CRITICHE A KANT
Dopo Kant la filosofia deve
fare i conti con lui, deve partire dalle rivoluzioni copernicane. Nel periodo
immediatamente successivo alla sua morte, si parla di “critici” o “seguaci” di
Kant. Vengono da loro messi in evidenza i punti del pensiero kantiano
considerati deboli, con particolare attenzione rivolta ai dualismi lasciati dal
criticismo, in particolare la distinzione tra fenomeno e noumeno.
1. il concetto di noumeno è
filosoficamente inammissibile
» se,
come dice giustamente Kant, ogni realtà di cui siamo consapevoli esiste come
rappresentazione
della coscienza (che è il presupposto indispensabile
per la conoscenza), come si può ammettere
l’esistenza di qualcosa che non è
rappresentata dalla mente né è rappresentabile?
C’è però una
lettura errata della filosofia di Kant:
» lettura di Kant come
“idealismo coscienzialistico” = doppia riduzione del fenomeno a
rappresentazione, e
della rappresentazione a coscienza
» pensano che Kant abbia
affermato la realtà del noumeno, mentre ne aveva sempre negato la conoscibilità
» invece Kant nella
seconda critica aveva chiarito quello che nella prima lasciava spazio al dubbio:
il
fenomeno non è una rappresentazione o
un’idea, ma l’oggetto della rappresentazione, un oggetto reale
anche se viene appreso tramite le forme
mentali a priori
2. critica del noumeno in quanto causa
delle sensazioni e del fenomeno
»
Kant si contraddice perché applica anche al noumeno il concetto di
causa-effetto valida solo per il
fenomeno » pensano che per Kant il noumeno
sia una causa efficiente
Invece per
Kant:
» il noumeno è un
concetto-limite, che delimitando esalta, è un confine che definisce le cose
e che ricorda
all’uomo che la realtà non è creata da lui,
ma gli oggetti gli vengono dati
» il noumeno è un “promemoria
trascendentale”, che ricorda che l’oggetto ci è dato e non è creato da noi
» rivendica l’esistenza di
un’alterità rispetto al pensiero, di un oggetto esterno da sé » la realtà è
altro da me
LA NASCITA
DELL’IDEALISMO ROMANTICO
Il termine
“idealismo” in filosofia:
» è riferito a quelle visioni
del mondo che privilegiano la dimensione “ideale” rispetto a quella “materiale”
ed affermano che la vera realtà è quella
spirituale
» idealismo gnoseologico
= posizioni di pensiero che riducono l’oggetto della conoscenza a idea o
rappresentazione (Schopenhauer: “il mondo è una
mia rappresentazione”)
» idealismo romantico
= grande corrente filosofica post-kantiana originatasi in Germania nel periodo
romantico, i cui fondatori sono Fichte e
Schelling
» esso si dice » “trascendentale”
per la figliolanza con Kant che vede nell’io penso il principio fondamentale
» “soggettivo” per
contrapposizione a Spinoza che aveva ridotto la realtà ad una Sostanza, che
aveva identificato con la Natura, mentre,
grazie alle rivoluzioni copernicane di Kant, ora il
punto di vista è dal soggetto, dall’uomo
» “assoluto”
perché mira a sottolineare che l’io (o lo spirito) è il principio unico di
tutto, e che
al di fuori di esso
non esiste nulla » chiave dell’idealismo romantico
Caratteri
generali dell’idealismo romantico:
1. abolizione della cosa in sé
»
pensano che Kant non abbia avuto il coraggio di “fare il grande salto”, cioè di
abolire il noumeno, e di
conseguenza ammettere che la realtà è creata
dall’io
2. diverso concetto dell’io » la realtà è una mia creazione
»
per Cartesio l’io è un’entità logica, per gli idealistici è un’entità
metafisica
»
per Kant l’io è principio ordinatore ma non creatore della realtà, perché è
anch’esso fenomeno e non
noumeno, è un principio finito » per questo
era necessario ammettere l’esistenza del noumeno, cioè per
spiegare la parte “passiva” della
conoscenza, in cui il soggetto percepisce un oggetto esterno a sé
» l’io
penso è non solo principio ordinatore, ma anche creatore della realtà
attraverso un processo
dialettico, attraverso un’azione assoluta,
spontanea, libera
»
l’io è un principio infinito, diventa fonte di tutto ciò che esiste » da
questo la tesi tipica secondo
cui “tutto è spirito” » l’io, da una
funzione gnoseologica (Kant), assume una funzione metafisica
»
per Kant l’io è limitato dalla cosa in sé » ora, abolendo il noumeno, l’io
diventa infinito, illimitato
»
l’io penso è principio materiale, non solo formale del conoscere (per Kant solo
formale)
NB: spirito = “io penso”,
“assoluto”, “infinito”
= realtà umana considerata
come attività conoscitiva e pratica e come libertà creatrice
» ma quindi » in che senso lo
spirito è fonte creatrice di tutto ciò che esiste?
» che cosa è quindi per gli
idealisti la materia o la natura?
» risposta: nel concetto di
dialettica
3. concetto di dialettica
» nella realtà non c’è il
positivo senza il negativo, la tesi senza l’antitesi » quindi lo spirito per
essere tale ha
bisogno di quella sua antitesi che è la
natura
» l’io esiste nel momento in
cui pone un non-io = la negazione dell’io, è altro dall’io = un polo dialettico
» un io senza un non io,
un’attività senza un ostacolo sarebbero entità vuote, astratte, quindi
impossibili
4. capovolgimento della prospettiva tra
natura e uomo
» questo è il capovolgimento
della prospettiva che prima identificava nella natura la causa dello spirito e
che
concepiva l’uomo come prodotto della natura
» ora è lo spirito ad essere causa e fonte della natura
» la natura esiste per l’io e
in funzione dell’io, come scienza della sua attività
» la natura esiste come
momento dialettico necessario della vita dello spirito
5. l’uomo coincide con Dio stesso, essendo l’assoluto e lo spirito
»
ecco perché dicono che l’uomo è la ragion d’essere e lo scopo di tutto l’universo,
e perché scrivono
“Io” e “Spirito” con la lettera maiuscola
»
l’unico Dio possibile è l’io dialetticamente inteso, cioè il
soggetto che si costituisce tramite l’oggetto,
la libertà che opera attraverso l’ostacolo,
l’io che si sviluppa attraverso il non-io
»
l’immagine di un dio trascendente e staticamente perfetto è solo una chimera (già
da Fichte)
»
ci ritroviamo quindi davanti ad un panteismo spiritualistico (= Dio è lo
spirito operante nel mondo)
diverso dal panteismo naturalistico di Spinoza
(= Dio è la natura) e dal trascendentismo
ebraico-cristiano (= Dio è una Persona
esistente fuori dall’universo)
»
l’idealismo per questo è una forma di monismo dialettico (= esiste un’unica
sostanza, lo Spirito) che si
contrappone a tutti i dualismo metafisici e
gnoseologici della storia della filosofia (= spirito e natura,
Dio e mondo, soggetto e
oggetto, libertà e necessità, fenomeno e noumeno …)
Differenza tra
i filosofi idealistici (Fichte, Schelling, Hegel):
» sono d’accordo sull’interpretazione
della realtà mediante le categorie di spirito e di infinito, ma si
differenziano tra loro per il modo di intendere
l’infinito e i rapporti tra infinito e finito (= natura e storia)
» l’incarnazione più
profonda, coerente e radicale dell’idealismo tedesco è Hegel
Caspita, quanti appunti! Questo sito è davvero utile e interessante, complimenti!
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