Pagine

giovedì 28 novembre 2013

FILIPPO II - storia

FILIPPO ΙΙ

-    Carattere » uomo cupo ed incline all’isolamento, a differenza del padre, non si mosse dalla Castiglia
-    Capitale a Madrid e organizzazione del potere
» è una decisione amministrativa importante, segno del carattere cupo e serio di Filippo, che a differenza
   del padre che viaggiò sempre per tutto il suo Impero » Madrid era un piccolo villaggio castigliano isolato
» traccia le diagonali del suo impero e il punto d’incontro delle rette è proprio a Madrid » centralità
   geografica ma senza alcun valore tradizionale, commemorativo, ideale
» viene messa in primo piano la funzionalità e vengono abbandonati i sentimentalismi e gli ideali
» cambia il concetto di potere » Filippo II è il primo sovrano moderno (si dice che è 1° monarca assoluto)
                                                » autoritario: il sovrano non è sottomesso alla legge, ma ne è al di sopra
» organizzazione potere » la corona è affiancata dai consigli (sono gli odierni ministri)
                                       » rimanendo fermo nel suo palazzo-monastero dell’Escorial governa tutto l’Impero
                                       » potere accentrato nelle mani di un unico, che amministra grazie ad una rete di
                                          funzionari sparsi per i suoi domìni (nel medioevo c’era il sistema feudale)
                                       » gode di poteri assoluti sui beni e sulle persone dei sudditi
» re-clero » era il capo della Chiesa ed esercitava poteri vasti sul clero tanto da farne un settore della
                   burocrazia statale, nonostante rispettasse l’autorità del papa
                » usufruiva del diritto di presentazione che gli consentiva di nominare vescovi di suo gradimento
                   alla guida delle diocesi con cui esercita un controllo amministrativo
                » l’Inquisizione spagnola dipendeva direttamente dalla corona » gli attribuì fama di persecutore
-    Strumentum regni
-    I problemi del governo
1.      corruzione dovuta alla vendita dei titoli
» l’attività governativa era affiancata da una serie di Consigli (ministeri tipici di uno Stato moderno)
» c’era il Consiglio della Guerra, dell’Inquisizione, quelli che gestivano i singoli territori
   dell’Impero a cui corrispondeva una piramide di funzionari, impiegati, dipendenti di vario genere
» reclutamento avveniva normalmente attraverso la vendita delle cariche
» l’aspirante ad un posto statale non si doveva qualificare per capacità e merito, ma doveva sborsare
   un’ingente somma di denaro, che l’Impero accoglieva volentieri vista la continua necessità di liquidi
» una volta nominato, cercava di recuperare la somma alle spese dei ceti più umili
» corruzione e conflitti d’interesse erano all’ordine del giorno (non si ricerca il bene comune)
» la stessa struttura burocratica fu riprodotta nelle colonie americane, fu trapiantato il tribunale
   dell’Inquisizione, creata una struttura ecclesiastica forte » gli indigeni non possono far parte del clero
2.      inadeguatezza dell’economia spagnola
» dopo il 1560 iniziano ad affluire grosse quantità di oro e di argento dal Perù e dal Messico
» il settore manifatturiero e commerciale era a livelli piuttosto bassi
» i soldi non venivano investiti in attività produttive ma venivano subito spesi, arricchendo gli altri
» il sistema amministrativo non era efficace » conseguenze pesanti sull’economia
» l’agricoltura non era in grado di provvedere nemmeno al fabbisogno delle popolazioni iberiche
» nella classe dirigente permanevano pregiudizi contro le attività imprenditoriali, si inseguivano ideali
   cavallereschi, si praticava uno stile di vita caratterizzato dallo sfarzo e dallo spreco
» concezione del lavoro come un’attività sporca, da pezzenti » preferiscono lasciarlo alle altre potenze,
   che così si arricchirono » “Tutto il mondo serve Madrid mentre Madrid non serve nessuno
3.      inflazione
» l’oro e l’argento che consentivano l’intervento militare della Spagna, garantendone il ruolo di
   potenza mondiale, provocarono l’aumento dei prezzi a seguito dell’aumento della domanda
» domanda = quantità di beni richiesta sul mercato
» maggiore disponibilità dei metalli preziosi aumenta la domanda delle merci, ma non corrispondeva
   ad un adeguato incremento dell’offerta che l’apparato produttivo non era in grado di assicurare
» domanda si riversa sui mercati esteri » afflusso delle merci straniere appariva come segno di potenza
» la Spagna era costantemente indebitata e per tre volte Filippo II dichiarò la bancarotta che comporta
   la mancata restituzione dei capitali avuti in prestito
» con tanti soldi, in mano solo ad alcuni, e poca produzione la moneta perde di valore = inflazione
» per un povero l’inflazione è grave perché il suo potere d’acquisto diminuisce
4.      commercio, monopolio e contrabbando
» il commercio tra madrepatria e colonie era sottoposto a una serie di restrizioni pesanti
» le colonie non potevano commerciare né con stranieri né tra di loro (per non arricchire i nemici)
» tutti i traffici dovevano passare per il porto di Siviglia, dove venivano controllati
» il trasporto delle merci era sottoposto al monopolio (offerta di un bene è sotto il controllo di un unico
   soggetto che ne può decidere il prezzo) regio
» la povertà della produzione costringeva ad eludere i divieti e procurarsi altrove le merci necessarie
» questa pratica di commercio illegale è il contrabbando (ampia diffusione a discapito dell’Impero)
5.      overstretching
» le dimensioni dell’Impero erano così grandi e le guerre così numerose che l’amministrazione
   richiede risorse continue, di cui l’Impero non dispone per la mancanza di un sistema produttivo
   efficiente che rifornisse continuamente e sostenesse l’economia
» un impero vasto esige di una quotidiana trasmissione di ordini e notizie, che richiede grandi somme
» la dispersione mondiale dei territori li rendeva difficilmente governabili
6.      lentezza delle comunicazioni
» la velocità di comunicazione delle notizie era la stessa nell’antichità con le navi greche (no sviluppo)
» gli spostamenti erano caratterizzati dalla durata e dalla variabilità dei tempi di percorrenza
» il clima aveva una grande incidenza » nessun progetto poteva esser elaborato sulla tempistica
» la circolazione degli uomini e notizie era molto costosa (un messaggio = paga annua di un insegnante)
» la notizia era una merce di lusso, non per un’ordinaria amministrazione
» queste difficoltà riguardavano tutti, ma erano più influenti sui territori dispersivi come l’Impero
-    La pirateria
» pirateria = attività marittima illegale che mira all’attacco di navi merci depredandone il carico
» da tempo era aperta la lotta tra cristiani e musulmani, ora identificata nella lotta tra Impero ottomano e
   Regno di Spagna » entrambi stati fondati sul potere assoluto del loro sovrano
» entrambi avevano un potenziale bellico che si equivaleva » confronto militare non si era mai interrotto
» non si limita all’attacco navale, ma anche saccheggio dei villaggi costieri, schiavizzando la popolazione e
   chiedendo il riscatto, oppure arruolando gli uomini come rematori sulle navi
» 1560 » i turchi avevano sconfitto a Ceuta la flotta spagnola
» 1565 » i turchi assediano Malta ma senza riuscire ad espugnarla
» rimaneva il continuo conflitto fondato sull’attività della pirateria
» pirateria musulmana » caratteristica di agire con grosse formazioni navali adatte a fronteggiare qualsiasi
                                        situazione e a condurre operazioni militari » erano il terrore delle coste
                                    » saccheggiarono Andaliusia, Portogallo, le rotte intorno alla Sicilia, Calabria,
                                       Genova, Savona, Corsica, isola d’Elba, stretto di Gibilterra
                                    » nei primi decenni del ‘600 anche nell’oceano, in Inghilterra, Francia, Islanda
                                    » base operativa = Algeri, dove confluivano tutti i beni saccheggiati ovunque, era
                                       un centro di smistamento di merci, luogo di incontro di mercanti anche cristiani
» pirateria cristiana » le città che vi si dedicavano: Pisa, Napoli, Messina, Palermo, Trapani, ma soprattutto
                                   Livorno, “l’Algeri cristiana” e Malta, sede dei cavalieri di Malta, eredi dell’antico
                                   ordine cavalleresco medievale » attacco sia ai musulmani che alle città cristiane
                                » a Malta ci sono i cavalieri ospedalieri (cavalieri del santo sepolcro), a cui Carlo V nel
                                   1530 affidò l’isola di malta come base » l’isola controllava tutte le rotte del Mediterr.
» le rotte erano scosse da un groviglio di aggressioni a catena » pirateria era una rete chiunque navighi
-    La corsa
» la corsa è una pirateria riconosciuta ed autorizzata da un’autorità politica » distinzione sottile dai pirati
» le potenze in guerra la utilizzavano per danneggiarsi reciprocamente
» la pirateria era quindi un fenomeno ambiguo e tollerato a livello ufficiale
» esistevano norme di comportamento internazionale a cui le potenze principali si attenevano
-    La lotta contro i turchi
» 1570 » Selim II (successore di Solimano il Magnifico) occupa Cipro con un lunghissimo assedio, zona  
              strategica, dominio veneziano» il mondo cattolico si riscuote
            » l’assedio si conclude con la resa obbligata per inferiorità numerica e una promessa d’immunità,
               poi disattesa (il capo della piazzaforte viene spogliato delle armi ed impagliato davanti a tutti)
» Lega santa = papa Pio V che la costituisce, Spagna, Venezia con il fine di sconfiggere definitivamente i
   turchi» la Francia non partecipa perché tradizionalmente legata ai turchi (non guasta i rapporti favorevoli)
» 1571 » battaglia di Lepanto (città greca all’imboccatura del golfo di Corinto) » netta vittoria cristiana
           » una flotta guidata da Giovanni d’Austria (fratellastro Federico II) infligge una sconfitta ai turchi
              » superiorità dell’artiglieria e delle armi da fuoco leggere + cattive condizioni e scarsezza di
                 energie e risorse dei turchi, stanchi dalle scorribande nell’Adriatico determinarono la vittoria
           » i cristiani utilizzarono le nuove navi veneziane (galeazze) armate di cannoni
           » la flotta cristiana si era disposta a croce per sfondare la linea nemica, i musulmani a mezzaluna
              » il cristianesimo mostra grande vitalità nonostante l’estenuante lotta con il protestantesimo
              » da ora in poi finisce la superiorità militare dell’islam, per la prima volta la tecnologia occidentale
                 si rivela superiore a quella orientale, e sarà così da ora in avanti (le armi che i cristiani avevano
                 preso ai turchi a Lepanto non sono state più riutilizzabili per la scarsezza del materiale)
» conseguenze » notizia della vittoria suscita un’ondata di entusiasmo nei paesi cristiani
                        » militarmente i turchi si ripresero presto, ricostruirono una flotta e stipularono una pace
                           separata con Venezia, che concesse loro il dominio a Cipro
                        » la presenza musulmana nel mediterraneo venne meno, si spostarono sul fronte persiano
                        » con la battaglia di Lepanto ha fine l’incubo dei musulmani (Pio V scrive l’Ave Maria ed il
                           giorno della battaglia, 7 settembre, viene dedicato alla Madonna e alla commemorazione)
                        » vengono liberati molti schiavi cristiani, le loro catene vengono portate in pellegrinaggio e
                           fuse per costruire le aste del cancello del santuario di Loreto
                        » rinasce lo spirito della crociata » si scatena la persecuzione dei moriscos (= arabi che
                           prima del 1492 erano giunti in Spagna e si erano convertiti forzatamente al cristianesimo)
                           di cui si erano scoperti complotti di natura islamica, ed i marrani, entrambi vitali per il
                           commercio spagnolo » convertiti apparentemente, ma praticavano ancora il vecchio culto
                        » traffici nelle reti mediterranee diventano più sicure quindi più fiorenti
                        » conseguenza politica = occidente mostra la sua superiorità strategica e tecnica
-    Filippo II sul trono portoghese
» 1578 » il re del Portogallo Sebastiano Braganza attaccò il sultano musulmano del Marocco
            » la spedizione mal preparata si concluse in una disastrosa sconfitta ad Alcazarquivir, dove morì
» 1580 » il successore più prossimo era Filippo II, zio del defunto
               » appoggiato dai mercanti portoghesi che vedevano nell’unione tra Spagna e Portogallo l’occasione
                   per entrare in una vasta rete di traffici
-    I Paesi Bassi
» sono un’area corrispondente agli odierni stati d’Olanda, Belgio, Lussemburgo, Francia settentrionale
» costituivano un complesso territoriale eterogeneo, con 17 province
» il potere era affidato ad assemblee provinciali (gli “Stati”) e da un parlamento comune, gli Stati generali
» nelle singole province c’erano profonde differenze linguistiche, culturali, economiche
» gli abitanti non sopportavano la presenza spagnola
» motivi » di ordine fiscale; i sudditi non tolleravano il pressante fiscalismo che produce malcontento
              » di ordine politico; i nobili non tolleravano le interferenze nelle questioni interne viste come
                 limitazione al potere autonomo degli Stati » erano abituati all’autogoverno
              » di ordine religioso; nei Paesi Bassi si era diffuso il calvinismo, il sud era invece cattolico
              » Filippo intraprese una politica di persecuzione a danno dei calvinisti ed elaborò un piano di
                 riorganizzazione della Chiesa che prevedeva l’istituzione di 14 episcopati di nomina regia
              » mirava ad accrescere il potere della corona immettendo uomini di sua fiducia negli Stati
-    La rivolta dei Paesi Bassi
» 1566 » delle masse popolari sobillate dai calvinisti saccheggiarono chiese e conventi
            » il re inviò il migliore dei suoi generali, il duca d’Alba
» il duca d’Alba eseguì con massima serietà e rigore gli ordini di Filippo punendo i rivoltosi, eliminando
   gli eretici, ripristinando la regolarità del prelievo fiscale » Filippo reagisce con durezza inaudita
» Filippo non reagisce rispondendo alle cause del malessere, ma imponendo la sua autorità nella
   repressione militare sistematica » ottiene il risultato opposto da quello sperato perché applica violenza
» i metodi spietati con cui è stata repressa la rivolta ottennero come risultato l’inasprirsi del conflitto
» la rivolta assume i connotati di una guerra » i ribelli sono appoggiati dai nobili, anche cattolici
                                                                       » questi nobili sono chiamati “pezzenti”, tra cui il più ricco,
                                                                          Guglielmo I di Nassau, principe di Orànge (presso Avignone)
» Guglielmo I di Nassau diventa capo della ribellione
» 1572 » fu nominato di ribelli governatore delle provincie del Nord, sottratte dal dominio spagnolo
» i soldati spagnoli compiono un tremendo saccheggio della città Anversa, inferociti per non aver ricevuto
   la paga » suscitano un’ondata di indignazione così grande da superare le differenze religiose
» 1576 » unione di Grand tra provincie del Nord (calvinismo) e del Sud (cattolicesimo)
» Alessandro Farnese » nuovo governatore spagnolo, con la sua abilità recuperò le province medi rionali
                                    » la politica d’intransigenza non aveva avuto effetto, si mette un moderato
» duplice politica di Farnese » migliore organizzazione delle azioni militari » consegue importanti successi
                                              » rispetto delle autonomie locali e appello a sentimenti religiosi
» 1579 » Unione di Arras tra cattolici
            » si contrappose all’Unione di Utrecht tra protestanti » da qui nasce la Repubblica delle sette
               Province Unite, indipendente dalla Spagna
» 1609 » Maurizio d’Orange, figlio di Guglielmo (ucciso nel 1584 da un sicario spagnolo) impose alla
               Spagna una tregua di dodici anni, con un implicito riconoscimento della nuova realtà politica

» 1648 » pace di Vestfalia pone fine alla guerra dei Trent’anni

domenica 17 novembre 2013

L'ORAZIONE NEL V SECOLO - greco

L’ORATORIA DEL V SECOLO

LE ORIGINI

-          Storia » 490- 489 a.C. prima guerra persiana
 » 480- 479 a.C. seconda guerra persiana
 » 431- 404 a.C. guerra del Peloponneso
 » 371 a.C. battaglia di Leuttra (passaggio dall’egemonia spartana a quella tebana)
-          Λέγειν » era il “parlare”, in cui i Greci vedono sintetizzati i più grandi valori del vivere (confronto,
                     sfida, esibizione, vittoria leale, capacità di emergere grazie alla propria bravura)
» era una disciplina della mente
» collante sociale » implica una collettività divisa nelle idee, ma unita in principi comuni
» già nell’Iliade c’era l’idea che l’uomo compiuto doveva essere abile nell’agire e nel parlare
» veicolo di elaborazione e di diffusione delle idee » acquista rilievo nelle società dinamiche
   dove le decisioni vengono prese nell’assemblea, davanti a tutti (il più abile trionfa)
» nasce l’idea che per persuadere gli altri non bastano talento naturale ed istinto, ma
   occorrono regole precise di trattazione teorica
» Atene » diventa una democrazia stabile, marcata da caratteristiche introdotte dall’idea di
   uguaglianza (ἰσεγορία “diritto di parlare in pubblico” » da ἰσ “uguaglianza” + ἀγορά »
   ἀγορεύω “parlare in pubblico”)
-          Orazione = discorso giudiziario ma che rientra nella retorica politica
» ci sono due occasioni in cui si può pronunciare un’orazione
1.      attività dei processi
2.      attività politica
» a diverse occasioni corrispondono tre generi diversi (divisi da Aristotele)
» vengono aperte scuole di oratoria dedite all’insegnamento di ciascun genere specifico
1.      genere politico o deliberativo
» appartiene all’attività politica che veniva tenuta nelle assemblee
» vertevano su questioni politiche, militari, amministrative, sui comportamenti della città
» qualunque cittadino maschio poteva fare proposte politiche (a differenza di Roma, in cui solo
   i magistrati avevano questo potere, e del giorni d’oggi) » c’è una sollecitazione a
   prender parte della vita pubblica, che non è solo un permesso generico, ma consigliato
» davanti ad un’assemblea si deve mantenere un comportamento decoroso, sicuro, non
   spaventarsi della folla né distrarsi perdendo il filo del discorso, parlare con voce forte, decisa
2.      genere epidittico o dimostrativo
» i lògoi epidittici erano tenuti in occasione delle feste e ricorrenze
» erano aperti, cioè rivolti a tutta la comunità, o, idealmente, a tutta la nazione greca
» è il genere paragonabile all’odierna conferenza per cui non c’era la tensione all’accontentare 
   tutti, come nelle assemblee, per non creare disordini » si poteva fare un discorso più lineare
» l’oratore sollecitava approvazione o biasimo per eventi storici, personaggi, luoghi comuni…
» le argomentazioni potevano spaziare toccando il mito, la teoretica, l’attualità, il paradosso
» non sono sempre destinati alla recitazione, ma vengono usati anche come esercizi preparatori
   per i generi più rilevanti dell’oratoria politica e giudiziaria                   
» in età classica aveva meno peso, nel tempo, soprattutto coi latini, prevarrà sugli altri generi
3.      genere giudiziario
» nell’Atene del V sec, e nella Grecia in generale, non esistevano magistrati, ma i reati di
   qualunque genere, civili o penali o contro la pòlis , venivano giudicati dai privati
» solamente i delitti di sangue venivano trattati da un tribunale specifico, l’Areopago
» Eliea = tribunale popolare di cui erano abilitati a far parte, a turno, seimila cittadini al di
   sopra dei sessant’anni, i cui membri si distribuivano in dieci corti, le cui attività erano
   remunerate con un gettone di presenza (poteva capitare chi conosceva le leggi e chi no)
-          processo » il dibattito durava al massimo un giorno
» accusatore ed accusato avevano il diritto di tenere un discorso di circa mezz’ora
» a cui entrambi potevano aggiungere una breve replica
» ascoltati, i giudici non si riunivano per discutere ma passavano direttamente alla
   sentenza usando come tessere di voto delle placche di metallo
» se il verdetto era di condanna, dopo si passava a stabilire l’entità della pena
» un accusatore che non avesse ricevuto almeno 1/5 dei voti veniva multato
» serviva come freno al fomentare una pubblica litigiosità, inconsistente e presuntuosa, già
   fertile per la grande presenza di sofisti, di gran numero in quel periodo
-          logografi » non esisteva al tempo la figura dell’avvocato perché era impensabile che uno non si
                         difenda e non accusi da sé, che sia rappresentato da un altro (differenza tra Roma e oggi)
» questo voleva evitare che i ricchi fossero avvantaggiati perché potevano permettersi di
   comprare l’avvocato più abile, aumentando le possibilità di vincere il processo
» in ogni caso il ricco poteva permettersi di andare a scuola di retorica, oppure poteva
   pagare un logografo che gli scrivesse un discorso (va però contro la stessa ἰσεγορία, che 
   durante il periodo ellenistico verrà meno completamente)
» = scrittori di discorsi politici e giudiziari (etimologia λόγος + γράφο “scrittore di prosa”)
» la parola indica sia gli storici che precedono Erodoto, sia gli scrittori di discorsi
» non è un mestiere segreto o proibito, bensì pregevole e saputo, perché sfruttato da tutti
» lo scopo del loro discorso è la vittoria del processo o attirare il consenso della folla
   politica » necessaria conoscenza dei fatti, della storia, delle leggi, del processo
» deve conoscere il suo cliente, istruirlo, insegnargli a parlare, memorizzare il discorso,
   scandire con voce decisa, gesticolare, fare le pause adeguate e le espressioni giuste
» deve adattare il discorso all’indole del cliente, così che non gli metta in bocca parole
   inadeguate a lui, e che il discorso possa essere percepito come spontaneo, improvvisato,
   non estraneo a sé: solo così può essere credibile perché sentito come generato dal cuore
» per fare questo c’è bisogno di una vasta conoscenza di linguaggio e di stile
» deve adattare il discorso alla situazione con l’intento di attirate il favore della giuria
   facendo leva sui sentimenti e sull’immedesimazione attraverso l’accentuazione di
   particolari aspetti del carattere del cliente in una ricreazione di un personaggio
» la maggior parte delle volte la giuria era composta da gente del popolo, che non
   conosceva le leggi e che giudicava secondo corrispondenza, sentimento, logica semplice
» si evitano quindi tecnicismi per il livello culturale medio-basso della giuria mentre si
   prediligono luoghi comuni, argomentazioni superficiali ma di effetto
» sono due gli elementi ricercati » ἀφέλεια (afèleia “semplicità”), è lo stile semplice
                                                    » χάρις (chàris “grazia”) è lo stile che attrae, che convince
                                                       attraverso la bellezza delle parole senza annoiare
-          etopea » adattamento dell’orazione al cliente, capacità di ricreazione di un carattere per persuadere
-          canone » Cecilio di Calate (città siciliana che significa “bella spiaggia”), autore che vive in età
                      augustea, elenca in un canone i 10 oratori attici dal V al VI sec modello degli altri
» ci sono pervenuti solo questi dieci autori, forse perché si è deciso di trascrivere solo loro
» in ordine cronologico sono questi:
1.      Antifonte
2.      Andocide
3.      Lisia
4.      Isocrate
5.      Iseo
6.      Licurgo
7.      Demostene
8.      Eschine
9.      Iperide
10.  Dinarco
-          Trasmissione dei testi
» diretta = trasmissione avvenuta per trascrizioni successive nei secoli grazie ai copisti
» indiretta = trasmissione avvenuta per citazioni inserite in altri testi di altri autori
-          Strumenti scrittori
» inizialmente era il papiro, di derivazione egizia
» in età ellenistica nascono rivalità tra Regno di Pergamo ed Egitto, quest’ultimo chiude
   l’esportazione di papiro » Pergamo inventa un nuovo materiale, la pergamena
» pergamena = foglio ricavato dalla pelle conciata delle pecore
                      » più resistente, cancellabile, ma costava molto di più per l’elaborazione maggiore
-          Forma dei testi (appartengono alla sola trascrizione diretta)
» ostraco (dal greco òstracon “coccio, frammento”) » è il materiale più antico
» le massaie greche tenevano i pezzi dei vasi che gli schiavi rompevano occasionalmente, e venivano
   usati per fare i conti, per votare nelle assemblee, per scrivere il nome di chi si voleva mandare in
   esilio per motivi educativi, per far esercitare i bambini alla scrittura (alcuni contengono testi
   letterali trascritti come esercizi scolastici; ci è arrivata solo in questo modo una poesia di Saffo)
» rotolo fino al I secolo d.C., poi nasce il codice (da codex latino, che significava “tronco, ceppo”
   indica l’insieme delle leggi che venivano scritte su tavolette, il cui insieme sembrava un ceppo)
» il codice è l’equivalente del libro, più pratico e maggiormente maneggevole (il papiro bisognava

   srotolarlo e riarrotolarlo, inoltre un unico testo doveva essere suddiviso in più papiri, qui no)

mercoledì 13 novembre 2013

lunedì 11 novembre 2013

CONTRO AGORATO - Lisia - testo, traduzione, analisi

ΚΑΤΑ ΑΓΟΡΑΤΟΥ ΑΝΔ ΕΙΞΕΩΣ
CONTRO AGORATO, SULLA DELAZIONE



TESTO GRECO
TRADUZIONE
1







2







3






4






5






6




7




13








14



15







16
Προσήκει μέν, ὦ ἄνδρες δικασταί, πᾶσιν ὑμῖν τιμωρεῖν ὑπὲρ τῶν ἀνδρῶν οἳ ἀπέθανον εὖνοι ὄντες τῷ πλήθει τῷ ὑμετέρῳ, προσήκει δὲ κἀμοὶ οὐχ ἥκιστα: κηδεστὴς γάρ μοι ἦν Διονυσόδωρος καὶ ἀνεψιός. τυγχάνει οὖν ἐμοὶ ἡ αὐτὴ ἔχθρα πρὸς Ἀγόρατον τουτονὶ καὶ τῷ πλήθει τῷ ὑμετέρῳ ὑπάρχουσα: ἔπραξε γὰρ οὗτος τοιαῦτα, δι' ἃ ὑπ' ἐμοῦ νυνὶ εἰκότως μισεῖται, ὑπό τε ὑμῶν, ἐὰν θεὸς θέλῃ, δικαίως τιμωρηθήσεται. Διονυσόδωρον γὰρ τὸν κηδεστὴν τὸν ἐμὸν καὶ ἑτέρους πολλούς, ὧν δὴ τὰ ὀνόματα ἀκούσεσθε, ἄνδρας ὄντας ἀγαθοὺς περὶ τὸ πλῆθος τὸ ὑμέτερον, ἐπὶ τῶν τριάκοντα ἀπέκτεινε, μηνυτὴς κατ' ἐκείνων γενόμενος. ποιήσας δὲ ταῦτα ἐμὲ μὲν ἰδίᾳ καὶ ἕκαστον τῶν προσηκόντων μεγάλα ἐζημίωσε, τὴν δὲ πόλιν κοινῇ πᾶσαν τοιούτων ἀνδρῶν ἀποστερήσας οὐ μικρά, ὡς ἐγὼ νομίζω, ἔβλαψεν. ἐγὼ οὖν, <> ἄνδρες δικασταί, δίκαιον καὶ ὅσιον ἡγοῦμαι εἶναι καὶ ἐμοὶ καὶ ὑμῖν ἅπασι τιμωρεῖσθαι καθ' ὅσον ἕκαστος δύναται: καὶ ποιοῦσι ταῦτα νομίζω ἡμῖν καὶ παρὰ θεῶν καὶ παρ' ἀνθρώπων ἄμεινον ἂν γίγνεσθαι. δεῖ δ' ὑμᾶς, ὦ ἄνδρες Ἀθηναῖοι, ἐξ ἀρχῆς τῶν πραγμάτων ἁπάντων ἀκοῦ σαι, ἵν' εἰδῆτε πρῶτον μὲν ᾧ τρόπῳ ὑμῖν ἡ δημοκρατία κατελύθη καὶ ὑφ' ὅτου, ἔπειτα ᾧ τρόπῳ οἱ ἄνδρες ὑπ' Ἀγοράτου ἀπέθανον, καὶ ὅ τι ἀποθνῄσκειν μέλλοντες ἐπέσκηψαν: ἅπαντα γὰρ ταῦτα ἀκριβῶς ἂν μαθόντες ἥδιον καὶ ὁσιώτερον Ἀγοράτου τουτουὶ καταψηφίζοισθε. ὅθεν οὖν ἡμεῖς τε ῥᾷστα διδάξομεν καὶ ὑμεῖς μαθήσεσθε, ἐντεῦθεν ὑμῖν ἄρξομαι διηγεῖσθαι.
Ἐπειδὴ γὰρ αἱ νῆες αἱ ὑμέτεραι διεφθάρησαν καὶ τὰ πράγματα <τὰ> ἐν τῇ πόλει ἀσθενέστερα ἐγεγένητο, οὐ πολλῷ χρόνῳ ὕστερον αἵ τε νῆες αἱ Λακεδαιμονίων ἐπὶ τὸν Πειραιᾶ ἀφικνοῦνται, καὶ ἅμα λόγοι πρὸς Λακεδαι μονίους περὶ τῆς εἰρήνης ἐγίγνοντο. ἐν δὲ τῷ χρόνῳ τούτῳ οἱ βουλόμενοι νεώτερα πράγματα ἐν τῇ πόλει γίγνεσθαι ἐπεβούλευον, νομίζοντες κάλλιστον καιρὸν εἰληφέναι καὶ μάλιστ' ἂν ἐν τῷ τότε χρόνῳ τὰ πράγματα, ὡς αὐτοὶ ἐβούλοντο, καταστήσασθαι. ἡγοῦντο δὲ οὐδὲν ἄλλο σφίσιν ἐμποδὼν εἶναι ἢ τοὺς τοῦ δήμου προεστηκότας καὶ τοὺς στρατηγοῦντας καὶ ταξιαρχοῦντας. τούτους οὖν ἐβούλοντο ἁμῶς γέ πως ἐκποδὼν ποιήσασθαι, ἵνα ῥᾳδίως ἃ βούλοιντο διαπράττοιντο.
[…]
Θηραμένης δὲ ὕστερον ἀφικνεῖται ἐκ Λακεδαίμονος. προσιόντες δ' αὐτῷ τῶν τε στρατηγῶν τινες καὶ τῶν ταξιάρχων, ὧν ἦν Στρομβικίδης καὶ Διονυσόδωρος, καὶ ἄλλοι τινὲς τῶν πολιτῶν εὐνοοῦντες ὑμῖν, ὥς γ' ἐδήλωσεν ὕστερον, ἠγανάκτουν σφόδρα. ἦλθε γὰρ φέρων εἰρήνην τοιαύτην, ἣν ἡμεῖς ἔργῳ μαθόντες ἔγνωμεν: πολλοὺς γὰρ τῶν πολιτῶν καὶ ἀγαθοὺς ἀπωλέσαμεν, καὶ αὐτοὶ ὑπὸ τῶν τριάκοντα ἐξηλάθημεν. ἐνῆν γὰρ ἀντὶ μὲν τοῦ ἐπὶ δέκα στάδια τῶν μακρῶν τειχῶν διελεῖν ὅλα τὰ μακρὰ τείχη διασκάψαι, ἀντὶ δὲ τοῦ ἄλλο τι ἀγαθὸν τῇ πόλει εὑρέσθαι τάς τε ναῦς παραδοῦναι Λακεδαιμονίοις καὶ τὸ περὶ τὸν Πειραιᾶ τεῖχος περιελεῖν. ὁρῶντες δὲ οὗτοι οἱ ἄνδρες ὀνόματι μὲν εἰρήνην λεγομένην, τῷ δ' ἔργῳ τὴν δημοκρατίαν καταλυομένην, οὐκ ἔφασαν ἐπιτρέψειν ταῦτα γενέσθαι, οὐκ ἐλεοῦντες, ὦ ἄνδρες Ἀθηναῖοι, τὰ τείχη, εἰ πεσεῖται, οὐδὲ κηδόμενοι τῶν νεῶν, εἰ Λακεδαιμονίοις παραδοθήσονται (οὐδὲν γὰρ αὐτοῖς τούτων πλέον ἢ ὑμῶν ἑκάστῳ προσῆκεν), ἀλλ' αἰσθόμενοι ἐκ τοῦ τρόπου τούτου τὸ ὑμέτερον πλῆθος καταλυθησόμενον,
Conviene a tutti voi, o giudici, fare giustizia a favore degli uomini che sono morti essendo benevoli verso il vostro popolo e conviene anche a me in modo non piccolo; infatti Dionisodoro era mio cognato e cugino. Dunque io ho forse lo stesso odio verso questo Agorato qui che ha il vostro popolo, infatti costui ha compiuto tali cose per cui da me ora è odiato naturalmente e da voi, qualora dio voglia, sarò punito giustamente. Uccise sotto i trenta, avendo fatto la spia contro quelli, mio cognato Dionisodoro e molti altri di cui udrete i nomi, uomini buoni verso il vostro popolo. Facendo questo danneggiò gravemente me in privato e ciascuno dei parenti, e rovinò non poco, come io penso, tutta la città in comune privandola di tali uomini. Io dunque, o giudici, ritengo che sia giusto sia per me sia per tutti voi vendicarci per come ciascuno può, e penso che se noi facessimo questo ci andrebbero meglio le cose sia da parte degli dei sia da parte degli uomini. Bisogna che voi, o Ateniesi, ascoltiate dall’inizio tutti i fatti perché sappiate anzitutto in che modo la vostra democrazia è stata abbattuta e da chi, poi in che modo gli uomini morirono per colpa di Agorato e che cosa dichiararono in punto di morte. Infatti se imparereste accuratamente tutte queste cose, condannereste questo Agorato qui più volentieri e più piamente. Dunque comincerò a raccontarvi dal punto da cui noi spiegheremo più facilmente e voi imparerete più facilmente.
Quando le vostre navi furono distrutte e la situazione della città era diventata più debole, non molto tempo dopo arrivano al Pireo le navi degli spartani, e insieme avvenivano discorsi con gli Spartani sulla pace. In quel tempo, quelli che volevano che avvenisse nella città un cambiamento, congiuravano pensando di avere una bellissima occasione, e di poter, soprattutto in quel tempo, organizzare la situazione come volevano loro. Ritenevano che nient’altro fosse a loro di ostacolo se non i capi del popolo e gli strateghi e i tassiarchi. Dunque volevano liberarsene in qualche modo per ottenere facilmente ciò che volevano.
[…]
In seguito arriva da Sparta Teramene. Andatigli incontro alcuni degli strateghi e dei tassiarchi tra cui c’era Strambiccide e Dionisodoro ed alcuni altri tra i cittadini, benevoli verso di voi, come apparve dopo, si arrabbiarono molto. Giunse infatti portando una pace tale che noi conosciamola avendola imparata dai fatti; infatti abbiamo perduto molti buoni cittadini e noi stessi siamo stati esiliati dai trenta. Infatti c’era invece di abbattere dieci stadi delle lunghe mura, buttar giù tutte le lunghe mura, invece di ottenere qualcos’altro di buono per la città, c’era da consegnare le navi agli spartani e demolire il muro del Pireo. Questi uomini vedendo che di nome si parlava di pace, ma di fatto veniva abbattuta la democrazia, rifiutarono di permettere che queste cose, o Ateniesi, non perché avessero pietà delle mura ateniesi, se dovevano cadere, né perché avessero dolore per le navi se dovevano essere consegnate agli Spartani (infatti non li riguardava per nulla più che a ciascuno di voi), ma perche si erano accorti che in questo modo il vostro popolo sarebbe stato rovesciato,

-    Titolo » mostra già che è un discorso d’accusa grazie al complemento κατά + genitivo che, nell’ambito
                 giudiziario è il complemento d’accusa, spesso seguito da un altro genitivo indicante la colpa
-    La struttura è quella tipica dell’orazione
1.      exordium
2.      partitio
3.      narratio
4.      argomentatio
5.      peroratio
-    La giuria era popolare, l’oratore doveva quindi coinvolgerla emotivamente, far loro partecipare dell’odio per il colpevole, far suscitare compassione per la vittima

EXORDIUM

-    Paragrafo 1 » μέν e δέ non contrappongono ma mettono su un piano di continuità, come in un elenco
» usa la seconda persona plurale per creare una corrispondenza amichevole tra “io” e “voi”
» ὑπέρ ha valore di “a favore di”
» τῷ ὐμετέρῳ è una posizione attributiva del secondo tipo (ripetizione dell’articolo)
» κἀμοὶ è una crasi di καὶ + ἐμοί
» ἥκιστα è un superlativo
» κηδεστής indica una parentela acquisita
» Διονυσόδωρος è una delle vittime, parente dell’oratore
» ἀνεψιός indica un legame di sangue
» ἐμοὶ ἡ αὐτὴ è dativo di possesso
» τουτονὶ è un pronome deittico (si accompagna nel momento della recitazione con un gesto)
   rafforzato da –νι che significa “qui”, in totale la traduzione è “questa qui”
» ὑπάρχουσα è il soggetto di τυγχάνει » la frase si apre e chiude con due termini legati tra loro
» ὑπάρχω è un composto di ὑπό + ἄρχω, originariamente significa “cominciare sotto”
» ὑπ’ἐμοῦ è complemento d’agente + avverbio + verbo (struttura che si ripete subito dopo)
» θεός, il richiamo al dio è sempre presente all’inizio di un discorso o di una composizione
» i due avverbi coordinate dal τε esprimono le ragioni per cui i giurati dovrebbero odiare
   insieme a lui Agorato, espongono le sue colpe e quindi le ragioni di biasimo
» δικαίως “secondo la legge”, il biasimo ha quindi caratteristiche legali
-    Paragrafo 2 » in positio principis troviamo il nome della vittima, Dionisodro perché vuole mettere in risalto
                          più chi è stato ucciso, non l’assassino » nasce un problema: tenere l’ordine della frase
                          portandola però al passivo, oppure cambiare l’ordine e mantenere l’attivo
» ὑμέτερον evidenzia ancora una volta il coinvolgimento della giuria nella causa
» al giorno d’oggi si cerca una giuria asettica, sganciata dalla causa, qui si insiste nella sua
   partecipazione alla causa, in quanto hanno il potere di portare a compimento l’odio
   dell’accusatore nella dichiarazione della colpa e la conseguente pena
» usa πλῆθος, che indica l’insieme delle persone, non δήμος, che lo definisce in quanto
   strutturato politicamente, per cui si può tradurre anche “democrazia”
» περὶ + accusativo qui ha valore di “nei confronti di” essendo moto a luogo figurato
» κατὰ + genitivo, nel linguaggio giuridico significa “contro”
» ἐπὶ + genitivo “sotto, al tempo di” indica una circostanza temporale
» ἀπέκτεινε è aoristo perché non indica una serie di morti, ma un’unica. Il suo soggetto è
   Agorato (sottinteso) anche se non lo ha ucciso lui materialmente, ma sua è la colpa
» ἐκείνων si riferisca ai trenta tiranni; il pronome dimostrativo ἐκείνος si riferisce, nelle
   orazioni, a personaggi che non sono presenti oppure a vittime
» μὲν costituisce un legame tra l’oratore, che ha subìto il danno, e la collettività, evidenziando
   il rapporto di corrispondenza tra il singolo e l’intera città, caposaldo della mentalità greca
-    Paragrafo 3 » μεγάλα e οὐ μικρά; ἐζημιόσε e βλαψεν sono sinonimi
» ὦ può essere caduta perché di solito ci si rivolgeva ai giudici in vocativo
» δίκαιον appartiene alla legge, ὅσιον al diritto divino e significa “devoto, pio, santo,
   religiosamente corretto” » giustificazione della vendetta da entrambi i punti di vista
» nella mentalità greco-romana la vendetta è lecita e doverosa, ma non si affronta a cuor
   leggero, da questo deriva la necessità di esplicitare la sua legittimità
» τιμωρέω significa all’attivo “punire”, al medio “dedicarsi”
» καθ' ὅσον ha valore distributivo
» ποιοῦσι è participio attivo al dativo plurale
» ἂν introduce un periodo ipotetico potenziale (non ha l’ottativo perché è un’infinitiva)
» δεῖ è sempre impersonale, al medio è “aver bisogno, all’attivo regge sempre una soggettiva”
-    Paragrafo 4 » ὑμῖν è dativo etico (di svantaggio)
                       » ὅτου è genitivo di ὂστις alla forma secondaria (o + articolo corrispondente)
» ἐπέσκηψαν deriva da ἐπισκέπτω e significa “dichiarare solennemente”, è il verbo che indica
   le parole del condannato a morte
» ἂν introduce un periodo ipotetico del III tipo con protasi al participio e apodosi all’ottativo
» ἥδιον e ὁσιώτερον sono comparativi neutri
» ὁσιώτερον allunga la terzultima vocale secondo la legge del proceleusmatico
» καταψηφίζοισθε è un verbo tecnico proprio della condanna della giuria “votare contro”
» ὅθεν introduce una prolessi ed è un avverbio di moto da luogo insieme ad ἐντεῦθεν
» ὑμῖν è un pluralis maiestatis
» con διηγεῖσθαι finisce il proemio e prepara alla narratio

NARRATIO

-    Paragrafo 5 » γάρ ha il particolare uso di introdurre un racconto, non va tradotto
» la giuria è ancora fortemente chiamata i causa dal “voi” di ὑμέτεραι
» <τὰ> l’integrazione o meno dell’articolo cambia il senso della frase: se realmente fa parte del
   testo, allora πόλει è attributivo, altrimenti predicativo
» dopo che le navi ateniesi, alla fine della guerra del Peloponneso, furono distrutte e le navi
   degli spartani arrivano al porto del Pireo, la situazione della città si indebolisce e ci sono
   numerosi discorsi sugli spartani e sulla pace. La questione verte su come contenere
   l’evidente perdita in termini politici e tecnici
» πολλῷ χρόνῳ è un dativo di misura che si trova con il comparativo e con il dativo (in latino
   la stessa costruzione la si trova all’ablativo, che viene quindi chiamato ablativo di misura)
» Λακεδαιμονίων è in posizione attributiva rispetto al termine da cui dipende (struttura libera)
» la forte correlazione tra i due fatti è rafforzata anche da ἅμα
Paragrafo 6 » la lingua greca ha tre modi per indicare quello che in latino è res ed in italiano è cosa
1.      πράγμα da πράσσω “ciò che si fa”
2.      κτήμα da κτάομαι “ciò che si ha”
3.      ασδ
» τούτῳ è in posizione predicativa perché l’aggettivo dimostrativo τοῦτο lo è sempre
» νεώτερα “nuovo” per la mentalità greco-romana la novità porta sempre ad un cambiamento
   in negativo, perché visto come corruzione della tradizione, portatrice di valori perfetti, stabili
» πράγματα qui ha un significato politico che indica una rivoluzione, un cambio di governo
» εἰληφέναι è il perfetto di λαμβάνω che si traduce “ho”, risultato di “ho preso”, che si
   differenzia da ἔχω, che è invece l’avere stabile, immutabile, non risultato di un’azione
» τότε è un avverbio temporale che significa “allora”, in posizione attributiva diventa aggettivo
-    Paragrafo 7 » σφίσιν è III persona plurale “a loro”
» ἤ » introduce il secondo termine di paragone (quam latino)
      » è congiunzione avversativa (aut o vel latino)
      » introduce il secondo termiine di un’interrogativa disgiuntiva (an lativo)
      » è l’equivalente del secondo termine di paragone di uguaglianza/disuguaglianza
» προεστηκότας è participio perfetto da ἵστημι che traduciamo con un sostantivo “i capi”,
   come anche στρατηγοῦντας “capo militare”; entrambi all’accusativo perché soggetti di εἰναί
» ταξιαρχοῦντας è la guida di un settore dell’esercito (sono i centurioni latini)
» ἁμῶς γέ πως va tradotto insieme “in qualche modo”
» ἐκποδὼν è ἐκ + πόδον significa “fuori dai piedi” (ἐνποδόν è invece “tra i piedi”)
» ἵνα introduce una finale con verbo all’ottativo obliquo
-    Paragrafo 8-9-10-11-12
» presenta un esempio attaccando uno di questi capi di nome Cleofonte
» presenta Teramene, un privato cittadino che chiede il permesso di andare a Sparta e trattare la pace
» gli viene concesso per le sue capacità nei discorsi, e tutti si aspettano che torni con una pace onorevole
» torna invece con una pace assolutamente svantaggiosa per gli ateniesi, addirittura rovinosa politicamente
-    Paragrafo 13 » ἀφικνεῖται è un presente storico
» τινὲς è il soggetto
» ἐδήλωσεν da δελόω che al singolare è intransitivo con il significato “apparire”, al
   transitivo ha invece significato “mostrare”; la terminazione –σαν è quella tramandata
» si capisce dal testo che il cliente di Lisia non era presente al momento dell’orazione
» ἔγνωμεν è aoristo indicativo atematico
-    Paragrafo 14 » διελεῖν, διά indica tutto il percorso delle mura, “attraverso”; περιελεῖν, indica “intorno”
» il τε…καὶ uniscono i due soggetti di ἐνῆν
» ἀντὶ regge il genitivo di un infinito
» le clausole sono connesse dal τε καὶ ed hanno come conseguenza l’abbattere Atene in
   quanto forza naval, infatti la sua massima fortuna era stata la flotta
-    Paragrafo 15 » ὁρῶντες regge il complemento predicativo, in questo caso dell’oggetto
» ὀνόματι μὲν è contrapposto a τῷ δ' ἔργῳ
» οὐκ ἔφασαν non viene tradotto “non dire”, ma “dire di no”
» εἰ è seguito da futuri, si traduce aggiungendo il verbo “dovere”
» ἐλεοῦντες è transitivo, regge τείχη; è un verbo di sensazione, quindi regge il participio
   predicativo, in questo caso dell’oggetto
-    Paragrafo 16 » αἰσθόμενοι è un verbo di sensazione, regge quindi il participio predicativo
                         » Lisia punta sulla sopravvivenza della democrazia; afferma che la questione centrale, vero
                            obiettivo degli spartani, è abbattere la democrazia ateniese, attraverso la demolizione della
                            sua potenza (mura e flotta)