TEMA
Il protagonista di questo poema è Ulisse e Omero ci tiene a risaltare
la sua forte personalità, tanto che nella prima riga del poema lo descrive come
“multiforme”.
Questa parola non significa solo “ingegnoso” e “pieno di astuzie”, ma
uomo completo, e nell’antichità l’uomo completo era l’eroe, cioè un uomo abile,
capace, con dei sentimenti e che segue tutti gli ideali greci; come per esempio
l’onore per la patria che Ulisse dimostra lungo tutto il viaggio di ritorno che
è l’azione principale di questo poema; durante il quale Ulisse evidenzia tutte
le sue virtù e i suoi difetti come il coraggio, la fedeltà verso la sua donna,
astuzia, capacità di fidarsi, desiderio di conoscenza, rispetto verso i
compagni e desidero di farsi vedere e accrescere la sua gloria, cioè la vanità
e la presunzione.
Ulisse ha modo di dimostrare tutto questo nel suo viaggio, il suo
nostoi. Per esempio dimostra coraggio e ingegno quando, sull’isola dei Ciclopi,
spinto da una curiosità malevola, entra nella spelonca di Polifemo senza conoscerlo
e senza sapere di che cosa è capace, ma sperando solo che rispettasse gli dei e
i valori greci: per liberarsi e liberare i suoi compagni mette in atto un piano
molto ingegnoso, cioè quello di accecare l’unico occhio di Polifemo e di
fuggire attaccato alla pancia delle capre; un’altra ingegnosità è stata di
ingannare il ciclope dicendogli un nome falso: Nessuno, per cui quando Polifemo
chiama a gran voce i suoi compagni perché lo soccorressero dice che Nessuno lo
sta uccidendo e i ciclopi intendendo che non vi era alcuna persona con lui lo
presero per matto. Ulisse, però, commette uno sbaglio di presunzione scappando
dall’isola di Polifemo: rivela il suo nome vero e aizza il ciclope dimostrando
di non averne paura e accrescendo la sua gloria, ma così facendo si è
autocondannato perché Polifemo è il figlio di Poseidone che, per vendicarsi,
renderà il viaggio di Ulisse pieno di pericoli e difficoltà.
“ Ciclope sciagurato, che non hai esitato a mangiare i tuoi ospiti, se
qualcuno ti chiede dello sconcio accecamento dell’occhio, digli che ad
accecarti fu Odisseo, distruttore di rocche, il figlio di Laerte che abita ad
Itaca.”
Il rispetto verso i compagni lo dimostra quando Circe gli predice che,
a causa di Scilla, ne perderà sei e lui cerca in tutti i modi di risparmiarli dimostrando
che è molto attaccato alla loro vita; oppure quando nell’oltretomba incontra
Elpenore, morto a causa del troppo vino nella casa di Circe, sotto sua
richiestagli erge un tumulo per fargli bere l’acqua dell’oblio così da
dimenticare la triste morte. Ulisse dimostra anche di essere un uomo saggio che
sa quando è il momento di fidarsi di qualcuno che ne sa più di lui, in questo
caso un dio: Ermes, che prima di
mandarlo nella casa di Circe per liberare i suoi compagni gli dà istruzioni su
come affascinarla e quindi per uscirne vivo. Ulisse quindi dimostra di essere
un uomo maturo e razionale e non solo impulsivo come aveva dimostrato nei
confronti di Polifemo infatti grazie alla saggezza e all’astuzia egli rifiuta
il cibo di Circe e non solo riesce a superare questo pericolo, ma anche a
carpire le istruzioni per continuare il suo viaggio.
“Chi sei, di che stirpe? Dove hai casa e genitori? Mi stupisce che
bevuti i miei farmaci non fosti stregato. Nessun altro sopportò questi farmaci,
chi li bevve, appena varcato il recinto dei denti, una mente che vince gli
inganni hai nel petto. Certo Odisseo tu sei, il multiforme, che sempre
l’Arghifonte dall’aurea verga e mi diceva che sarebbe arrivato, venendo da
Troia con la nave veloce.”
Dopo le indicazioni di Circe Ulisse e i compagni rimasti ripartono
consapevoli di incontrare il soave canto delle sirene. Ulisse per proteggere i
compagni spalma la cera sulle loro orecchie, mentre lui, per farsi vedere
superiore, e capace di dominare la tentazione e l’inganno delle sirene, si lega
all’albero della nave, desideroso di ascoltare il canto.
Qui risalta il desiderio di Ulisse verso la conoscenza: Ulisse diventa
un uomo come noi, un uomo che desidera il potere e questo potere te lo dà il
sapere.
“ Vieni celebre Odisseo, grande gloria degli Achei, ferma la nave
perché di noi due possa udire la voce. Nessuno mai è passato di qui con la nera
nave senza ascoltare dalla nostra bocca il suono di miele, ma egli va dopo
averne goduto e sapendo più cose. Così dissero e il mio cuore voleva ascoltare
e ordinai ai compagni di sciogliermi, ma essi remavano.”
Anche se Ulisse è coraggioso, forte e ingegnoso è comunque un uomo, un
uomo a cui la nostalgia per la moglie e la patria ha lacerato il suo cuore per
sette anni nella grotta di Calipso, che era desiderosa di tenerlo con sé per
sempre, tanto che gli offre l’immortalità; qui Ulisse è ancora tentato, ma poi
si rende conto che vivere una vita, seppure eterna, ma senza le persone che
ama, non ha senso. Ulisse si dimostra capace di amare profondamente perché
rinunciare all’immortalità, che era il desiderio più profondo di ogni uomo, per
amore non è da tutti.
Un eroe, infatti, non ha solo virtù fisiche, ma anche morali e amare
la patria e la moglie è una caratteristica che un eroe deve avere, per questo
Ulisse è un eroe più completo di Achille: ed è per questo che l’Odissea mi
affascina molto di più dell’Iliade: il fatto cioè che il tema principale
dell’Odissea è l‘uomo, e non solo un suo sentimento (la rabbia) come nell’Iliade.
È per questo che Ulisse è un personaggio che mi affascina sempre di
più: per il fatto che anche se è consapevole di essere un eroe non ha paura di
amare, e spero di trovare un uomo così.
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