri sperimentali tipici del primo Novecento → punto di riferimento: Umberto Saba, Canzoniere (1921)
→
linea rivalutata dalla metà del Novecento e consolidata in modi diversi da
autori come:
Sandro
Penna
Giorgio
Caproni
Attilio
Bertolucci
- Anni Cinquanta: sperimentazione sia nella riflessione sul linguaggio e i suoi limiti (rafforzata dalla novità dello strutturalismo linguistico e psicanalitico) sia nella demistificazione ideologica della cultura
→
anche qui non sono le forme estreme ad ottenere i risultati più duraturi
(Futurismo, Gruppo 63)
→
ma elaborazioni attente alla tradizione con rinnovamento ma non scardinamento:
Vittorio
Sereni, Gli strumenti umani (1965)
Andrea
Zanzotto, La Beltà (1968) → lavora sul
linguaggio cogliendone infinite risonanze e non privandolo di comunicatività
- Sovrapposizioni e intersezioni generano variabili (diffuse a livello mondiale)
- Progressiva influenza del cinema (poi della televisione) sulla narrativa scritta: presenza narratore
→
neorealismo dei film di Luchino Visconti, Roberto Rossellini, Vittorio De Sica
- Influenza dei testi musicali: prevalere della poesia popolare su quella colta
- Legame con il teatro italiano di autori che spesso non sono drammaturghi
→
anni Settanta: prendono il sopravvento attori-autori (Carmelo Bene, Dario Fo)
→
successivamente: esperienze coniugano esperienza teatrale e cinematografica
(Mario Matone)
- Prosa saggistica: per pochi raggiunge risultati ancora maggiori della narrativa (Mario Praz, Roberto Longhi)
→
il saggismo entra a far parte della scrittura di molti nostri autori (Primo
Levi, Se questo è un uomo)
LINEE
INTERPRETATIVE
Suddivisione della
letteratura italiana novecentesca in cinque periodi:
- Periodo delle avanguardie e movimenti sperimentali (1903/4-anni Venti)
Spartiacque XIX-XX secolo:
1903
per la poesia → culmine di Pascoli e d'Annunzio, inizio del movimento
crepuscolare
1904
per la prosa → Pirandello, Il fu Mattia Pascal
Abbandono
delle risonanze decadenti; risalto a inettitudine o volontà rivoluzionaria
dell'io
Testi emblematici:
Allegria di Ungaretti, Sei personaggi in
cerca d'autore Pirandello
Negli
anni Venti la spinta propulsiva delle avanguardie (italiane ed europee)
diminuisce o si modifica, a volte alleandosi coi nuovi regimi politici (il
futurismo si allinea al regime fascista)
- Classicismo paradossale (anni Venti): lavoro originale sulla nostra tradizione
Testi emblematici: Canoniere di Saba, Ossi di
seppia di Montale
Lirica 'metafisica' / 'oggettuale': tendenza più
rilevante nella lirica del Novecento italiano
→ ricollegabile a Baudelaire e Robert Browning, poi anche al modernismo
di Eliot
Ermetismo (anni
Trenta): versione italiana del tardosimbolismo, a volto fuso con
elementi del surrealismo
Ambito narrativo: appelli a un nuovo
realismo per difficoltà a raggiungere una misura lunga dovendo puntare su una
prosa stilisticamente molto elaborata (prosa d'arte)
→
Gadda (con Cognizione
e il Pasticciaccio) supera la
difficoltà proponendo plurilinguismo
e pluristilismo sulla
→
necessità di indagare gli infiniti aspetti del reale → se il mondo è barocco lo
stile per descriverlo è barocco
- Rifiuto dell'oscurità ermetica (secondo dopoguerra)
Spinta
al racconto delle vicende della guerra visto come un impegno → iniziano nuove
forme di ricerca
Forte dibattito sulle nuove forme di realismo
in narrativa
→
non capolavori ma opere etico-documentarie (eccetto Il partigiano Johnny di Fenoglio)
Iniziano
ad essere rilevanti i fenomeni socioculturali
soprattutto l'industria editoriale
nelle città più attive (Torino, Milano, Roma) → ambiente favorevole anche per
produzione cinematografica e radio-televisiva
- Nuova stagione fortemente sperimentale (emblematicamente dal 1963)
Gruppo
63 → le provocazioni più significative non vengono da Edoardo Sanguineti o
Umberto Eco, ma da esponenti non
completamente allineati su posizioni totalmente distruttive come:
Alberto
Arbasino, Fratelli d'Italia
Amelia
Rosselli: outsider che nelle sue poesie
fa emergere non solo i drammi personali ma anche quelli
collettivi della
generazione nata nel culmine dei totalitarismi fascisti
Mario
Luzi, Nel magma → da qui autori che
sintetizzano una formazione variegata e modificata nel tempo
Vittorio
Sereni, Gli strumenti umani
Andrea
Zanzotto, La Beltà
Anni Settanta: spinte sperimentali tendono a
smorzarsi
- Epoca postmoderna
Italo Calvino: è il primo a modificare
i propri modelli narrativi, acuto interprete delle modificazioni culturali
Umberto Eco, Il nome della rosa → successo mondiale, romanzo che sintetizza
le componenti
citazionistiche e ipercolte del filone del postmodernismo letterario
→ modello di un'originale concezione del rapporto autore-testo-lettore
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