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sabato 27 agosto 2016

GIOVANNI RABONI - Figure nel parco: analisi e commento


Raboni, Figure nel parco (da Le case della Vetra, 1965)



Ha andamento tono molto diversi

  • Situazione enunciativa:

Poesia lirica: l'io parla in prima persona

Osservatore miope → l'occhio è l'organo percettivo deputato alla visione della realtà, da sempre cantato dai poeti in modo simbolico; qui la qualità maggiore del poeta (soprattutto moderno) che è colui che sa vedere, è fallata. È un soggetto che in quanto titolare di uno sguardo sul mondo si presenta danneggiato non nella pienezza delle sue facoltà delle sue funzioni

  • Situazione rappresentata:

Testo un po' anomalo → gioca su due livelli:

  1. Dimensione realistica di partenza

→ attacco apparentemente realistico: deittico questi viali, descrive in prima persona dove si trova

  1. Dimensione allucinatoria, visionaria

→ lo slittamento avviene in modo progressivo

Luogo: grazie al titolo e alcuni elementi di descrizione spaziale lo identifichiamo come parco ma

→ l'osservatore non lo nomina mai in modo chiaro

Chi sono le figure: il soggetto dà accenni descrittivi del luogo in cui si trova, e sembra tormentato da timori e angoscia rispetto a presenze di vario genere inquietanti che emergono di sorpresa in modi ambigui

→ questa serie di immagini di figure evocate nel titolo non identificate bene si manifestano cogliendo di

     sorpresa il soggetto nascondendosi e poi presentandosi all'improvviso

descrizione delle figure: prima descritte secondo un paradigma realistico un po' paranoico forse, ma realistico

     (cauti, silenziosi, la cravatta annodata con cura), poi improvvisamente rispetto a queste immagini realistiche

     ci sono attributi che sviano nell'ambito dell'illusione, immaginario, accoppiano elementi umani ed animaleschi

     (le corna piene di muschio, a coda bassa) → opponendoli ai comuni passanti dice che loro non sono comuni

→ ha più a che fare con l'incubo che una  visione in senso proprio.

Cosa succede: il testo si costruisce come una serie di immagini giustapposte quasi per montaggio in una sequenza che evoca vicenda senza raccontarla in modo organico

→ al centro vicenda ci sono due personaggi e un luogo che li lega, questa serie di figure e personaggi che il

     soggetto vede sbucare ruotano attorno ad uno stagno che è epicentro della scena: intorno allo stagno sta la

     figura maschile, l'immagine stagno chiude le strofe I, II, IV → dinamica di ricorrenza che sigilla tutti gli

     elementi figurativi che il poeta ha

Povera strega: capiamo che non sono parole della voce ma di una personaggio che la voce sta riportando,

     sono parole altrui → discorso diretto ma non incorniciato da segni diacritici che ci permettono di distinguere

     dominio di pertinenza della voce e quella dei personaggi, dà confusione → immagine del personaggio

     maschile presentato anzitutto con trascrizione di una sua battuta

→ c'è questo personaggio maschile che sta sulla panchina compie una serie di gesti muove una serie di oggetti,

     sembra l'immagine di un barbone, un senza tetto che vive portandosi oggetti inutili, compie oggetti meccanici

     e ripetitivi → immagine di soggettività disturbata e inquietante

Secondo personaggio: la figura maschile introduce un personaggio femminile, centro della IV strofa

→ personaggio analogo al primo dal pdv della fisionomia e del comportamento: compie gesti inspiegabili

→ evento che li lega = un incidente, forse violento (il personaggio femminile rotola nello stagno)

→ la dinamica di interazione dei personaggi non è chiarita né approfondita: in che misura il maschio è colpevole

     dell'atto? → nella strofa finale è chiamato assassino

Ma il senso che emerge non è tanto una storia una vicenda compiuta, chiarita nei nessi sintattici, ma un'atmosfera caratterizzata da elementi inquietanti per il soggetto

→ angoscia di un delitto che sta per compiersi o che si è compiuto

Il finale accentua tasso di visionarieta anche da parte della voce, testo che parte da situazione realistica e sempre più si carica di eventi visionari allucinatori, individui ambigui accomunati da estraneità rispetto a logiche che guidano società cioè guadagno e profitto. Caratterizzati da violenza conflitto.

  • Metrica:

Metrica e discorso spiccatamente informali

→ si rintraccia qualche misura tradizionale (primo verso settenario, secondo endecasillabo)

→ altri versi sono però irriconoscibili

→ davanti a versi così contare le sillabe è un controsenso, non è questa misura che li definisce e tuttavia non è

     semplice risalire a principio che esibisce tratto di forte in formalità

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