CANTO X
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Mentre
camminano tra i sepolcri aperti Dante chiede a Virgilio se si possono vedere
gli eretici all’interno dei sepolcri, dato che sono scoperchiati
» la risposta è affermativa visto che
rimarranno aperti fino al giorno del giudizio
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Epicurei = eretici
che sono raccolti in questa zona del cerchio e che reputano che la fine
della vita (e
quindi dell’anima)
coincida con la morte del corpo »
rifiutano dimensione immortale
» pena » per
questa credenza sono costretti a stare per l’eternità in bare infuocate,
come se
davvero anche le loro anime morissero per
sempre (hanno ciò che reputano vero)
» filosofi
ellenistici in competizione con gli stoici, qui coincidenti con i
materialisti
» negano
l’esistenza di Dio, il principio che regola le cose è solo
meccanico, materiale
» teoria del
piacere = occorre trarre massimo beneficio possibile dal presente fatto
perché
uomo ha una sola
vita che va goduta fino in fondo (libertà = fare ciò che si vuole)
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Improvvisamente
una voce chiama Dante da una tomba, riconoscendogli subito l’accento toscano
» è Farinata
che lo apostrofa riconoscendo per prima la patria di dante: “O Tosco”, questa è
la parola
che racchiude tutto il mondo di
farinata, concentrato sulla patria, esprime eloquenza nel parlare
» Dante ha però paura e si ritrae
vicino a Virgilio, che invece lo incita a dirigersi dal dannato
» la scena è curiosa: Virgilio gli
raccomanda di pensare bene a quello che dice prima di parlare, come
un amico prima di un colloquio
importante, introduce così lo spessore del personaggio di Farinata
» tutto di Farinata indica un carattere
altezzoso, sdegnoso, come se si sentisse superiore a tutto
(com’avesse l’inferno a gran
dispitto, quasi sdegnoso) » è l’atteggiamento proprio di uomini
grandi d’animo e dì intelletto, e
proprio per questo non avranno loro compimento eterno
» questo comportamento verrà rimarcato
più avanti nel canto in modo decisivo: la tragedia del
personaggio di Cavalcante non lo
sfiora né interessa, è impassibile e non devia il discorso iniziato
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Farinata degli Uberti
» personaggio politico più importante della Firenze del XIII secolo
» capostipite dei ghibellini
(cioè i guelfi neri)
» alleandosi ai senesi vincono i guelfi bianchi
» battaglia di Montaperti (1260)
» responsabilità morale di aver condotto
Firenze alla rovina
» salvò Firenze dalla distruzione nel concilio
di Empoli dopo la vittoria
» fu l’unico ad opporsi alla
distruzione, tutti gli altri erano contrari
» compì però terribili vendette una
volta ritornato in città
» muore nel 1264, solo dopo 20 anni dalla morte viene
condannato di eresia
» viene già ricordato nella Commedia
nel VI canto da Ciacco
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Dialogo »
all’inizio è burrascoso, come un battibecco tra intellettuali
» Dante appartiene alla
fazione a lui nemica: i guelfi bianchi » discorso politico
» all’inizio ha timore del
suo avversario così potente, poi gli risponde violentemente, come
un rinfaccio tra
politici avversari (rimando alle lotte partigiane tra i cittadini nella
realtà)
» Dante stesso si pone
sullo stesso piano morale e umano di Farinata (come ha già
fatto descrivendo il primo
sguardo, violento tra i due nemici) » sentimento d’onore familiare
» si fa riferimento alle due
cacciate dei guelfi da Firenze, una nel 1248
quando Federico II
giunse in aiuto dei
ghibellini, la seconda nel 1260 dopo la battaglia
di Montaperti
» i guelfi ritornarono, la
prima volta nel 1251 dopo la morte di
Federico II, la seconda dopo
la morte di Manfredi
di Svevia a Benevento » sconfitta definitiva dei ghibellini in Italia
» la battaglia svolta con
le parole a difesa della propria parte ha anche carattere ironico
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Improvvisamente
interrompe il loro dibattito la comparsa di una nuova ombra, a ridosso della
prima
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Cavalcante dei Cavalcanti, padre del poeta Guido Cavalcanti, primo e migliore
amico di Dante
» l’ombra non ha la forza di alzarsi in
piedi, ma solo fino ai ginocchi » segno della sua minore forza
ma anche superbia, ma ha la stessa se
non maggiore intensità drammatica
» anche lui è fiorentino » canto
più espressivo della biografia di Dante » potenza del passato
» due grandi parti della giovinezza di
Dante che ora può guardare con distacco
» nello stesso tempo Dante vuole riflettersi
in questi personaggi e se ne divide
» sottolinea che l’amico era un uomo intelligente,
caratteristica che lo definisce » come con Farinata,
gli uomini intelligenti si perdono se
non riconoscono che il loro intelletto viene da un Altro
-
Guido cavalcanti
» in realtà Cavalcante è
immagine simbolica del figlio, anche lui epicureo anche se non
lo ammette
» Guido è compagno e maestro di poesia,
di studi e di ideali, quando le loro strade si dividono, c’è
un litigio che rompe l’amicizia,
che ha al centro il rapporto di Dante con Beatrice
» Guido disdegnò ciò che Dante stava
scoprendo nel rapporto con Beatrice (Dio e la sua salvezza)
» avevano due concezioni di vedere la
realtà » Dante vede tutto come segno, Guido esaurisce la
concezione della realtà in se
stessa (epicureismo)
» per Guido è inconcepibile che il rapporto
amoroso possa portare non ad una perdita di sé
» mettendo al posto suo il padre
al’inferno dante ci trasmette la sua preoccupazione per la fine cui
l’amico si troverà davanti se non si
converte
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Paragone tra Farinata e Guido Cavalcanti » tema della grandezza
» disdegno di Farinata è fisico
(nell’erigersi), Guido è morale (forse
cui Guido vostro ebbe a disdegno)
» questo atteggiamento è lo stesso che
entrambi hanno nel porsi davanti alla realtà divina
» paragone è anche tra la grandezza:
Farinata fisicamente, Guido viene elevato per l’ingegno
» tema centrale della grandezza
umana, dell’apparenza (Farinata chiamato “magnanimo”)
» Dante lascia ad ognuno quel valore
umano che in vita lo distinse (come anche con Francesca)
»
questi valori umani riconosciuti anche dalla collettività non bastano però
per la salvezza
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Tema della tristezza e del dolore
» Farinata » ha un grande rimorso
per la strage della battaglia di Montaperti
»
tormento per la sorte dei compagni ghibellini, costretti all’esilio
»
tristezza della condizione di oscurità x cui i dannati non possono
conoscere il presente
» Cavalcante » guarda con
ansia attorno a Dante, come se desse per scontata la presenza del figlio
» non
vedendolo e interpretando male le parole di Dante lo crede morto
»
chiede di lui piangendo, poi non ottenendo una risposta immediata si immerge di
nuovo del dolore della sua pena » non
ascolta veramente Dante, coglie particolari
» specchio della sua colpa: non tiene conto
di tutta la natura umana (anche immortale)
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Dialogo
tra Dante e Cavalcante
» l’ombra gli chiede dove sia suo
figlio, con figa disperata » Dante lo riconosce per la pena
» Dante gli risponde che il suo viaggio
ha come meta una persona che Guido disprezzò (Beatrice o
Dio), per questo non è con
lui, ma usa un verbo al passato remoto (“ebbe”)
» l’ombra fraintende l’uso del
passato, che si usava anche per parlare delle persone morte
» gli chiede allora animosamente se il
figlio è ancora tra i vivi ma Dante esita al rispondere
» esita perché si stava domandando come
un dannato, che può vedere il futuro, non conosca anche il
Presente » chiederà spiegazione nel
prossimo discorso con Farinata
» Cavalcante non aspetta la risposta
e si ributta all’indietro nel sepolcro » come una seconda morte
» Guido
Cavalcanti è ancora vivo (la vicenda è ambientata pochi mesi prima della
sua morte)
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Secondo dialogo con Farinata
» contrapposizione con il “ma” tra le
due figure: Cavalcante e Farinata
» aggettivo “magnanimo”
non esprime una lode o un biasimo, ma indica chi sopporta con animo
forte e incrollabile i colpi del
destino » non si piega al dolore suo e degli altri
» questo lo porta alla completa
insensibilità, alla superbia e incredulità
» esprime il suo rammarico alla scoperta
che quelli della sua fazione sono ancora esiliati
» viene rivelato il lato dolente di
Farinata, che vede il suo unico scopo distrutto e fallito (la politica)
» vera pena non è fisica, ma è la colpa
stessa che rode l’atteggiamento dell’animo assunto in vita
» la vera colpa è l’attaccamento
alle cose terrene » per Cavalcante è la grandezza del figlio
» per
Farinata è la fortuna della parte politica
» Predizione » entro
cinquanta mesi Dante affronterà anche lui le pene dell’esilio
» l’esilio avverrà nel 1304 » ancora effetto di reale predizione per i
lettori
» mutamento del tono in Farinata: gli
chiede perché il suo popolo è stato così avverso con lui
» il padre di Guido, nominando il “dolce
mondo” ha fatto sorgere questa domanda in Farinata
» Dante risponde evocando la
commozione popolare di allora, ancora memore della strage di
Montaperti che ebbe come protagonista
lo stesso Farinata, che sarà odiato per questo a lungo
» l’immobilità di Farinata si
rompe, scuote il capo per il dolore » emerge la sua figura umana
» gli risponde il capo ghibellino che
non fu il solo ad attaccare Firenze, ma il solo a difenderla
» Dante gli lascia la sua integrità umana,
poi spiegandoli il perché della sua esitazione, gli chiede se
i dannati possono vedere anche
nel presente oltre che nel futuro (rimando a Ciacco)
» risponde che vedono, come chi vede
male (presbite) le cose lontane nel tempo, e mano mano che
si avvicinano non hanno la capacità
di riconoscerle » rimando al peccato che acceca
» se non ci sono elementi esterni che
portano loro notizie, non ne saranno mai a conoscenza
» nel giorno del giudizio verrà chiusa
loro la possibilità di vedere nel futuro, visto che non esisterà
altro che l’eternità » pena ancora
maggiore
» Dante si preoccupa per Cavalcante, e
chiede a Farinata di rassicurarlo sulla vita del figlio
» tono di Dante smorza come in
diminuendo la grande forza drammatica della scena
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È
ora di andare per Dante e Virgilio (ogni sosta ha il suo tempo limite)
» Dante solo ora chiede chi siano i
peccatori qui dannati a Farinata
» Farinata risponde elencando » Federico II » si Svevia figlio di Enrico VI e
Costanza d’Altavilla
» letterato e poeta, fonda la scuola siciliana
»
muore nel 1250
» Cardinale » Ottaviano degli
Ubaldini, arcivescovo di Bologna
» muore nel 1275, cardinale tra il 1240
e il 1244
» elenca solo le anime famose,
poi tace e finisce bruscamente il dialogo tra i due
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Virgilio gli chiede perché è così pensieroso
» sa già che Dante sta ripensando alla
predizione di Farinata, così gli consiglia di ricordarsene bene
senza tormentarsi per ciò (gestualità:
dito di ammonimento) » lo rimanda all’incontro con Beatrice
» Virgilio lo chiama “smarrito”,
stesso aggettivo del I canto » ha perso la facoltà razionale
» si
può dare un giudizio sulle cose solo nella luce di Dio, nell’inferno
tutto appare solo sotto
aspetto doloroso e incomprensibile
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Lasciano
camminando le mura della città di Dite e si muovono verso un avvallamento dove
si apre un varco da cui proviene un odore così cattivo da essere insostenibile
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