INTRODUZIONE A KANT
Influenza profondamente la
storia della filosofia e del pensiero. Si approfondisce quella istanza della
ragione come autonoma, capace da sola di essere sicura in ambito conoscitivo
morale ed estetico.
Ha una vita molto tranquilla,
e molto metodico. Si immischiò con la rivoluzione americana e francese.
Fu importante anche per la
politica. Nel primo periodo Kant interviene sul terremoto di
Lisbona con ottimismo: Dio ha scelto il migliore dei mondi possibili.
Secondo periodo fa scritti filosofici cercando di conciliare
metafisica con la matematica. Applica il metodo matematico alla filosofia,
nonostante ci siano differenze profonde perché la matematica parte dalla
definizione degli oggetti mentre la filosofia parte dall’esperienza comune per
arrivare ad una concezione filosofica.
La svolta è
segnata dall’avvicinamento all’empirismo inglese, che lo porta ad indagare sotto
una nuova luce la metafisica, che diventa qualcosa di illusorio, un sogno. Il
suo tentativo è di rifondare il concetto di metafisica a partire dalla tradizione
empiristica inglese, ridefinirne il significato.
Empirismo = non posso
conoscere ciò di cui non faccio esperienza. La realtà non ha significati tranne
che quelli dettati dai sensi ed esperienza.
Passaggio dall’empirismo è
segnato da una precisa scelta di criticismo, che va a stabilire quali
sono i limiti e il campo d'azione della conoscenza o di un'esperienza umana.
Risultato di Kant: la ragione umana ha poteri solo su ciò di cui fa
esperienza, non può andare oltre, altrimenti crea qualcosa di non fondato filosoficamente,
paragonabile ad un sogno. È inutile e vano ritenere che la conoscenza,
la saggezza è fondata su metafisica. L’uomo non può spingersi oltre il campo
dell'esperienza. Il cosiddetto risveglio dogmatico è avvenuto nell’incontro
con l'empirismo che gli fa capire che la metafisica è un'illusione.
La metafisica che incontra
Kant è qualcosa di fossilizzato, dogmatico, autoritario, non quella vivace
di Tommaso d'Aquino. Kant dà il colpo di grazia ad una disciplina che non
aveva più niente da dire di
originale. La sollecitazione scientifica che gli arriva, lo
porta ad elaborare qualcosa di diverso.
La metafisica diventa la
scienza dei limiti della ragione umana. Non nega che ci sia qualcosa oltre l'esperienza,
ma semplicemente non la posso conoscere con la ragione.
Dissertazione
del 1770: porta alla luce
l'indirizzo criticista della sua filosofia. Si pone come tema la soluzione
critica del problema dello spazio e del tempo. Abbozza elementi della sua
filosofia.
Distingue due tipi di conoscenza, quella sensibile
(recettivo ma non totalmente passivo, ciò che appare a me, il fenomeno che è l’oggetto
della conoscenza sensibile, il modo con cui l'oggetto si presenta a me) e
quella intellegibile (l'oggetto e il noumeno)
Il fenomeno è ciò che appare
a me; questo lo approfondisce nella Critica della ragion pura.
La conoscenza intellegibile è
legata a come la cosa realmente è.
La Critica della ragion
pura si fonda sul fenomeno, che è ciò di cui faccio esperienza (conoscenza
sensibile ha come oggetto la modificazione degli organi di senso, la sensazione),
e il noumeno (che e la cosa in sé).
La forma in cui ci sono
sensazione sono due: spazio e tempo. Tutte le sensazioni si svolgono in questi
termini. Non sono concetti che derivano da sensibilità, ma sono concetti primi,
sono necessari con cui la mente umana coordina le sensazioni. Sono le modalità con
cui la nostra mente coordina necessariamente le sensazioni. La sensazione
non è del tutto passiva perché il mio intelletto coordina tutte le sensazioni unificandole
in un fenomeno, la modalità con cui faccio questo, l'imbuto in cui si
incanalano tutte le sensazioni sono spazio e tempo.
Tempo e spazio sono oggettivi,
perché non mi arrivano dall'esperienza,
per questo sono universali, perché sono comuni in tutti gli uomini, necessari
perché sono le condizioni necessarie per fare un'esperienza di qualcosa.
È possibile per l'intelletto
umano capire come le cose sono realmente. Dice che le cose così come sono
devo presupporre che ci siano ma non posso conoscerle. L’apparenza è il
flusso delle sensazioni e l’esperienza è questo flusso coordinato e unificato.
Nel 1870 lascia aperta l'ipotesi che sia possibile
conoscere le cose cosi come sono oltre all'esperienza.
Criticismo di Hume è scettico:
la ragione non può conoscere. In Kant c’è il riconoscimento del limite
costituisce un fondamento. Traccia le linee di campo di gioco entro cui la
conoscenza può attuarsi pienamente. L'esito della sua indagine critica e il
riconoscimento dei limiti entro cui la conoscenza è valida pienamente. Se mi
tengo entro questi limiti, sono certo che la conoscenza sarà sicura.
Rapporto kant-illuminismo:
condivide lo forzo di illuminare, ma illuminismo tende a ignorare i limiti
della ragione, mentre Kant li individua (grazie all'empirismo scozzese).
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