IL FALLIMENTO DELL’ALTERNATIVA RIVOLUZIONARIA
- Le iniziative di Mazzini
» il
fallimento delle rivoluzioni del ’48-49 non muta nei mazziniani l’idea che
l’unità d’Italia dovesse
essere conquistata attraverso un moto
rivoluzionario e insurrezionale
»
da Londra, Mazzini non smette di progettare la sua attività cospirativa, ma con
grandi costi umani
» 1851-52 » la polizia austriaca inferse duri colpi
all’organizzazione (arresti, condanne capitali…)
» particolare impressione fece
l’impiccagione di nove mazziniani a Belfiore (a Mantova)
»
nonostante ciò, Mazzini crede di poter contare su un’insurrezione
» 6 febbraio 1853 » a Milano, qualche centinaio di
operai e artigiani assalirono i posti di guardia austriaci
» per la
disorganizzazione e le poche forze, il moto fu facilmente represso
» nuovi arresti,
nuove condanne a morte
- Il Partito d’azione
» Mazzini
attribuisce il fallimento alla disorganizzazione e al troppo tiepido appoggio
dei liberal-borghesi
»
non desiste dalla convinzione che l’unico mezzo per l’unificazione fosse un’insurrezione
» 1853 » fonda a Ginevra una nuova formazione
politica, il Partito d’azione
» solo il nome ne sottolinea il
forte carattere militare
»
Mazzini intanto cerca di incrementare la base di consenso negli operai e
artigiani del Nord
»
molte società di mutuo soccorso nate allora in Liguria e Piemonte furono
controllate da mazziniani
- Critiche alla strategia mazziniana
» tra
i democratici italiani nascono nuovi orientamenti che mettono in discussione la
linea mazziniana
» c’è
chi ritiene questa strategia troppo intransigente e propone una collaborazione
di tutte le forze che
auspicano all’unità d’Italia
» c’è
chi, già in una prospettiva socialista, considera la sua impostazione inadatta
per i problemi sociali e le
esigenze delle classi subalterne
- Ferrari e Pisacane
» due
libri usciti nel 1851 introdussero il tema del socialismo nel dibattito risorgimentale
1. La Federazione repubblicana del milanese Giuseppe Ferrari
2. La guerra combattuta in Italia negli
anni 1848-49 del napoletano
Carlo Pisacane
»
sostengono che la lotta per l’indipendenza nazionale poteva aver successo solo basandosi
sul consenso
delle classi popolari identificandosi con la
loro lotta per l’emancipazione economica
»
per Ferrari qualsiasi iniziativa doveva essere legata a una ripresa delle forze
rivoluzionarie in Francia
» per
Pisacane il sud Italia fosse adatto per una rivoluzione (paese arretrato con
una borghesia debole)
- La spedizione di Sapri
» Pisacane
e Mazzini collaborano elaborando un progetto insurrezionale da attuarsi in
Italia meridionale
» giugno 1857 » Pisacane si imbarca a Genova con
pochi compagni verso l’isola di Ponza (sede di un
penitenziario
borbonico), e con 300 detenuti liberati, la spedizione si dirige a Sapri
» dalle coste
meridionali della Campania, inizia una marcia verso l’interno
» ma mancò l’attesa adesione
dei contadini
» isolata e segnalata
dalle ostilità locali, i rivoltosi furono individuati e annientati dalle
truppe borboniche » Pisacane,
ferito, si uccise per non rimanere prigioniero
- La società nazionale
» al
fallimento di Sapri, coincide la nascita di un movimento indipendentista filo
piemontese
»
fondatore: Daniene Manin (capo del governo repubblicano di Venezia nel ’48-49)
»
fin dal ’55 aveva proposto l’unione di tutte le correnti intorno all’unico strumento
in grado di
raggiungere l’unità: la monarchia
costituzionale di Vittorio Emanuele II
» molti esponenti
democratici e anche Giuseppe Garibaldi (rientrato nel ’55 in Italia) aderirono
alla proposta
» 1857 » morte di Manin
» a luglio il movimento di diede
una struttura organizzativa e assunse il nome di Società nazionale
»
dichiarano quindi di voler appoggiare la monarchia sabauda finché avesse
appoggiato la causa italiana
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