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Storia: Canova ottiene dal principe Alberto di Sassonia la
commissione del monumento funebre dedicato alla moglie Maria Cristina per la Chiesa
degli Agostiniani di Vienna
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Fonti: la visione classica e quella cristiana si fondono:
il corteo ricorda la virtù romana della pietas, invece la porta allude
al mistero della morte. Il trapasso però non coincide con la speranza
ultraterrena, ma con una triste fine che suscita infinita malinconia e
nostalgia per la luce, come per i Sepolcri di Foscolo e la poesia
sepolcrale inglese. Riprendendo questo scritto, Canova esprime il tema della
memoria consolatrice, la possibilità di un legame duraturo tra defunti e i vivi
(soprattutto i cari, che ne conserveranno viva la memoria)
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Struttura: è assolutamente atipico, non si ha più la
struttura tradizionale dei mausolei (struttura poliedrica su cui sono innestate
le figure). Questo mausoleo invece è di forma piramidale, alla base della quale
si apre la porta buia che conduce alla tomba, lasciata volutamente aperta. La
scelta della piramide rimanda alle antichi tombe egizie. Il fitto nero risalta
grazie al contrasto con il marmo bianco con cui è costruito tutto il monumento
funebre. In cima alla piramide si trova un bassorilievo che ritrae la defunta
Maria Cristina di profilo, come un cameo, incorniciato da un serpente che si
morde la coda, simbolo dell’eternità, e sorretto dalla figura allegorica della Felicità.
Anche il corteo funebre che costituisce il nucleo teatrale del monumento è
costituito da un complesso di figure allegoriche che agiscono sul fronte della
piramide.
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Allegoria: “…non avrei certo preferito una composizione
allegorica, se il Principe, dotto conoscitore degli usi antichi, non m’avesse
egli stesso le figure allegoriche prescritto: io ho cercato tuttavia
raggrupparle in maniera che potessero aver più tosto un’azione, che un’allegoria”.
Canova non avrebbe usato figure allegoriche, preferendo la semplicità e la
chiarezza dei canoni di Winckelmann; le figure allegoriche gli sono state
suggerite dalla committenza. Mantiene un filo con la tradizione teatrale
propria del Barocco, che applica anche in questa opera. Il soggetto è evidente
anche senza l’uso di alcuna epigrafe; il corteo funebre è costituito da statue
indipendenti l’una dall’altra e trasportabili: una giovane donna pudica e
pietosa, la quale guida un povero vecchietto cieco e un’orfanella. La
teatralità è evidente nei gesti e nell’espressione del volto che dicono del
loro dolore, pur in un modesto contegno. Poi è visibile una figura matronale
che reca l’urna contenente le ceneri del corpo verso il sepolcro: è la Verità
nel senso dei Greci, non nel senso dei Romani (si noti che la distinzione è
possibile grazie a Winckelmann). Canova scrive a proposito: “se tuttavia fosse
indeterminata o vaga l’allegoria della mia figura, le si dia il nome di
tenerezza, d’affezion coniugale, ad altra si fatta virtù, sarà lo stesso per
me.” per Canova ciò che conta è l’azione (e quindi il sentimento che suscita) e
non il capire l’allegoria il punto dell’opera. Vuole muovere l’osservatore
dotto attraverso l’intelletto, vuole muovere il generico osservatore con
l’azione (“Il pubblico, non dotto né critico di mente, ma di cuore, vuol essere
persuaso e commosso senza fatica e senza riflessione”). Alla destra della
composizione c’è invece il Genio funebre del casato d’Asburgo, che si
appoggia sopra un leone, evocatore di forza. L’azione risulta infine armonica
anche in assenza di simmetria, perché le figure sono state collocate secondo
una ragionata disposizione.
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Canova immagine che la scena si svolge in un notturno: è
tutta la stessa composizione a suggerirlo. Il contrasto tra il marmo bianco e
il buio della porta richiama al contrasto tra luci e ombre associate alla vita
e alla morte, che richiama lo stesso tema funerario del monumento
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sul cui fronte agiscono o sono collocati dei personaggi.
Intenzione era che pur non capendo l'allegoria chiunque potesse comprendere
tramite atteggiamento delle statue. Il committente gli chiede di costruire
un'opera allegoria sebbene Canova rifiuti allegoria medievale. Emerge
un'immagine di chiarezza e razionalità. Infatti è un soggetto senza bisogno
dell'epigrafe, è accessibile a tutti. La piramide è ripresa dall'Egitto (primo
oriente conosciuto in Europa) ed è associata alle società segrete (massoneria).
Diventerà interessante per il romanticismo. Sulla piramide volto della donna
insieme a due angeli di cui uno con la palma. È un corteo funebre,
la dama tiene in mano un urna e le ancelle tengono due fiaccole ed hanno
festoni di fiori che le lega. Un'altra ghirlanda tiene insieme il vecchio, la
bambina e una donna. Dall'altro lato l'angelo, lo scudo e il leone più lo
stemma della casata sul muro. Non è pù la composizione del mausoleo
tradizionale, figure che possono muoversi e vengono fuori. Figure allegoriche
ma sottolinea l'azione: molto barocco, stile legato al teatro. Tutti piangono
la donna: il popolo e la casata. Figure chiare contrapposte al buio della
apporta, diverse età e stagioni della vita. Figure a tre a tre, voluta
corrispondenza numerica. Unità d'azione, chiarezza e semplicità. Significato
allegorico: figura patronale che porta l'urna è la verità nel senso greco.
Vecchia+orfana+donna: amore, beneficenza gratitudine e portano ghirlande in
atto di offerta. "io ottengo il mio fine se non resta nascosta l'evidenza
della sua funzione". No simmetria, il pubblico deve essere commosso senza
fatica vs principi neoclassici. Leone e genio alano pongono in risalto la forza
della casata. Vs Baracco: gruppo scultori e architettura no devono essere
confuse, gruppi di tra dipendono architettura piramidale. Improntate cogliere
il tutto a colpo d'occhio. Impressione di amorini-> azione armonica. D'Este
si immagina scena come scena reale in notturno e dice che spira una dolce
mestizia. Periodo in cui si diffonde amore per i notturni (canti di Ossia,
sepolcri di Foscolo).
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