Ora occorre trarre grandi conseguenze dai principi che
abbiamo qui esposto.
Dato che l’anima della repubblica è la virtù, l’uguaglianza,
e dato che il vostro scopo è di fondare, di consolidare la repubblica, ne
consegue che la regola prima della vostra condotta politica deve essere quella
di indirizzare tutte le vostre opere al mantenimento dell’uguaglianza e allo
sviluppo della virtù: poiché la cura principale delle legislature deve essere
quella di fortificare il principio su cui si fonda il suo potere di governo.
Cos’, tutte le cose che tendono ad eccitare l’amor di
patria, a purificare i costumi, ad elevare gli spiriti, ad indirizzare le
passioni del cuore umano verso interesse pubblico devono essere da voi adottate
ed instaurate. Mentre tutte le cose che tendono a concentrare le passioni verso
l’abiezione dell’io individuale, a risvegliare l’interesse per le piccole cause
ed il disprezzo per quelle grandi, devono essere da voi respinte o represse.
Nel sistema instaurato con la rivoluzione francese tutto ciò
che è immorale è impolitico, tutto ciò che è atto a corrompere è
controrivoluzionario.
[…] Bisogna soffocare i nemici interni ed esterni della
repubblica, oppure perire con essa. Ora, in questa situazione, la massima
principale della vostra politica deve essere quella di guidare il popolo con la
ragione, ed i nemici del popolo con il terrore.
Se la forza del governo popolare in tempo di pace è la
virtù, la forza del governo popolare in tempo di rivoluzione è ad un tempo la
virtù ed il terrore. La virtù, senza la quale il terrore è cosa funesta; il
terrore, senza il quale la virtù è impotente.
Il terrore non è altro che la giustizia pronta, severa,
inflessibile. Esso è dunque una emanazione della virtù. È molto meno un
principio contingente, che non una conseguenza del principio generale, della
democrazia applicata ai bisogni più pressanti della patria.
Si è detto da alcuni che il terrore era la forza del governo
dispotico. Il vostro terrore rassomiglia dunque al dispotismo? Si, ma come la
spada che brilla nelle mani degli eroi della libertà assomiglia a quella della
quale sono armati gli sgherri della tirannia. Che il despota governi pure con
il terrore i suoi sudditi abbruttiti. Egli ha ragione, come despota. Domate
pure con il terrore i nemici della libertà: e anche voi avrete ragione, come
fondatori della Repubblica.
Il governo della rivoluzione è il dispotismo della libertà
contro la tirannia.
ROBY vai a farti una pizza.
RispondiEliminaViva Robespierre!
RispondiEliminaImmenso l'incorruttibile. Viva, viva Robespierre!
RispondiEliminaVIVA ROBESPIERRE
RispondiEliminaVIva la rivoluzione francese viva Robespierre viva Saint just!
RispondiEliminaRobespierre era un pazzo fanatico, e la sua concezione della virtù e della libertà, frutto malato del delirio di onnipotenza della Ragione moderna, ha anticipato quello che hanno fatto, su più larga scala, grazie all'evoluzione scientifico-tecnologica, i regimi totalitari del XX secolo.
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