TEMA 3: Tenendo presente il lavoro svolto in classe, analizza la
seguente poesia di Ungaretti: scrivi lo schema metrico e individua le figure di
suono, di posizione e di significato che hai studiato. Evidenzia le somiglianze
con le poesie analizzate in classe ed esprimi un tuo parere personale.
Sono una creatura
Valloncello di Cima Quattro, 5 agosto
1916
Come questa pietra
del San Michele
così fredda
così dura
così prosciugata
così refrattaria
così totalmente
disanimata.
Come questa pietra
è il mio pianto
che non si vede
La morte
si sconta
vivendo.
Il poeta Giuseppe Ungaretti, combattente
della prima guerra mondiale, ha affermato : “Nelle mie poesie non troverete
risentimento verso il nemico, ma solo la presa di coscienza della fragilità
umana” e infatti in questa poesia, come in “Soldati” e “Fratelli” il poeta ha
descritto la fragilità dell’uomo e in “Sono una creatura” in particolare, la sua fragilità attraverso la
profonda tristezza che prova paragonata alla dura pietra del San Michele.
Come nelle poesie analizzate in classe
“Sono una creatura” ha versi liberi per sottolineare la libertà dei sentimenti
del poeta e della sua persona, in contrasto con la parola “disanimata” alla
fine della prima strofa che ci fa ricordare gli oggetti, che sono privi di
tutto. Con questo ci descrive il suo desiderio di libertà che può solo sfogare
nelle sue poesie , oppresso dal dover obbedire ai comandamenti dell’esercito;
infatti questa poesia, come “Fratelli”, è stata scritta nel 1916: periodo che
Ungaretti trascorse a combattere la prima guerra mondiale nelle trincee.
Altra somiglianza con le poesie già viste
è l’allitterazione delle lettere “r” e “t” presente anche in “Veglia” per
ricordare il rumore degli spari e facendoti sentire una pallottola nel petto ad
ogni ripetizione delle due consonanti.
Una cosa che mi ha sempre colpita di
Ungaretti è l’importanza che dà alla parola : attraverso gli enjambement
sottolinea il valore delle parole che per lui hanno più effetto come “totalmente
disanimata” nella prima strofa, oppure “la morte/si sconta/vivendo” nell’ultima
strofa, dove il contrasto tra morte e vita è presente nel cuore dell’autore
che, come descritto in “Veglia”, più sente vicina a sé la morte, più si sente
vivo e quindi con il titolo “Sono una creatura” ci vuole dire che, essendo un
uomo ed essendo vivo, prova dolore, un dolore forte che ha descritto attraverso
il paragone tra la sua tristezza e la pietra, ma solo con questo dolore riesce
a crescere e a fronteggiare la morte perché questo dolore ti fa capire che tu
sei vivo, che tu ci sei.
In questa poesia ci sono anche delle
particolarità che nelle altre poesie non ho riscontrato: una è quella della
presenza di tre strofe e un’altra, che mi ha affascinata molto, è quella della
presenza di una sola rima: “prosciugata” con “disanimata” nella prima strofa.
Mi sono chiesta perché Ungaretti ha
voluto sottolineare così tanto questi due aggettivi, la mia risposta è che
erano gli aggettivi che più lo descrivevano: si sentiva prosciugato dalla sua
identità e sfiduciato. Io non posso capire pienamente quello che provava
l’autore perché non ho mai provato un dolore grande come il suo e quindi non
posso paragonarmi a lui.
Concludendo posso dire che, anche se
sembra strano, vorrei provare un dolore come quello di Ungaretti, non perché mi
piace provare dolore, ma perché voglio crescere e capire che cosa fa dire ad
Ungaretti che la morte si sconta vivendo.
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