ALTARE DI PERGAMO (concluso nel 159
a.C.)
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Evoluzione e nuova
attenzione alla città
» 69-68 a.C. le città si arricchiscono di edifici
di natura pubblica e di strutture scenografiche
»
la struttura della città costruita secondo piani ortogonali rimane
(Mileto era stata la prima)
»
dalla costruzione delle due vie principali si costruivano strade minori
parallele e perpendicolari
»
gli assi ortogonali confluiscono in piazze spettacolari abbellite con fontane e
sculture
»
prima l’agorà era una semplice piazza, ora, con la costruzione di
edifici dove si decide la natura
politica della città, diventa un luogo
pubblico di riunione del popolo e di impronta sociale
»
vengono costruite nuove cinte murarie, piazze e terrazze sostenute da un
basamento
» nel
periodo ellenistico si moltiplicano i luoghi sacri ma diventano meno
pubblici perché riservati
all’aristocrazia ristretta scelta dal
sovrano » cuore della città diventa l’agorà, non il tempio
»
cittadino perde il contatto con ciò che costituiva la sua identità, i templi si
moltiplicano e si perde
l’unicità nell’adorazione del dio » cambia
la religiosità
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Struttura
»
antistante alla piazza ci sono degli edifici collegati al tempio di Atena con
una terrazza
»
al centro della terrazza c’è l’altare di Pergamo: grande
basamento quadrangolare posato su cinque
gradini, sui quali si pone un grosso
zoccolo percorso da un lungo fregio
»
sopra lo zoccolo c’è l’area dell’altare circondato da un porticato colonnato
ionico chiuso su tre lati
»
quarto lato è aperto e funge da porta d’accesso nell’area davvero sacra dove ci
sono anche le statue
»
il lato d’accesso è possibile attraverso la scalinata inserita tra due
avancorpi
»
è un monumentale altare dedicato a Zeus Soteèr e Atena Poliàs,
eretto dal re Eumene II
»
è una struttura scenografica e celebrativa della dinastia di
Pergamo (valore propagandistico)
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Fregio (raffigurazione
si appoggia alla biblioteca di Pergamo: Cratere di Mallos è autore-riferimento)
»
sui lati esterni del podio corre per 120 metri, interrotto solo sul lato
frontale dalla scalinata un
fregio che rappresenta la lotta tra dei e
giganti (gigantomachia), scolpito ad altissimo rilievo
»
non è sopra le colonne: si accorcia la distanza tra opera ed osservatore,
che si sente più coinvolto
»
annientamento dei giganti per aver osato sfidare gli dei dell’Olimpo
»
le figure si intrecciano tra di loro per sovrapposizione di piani, ammassamento
dei corpi
»
la lotta cosmica si svolge attraverso singole monomachie con uguale
numero di dei e di giganti
»
la lotta nel complesso è catturata in un momento singolo ma frammentata in
piccoli combattimenti
» entrambi
sono completamente umani, i giganti si distinguono perché nudi e circondati
da serpi
» l’umano
è posto in primo piano attraverso i gesti e le espressioni che rompono il
solito equilibrio
» i
giganti sono umani ma con connotati mostruosi, animaleschi, sono forze
caotiche, primordiali
»
intento: raffigurare un movimento drammatico, teso, sottolineato
dall’imponenza delle masse, dal
chiaroscuro, dall’espressività accentuata
del volto (occhi scavati), dalla tensione muscolare
» non
c’è la preoccupazione della perfezione e dell’ordine: le figure
fuoriescono anche dalla cornice
»
rappresentazione dell’ordine contro il disordine o della lotta dell’uomo contro
il disordine interno
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Fregio del recinto interno
»
dimensioni minori rispetto alla gigantomachia a basso rilievo
»
c’è incisa la storia di Telefo, figlio di Eracle e di Auge,
mitico fondatore di Pergamo
»
narrazione continua, attenzione ai contrasti del chiaroscuro, psicologia del
carattere dei personaggi
»
introduzione dell’elemento paesaggistico