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sabato 27 agosto 2016

ANTONIO PORTA - La palpebra rovesciata: analisi


Nel quadro della poesia italiana degli anni 60, di forte svolta, trasformazione, ritagliamo una piccola enclave per mettere a fuoco alcune esperienze che si inquadrano organicamente nel Gruppo '63, forse una delle principali neoavanguardie italiane → testi caratterizzati da:

  • Sperimentalismo anche linguistico molto più forte rispetto ai testi visti fino ad adesso
  • Prospettiva di tutte le neoavanguardie: contestazione violenta del linguaggio, della tradizione poetica e delle forme della comunicazione e discorsività della società poetica italiana in cui sono immersi

Porta e Paglierani fanno parte dell'Antologia I nuovissimi (1961), costituisce primo nucleo di formazione del gruppo 63, poi accanto leggeremo altri due poeti Zanzotto e Rosselli che non si iscrivono all'interno dell'esperienza dell'avanguardia, anzi Zanzotto assunse atteggiamento esplicitamente e dialogicamente critico verso l'avanguardia, comunque testi ispirati a forte tensione sperimentale



Antonio Porta, La palpebra rovesciata (da I rapporti, 1965)

Testo incluso ne I rapporti → libro d'esordio di Antonio Porta, suo primo e vero libro di poesia



Testo fortemente eversivo per aspetto anche linguistico-testuale.

  • Situazione enunciativa:

Assenza totale dell'io scelta programmatica del Gruppo '63: uno dei primi istituti che si prefiggono di contestare e superare è istituto dell'io il soggetto, baricentro della scena lirica tradizionale

→ il suo intento è rifiutare, mettere in crisi la presenza la riconoscibilità di un io personaggio, di un io voce,

     centro essenziale della scena, è un testo che non presenta da nessun punto di vista marche linguistiche, non

     c'è l'io soggetto, non ci sono verbi declinati alla prima persona

Il rifiuto dell'io si accoppia ad un forte interesse per dimensione oggettuale, esterna, materica, reale

→ tuttavia non si ricompone però in dimensione narrativa descrittiva

  • Situazione rappresentata:

Tutte le strofe sono irrelate tra di loro e tuttavia sembrano seguire una logica di progressione

I strofa: esperita su piano dell'anatomia umana

II strofa: ha a che fare con dominio vegetale-arborea, vegetale

III strofa: esperita sul mondo animale

IV strofa: dominio dell'inorganico



Prima strofa:

Di cosa parla questa poesia? Già chiamarla poesia è uno sforzo, è molto lontana dai paradigmi a cui siamo abituati per un testo poetico è difficile mettere a fuoco contenuto

→ a tutti i livelli (struttura testuale, singole unità che compongono assemblaggio) mira a mettere in atto una

     logica di montaggio-assemblaggio più che una logica linearmente testuale, sintattica o narrativa

Qual è l'oggetto di rappresentazione? → testo caratterizzato da altissima presenza di sostantivi e di verbi, tutti provengono da una sfera semantica omogenea: anatomia del volto (naso, saliva, denti, guancia, labbro, mascella, zigomo occhio orbita nervo gola, occhio…) → ma quindi descrive realisticamente un volto?

→ per la numerosità dei sostantivi si crea una tensione verso il reale materico, però questi elementi non hanno

     lo scopo di descrivere un'immagine di un volto ma ci restituiscono un senso di 'matericità' sconvolta

→ lo sconvolgimento anatomico avviene soprattutto grazie ai verbi che sono o di moto o di movimento o che

     fanno riferimento a dissoluzione, scontro, urto (sfalda, liquefa, mordono..), come se elementi di

     anatomia facciale attraversati da tensione a scontrarsi l'uno con l'altro violentemente che porta a

     dissoluzione del volto stesso, della fisionomia

Non c'è chiarezza né coerenza → anfibrogia e ambiguità pervadono il testo rendendo indecifrabile la struttura, non c'è logica riconoscibile della sintassi come nella immagine complessiva

→ ad emergere è dimensione di grande violenza, deformazione che agisce sul linguaggio ma che sembra essere

     la cifra più profonda e costitutiva del reale: i rapporti fra le cose sono all'insegna della tensione d'urto fra gli

     elementi, sembra essere la cifra semantica, il vero oggetto della rappresentazione di tutte le sequenze



Seconda strofa:

Anche la vita arborea sembra caratterizzata da movimento tensione violenta

→ la vitalità arborea si declina si esprime attraverso dinamiche tensive: qualcosa viene rotto, deformato,

Ma l'accenno finale (il tronco colpito dalla scure) non appartiene più al mondo arboreo: ci agisce una dimensione di violenza umanale sequenze che sono irrelate tra di loro e  tuttavia sembrano seguire logica di progressione, prima esperita su piano dell'anatomia umana, poi vegetale



Terza strofa:

Mondo animale nella sua rappresentazione più elementare: i bruchi, gli insetti

Anche qui la vitalità dei bruchi è descritta all'insegna di una logica di sfaldamento, di dissoluzione

L'esprimersi della vita si dà attraverso dinamica di urto conflitto, sfaldamento, dissoluzione della materia



Quarta strofa:

L'ultimo di questi blocchi testuali insiste su dominio dell'inorganico

Immagine non del tutto razionalizzabile ma sembra rimandare a immagine di un incidente stradale: molecole di nafta, tela, i fili si torcono → immagine di strappo, di lacerazione, non è un quadro rappresentativo tradizionale, non c'è descrizione della scena dell'incidente



Al di là della possibilità di decodificare significato del testo oggetto della rappresentazione quello che conta in un testo così è la messa in scena: la riproduzione mimetica di una dinamica di tensione violenta che pervade tutti i livelli dell'esistenza, umana, vegetale, animale, dominio inorganico, tutto il reale è dominato da una logica esistenziale di violenza.

La stessa scelta di numerare le strofe, se possiamo chiamarle così, rimanda ad una logica seriale → come se il testo fosse costruito attraverso applicazione di un medesimo procedimento imitativo, interpretativo, mimetico a sfere del reale diverse secondo un procedimento che può essere virtualmente infinito

→ sono strofe ma non sono vere e proprie strofe, la logica che concerne quelle delle strofe non è sequenziale

→ questi blocchi testuali stanno sullo stesso livello la prima viene dopo la seconda

  • Aspetto linguistico e stilistico:

Sintassi: non funziona più come organizzazione logica del discorso, oltre che semanticamente non funziona sintatticamente, non sta insieme

→ es: il naso è soggetto di alzandosi o complemento oggetto di sfalda?

  • Metrica:

Metrica informale → sono versi mediamente più ampi dell'endecasillabo

→ i versi non rispettano neanche l'articolazione sintattica

→ sembrano corrispondono al tipo del verso lungo antisintattico: possibilità di inquadramento che funziona

Ma leggendo un po' di testi programmatici di Porta e l'introduzione di ciascun autore che ha costituito l'antologia i Nuovissimi, lui stesso chiarisce il suo modo di concepire metrica

concezione della metrica con base percussiva-accentuativa: versi costruiti su misure che alternano o quattro

     o cinque accenti principali → è una prova del fondamento spesso nominalistico della metrica contemporanea,

     cioè riconosciamo in questo testo come esempio di metrica accentuativa solo dopo aver letto la sua

     presentazione, se non possedessimo questi principi definitori altrimenti sarebbe difficile riconoscerne nel

     testo → indicativo della logica di incertezza oscillazione che caratterizza questo regime

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