LIBRO I
RIASSUNTO
Come tutti i poemi epici
vogliono, anche l’Odissea si apre con il proemio, ovvero l’invocazione alla
Musa Calliope di aiutare il narratore/autore a ricordare la storia che si andrà
narrando, insieme alla presentazione delle tematiche principali che durante lo
svolgersi del racconto si approfondiranno e confermeranno. La parola con cui
inizia il poema è “uomo”: si distanzia quindi dall’Iliade, la cui tematica
principale era l’ira umana che genera la guerra. questo è il poema dell’uomo
nella sua completezza di cuore e ragione, ovvero l’eroe, Odisseo. Questo viene
trattenuto sull’isola Ogigia dalla ninfa Calipso che, innamorata di lui, lo
costringe a rimanere nella sua grotta per sette anni. Atena, accortasi del
dolore dell’eroe, convoca un consiglio degli dei mentre Poseidone, avverso ad
Ulisse che gli aveva accecato il figlio Polifemo, non si trova sull’Olimpo. Convince
quindi Zeus ad inviare Hermes dall’eroe mentre lei si reca a confortare
Telemaco, ormai senza più speranze riguardo al ritorno del padre Ulisse nella
patria Itaca. Dopo averlo accolto, durante il banchetto i due iniziano a
parlare e, dopo le presentazioni da parte di Mente e la spiegazione della situazione
nel castello da parte del giovane, il re dei Tafi dà a Telemaco dei consigli su
come scacciare i pretendenti della madre Penelope. Innanzi tutto lo rassicura
con la predizione che il padre sia ancora vivo e che ritornerà in patria, poi lo
incoraggia a denunciare l’atteggiamento inaccettabile dei Proci nell’assemblea degli
itacesi che avrebbe dovuto riunire il giorno seguente. Intanto, se la madre
decidesse di sposarsi, lo esorta a mandarla sotto la protezione del padre di
lei, Icaro. Poi, armata una potente nave, avrebbe dovuto compiere un viaggio
prima perso Pilo, da Nestore, poi dall’Acheo Menelao, a Sparta, per cercare
notizie del padre. Nel caso in cui venisse a sapere che è ancora in vita, gli
consiglia di aspettare ancora un anno, sebbene stremato dall’attesa; se è morto
invece, che ritorni in patria per erigere un tumulo al padre e dare un marito
alla madre, ma soprattutto che uccida i Proci, con l’inganno o a viso aperto
(sono queste infatti le modalità di duello descritte nei pomi omerici
utilizzate dagli eroi). Mente quindi offre al ragazzo un esempio da seguire,
quello dell’illustre Oreste, figlio di Agamennone, che uccise la madre Clitemnestra
poiché aveva a sua volta ucciso il marito dopo averlo tradito con Egisto, Achille
infatti voleva vendicarsi uccidendo l’amante di lei. Alla fine del discorso
Atena infonde coraggio e vigore nel cuore di Telemaco, poi svanisce. È proprio
questo a far sospettare al giovane la verità su quell’incontro, ma solo
ripensando nel talamo la sera confermerà l’ipotesi sulla vera identità divina
di Mente. Telemaco quindi invita la madre a ritornare nelle sue stanze e ai
suoi lavori, poiché era scesa nella sala per il banchetto, dove l’aedo Femio aveva iniziato a cantare dei dolorosi
viaggi di ritorno dei Troiani dalla battaglia. Il racconto udito nelle stanze
superiori l’aveva commossa e incitata a chiedere di cessare il canto, ma dopo
sagge parole del figlio, acconsente al suo volere, stupita del suo improvviso
cambiamento. Questo sospetto di diversità insinuato nel lettore con questo
piccolo episodio, si riconferma subito con un grande avvenimento: l’annuncio da
parte dell’ormai adulto Telemaco di riunire l’assemblea dove avrebbe denunciato
il comportamento dei Proci e li avrebbe invitati a lasciare la sua casa, proprio
davanti a loro stessi. Dopo una discussione aspra, Telemaco si distende sul suo
talamo, ma non dormirà quella notte, perché sarà intento a progettare il
viaggio che gli dei vogliono per lui.
oreste figlio di agamennone non di achille.
RispondiEliminafigetto
Eliminamolto bene
RispondiEliminaSono anonimo popo fiero
RispondiEliminaBello, chiaro soprattutto all'inizio, poi alla fine si è come "un po' perso..." Ma non per criticare, davvero!! a parte la fine era strutturato abbastanza bene ;)
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