Elio Pagliarani, II, 1 (da La ragazza Carla, 1966)
Condivide
presupposti con Porta anche se le risposte a questi principi comuni ispiratori
sono diversi
- La ragazza Carla:
Non
è il suo primo libro, ma una delle sue opere più importanti, è la prima di due
grandi progetti compositivi a cui lavora nella sua vita (La ragazza Carla, La ballata di Lundi), tentativi
di vero e proprio romanzo in versi
→
li definisce lui stessi romanzi in versi, idea di romanzo anomala, eccentrica
→
ne La ragazza Carla c'è già più l'idea
di un impianto narrativo più evidente,
l'altro molto meno
È
un poemetto (ma c'è oscillazione delle
etichette con cui viene identificato) → ha al centro una vera e propria trama narrativa: racconta delle vicende di Carla Dondi, ragazza che abita nella
periferia di Milano, inizia a frequenta le scuole di stenodattilografia, viene
assunta come impiegata in una ditta commerciale che ha sede nel centro di
Milano, e questa assunzione rappresenta
il vero e proprio ingresso, la piena presa di contatto da parte di Carla con la
dimensione della modernità, il mondo del lavoro, i valori che fondano la
nuova società capitalistica degli anni '60: lavoro e denaro. In questa azienda
subisce da parte del viscido e ambiguo principale, il proprietario
dell'azienda, una serie di molestie sessuali, e qui si gioca il vero momento
cruciale del testo: sconvolta torna a
casa dalla madre a cui confessa tutto, ma proprio la madre le consiglierà di
superare questo episodio, di far finta di niente, di chiedere scusa al
principale alla moglie del principale e di riprendere il suo posto nell'azienda
e quindi nella società. Principio di realismo, di subordinazione delle istanze morali a istanze economiche che segna
definitivo ingresso di Carla nel mondo adulto
→
impianto ideologico che sta dietro a
questa struttura rappresentativa è critico
rispetto alle logiche di
comportamento della società → sceglie
questa storia facendone un mito moderno
che certifica percorso di
iniziazione di una giovane ragazza all'interno
della società capitalista
Scelta formale:
Poemetto
articolato in tre grandi parti →
questa è la sequenza iniziale della seconda parte, in cui Carla entra in
contatto con mondo dell'azienda presso cui viene assunta
- Situazione enunciativa:
Testo narrativo
romanzesco non lirico → al di fuori della tradizione lirica italiana
→
voce narrante principale eterodiegetica
→
non un unico io lirico ma una voce che rappresenta la vicenda di un sistema di
personaggi
→
ma nel testo che leggiamo la prospettiva di Pagliarani è anche relativizzare, assumere un
atteggiamento
critico dialogico anche rispetto alle
logiche della narrazione classica e romanzesca: tira le fila del racconto, ci
orienta ci conduce in questo mondo, fa
interferire la logica diegetica del romanzo con un principio di
ispirazione
spiccatamente cinematografica di montaggio che agisce un po' su tutti
livelli, enunciativo e
rappresentativo
Tecnica narrativa ambigua: difficile distinguere sempre dove inizia o
finisce la voce del narratore (vedi vv1-3)
Però
non è un narratore oggettivo: esprime comunque un suo punto di vista
→
tecnica di montaggio non è una scelta che si traduce in un lasciar parlare la
realtà da sola
→
versi 26-28: la voce narrante emerge nel modo più tradizionale, nel modo del
narratore ottocentesco
manzoniano che interviene e commenta
addirittura → esprime un giudizio sul
personaggio, così cerca di
orientare o condizionare anche nostro
giudizio
Tecnica
narrativa estremamente complessa, anche principio di montaggio si declina in
modalità molto diverse nel primo blocchetto, autore narratore regista più che
restituirci una vera sequenza di dialogo ci restituisce dettagli, frammenti,
ritagli. Ci riporta ritagli di un dialogo, di una serie di battute, tutta la
sintassi è interrotta, anche leggendolo si ha questo effetto di montaggio, c'è
un principio di campionamento con la logica musicale, come se l'autore il
regista registrasse una serie di campioni di discorso e li montasse poi
all'interno del testo. Poi in atri casi gli atti discorsivi riprodotti in modo
più organico
C'è
un sistema di voci con una certa
oscillazione:
- Versi 1-3 → narratore eterodiegetico
→
completa assenza di verbi, narratore particolare
→
ambigui: è la voce del narratore? È la riproduzione
di un linguaggio burocratico, con quella tipica
iperformalità di cattiva qualità, molto
distante dalla realtà, sono forme fisse iterative che si trovano nei
documenti → mimesi di ciò che si trova su
un documento
→
forse c'è qualcuno che accoglie Carla il primo giorno e raccoglie i suoi dati
→
ricordiamo che è un testo che viene dopo tutta la prima parte: Carla ci è già
stata presentata, non ha
senso dal punto di vista del narratore una
presentazione di questo tipo
→ all'ombra del Duomo: introduce uno scarto stilistico → non è
linguaggio burocratico, ma potrebbe
essere il narratore esterno che inquadra la scena → è un'indicazione
spaziale molto evocativa come
indicazione: all'ombra del simbolo della
città più identitario della capitale economica d'Italia
- Versi 4-15 → voci di personaggi di ufficio
→
ci riporta un ritaglio di discorso senza segni diacritici e senza introdurre il
personaggio che sta parlando
→
ripropone ciò che Carla si sente rivolgere
- Verso 16 → non è una frase pronunciata da una voce, ma sono insegne su porte d'ufficio
→
forte elemento di discontinuità,
c'è anche un corpo tipografico diverso
(tutto in maiuscolo)
→
qui Pagliarani mima, restituisce l'effetto di una serie di scritte che Carla
vede
→
poi abbiamo uno dei salti più forti all'interno di questo testo: prima siamo al
primo giorno di lavoro di
Carla, all'interno degli uffici, poi c'è
un forte cambiamento di situazione anche se siamo all'interno di
una stessa strofa → poi ci ritroviamo a
casa di Carla
- Versi 17-19 → voce della mamma di Carla
→
siamo prima del momento più drammatico, ma già da qui è una frase terribile, ci
restituisce immagine
icastica
dei sistemi di valori che governano mondo di Carla e a cui Carla deve adeguarsi:
adesso che
lavori hai veramente diritto di mangiare,
prima mangiavi per generosa concessione
→
frase che da un lato si dà paradossalmente con un moto di preoccupazione
genitoriale: la mamma si sta
preoccupando per figlia, pronuncia battuta
come manifestazione di affetto, ma in questo gesto esprime
un sistema di valori che anche attraverso
queste battute marginali collaterali passa tuttavia nella
mente, nella coscienza di Carla
- Versi 20-28 → ritorna la voce narrante esterna
→
le prime sequenze sono più descrittive:
è una descrizione esterna ma dimostra capacità di intrusione
molto
intima del narratore nel personaggio → capisce cosa passa nella mente di
Carla
→
può leggere i suoi desideri più profondi: ha una voglia di piangere e di
compartirsi
→ ma senza fantasia/come può immaginare di commuoversi?
→ il finale ci presenta di nuovo uno stacco
(anche grafico con il verso a gradino), è
il moneto di massima esposizione della
voce narrante, regista
del testo, colui che media nostro accesso
al mondo narrato ma anche colui che per primo lo giudica
→
non è un caso isolato nel testo: interviene a intervalli più o meno regolari
- Aspetto stilistico e linguistico:
Il
testo è abbastanza continuo ma impaginazione del
testo è molto frastagliata
→
graficamente e visivamente è diviso, scandito in blocchetti → primo indizio di
tratto strutturale che il testo
monta
una serie di sequenze verbali pronunciate da voci diverse che anche se non sono
segnalati con segni
diacritici
→
questa scansione segue la divisione delle voci narranti
- Metrica:
La
categoria di strofa non ha più senso
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