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Fonti di ispirazione: Canova individua se stesso come
novello Prassitele che studia le divinità minori che gli permettono che di
lavorare sulla sensualità fisica, sulla bellezza come dolcezza, sulla grazia. Prende
quindi i soggetti dalla mitologia e religione antica. Ricorda molto Apollo e
Dafne del Bernini, da cui si differenzia però per uno spazio delimitato e
chiuso, che permette anche la contemplazione della scultura a 360° (come nel
mondo classico).
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Scena: vuole raccontare un preciso momento del mito di Amore e
Psiche: il dio discende dal cielo (ha ancora le ali spiegate e sembra appena
sfiorare lievemente il terreno con il piede), e vuole portare la ragazza con sé,
che invece lo attrae alla sua condizione terrena. Il corpo di lei, infatti,
grava in basso, è totalmente steso a terra e abbandonato; questo peso mortale
cerca però la leggerezza celeste, tentativo incarnato nelle braccia di Psiche
che tendono verso l’alto e afferrano ciò che trovano di divino. Il giovane dio
si appresta a baciare la fanciulla sfiorando, con un sottile erotismo, il suo
corpo.
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Movimento e intreccio: il movimento presente è uno
scontro tra discesa e ascesa e insieme di intreccio. Le braccia arcuate e
simmetriche infatti si concatenano in un 8 indissolubile, come due fedi
incastrate tra loro
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Spazio: il punto di massima tensione e centro compositivo ed
emotivo è lo spazio vuoto, il “non bacio”, cioè lo spazio vuoto che intercorre
tra le due labbra, perno di tutta la scena. Il vuoto quindi assume un valore
formale analogo alle parti scolpite. In questo punto si intersecano anche le
due linee principali e simmetriche su cui sono costruite le due figure e che
riprendono i due tipi di movimento: una linea discendente che parte dall’ala
destra di Amore, continuata poi nel corpo disteso di Psiche; una ascendente che
dalla gamba distesa di Amore sale fino alla sua ala sinistra, formando così una
X di bracci equivalenti. Dato che i due corpi sono costruiti secondo una
rotazione che si potrebbe seguire all’infinito (la gamba di Amore piegata
all’indietro, il corpo di Psiche posizionato in obliquo) questa composizione è
a tutto tondo, da osservare da tante angolature diverse; per questo Canova ha
montato questa scultura (e molte altro sue opere) su una pedana girevole. Non è
la figura stessa che ruota su di sé, come in Michelangelo, ma è la sua
composizione che invita ad essere guardata da tutti i punti di vista
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Trattazione del marmo: viene levigato fino ad essere
lucidissimo; per questo effetto non usa le tradizionali raspe, ma la pietra
pomice, la stessa che usano gli esseri umani per la pelle. Infine riveste il
marmo di un sottile strato di cera per dargli una colorazione rosea e per dare
una più realistica opacità, come è del resto la pelle umana; inoltre la cera
conferiva un delicato colore roseo alla pietra.
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Studi: per realizzare questa opera ha fatto un grande lavoro di
progettazione con disegni, modellini in gesso e bozzetti. Cura personalmente
ogni fase del lavoro creando l'idea di un momento di ideazione e pensiero
all'interno di un'idea di bottega.
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