Raffaello Baldini, La chèrusa (da E' soliteri, 1976)
Appartiene al suo
primo libro
Baldini è uno dei
maggiori poeti italiani del secondo novecento
La sua eccezionalità
consiste in:
- Scelta del dialetto
- Adozione sistematica del modulo del monologo drammatico
→
nei suoi testi non c'è, o forse raramente, l'io che parla, non c'è Baldini
→
nella grandissima maggioranza dei casi c'è una serie di personaggi che parlano in dialetto perché
appartengono a un mondo preciso e circoscritto: Sant'Arcangelo
di Romagna che identifica integralmente il
mondo in cui si articola la sua poesia → i
suoi testi descrivono questo paese e sono detti da personaggi
immaginari voci che vengono da lì, che
fanno parte di quella comunità in cui abitano
→
opzione del dialetto quindi è davvero funzionale
a restituire una dimensione antropologica del paese
periferico
dell'Italia anni '70, luoghi che stanno o anche sono investiti da
processi di modernizzazione e dove
si stabilisce frizione nel rapporto di contrapposizione di valori di stampo tradizionale e
nuovi valori portati
dal modello
capitalistico della società moderna → tema principale dei suoi scritti
Era uno
straordinario recitatore dei propri versi, forse avrebbe dovuto pubblicare cd
anziché testi scritti, anche perché il dialetto è una lingua orale
Intervista a Baldini:
- "Delle volte penso in italiano e a volte in dialetto. Delle volte conto in italiano e delle volte in dialetto; quando conto in italiano a pensarci dopo mi sembra che i numeri in italiano stiano sull'attenti, mentre i numeri in dialetto sono in riposo, in libera uscita"
→
italiano come lingua ufficiale,
impettita; dialetto come lingua
del primo contatto con il mondo, primo
modalità in cui mondo prende forma
linguistica → "un'altra sensazione è che le parole dialettali siano più
vicine e somiglianti alle cose che in
italiano" → sensazione che ci sia una distanza
minore fra lui e le cose
→
"la scarana assomiglia più alla scarana di quanto la sedia assomigli alla
sedia"
- Tutto è dovuto al fatto che in dialetto non c'è la grammatica, non si sbaglia mai
- Il dialetto non è una scelta nostalgica: "non rimpiango il passato, mi ricordo la Romagna povera piena di dolore, miseria", il passato gronda di dolore tanto quanto il presente
- Situazione enunciativa:
Poesia lirica? → c'è un io che parla di sé in
prima persona, ma possiamo dire che è il poeta?
→
è di s Arcangelo, ma da dove parlala voce? Qual è la sua posizione rispetto ai
fatti che sta presentando?
Inizialmente
parla al passato → è un ricordo,
ci introduce nell'ambito di una autodiegesi
retrospettiva
→
episodio accaduto nel passato alla voce, ed ora la voce ci restituisce
quest'esperienza
Ma
a Però (vv.21) la situazione enunciativa cambia
improvvisamente e senza apparente giustificazioni
→
i verbi dal passato poi slittano al presente (a
me mi pare, va, ha, corrono, non stanno a sentire…)
→
evidentemente non è la voce del poeta ma è un
personaggio: è un io, non lirico
perché non c'è coincidenza
immediata tra lui e poeta, è un monologo drammatico → sia aspetti strutturali
del testo sia aspetti della sua
esecuzione enfatizzano la centralità della dimensione parlata, recitata:
l'esecuzione di Baldini dà rilievo
plastico a fenomeni già presenti nel testo
in tracce, indizi
→
così la poesia si configura come
registrazione di un monologo recitato da qualcuno davanti a qualcuno
- Situazione rappresentata:
L'io
fa una descrizione del luogo molto
particolareggiata: toponimi locali precisi (matrice realistica)
→
ma è anche elemento che allontana il
lettore, perché per riuscire a decodificare tutto il sistema di luoghi
bisognerebbe essere di sant'Arcangelo, non
basta nemmeno essere stato o esserci passato ma devi far parte
della comunità perché sono topolini che restituiscono percezione del
luogo interna
→
non parla a noi ma si rivolge a qualcun
altro della stessa comunità → crea un effetto di distanza
→
ma riusciamo a figurarci complessivamente cosa succede, ricostruiamo
un'immagine mentale della scena
Cosa
sta facendo soggetto mentre ci parla? Sta correndo → è ancora immerso nella situazione che descrive: da un lato
scappa da quelli che lo inseguono, dall'altro nello scappare capisce di
rincorre quelli che lo precedono, che forse quelli che vede davanti sono gli
stessi che vede dietro di sé
→
situazione onirica, dell'incubo: se non sono gli stessi quelli dietro
hanno i coltelli e mi fanno fuori se sono gli
stessi mi fregano comunque → da questa
situazione la voce non esce, è una situazione
bloccata
Compresenza
di due aspetti nel testo:
- Testo scenico: modo in cui soggetto si esprime, sistema di gesti e atti rappresentati
- Testo allegorico: soprattutto nella seconda parte spiccatamente verso l'onirico, l'immaginato, il deformato che può essere interpretato come:
- Trascrizione di un incubo
- Visione soggetto psichicamente disturbato
- Allegoria dell'esistenza: vita pervasa dalle strutture della paura, timore e minaccia
→
la situazione bloccata ricorda Kafka
È
un tratto molto ricorrente nei testi di Baldini la voce di un personaggio dai tratti molto disturbati
→
nel loro carattere domesticamente allucinato questi personaggi mettono in scena gli effetti deleteri dell'urto
fra
comunità e individuo, una soggettività nella comunità → segnale di un mondo che sta cambiando
→
il maggiore successo di Baldini è nel coniugare
la vividezza del "qui ed ora" alla capacità di fargli assumere
una
possibilità enunciativa ulteriore, allegorica, rappresentativa
- Aspetti linguistici e stilistici:
Il
testo è in dialetto di Sant'Arcangelo di Romagna
(particolarissimo: già a Cesena
non lo capiscono più)
Un
tratto non scontato - ma tipico dei dialettali - è che Baldini fa da sé la traduzione dei suoi testi
→
vengono pubblicati fin da subito con il testo in dialetto e la versione in
italiano che è versione autoriale
→
quindi abbiamo due versioni dello
stesso testo e anche confronto
tra queste è rilevante
Aspetto
fonico: il romagnolo ha fonologia molto diversa da italiano, poche vocali,
molti scontri consonantici
Tracce formali del monologo drammatico:
- Inizia in medias res: come se si trattasse di una battuta di un racconto fatto in presa diretta di fonte a qualcuno che ascolta
- Serie di strutture sintattiche tipiche del parlato
E io non capivo: connessione coordinante
ellittica come il contenuto del non capivo → cosa non capisce? Noi capiamo
benissimo cosa sta dicendo ma sintatticamente è un po' lacunoso
Ma i coltelli: è una frase sospesa → struttura
tipica del discorso aurale
Piccole
sconnessioni di questo genere pervadono tutto il testo
Struttura
tipica del discorso orale di tipo modulare, la progettualità sintattica è
determinata da orizzonte limitato. Ha struttura sintattica saltabeccante.
- Tratti morfosintattici: anacoluti e ridondanze (a me mi è grammaticalmente scorretto)
Ha
un berretto che me lo ricordo, una dislocazione, è ridondante, processo di
tematizzazione tipico del parlato
Uso
di articoli davanti ai nomi: alla Massani
- Piano lessicale: tutto si segnerebbe come errore → il dialetto segna la natura parlata del testo
La
traccia nella struttura linguistica della matrice del parlato è una forte marca di antiletterarietà
→
testo estremamente vivido nella misura in cui si propone effetto di reale di
lingua extraletteraria
- Metrica:
Ma
la dimensione di extraletterarietà viene compensata
da una serie di procedure su piano formale
→
confronto con il testo in dialetto: è
composto di endecasillabi perfetti,
metrica leopardiana perfetta
Comunque
sono endecasillabi anomali perché l'endecasillabo è un verso modellato
sulla lingua italiana, mentre questa è una lingua altra
→
la quantità del materiale verbale
dialettale che sta in una linea di endecasillabo molto superiore di quella che ci sta in italiano. Baldini
costituisce la traduzione verso per verso ed hanno dimensione molto maggiore.
→
es: come sono due sillabe, cme è una sillaba sola → effetto di ingorgo,
concentrazione materiale verbale che
produce effetto
straniante nell'endecasillabo
→
ma c'è anche effetto opposto: la struttura perfetta autorevole scintillante
funziona come elemento di
nobilizzazione
e contenimento di questo flusso verbale altrimenti informe
La
modalità di esecuzione di Baldini quando recita i suoi testi non tiene conto
della partitura metrica, lui recita. → in tanti punti c'è allineamento tra
recitazione e partitura metrica ma solo perché nel modo di costruzione del
testo c'è tendenzialmente una buona
corrispondenza struttura sintattica e metrica anche se non sistematica
→
il fatto che i versi si chiudano con pause sintattiche, virgole, punti è
indizio che c'è un riallineamento:
Conclusione: ambivalenza
dell'uso di una forma tradizionale in un contesto antiletterario come
quello del recupero del dialetto → il dialetto di s. Arcangelo prima di Baldini
era privo di tradizione letteraria, mentre scrivere in dialetto milanese
significava mettersi nel solco di una grandissima tradizione
Nessun commento:
Posta un commento