LA CATTEDRALE DI OTRANTO
-
Storia
»
intorno all’anno 1000 l’impero bizantino
estende i suoi domini verso est, si verifica di conseguenza un
lento processo di abbandono dei domini in
occidente, quindi anche in Italia
»
Ottone I, che vuole restaurare l’autorità imperiale, non vuole cedere i
territori italiani e soprattutto che la
Puglia passi sotto il controllo del papato;
quindi delega il potere all’arcivescovo di Otranto di elevare una
sede ad arcivescovado della chiesa di
Otranto, ed ubbidisce agli ordini del patriarca di Costantinopoli
»
per sottolineare il nuovo potere della città ed il suo legame con l’oriente,
viene costruita la cattedrale
»
fu fondata nel 1068 dal vescovo
normanno Guglielmo (anno in cui l’arcivescovo firma in latino)
»
in questo periodo la Puglia passa sotto il controllo dei normanni
»
Otranto è in Puglia, la chiesa si affaccia sul canale di Otranto, tra il
mar Ionio e quello Adriatico
»
nel 1480 i Turchi espugnarono la città,
entrarono nella chiesa sterminando clero e civili, venne
trasformata in moschea e vennero distrutti
tutti gli affreschi risalenti al XIII secolo
» è
un punto di sintesi di tradizioni
ed influssi diversi (elementi dell’arte
orientale, paleocristiana, romana,
del nord Europa, aspetti locali e derivanti
da altre zone d’Italia), possibile solo in Puglia
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Facciata
»
la facciata della cattedrale di Otranto ha la forma a capanna,
caratteristica del romanico
»
solo la struttura ed il rosone sono originari, a causa della distruzione dei
turchi
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Interno
»
non è a croce latina ma è a pianta basilicale » influenza della tradizione
paleocristiana
»
non è comunque un’unica aula, per la presenza di due spazi laterali che la
affiancano
» non
è divisa in corpo longitudinale e transetto » non c’è una scansione rigida
dello spazio in campate
»
l’unica divisione ben distinta è tra abside e la parte in cui c’era il popolo
»
l’abside poggia sulla cripta seminterrata, per questo è sopraelevato secondo la
concezione dei benedettini
-
Abside
» se
si vede la pianta della chiesa non dall’alto ma frontalmente, si percepisce
subito uno scollamento tra
l’arco della navata e quello dell’abside,
molto più sopraelevato
»
stacca la zona dei presbiteri da quella del popolo, il luogo dove si assiste da
quello dove avviene il rito
»
questa concezione di divisione netta deriva dalla tradizione greca e si
chiama bèmma = distorsione voluta
di un elemento per evidenziare un
determinato spazio
»
viene percepito come un arco di trionfo romano, che rimanda al trionfo di
Cristo sul male e sulla morte
-
Mosaico
» nella
fascia posteriore del mosaico c’è una banda dove viene riportato il nome del
committente
(arcivescovo
Giosafat) e dell’autore (il monaco
presbitero Pantaleone) » strano che nel medioevo si trovi
un autore che si firmi (concezione
che l’opera d’arte serviva per la gloria di Dio, non quella personale)
»
la firma è segno che questo pavimento musivo fu l’opera per eccellenza
di Pantaleone, il suo capolavoro,
un’opera degna di ricordarlo e di
considerazione da parte di tutta la popolazione
»
il mosaico è una sintesi in
immagini di tutto il patrimonio della cultura dalla Bibbia al contemporaneo
»
il pavimento musivo si stende per tutto il lato lungo dell’aula e
rappresenta un albero che percorre tutta
l’ampiezza della chiesa (1165-65 in
lunghezza)
1. tradizione greco-bizantina
»
albero » è il simbolico albero della vita (arbor vitae) come dimora
di un ente soprannaturale
comunicante con i mortali mediante lo
stormire dei rami
» vengono
citate varie tradizioni che hanno come elemento comune l’albero della vita
2. tradizione scandinava
»
nelle superstizione credenze delle religioni nordiche, la forza umana è
simboleggiata dal frassino
»
l’albero è quella forma di vita che ricopre tutta la terra perché è la più
forte
»
ai piedi dell’albero posavano tre divinità: Urd, Verdandi, Skuld a cui dà voce:
la voce del passato,
del presente e del futuro
3. stradizione latina
»
per Virgilio l’albero è l’espressione di tutto il febbrile movimento
dell’attività umana (dolore, gioia,
il lavoro, la crescita, il bene ed il male)
» è espressione dell’uomo e del suo agire
4. tradizione mesopotamica
» per
questa cultura l’albero rappresenta l’ente divino, poi assimilato nella
figura di Cristo
»
di solito era raffigurato con le radici coperte da due animali araldici, come
nel pavimento musivo
di Otranto, dove alle fondamenta della
pianta stanno due elefanti
» i
due elefanti » sono di grandi proporzioni e sostengono sul
dorso le radici dell’albero
» sono di forma
indiana e non africana (Pantaleone deve essere un uomo molto colto)
» quello di destra
raffigura l’umanità scomposta tra bene e male
» quello di sinistra è
la forza morale su cui poggia la religione cristiana
» per un altro critico la
coppia di elefanti simboleggia Adamo ed Eva
» i
due roditori » uno è con le scarpe, l’altro è scalzo
» potrebbero
rappresentare l’allegoria della Vita, tratta dalla leggenda
orientale di Barlaam
e Giosafat, riprodotta
nel battistero di Parma da Antelami (1178)
» Barlaam, inseguito
dall’uccello che simboleggia la morte (= il pavone), si rifugia sopra
l’albero della
vita, di cui due roditori (immagini del Giorno e della Notte) recidono nel
tempo il fusto alla
base mentre lui trascorre il suo tempo in dolcezze mondane
» miele che stilla dai
rami + superbia (pavone che avvinghia la lepre) + satana (drago che
ghermisce l’uomo) +
pettegolezzo (uccello che spezza il ramo) simboleggiano mondanità
» dimentica il
pericolo ed il suo destino » simbolo dell’uomo immemore e vizioso
» per la tradizione
occidentale il pavone simboleggia la morte e la resurrezione perché era
credenza popolare
che le sue carni non putrefacessero dopo la morte
»
gli atleti » portano lo scudo, bastone e calzari (sono in
direzione della proboscide del primo elefante)
» riproducono il concetto
paolino della vita cristiana «Rivestitevi di tutta l’armatura di Dio,
affinché possiate resistere
e insidie del diavolo. […] state dunque pronti alla battaglia
aspettando il nemico;
calzate i piedi in preparazione del Vangelo di pace: in tutto date piglio
allo scudo della fede; e
prendete la spada dello Spirito» (Paolo è cristiano di tradizione greca)
» scudo = fede; bastone =
parola di Dio; calzari = cammino del cristiano durante la vita
» cavallo
» per vincere il male, non basta indossare le armi spirituali, è
necessario correre in maniera da
superare gli altri (al
corridore per vincere il premio non è sufficiente entrare nello stadio)
» San Paolo «Non sapete che
quelli che corrono nello stadio corrono veramente tutti ma uno solo
riporta il premio? Correte in
guisa di far vostro il premio.»
» il cavallo rampante
(alla sinistra del secondo atleta) simboleggia la passione dei sensi
che, non
domati, conducono alla
perdizione
» il cavallo del capitello della
chiesa di S.Celso a Milano ravvisa la sensualità del cavallo che gli
uomini difficilmente tengono
per le briglie, un uomo lo tiene fermo per una coscia » anche uno
degli atleti del
mosaico di Otranto poggia un piede sulla coscia del cavallo (simbolo
della
vittoria del cristiano
sulla passione dei sensi)
» non è il cavallo bianco
montato da Gesù Cristo trionfante, ma è calpestato » diventa simbolo
della passione domata
dal guerriero cristiano
» Diana
» Diana è la dea dalle tre sembianze della tradizione religiosa greca
» deificazione lunare + divinità
vergine dei boschi + dea pagana della caccia (con arco e saetta)
» qui la si vede nell’atto di scagliare
una freccia contro un cervo, già colpito da un altro dardo
» è il simbolo del paganesimo contro
il cervo (simbolo di Cristo già nel testo biblico)
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